Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II del 10 novembre 1994.

1. La "Tertio millenio adveniente"
Il dieci novembre 1994 Giovanni Paolo II pubblicava la lettera apostolica Tertio millenio adveniente, che aveva per oggetto immediato la preparazione del Grande giubileo dell'anno 2000. Eletto il 16 ottobre 1978, il Papa sorprese tutti allorché nella sua prima enciclica Redemptor hominis (4 marzo 1979) fece riferimento all'anno 2000 ritenendolo già molto vicino (mancavano allora 21 anni) e invitando la Chiesa a prendere coscienza che essa, da quel momento, viveva «in un certo modo, nel tempo di un nuovo avvento, che è tempo di attesa» (Tma, 1). Sul tema del giubileo del 2000 e sull'espressione «nuovo avvento» Giovanni Paolo II tornava più volte fino a farne, come egli stesso dichiarava, «una chiave ermeneutica del suo pontificato» (Tma, 23). Gli anni di preparazione avrebbero costituito una sorta di pensosa meditazione sul mistero del tempo, sulla sua trasformazione da mera categoria cronologica a vera presenza salvifica del Signore Gesù, a tempo pregno di grazia e di fede. Tempo di preparazione ecclesiale ritmato dalla meditazione, glorificazione, invocazione del Dio Tre volte Santo (cf. Tma, 39) e, in corrispondenza a Lui, al rinvigorimento della fede, della speranza e della carità operosa (cf. Tma, 31).

2. Maria nella "Tertio millenio adveniente"
a) Alla connotazione cristologìca e al carattere trinitario dell'evento da preparare e celebrare, non mancava una nota mariana. Lo rilevava lo stesso Pontefice allorché illustrando il filo conduttore del triennio preparatorio - dedicato rispettivamente a Cristo (1997), allo Spirito (1998), al Padre (1999) - aggiungeva alle pagine relative ad ogni anno un paragrafo su Santa Maria (cf. Tma, 43. 48. 54). In questi anni di intensa preparazione ecclesiale - almeno questo era il convinto e forte auspicio del Pontefice - «la Vergine santa... sarà presente in modo per così dire trasversale». (Tma, 43). Espressione insolita che declina, nel contesto della preparazione giubilare, la costitutiva "relazionalità" della Theotokos coi protagonisti e beneficiari del mistero dell'incarnazione redentrice: Dio Trinità, l'uomo/donna redento dal Signore Gesù, la comunità di fede pellegrinante nel tempo e diretta verso la sua meta originaria e definitiva.
b) La presenza della Vergine scrutata ed apprezzata nella sua capacità di relazione e di servizio, impegna, inoltre, la Chiesa:
- a contemplare la Madre e Serva del Signore nel mistero della sua maternità divino-messianica; infatti, l'affermazione «della centralità di Cristo non può essere dunque disgiunta dal riconoscimento del ruolo svolto dalla sua santissima Madre. Il suo culto, se ben illuminato, in nessun modo - afferma Giovanni Paolo II - può portare detrimento alla "dignità di Cristo, unico mediatore". Maria infatti addita perennemente il suo Figlio divino e si propone a tutti i credenti come modello di fede vissuta» (Tma, 43);
- a imitare santa Maria come la «donna docile alla voce dello Spirito, donna del silenzio e dell'ascolto, donna di speranza, che seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio "sperando contro ogni speranza" (Rm 4,18). Ella ha portato a piena espressione l'anelito dei poveri di Jahweh, risplendendo come modello per quanti si affidano con tutto il cuore alle promesse di Dio» (Tma, 48).
- a mostrare la Povera di Jahweh «allo sguardo dei credenti come esempio perfetto di amore sia verso Dio che verso il prossimo... Il Padre ha scelto Maria per una missione unica nella storia della salvezza: quella di essere Madre dell'atteso Salvatore. La Vergine ha risposto alla chiamata di Dio con una piena disponibilità: "Eccomi sono la serva del Signore (Le 1,38). La sua maternità, iniziata a Nazareth e vissuta sommamente a Gerusalemme sotto la Croce, sarà sentita... come affettuoso e pressante invito rivolto a tutti i figli di Dio perché facciano ritorno alla casa del Padre ascoltando la sua voce materna: "Fate quello che Cristo vi dirà" (cf. Gv 2,5)» (Tma, 54).
c) La contemplazione di Maria, icona del Mistero, possiede, quindi, una grande incidenza per la vita di fede e per la spiritualità cristiana del credente: interpella e maternamente pressa il discepolo a conformarsi al Maestro Gesù Cristo, per divenire, per opera e tramite lo Spirito Santo, purissimo adoratore di Dio.

Bibliografia
PERRELLA S. M., Maria nella teologia contemporanea. Saggi di teologia, PAMI, Città del Vaticano 2005, pp. 214-21; ID., La Vergine Maria in alcuni scritti teologici contemporanei, in Marianum 58 (1996) pp. 67-72; ID., Ecco tua madre. La Madre di Gesù nel magistero di Giovanni Paolo II e nell’oggi della Chiesa e del mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007; GIOVANNI PAOLO II., Tertio millenio adveniente, Lettera Apostolica del 10 novembre 1994, in AAS 87 (1995), pp. 5-41; AA.VV., Il Giubileo. Storia e pratiche dell'anno santo, Vallecchi Firenze 1995; GLOGORA F. - CATANZARO B., Anni santi. I Giubilei dal 1300 al 2000, LEV, Città del Vaticano 1996; CUVA A., I Giubilei centenari e secolari. Indizione, celebrazione, contesto, in Salesianum 60 [1998] pp. 283-301; AA.VV., Tertio millennio adveniente. Testo e commento teologico-pastorale a cura del Consiglio di Presidenza del Grande Giubileo dell'Anno 2000. San Paolo, Cinisello Balsamo 1996; TONIOLO E. M., La Vergine Maria nella lettera apostolica «Tertio millennio adveniente», in Lateranum 49 (1998) pp. 169-198; CASALE U., Maria nella lettera apostolica 'Tertio millennio adveniente". Riflessione teologica e spunti operativi, in Theotokos 4 (1996) pp. 599-614.