PORTALE DI MARIOLOGIA - Enciclopedia
PORTALE DI MARIOLOGIA
  Login o Registrazione
PER CONOSCERE MEGLIO LA MADRE DI DIO
 Menu 
· Home
· Account o Registrazione
· Argomenti generali
· Articoli: archivio
· Articoli: invia nuovo
· Articoli: piu' letti
· Articoli: ultimi inseriti
· Banners del sito
· Biblioteca mariana
· Calendario mariano
· Documenti Magistero
· Enciclopedie
· Forums
· Fotoalbum
· Help del sito
· Invia Cartolina virtuale
· La Chat di Mariologia
· Le vostre domande
· Mappa del sito
· Motore di ricerca
· Sondaggio
· Statistiche
· Suggerimenti
· Sussidi Pastorali
· Testimonianze
· Web Links
· Webcams
 Enciclopedie 










 Inserti Speciali 



























 Nuovi in Biblioteca 
  La Vergine del silenzio
  Catechesi bibliche sui misteri del Rosario
  La Madonna che scioglie i nodi
  Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano
  L'Annunciazione a Maria nell'arte d'Oriente e d'Occidente
  Il messaggio teologico di Guadalupe
  L'angelo mi disse. Autobiografia di Maria
  Il paradosso mariano. Cornelio Fabro rilegge S. Kierkegaard
  Maria e la modernità
  Benedetto XVI. Una donna icona della fede
  Giovanni XXIII. Madre e maestra di vita cristiana
  Icone. Il grande viaggio
  Ben più che Madonna. Rivoluzione incompiuta
  Cuore di Mamma.
  Maria Madre del Signore. Canti per le solennità mariane
 Pensieri 
Nuova pagina 1


 

 Ultimi 15 articoli 
Ultimi 15 Articoli

La Vergine Maria nel Concilio Vaticano II


La Theotokos Achiropita di Rossano


Maria, Icona della Chiesa pellegrina


La marianità del Carmelo


La contemplazione nel cuore di Maria per la missione


Maria al servizio della creazione e della vita


I giovani e Maria nella cultura contemporanea


Maria e l'Eucaristia


Con Maria aspettiamo la Pentecoste


La pietà popolare, i giovani e Maria


Il Mese di Maggio in Vaticano e nel mondo


Preghiera e contemplazione con Maria


Maria e i tempi dell'attesa nell'iconografia


Maria nella musica del Novecento Europeo 1


Maria nella musica del Novecento Europeo 2


 Immagini  
 Sondaggio 
COSA TI INTERESSA DI PIU' IN MARIOLOGIA?

S. Scrittura
Magistero della Chiesa
Apparizioni
Mariologia ecumenica
Liturgia
Dogmi mariani
Spiritualità mariana
Pietà popolare
Mariologia sociale
Padri della Chiesa
Cultura e Arte



Risultati
Sondaggi

Voti 755
 Contatore visite 
DAL 1999

web counter 
 F.A.Q. 

 Utenti 
Benvenuto, Anonimo
Nickname
Password
(Registrazione)
Iscrizione:
ultimo: pertinac
Nuovo di oggi: 0
Nuovo di ieri: 0
Totale iscritti: 357

Persone Online:
Visitatori: 283
Iscritti: 0
Totale: 283
 Orario 

 Imposta come Home
 Contatta il Webmaster
 Mappa del Sito
 Invia Cartolina 

Vuoi inviare una nostra cartolina ad un amico?
 La Chat 
Nome Stanzaonline
Privata IL MARIOLOGO0
Privata LA THEOTOKOS0

[ SPChat ]

GIOVANNI PAOLO II



Papa dal 1978 al 2005.

1. Giovanni Paolo II e il suo pontificato
Karol Wojtyla nasce il 18 maggio 1920 a Wadowice, poco lontano da Cracovia, importante centro industriale della Polonia. Il 1 novembre 1946 è ordinato sacerdote e inviato a Roma dove completa, presso l’Angelicum, gli studi di Teologia. Ritornato a Cracovia, esercita il suo ministero nella parrocchia di Niegowic. Nel 1951 è chiamato alla docenza di Etica e Teologia morale presso l’università cattolica di Lublino da dove passa, alcuni anni dopo, alla facoltà teologica dell’università statale di Cracovia. Il 23 settembre 1958 è consacrato vescovo ausiliare di Cracovia e nel 1964 ne diviene Arcivescovo. Nel 1967 è elevato alla dignità cardinalizia e il 16 ottobre 1978, succede a Giovanni Paolo I come pontefice. Nel corso del suo pontificato, Giovanni Paolo II, ha continuato l’opera di attuazione delle direttive del Concilio Vaticano II iniziata da Paolo VI, indicando alla Chiesa e agli uomini, la centralità di Cristo, redentore dell’uomo e del mondo. In lui, oltre le delusioni e distruzioni delle ideologie atee e totalitarie, l’uomo scopre la grandezza della sua vocazione e della sua dignità. In questo contesto la specifica missione della Chiesa è quella di servire l’uomo, ogni uomo, aiutandolo a liberarsi delle sue alienazioni, prima di tutto, dal peccato e dalla morte. In tal modo Giovanni Paolo II, è divenuto il leader del cammino del mondo contemporaneo verso un nuovo umanesimo cristiano. Tra i molti e importanti documenti di questo pontefice citiamo: 1. Encicliche:  Redemptoris hominis (1979), col programma del suo pontificato; Dives in misericordia (1980), sulla messa domenicale; Laborem exercens (1981), sul lavoro umano; Slavorum apostoli (1985), sulla missione di santi Cirillo e Metodio; Dominum et vivificantem (1986), sullo Spirito Santo; Sollecitudo rei socialis (1987), nel 20esimo anniversario della Populorum progressio; Redemptoris missio (1990), sulla missione della Chiesa; Centesimus annus (1991), nel centenario della Rerum novarum; Fides et ratio (1998), sul rapporto fede e ragione; 2. Esortazioni Apostoliche: Cathechesi tradende (1979), sulla catechesi nel nostro tempo; Familiaris consortio (1981) sulla missione della famiglia cristiana; Reconciliatio et penitentia (1984) sul sacramento della penitenza; Redemptionis donum (1984), sulla consacrazione religiosa; Christi fideles laici (1988), sulla vocazione e missione dei laici; Pastores dabo vobis (1992), sulla formazione e situazione del clero;  Vita consacrata (1996), sulla vita consacrata; 3. Lettere Apostoliche: Dominicae coenae (1980), sulla festa del Giovedì Santo; Salvifici doloris (1984), sul valore cristiano della sofferenza; Mulieres dignitatem (1988), sulla dignità e vocazione della donna; Redemptoris custos (1989), sulla presenza di S. Giuseppe nella vita della Chiesa; Tertio millenio adveniente (1994), in preparazione del Giubileo; Dies Domini (1998), sulla santificazione della domenica; Novo millenio ineunte (2001), sulla missione della Chiesa nel terzo millennio.

2. Maria nella vita di Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II ha intrecciato e vissuto con Maria un tenero, filiale e persistente rapporto, amandola e accogliendola nel proprio “spazio interiore” come madre, memore di quel dono pasquale che Gesù ha fatto ai suoi discepoli nel cuore supremo dell’Ora:”Figlio, ecco la tua madre”. Il dono della Madre e la sua piena accoglienza, sono stati per il discepolo Karol Wojtyla, il leitmotiv di tutta la sua lunga vita. Questa profonda caratura biblica e cristologica fa si che la singolare esperienza e, di conseguenza, anche la singolare mariologia di Giovanni Paolo II, non mostrino le caratteristiche di un mediocre e vuoto devozionismo, ma manifestino il respiro sempre fresco e tonificante di un impegno decisivo e di una saggezza eminente, che traggono la loro ispirazione e la loro suggestiva comunicazione soprattutto dalla Parola di Dio. Essa, infatti, racconta con discrezione orante e con affascinante essenzialità lo straordinario mistero di Maria, la Tutta santa Madre del Redentore e della Chiesa e, nel contempo, suggerisce come comprenderlo e come recepirlo. Questa prospettiva, oltre a far considerare sul piano personale a Karol Wojtyla il dono di se stesso alla Vergine come principio di profonda libertà, piena realizzazione e di più perfetta consacrazione a Cristo, lo ha spinto a suggerire alla Chiesa una rinnovata conoscenza e coscienza della “presenza di Maria” negli spazi vitali degli uomini e dei credenti ed a proporre un maggiore apprezzamento della dignità e della missione della donna, non ancora così magistralmente codificato prima del suo ministero pontificale.

3. Documenti mariani di Giovanni Paolo II
- Lettera Enciclica Redemptoris Mater del 25 marzo 1987;
- Settanta Catechesi mariane, suddivise in tre parti: la prima: “La presenza di Maria nella storia della Chiesa”(dal 6 settembre al 22 dicembre 1995) conta 9 catechesi; la seconda: “La fede della Chiesa su Maria (dal 3 gennaio 1996 al 23 luglio 1997) conta 46 catechesi;  la terza: “Il ruolo di Maria nella Chiesa”(dal 30 luglio al 2 novembre 1997) conta 14 catechesi.
- Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottob re 2002, la quale non tratta solo e strettamente della pia pratica cara da secoli alla pietà popolare, ma ne è una lettera contemplativa dal grande respiro cristologico.

4. La Mariologia di Giovanni Paolo II
Il magistero mariano di Giovanni Paolo II è stato un magistero ricco, luminoso e pastoralmente molto efficace. Seguendo i suggerimenti del Concilio Vaticano II e appellandosi spesso agli insegnamenti di Paolo VI,  egli ha offerto alla Chiesa un’esposizione sostanzialmente completa di dottrina mariana, amalgamando sapientemente l’antico e sempre valido apporto della Tradizione, accolto e sviluppato dal Concilio, con le nuove esigenze suggerite dalla contemporaneità e delle particolari esigenze della vita della Chiesa postconciliare. Il tema più significativo e ampiamente sviluppato appare la relazione di Maria con la Chiesa sotto l’aspetto della maternità spirituale, con conseguente sottolineatura e invito alla riscoperta della vitale e benefica presenza della Vergine accanto al popolo di Dio e ad ogni singolo fedele, tutto sullo sfondo delle fede di Colei che ha creduto e che invita la Chiesa a ripetere e rinnovare, imitandola e seguendola, il suo perenne “si” a Dio. Parlando della Vergine Giovanni Paolo II tocca tutti i temi della fede, per cui la sua mariologia è un compendio del credo della Chiesa, una sintesi di tutto il mistero cristiano in chiave mariana.
La mariologia di Giovanni Paolo II si delinea come un mirabile connubio che amalgama armonicamente la devozione personale e l’ispirazione poetica, l’approfondimento teologico e la responsabilità ecclesiale, l’intuizione pastorale e le esigenze ecumeniche. Ecco perché nel suo insegnamento mariologico, il Pontefice affronta tutti i temi fondamentali dell’esistenza umana e della fede cristiana; ecco perché la “sua” Maria risplende come una presenza irrinunciabile che sovrasta continenti e culture, capace di introdurre perennemente l’uomo e il credente nel mistero di Cristo Salvatore, del cui amore Lei stessa è la prima beneficiaria e la prima testimone. Egli ha voluto proporre la Vergine Madre quale presenza carismatica, irrinunciabile e “trasversale” nell’evangelizzazione contemporanea ed ha mostrato ed insegnato ad accoglierla nella propria vita e nella intimità del proprio cuore, senza avere paura di gridarle “Totus tuus”, perché questo vuol dire conformarsi perfettamente a Cristo e seguire il dettame evangelico. Maria diventa, così, la chiave di lettura dell’intero mistero cristiano, perché ne realizza i principali valori in modo singolare, esemplare, suggestivo, ispiratore, imitabile, dinamico, tutto questo perché è al principio dell’evento Cristo e, di conseguenza, al centro della storia personale e collettiva e al centro della Chiesa in cammino verso l’Eschaton. In Maria, “pellegrina nella fede”, la Chiesa ed ogni cristiano guardano e studiano se stessi in quell’andare verso, in quel continuo superamento che immergono nella ineffabile e trasfigurante conoscenza di Cristo e che manifestano sete d’infinito e desiderio del Dio-con noi.

5. Itinerari mariani di fede e di vita secondo Giovanni Paolo II
a) CREDERE COME MARIA
Giovanni Paolo II ha da sempre messo in luce l’immensa ricchezza spirituale che la Beata Vergine comunica alla Chiesa con il suo esempio e la sua intercessione. Innanzitutto Maria ci ha preceduti sulla via della fede, credendo al messaggio dell’angelo, Ella accoglie per prima e in modo perfetto il mistero dell’Incarnazione. Il suo itinerario di credente inizia ancor prima dell’avvio della maternità divina e si sviluppa ed approfondisce durante tutta la sua esperienza terrena; la sua è una fede audace che nell’Annunciazione crede all’umanamente impossibile e a Cana spinge Gesù a compiere il primo miracolo, provocando la manifestazione dei suoi poteri messianici. Maria, quindi, per il Santo Padre educa i cristiani a vivere a fede come cammino impegnativo e coinvolgente, che, in tutte le età e le situazioni della vita, richiede audacia e perseveranza costante. Alla fede della Vergine è legata la sua docilità alla volontà divina: credendo alla Parola di Dio, ha potuto accoglierla pienamente nella sua esistenza e, mostrandosi disponibile al sovrano disegno divino, ha accettato tutto ciò che le era richiesto dall’Alto. La presenza della Vergine nella Chiesa incoraggia così tutti i cristiani a mettersi ogni giorno in ascolto della Parola del Signore, per comprenderne nelle diverse vicende quotidiane il disegno di amore, cooperando fedelmente alla sua realizzazione. La Beata Vergine educa in tal modo la comunità dei credenti a guardare verso il futuro con pieno abbandono a Dio, e perciò, nell’esperienza personale della Vergine la speranza si arricchisce di motivazioni sempre nuove.
 b) ESSERE ACCANTO A CRISTO COME MARIA
 Nella catechesi dell’otto gennaio del 1997, Giovanni Paolo II ribadisce come Maria non è solo una persona individuale, ma è soprattutto la “figlia di Sion”, la donna nuova posta accanto al Redentore per condividerne la passione e generare nello Spirito i figli di Dio. Tale realtà è espressa dalla rappresentazione popolare delle “sette spade” che trapassano il cuore di Maria: la raffigurazione evidenzia il profondo legame tra la madre, che s’identifica con la figlia di Sion e con la Chiesa, e il destino di dolore del Verbo incarnato. Restituendo il Figlio, appena ricevuta da Dio, per consacrarlo alla sua missione di salvezza, Maria consegna anche se stessa a tale missione. Si tratta di un gesto di interiore condivisione che non è solo frutto del naturale affetto materno, ma esprime soprattutto il consenso della nuova all’opera redentrice di Cristo. In Maria la coscienza di assolvere ad un compito affidatole da Dio attribuiva un significato più alto alla sua vita quotidiana, anche compiere semplicemente i lavori più umili di ogni giorno assumevano ai suoi occhi, un singolare valore, in quanto venivano vissuti da Lei come servizio alla missione di Cristo. L’esempio di Maria, allora per Giovanni Paolo II deve illuminare l’esperienza di tante donne che svolgono il loro quotidiano lavoro esclusivamente tra le pareti domestiche, poiché la semplicità della vita di tante casalinghe, sentita come missione di servizio e di amore , racchiude un valore straordinario agli occhi del Signore.
 c) ESSERE ANIMATI DI SPERANZA
 Ma la Beata Vergine, vivendo la propria vita in comunione con Gesù, nella casa di Nazaret, non solo avanzò nella peregrinazione della fede, ma anche nella speranza. Tale virtù, alimentata e sostenuta dal ricordo dell’Annunciazione e delle parole di Simeone, abbraccia tutto l’arco della sua esistenza terrena, ma si esercita particolarmente nei trent’anni di silenzio e nascondimento trascorsi a Nazaret. Tra le pareti domestiche la Vergine vive la speranza in forma eccelsa, sa di non essere delusa, anche se non conosce i tempi e i modi con cui Dio realizzerà la sua promessa. Maria segue da lontano le vicende del Figlio, partecipa al suo dramma di sentirsi rifiutato da una parte del popolo eletto, sopporta con grande dignità e nascondimento le sofferenze condivide l’itinerario di suo Figlio “verso Gerusalemme”, sempre unita a Lui nella fede, nella speranza e nell’amore coopera alla salvezza. La Vergine diviene così, un esempio per coloro che accolgono la parola di Cristo, credendo sin dall’Annunciazione al messaggio divino ed aderendo pienamente alla Persona del Figlio. Ella ci insegna a metterci in fiducioso ascolto del Salvatore, per scoprire in Lui la Parola divina che trasforma e rinnova la nostra vita.
 d) ACCETTARE LE SOFFERENZE CON E COME MARIA
 La sua esperienza ci incoraggia, altresì, ad accettare le prove e le sofferenze derivanti dalla fedeltà a Cristo, tenendo lo sguardo fisso alla beatitudine promessa da Gesù a coloro che ascoltano e custodiscono la sua Parola. Il sommo pontefice riflettendo, allora, sulla cooperazione della madre di Gesù all’opera della salvezza. durante le sue catechesi e in particolare in quella del nove aprile del 1997, afferma che, mentre la collaborazione dei cristiani alla salvezza si attua dopo l’evento del Calvario, del quale essi si impegnano a diffondere i frutti mediante la preghiera e il sacrificio, il concorso di Maria, invece, si è attuato durante l’evento stesso e a titolo di madre; si estende quindi alla totalità dell’opera salvifica di Cristo. Solamente Lei è stata associata in questo modo all’offerta redentrice che ha meritato la salvezza di tutti gli uomini, in unione con Cristo e sottomessa a Lui, Ella ha collaborato per ottenere la grazia della salvezza all’intera umanità e anche se la chiamata di Dio a collaborare all’opera della salvezza riguarda ogni essere umano, la partecipazione della Madre del Salvatore alla Redenzione dell’umanità rappresenta un fatto unico e irrepetibile.
 e) L’ASSUNTA ICONA DEL NOSTRO DESTINO FINALE
 Maria di Nazaret coinvolta nell’opera redentrice, dice il Santo Padre, ha condiviso la sofferenza e la morte in vista della redenzione dell’umanità. Anche per Lei vale quanto Severo di Antiochia afferma a proposito di Cristo: “Senza una morte preliminare, come potrebbe aver luogo la risurrezione?” Per essere partecipe della risurrezione di Cristo, Maria doveva condividerne anzitutto la morte. il Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della morte di Maria, questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente, senza alcun particolare degno di menzione. Quanto alle cause della morte di Maria, non sembrano fondate le opinioni che vorrebbero escludere per Lei cause naturali, più importante è la ricerca dell’atteggiamento spirituale della Vergine al momento della sua dipartita da questo mondo. A tale proposito, san Francesco di Sales ritiene che la morte di Maria sia avvenuta come effetto di un trasporto d’amore. Egli parla di un morire “nell’amore, a causa dell’amore e per amore”, giungendo perciò ad affermare che la Madre di Dio morì d’amore per suo figlio Gesù. Qualunque sia stato il fatto organico e biologico che causa la cessazione della vita del corpo si può dire che il passaggio da questa all’altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai come in quel caso la morte potè essere concepita come una “dormizione”. L’esperienza della morte ha arricchito dunque, per il Sommo Pontefice, la persona della Vergine, passando per la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all’ora suprema della vita. Il dogma dell’Assunzione afferma che il corpo di Maria è stato glorificato dopo la morte, infatti, mentre per gli altri uomini la risurrezione dei corpi avverrà alla fine del mondo, per Maria la glorificazione del suo corpo è stata anticipata per singolare privilegio.
 f) OLTRE IL BUIO DELLA PASSIONE
 Maria in tutta la sua esperienza si è lasciata guidare dallo Spirito, venendo additata, contemplata e imitata come indicava lo stesso Giovanni Paolo II, “come donna docile alla voce dello Spirito, donna del silenzio e dell’ascolto, donna della speranza, che seppe accogliere, come Abramo, la volontà di Dio sperando contro ogni speranza”. Quando portò il bimbo Gesù al tempio di Gerusalemme per offrirlo a Signore”, si sentì annunciare dal vecchio Simeone che quel Bambino sarebbe stato segno di contraddizione e che una spada avrebbe trapassato anche l’anima di Lei. Era preannunciato così il dramma del Figlio crocifisso e in qualche modo veniva prefigurato lo “stabat Mater” della Vergine ai piedi del a Croce. La tragica sorte del Figlio, il suo lancinante grido di angoscia rivolto al silente Padre, non smorzano nella Madre la speranza, oramai pienamente “purificata” e dedita alla edificazione del Regno: quello che la malvagità e l’incredula e mondana speranza dell’uomo hanno ucciso, quello che per la cronaca è miseramente fallito, nella notte di Pasqua diverrà storia compiuta di salvezza, gioia e speranza per la Madre del Risorto. Per cui, osserva Giovanni Paolo II nella lettera apostolica sul Rosario, Rosarium Virginis Mariae, al numero 23, la Madre Chiesa sull’esempio della Madre di Gesù invita il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell’Ascensione. Contemplando il Risorto il cristiano riscopre le ragioni della propria fede e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò: gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato. Da Maria i credenti imparano ad essere operatori della speranza cristiana impegnandosi ad essere agenti responsabili della maturazione dei “semi del Verbo” nella nostra storia.
 g) CONTEMPLARE CRISTO COL ROSARIO
 Giovanni Paolo II ha anche proclamato l’Anno del Rosario, nella sua finalità ultima tale anno è stato pressante invito a contemplare con Maria il volto di Cristo; per cui il suo scopo è stato indubbiamente cristologico-mariano, intendendo ribadire e rafforzare nei fedeli l’importante dimensione e finalità esemplare di ogni devozione alla Madre di Gesù. Il sommo pontefice, inoltre aveva invitato le comunità ad integrare e consolidare i piani pastorali con la recita del Rosario, il quale, contemplando il mistero di Cristo con gli occhi e il cuore del credente, porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un’ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del popolo di Dio e la nuova evangelizzazione. Se pregato e meditato bene, individualmente, in comunità o nella famiglia, il Rosario diventa veramente un percorso spirituale in cui la Beata Vergine si fa madre, sorella, maestra, guida al Dio trinitario. Giovanni Paolo II, ripercorrendo le tappe cristologiche vissute dall’itinerario di fede e di servizio di Maria, evidenzia come la Madre di Gesù sia diventata la perfetta discepola, la totalmente presa dagli interessi messianici e dall’ansia salvifica del Figlio; interessi ch’ella continua a curare anche nella gloria del cielo. Il Rosario, scrive con convinzione il Santo Padre è la via dell’esempio della Vergine di Nazareth, donna di fede, di silenzio, di ascolto.
 h) VIVERE L’EUCARISTIA
 Maria è additata dal papa quale “donna eucaristica”, a motivo della sua fede, posta tra oscurità e luce, commozione e gioia, consapevolezza del dono ricevuto e sincera libera ed umile risposta “eucaristica” di una vita offerta a Dio, vincendo il mondo e il male con la potenza della Grazia e un’ardente fede; Maria, intuendo prima e conoscendo poi, ha testimoniato e trasmesso alla Comunità degli Apostoli ciò che del mistero del Figlio emerse gradualmente, per opera dello Spirito, dalla sua coscienza di fede, lungo il suo pellegrinaggio terreno. Giovanni Paolo II, insistendo sulla presenza e sulla partecipazione di Maria all’Eucaristia preseduta dagli Apostoli, fatto non documentato direttamente da nessun testo neotestamentario, ma non per questo improbabile,immagina i sentimenti della Madre di Gesù nello sperimentare nella fede, nella personale memoria, nella celebrazione rituale eucaristica, la presenza misterica del Figlio. Pertanto per il papa, ricevere l’Eucaristia significa in qualche modo riaccogliere in grembo quel cuore che aveva battuto all’unisono col suo e un rivivere ciò che aveva sperimentato in prima persona presso la Croce. Anche la liturgia e la pietà cattolica hanno sempre associato la Madre del Signore alla celebrazione del mistero di Cristo, Giovanni Paolo II, da parte sua, ha offerto e traslato nel suo magistero la sua forte pietà eucaristica e la sua tenera devozione mariana, proponendo, così, una spiritualità eucaristico mariana che ha stimolato e arricchito gli studi teologici e la spiritualità cristiana postconciliare. Nell’Angelus del 12 febbraio 1984, il papa aveva ribadito e motivato la presenza di lei nella celebrazione sacramentale della salvezza, egli infatti dice: “Cristo, sommo sacerdote, la Chiesa, comunità di culto: con l’uno e con l’altra Maria è incessantemente unita, nell’evento salvifico e nella sua memoria liturgica”.
 i) ESSERE “PIENI DI GRAZIA” COME MARIA
 Papa Wojtyla, durante il suo magistero ha privilegiato connettere la via della bellezza al “grande mistero” della concezione immacolata della Madre del Redentore. In Maria Immacolata, infatti, si è pienamente manifestato, nel Tutto di Dio, il tutto della creatura redenta e santificata: Maria, microcosmo ed epifania della salvezza donata all’uomo peccatore e bisognoso di perdono e di vera beatitudine. Il dogma dell’Immacolata Concezione, per il Santo Padre, rappresenta una meravigliosa sintesi dottrinale della fede cristiana che racchiude in sé le verità fondamentali del messaggio rivelato: dalla creazione dei Progenitori, nello stato di giustizia al peccato, dalla iniziale promessa ad Adamo ed Eva alla sua meravigliosa realizzazione mediante l’incarnazione del Verbo nel seno purissimo di Maria. La Beata Vergine, la piena di grazia, la tutta santa richiama sempre e immediatamente le grandi opere e i grandi doni che il Dio trinitario, con generosità ha dispensato a lei e dopo di lei continua ad elargire. Il dogma definito da Pio IX nel 1854 non ha introdotto una nuova verità, ma ha solo autorevolmente dichiarato e proposto quanto la Chiesa nel suo complesso ha sempre intuito e creduto circa la sublime redenzione e l’eminente santità della Madre del Santo di Dio. Maria, la tutta bella, possiede una bellezza che non ha solo una dimensione trinitaria, cristologica, redentiva, spirituale, esemplare, ma anche corporale; per cui Maria rappresenta il Santuario per eccellenza dello Spirito Santo che aiuta i credenti a riscoprire il proprio corpo come tempio di Dio ed a rispettarne la nobiltà e la santità. La singolare santità di Maria, non annulla in lei la sua realtà di creatura, di persona legata alla storia e alle vicende dei suoi fratelli e sorelle in umanità e nella fede. Anzi, la pone in grado di intraprendere, con tutti e con ciascuno, una sorta di solidarietà e di vicinanza soprannaturale, che la rende presenza amica, appassionata, interessata e intercedente presso il Figlio. Maria, immacolata per grazia, ha ricevuto il dono e il servizio d’essere la principale destinataria e testimone della storia del perdono che è la storia della salvezza.

Bibliografia
GRASSO A., Maria di Nazareth. Saggi teologici, Editrice Istina, Siracusa 2012;  Enciclopedia Treccani, Aggiornamento 1961-78, Appendice IV, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1979;  SERRA A., Dimensioni mariane del mistero pasquale. Con Maria dalla Pasqua all’Assunta, Paoline, Milano 1995; ID., Maria Serva del Signore e della Nuova Alleanza, San Paolo, Cinisello  Balsamo 2010; GIOVANNI PAOLO II, Dono e Mistero. Nel 50° del mio sacerdozio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996; ID., Redemptoris Mater, Lettera Enciclica del 25 marzo 1987, in SPIAZZI R., Maria Santissima nel magistero della Chiesa. I documenti da Pio IX a Giovanni Paolo II, Massimo, Milano 1987, pp. 295-367; ID., Catechesi sul Credo. Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, vol. 5, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998; ID., Bellissima tra le donne. La Beata Vergine Maria. Le catechesi del papa 1995-1996, vol. 4a, Chirico, Napoli 2004; ID., Bellissima tra le donne. La Beata Vergine Maria. Le catechesi del papa, 1997-1998/2001, vol. 4b, Chirico, Napoli 2004; ID., Rosarium Virginis Mariae, Lettera Apostolica del 16 ottobre 2002, in AAS 95 (2003), pp. 5-56; PERRELLA S. M., La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea. Saggi di teologia, Pontificia Academia Mariana Internationalis, Città del Vaticano 2005; ID., Ecco tua Madre. La Madre di Gesù nel magistero di Giovanni Paolo II e nell’oggi della Chiesa e del mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007; MOREIA NEVES L., Maria nella vita, nel pensiero e nel ministero pastorale di Giovanni Paolo II, in AA. VV., Una luce sul cammino dell’uomo. Per una lettura della “Redemptoris Mater”, Quaderni de L’Osservatore Romano, n. 6, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1988; MILITELLO C., Donna in questione. Un itinerario ecclesiale di ricerca,  Cittadella, Assisi 1992; ID, Maria con occhi di donna, Piemme, Casale Monferrato 1999; RATZINGER J., Le 14 encicliche di Giovanni Paolo II, in Communio 32 (2003), p. 9ss.; ID., Omelia nella messa esequiale di Giovanni Paolo II del 2 aprile 2005, in L’Osservatore Romano del 9 aprile 2005, p. 3; CANNAVÓ I., Con Maria pellegrini nella fede, servi nell’amore, Lettera Pastorale dell’8 settembre 1994, Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Messina 1994; BUNSON M. R., Totus tuus. Maria nella riflessione di Giovanni Paolo II, ISG, Vicenza 1999, pp. 22-38; PIKAZA X., Maria, la “primiera de los pequenos” que conocen a Dios”, in  Marianum, Annus L (1988), Fasc. i_2 – n. 138, Commentaria in litteras enciclicas “Redemptoris Mater”,  pp. 323-346; DE FIORES S., Riflessioni antropologiche sul Rosario, in AA. VV., Contemplare Cristo con Maria. Atti della giornata di studio sulla Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II, Pontificia Accademia Mariana Internationalis, Città del Vaticano 2003; AA. VV., L’Immacolata segno della bellezza e dell’amore di Dio, Pontificia Academia Mariana Internationalis, Roma 2005.

VEDI ANCHE:
 - CATECHESI MARIANE DI GIOVANNI PAOLO II
 - DIES DOMINI
 - ECCLESIA DE EUCHARISTIA
 - FIDES ET RATIO
 - MULIERIS DIGNITATEM
 - NOVO MILLENNIO INEUNTE
 - REDEMPTORIS MATER
 - ROSARIUM VIRGINIS MARIAE
 - TERTIO MILLENNIO ADVENIENTE






[ Indietro ]

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI MARIOLOGIA

Copyright © da PORTALE DI MARIOLOGIA - (1316 letture)

IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.10 Secondi