Vivere la Messa con Maria
Omelia di Mons. Edoardo Menichelli del 22 agosto 2002
DUOMO DI ANCONA



Siamo venuti in questa chiesa Cattedrale, sempre più bella e solenne nel suo splendore architettonico, per contemplare Colei che invochiamo con il titolo di Regina: Maria è Madre di Cristo nostro Re e Salvatore; da Lui Maria riceve ogni soprannaturale dignità; da Lei, Cristo riceve il corpo e la rende capace di iscriversi nell’umanità e salvarla assumendo su di sé ogni sua debolezza e peccato.
L’umanità salvata è l’umanità santificata per i meriti della Pasqua del Signore: noi ci affidiamo a Maria perché centralizza questa “santità” meritataci da Cristo; la nostra santità sia sua corona e sua gioia.
Come pensare, guardare, contemplare Maria?
“I fedeli innalzino gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (L.G.65): sarebbe come dire “la nostra santità imiti la sua”! Essa è singolare membro della Chiesa; essa è figura e modello di fede e carità (L.G.53); essa ha partecipato alla vita e alla missione di Gesù.
Oggi desidero affidarvi una singolare imitazione di Maria che sintetizzo così: “Vivere la Messa con Maria”.
Come è stata Maria unita a Gesù? “Consapevolmente – devotamente – attivamente”: questa è la modalità spirituale, che il Concilio presenta a tutti per vivere l’ Eucaristia.
CONSAPEVOLMENTE: Maria sapeva e credeva che suo figlio era Dio.
DEVOTAMENTE: Maria canta le grandi cose che Dio ha operato in Lei e ringrazia con letizia spirituale.
ATTIVAMENTE: Maria sta sotto la croce di Gesù e lì completa il suo essere consacrata a Dio.
Oh! Se imitassimo Maria nel celebrare e partecipare alla Santa Messa, che è l’ insostituibile sorgente della nostra santità. Come?

  • CON CONSAPEVOLEZZA: avere coscienza illuminata su ciò che accade sull’altare. Lì c’è veramente il Figlio di Dio, lì c’è la contemporaneità del sacrificio di Cristo alla vita dell’umanità.
    Sull’altare c’è la “memoria” attualizzante di quel santo e unico mistero pasquale.


  • CON DEVOZIONE: Maria educa tutta la Chiesa ad entrare nel mistero della fede, ad entrare nella fedeltà all’ alleanza che Dio ha stabilito con l’umanità.
    La Chiesa, restando fedele al mistero della croce, si fa fedele al compito dell’evangelo.
    Una Chiesa orante, sa sempre “rendere grazie a Dio” (I Cor. 11,25) e farsi presenza significativa per l’umanità.
    L’Eucarestia rende la Chiesa viva nella storia.

  • CON PARTECIPAZIONE ATTIVA: tutte le Chiese e ognuno nella Chiesa deve farsi presente e vivo all’opera di Cristo.
    La messa è il fiat di ogni discepolo; in essa infatti c’è l’oblazione, la cristianizzazione della vita: lavoro – famiglia – gioie – dolore, tutto è presente, tutto è offerta, tutto è consacrato quale “culto spirituale” a Dio.

La santità è infatti a consentire a Dio di operare in noi, così come avvenne per Maria.
Una S. messa così vissuta è gioia e renderà la nostra vita “consonante alla volontà di Dio”: appunto come fu in e di Maria.

+ Edoardo Menichelli





Questa pagina proviene da
PORTALE DI MARIOLOGIA


L'URL per questa pagina è:
/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=167