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RECURRENS MENSIS OCTOBER


Esortazione apostolica di Paolo VI sulla recita del Rosario nel mese di ottobre e la pace del 7 ottobre 1969.

1. Contenuti della Recurrens mensis october
L’esortazione apostolica Recurrens mensis october, si colloca, quanto al contenuto e alla forma, più in linea con le encicliche Mense maio e Christi matri che non con le altre esortazioni apostoliche Signum magnum e Marialis cultus, di ben altra natura, contenuto e finalità, che segneranno un superamento per qualità teologico–liturgica e prospettica rispetto ai documenti precedenti e che appariranno fortemente in empatia e in continuità dinamico–creativa della Sacrosantum concilium e della Lumen gentium del Concilio Vaticano II. Essa, come le due encicliche, sembra essere stimolata non soltanto dalla situazione internazionale oscura e minacciosa come se fosse vicina a scoppiare, ma anche dalla volontà di continuare, pur con un documento esiguo nella forma e semplice nel testo, una consolidata tradizione ecclesiale e magisteriale. Su questo sfondo, la Recurrens mensis october si propone come istanza appassionata di pace, sostenuta dalla viva e lunga esperienza di fede e di insegnamento della Chiesa.

2. Sulla linea del magistero mariano dei Sommi Pontefici
Anche con l’esortazione apostolica Recurrens mensis october, Paolo VI, si ricollega ampiamente al magistero dei suoi predecessori i quali, soprattutto a partire da Leone XIII, con insistenza e con numerosi documenti magisteriali, hanno incoraggiato e raccomandato la recita del Rosario, rapportando la soluzione dei problemi della Chiesa e del mondo, soprattutto quello della pace, con la straordinaria efficacia di questa antica preghiera mariana. Il ritorno del mese di ottobre offre, quindi, al Papa l’occasione di invitare ancora una volta tutto il popolo cristiano alla pia pratica di questa preghiera giustamente cara alla pietà cattolica, e che nulla ha perduto della sua attualità anche nelle difficoltà dell’ora presente. L’occasione è il quarto centenario della Bolla Consueverunt Romani Pontifices, con la quale S. Pio V (1566-572) definiva la forma del Rosario ancora oggi in uso, in un’epoca di turbamenti per la Chiesa e il mondo. Fedele a questa eredità così santa, da cui il popolo cristiano non ha mai cessato di attingere forza e coraggio, Paolo VI esorta il clero e i fedeli a chiedere insistentemente a Dio per l’intercessione della Vergine la pace e la riconciliazione fra tutti gli uomini e fra tutti i popoli.

2. Necessità di pregare Maria  per la pace
Nonostante alcuni progressi visibili che hanno acceso legittime speranze di pace, continuano ancora nel mondo micidiali conflitti; appaiono nuovi “punti caldi”; si manifestano perfino tra i cristiani, pur chiamati dal Vangelo all’amore, incomprensioni, accuse e condanne vicendevoli. Appare necessario, quindi, pregare perché Dio conceda al mondo il dono della pace la quale, pur essendo certamente opera degli uomini, per cui pesa su di loro il grave compito e la responsabilità di costruirla e difenderla superando gli egoismi, gli antagonismi e le rivalità, è anche opera e dono di Dio. Egli, infatti, ha deposto nel cuore dell’uomo il desiderio della pace ed è lui che ci spinge a collaborare, ognuno secondo le proprie capacità e funzioni, a edificare la pace. Ogni cosa che a noi viene donata, ci viene concessa per mezzo di Cristo (Rm 8,32) ed è solo quindi che per mezzo di Lui anche la pace ci viene concessa. Maria, ha dato la vita a Cristo, ed è divenuta, quindi, la madre di Colui che è il Principe della pace (Is 9,5), nato sotto il segno della pace (Lc 2,14) e che l’ha solennemente proclamata al mondo, chiamando i “pacifici” figli di Dio (Mt 5,9).  La S. Scrittura, mostra Maria sensibile verso le necessità umane e sollecita nel prestare loro il suo materno aiuto (Gv 2,15). Ancora oggi, la Vergine non ha deposto questa sua funzione materna, ma continua a intercedere presso il Figlio, per cui si unirà a noi nell’invocazione della pace e ascolterà le nostre preghiere che la chiedono. Tutti, dunque, sono invitati a ricorrere alla Vergine perché ci venga concessa la pace e tutti sono chiamati ad imitarla, divenendo essi stessi operatori di pace e portatori della salvezza di Cristo nel mondo. I figli della Chiesa, bambini, giovani, anziani, adulti, anime consacrate, malati, sacerdoti e vescovi preghino la Vergine perché sia fruttuosa l’opera di coloro che lavorano per la pace; perché sorgano ovunque veri operatori di pace e di riconciliazione; perché gli uomini, vivano nella concordia, chiamati come sono da Cristo a formare un solo popolo e a vivere nell’unità e nella fratellanza (Gv 11,52).

3. Il Rosario, preghiera per la pace
Sia il Rosario la preghiera con cui si invoca dalla Vergine il dono della pace e sia la meditazione dei misteri della vita di Cristo e di Maria di questa preghiera pubblica e universale, a spingere i cristiani a diventare operatori di pace in una civiltà fondata sull’amore. Secondo Paolo VI il Rosario esercita, dunque, un ruolo di conforto e pacificazione molto importante nel mondo attuale, non come toccasana o un amuleto carico di forza magica, ma come un molteplice influsso positivo che contribuisce alla guarigione spirituale dell’uomo. Esso, come ha approfondito Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Rosarium Virgins Mariae, è un esercizio di fiducia e di abbandono mistico nelle mani di Dio, nelle prove e preoccupazioni che non mancano nella vita; è una via che conduce all’interiorizzazione e fa rientrare in sé stessi; è come una terapia contro l’ansia, lo stress, la violenza, l’egoismo e le inquietitudini della vita moderna.

Bibliografia
PAOLO VI, Recurrens mensis october, esortazione apostolica del 7 ottobre 1969, in EV, EDB, Bologna 1982, vol. 3 (Documenti ufficiali della Santa Sede, 1968–1970), nn. 1609–1618; GRASSO A., La Vergine Maria e la pace nel Magistero di Paolo VI (1963-1978), PAMI, Città del Vaticano 2008, pp. 348-353; PERRELLA S.M., Il Rosario nel magistero dei papi: da Leone XIII a Giovanni Paolo II. Una preghiera “con Maria la Madre di Gesù” (At 1, 14), in AA.VV., Contemplare Cristo con Maria, PAMI, Città del Vaticano 2003, 61–173; ID., Rosarium Beatae Virginis Mariae «totius Evangelii Breviarium». Il contributo dei Vescovi di Roma Sisto IV – Giovanni Paolo II (1478-2003): tra storia e dottrina,  in Marianum 66 (2004), pp. 427-557; La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea, PAMI, Città del Vaticano 2005.






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