La nascita di Maria
Omelia di Mons. Paolo Romeo del 6 settembre 2007
SANTUARIO MADONNA DELLA MILICIA - ARCIDIOCESI DI PALERMO



Fratelli e sorelle amati dal Signore ed a me carissimi!

E’ davvero significativo il nostro essere convenuti qui così numerosi per onorare la Vergine Maria, in questo splendido mattino in cui nasce il nuovo giorno.
L’ora mattutina, il pellegrinaggio fatto di preghiera e di raccoglimento, la luce che ha illuminato il nostro cammino, i cuori che avvertono la commozione e il desiderio di venerare Maria, rendono più suggestiva la nostra presenza qui nel Santuario Mariano della nostra Arcidiocesi.
Tutto ciò si rivela strettamente legato alla Vergine Santa, chiamata dalla Chiesa “speranza e aurora di salvezza del mondo intero”, dal momento che “da lei è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio”.
Sembra quasi che l’aurora che ammiriamo rappresenti una testimonianza visibile del ruolo di Maria nella storia della salvezza. Questo mattino indica come in Maria il mattino della salvezza si sia reso concreto, e la nuova creazione abbia avuto origine proprio con la sua Maternità divina, con la sua disponibilità a portare in grembo, per darlo al mondo come Salvatore, il figlio Gesù.
Sì, fratelli e sorelle! Mentre iniziamo a celebrare con fede, in questi tre giorni di festa, il ricordo della nascita di Maria, il nostro pensiero non può non andare a colui che da Maria nascerà, Cristo Signore, nostra salvezza.

Nella festa della natività di Maria la Vergine grande e potente viene ricordata come bambina, appena nata. La piccolezza di Maria rinvia immediatamente alla piccolezza di Cristo, così come indicato dai testi che abbiamo proclamato.
Maria, come il piccolo borgo di Betlemme, nella sua piccolezza verginale concepirà e darà alla luce il Cristo Redentore, profetizzato da Michea come “il dominatore d’Israele”: in questa piccolezza Maria potrà generare il Figlio di Dio, perché Dio scommetterà proprio su questa sua grande umiltà, e in essa darà il segno della sua predilezione per i piccoli.
Anche il Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci ha fatto tornare con la mente e con il cuore alla nascita di Gesù, con una particolare attenzione ad un aspetto. Qual è – ci potremmo chiedere – il senso della genealogia con la quale il Vangelo di Matteo fa iniziare il racconto della nascita di Cristo? Perché questo lungo elenco di nomi ai quali spesso non possiamo dare né volti né storia? La risposta è semplice: il Vangelo vuole sottolineare che la nascita di Cristo è stata preparata nel tempo dall’eternità, ed ha subito una profonda gestazione in mezzo alle vicende della storia degli uomini spesso tormentate dal peccato e dall’infedeltà.
La nascita di Maria fa parte di questa storia preparata da Dio per l’umanità, storia di amore vero e di fedeltà ricostruita in ogni istante. Maria nasce, e questa sua nascita diviene già presenza nel mondo dell’amore di Dio che intende riscattare l’uomo e ridargli la sua dignità perduta dopo il peccato.
E per farlo, ecco che Dio prepara la sua terra fertile, fa nascere la creatura che – immacolata – riflette in pienezza l’immagine del Dio tre volte Santo, fa germogliare un fiore nella terra deturpata dal peccato e comincia ad operare una nuova creazione. Nasce Maria ed è già in qualche modo redenzione, salvezza, gioia per il mondo intero!

Carissimi fratelli e sorelle! Voi amate Maria, e la vostra numerosa presenza lo testimonia efficacemente. Le siete affezionati e la onorate in questo Santuario di Altavilla al quale tutta la nostra Arcidiocesi è particolarmente legata, e nel vostro cuore la devozione a Maria si nutre di una forte convinzione: nell’incontro con lei avete sperimentato più volte pace, gioia, consolazione, speranza.
In voi è già nata Maria! Nella vostra vita avete lasciato entrare la tenerezza e la maternità di Maria, e ve ne siete innamorati.
E’ proprio vero. Spesso nella nostra vita il primo incontro lo facciamo proprio con Maria, ce la ritroviamo vicina nelle necessità, creatura materna e sensibile ai nostri bisogni. Spesso nella nostra vita e nelle vicende della nostra esistenza fatta di difficoltà e debolezze, giunge per prima la tenerezza della Madre…
E poi? Quale ulteriore passo deve avvenire in noi? La Vergine Santa ci chiede di non fermarci solamente a lei, e di guardare avanti, a Cristo, suo figlio. L’immagine che veneriamo con devozione in questo Santuario ci mostra plasticamente questo nostro itinerario di fede: Maria tiene fra le braccia il Bambino Gesù e sembra volerlo consegnare a noi, presentandocelo come il Salvatore in cui confidare, il Dio da cercare e ricercare ogni giorno, soprattutto nei momenti di sconforto e difficoltà.
La nascita di Maria deve dunque farci puntare lo sguardo e il cuore sulla nascita di Cristo in noi. Ci chiediamo: nel nostro cuore è nato davvero il Signore? Noi devoti della Madonna della Milicia siamo particolarmente vicini a Cristo? Ci siamo lasciati portare dalla Madre verso suo Figlio?
La Vergine Santa ci aiuti a fare nascere in noi il Figlio Gesù, perché la nostra vita possa essere da lui illuminata e possiamo crescere nella fede in lui, che, da Risorto, continua a camminare sui nostri stessi passi di questo pellegrinaggio terreno verso la gioia eterna.

+ Paolo Romeo
Arcivescovo di Palermo






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