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CHAMINADE GUGLIELMO GIUSEPPE



1. Cenni biografici
Nato a Périgueux (Francia), morì a Bordeaux nel 1850. Sacerdote, edu­catore, apostolo, durante gli anni del Terrore esercitò clandestinamente il ministero sacer­dotale a Bordeaux. Esule in Spagna, dinanzi alla Madonna del Pilar di Saragozza sentì « le parole interiori » della sua particolare devozione mariana, attuata poi a Bordeaux nel 1817 con la fondazione della « Società di Maria » composta di Sacerdoti e di Laici, dedita in modo particolare all'educazione della gioventù. Lasciò un Petit Traité de la connaissance de Marie (tradotto in italiano dal P. Giulio Folgarait, S. M., Ed. Ancora, Milano 1941) ed un Manuel des Serviteurs de Marie pubblicato, col primo, a Bordeaux nel 1844. Caratteristica del P. Ch. e della sua Congregazione è una « pietà filiale » verso Maria, foggiata su quella ch'ebbe Gesù verso di Lei.

2. La vita avventurosa di P. Chaminade
Uno dei più grandi testimoni del mariano “fate quello che vi dirà” è Padre G. Giuseppe Chaminade (1761-1850), un uomo di straordinaria virtù e di travolgente intraprendenza apostolica. Fondatore di famiglie religiose, è uno degli esponenti di spicco di quella luminosa costellazione dei Santi mariani che hanno educato i fedeli a immettere nella Chiesa e nella società le virtù mariane della gentilezza, dell’educazione, della sequela Christi umile e fedele.  Guillaume-Joseph Chaminade visse nel periodo burrascoso della rivoluzione francese, la quale, iniziata con proclami di libertà, uguaglianza e fraternità, finì con l’abominio del Terrore e l’ombra cupa dei patiboli e delle ghigliottine. Chaminade era un giovane dalla fede robusta, geniale, coraggioso, devoto sincero della Beta Vergine Maria. Come a Ignazio di Loyola sulle rive del Cardoner fu concessa la grande illuminazione degli Esercizi Spirituali, così al beato Chaminade sulle rive dell’Ebro fu donata la visione della sua definitiva Vocazione di fondatore. Anni dopo, infatti, egli soleva dire ai suoi figli: «Come ora vi vedo davanti a me, così molti anni or sono vi vidi nel santuario del Pilar». Dopo tre anni tornò a Bordeaux. Nel 1800, il generale Napoleone Bonaparte aveva ridato ai cittadini la libertà religiosa: «I ministri di un Dio di pace e di amore – vi si diceva tra l’altro – non potranno che essere i promotori della riconciliazione e della concordia nazionale». Tornato in patria si riaccese il suo entusiasmo apostolico, fondando una “Congregazione Mariana” alla quale aderirono subito giovani e adulti, professionisti, studenti e operai. Caratteristica principale dei membri era la loro “missionarietà”: ogni congregazione doveva essere una missione permanente. La chiesa bordolese della Maddalena divenne un centro di formazione e di missione non solo per i congregati ma per tutti i fedeli. Intitolare la Congregazione all’Immacolata Concezione di Maria implicava un programma apostolico di qualità elevata: «Le Congregazioni non sono semplicemente delle pie associazioni in onore a Maria: esse sono piuttosto una schiera ben compaginata di laici militanti al servizio e sotto la guida di Colei che, oggi come sempre, deve schiacciare il capo al nemico infernale». Numerosissime erano le iniziative apostoliche messe in atto: diffusione della buona stampa, assistenza ai piccoli spazzacamini, visite regolari ai carcerati, turni di assistenza ai malati, scuole serali, ricerca di lavoro per i disoccupati, sale di lettura e di ritrovo, esercizi spirituali annuali in preparazione alla festa dell’Immacolata. In questo clima di fervore sorsero spontanee le vocazioni sacerdotali e religiose. Nacquero così due famiglie di consacrati: l’Istituto delle Figlie di Maria Immacolata, con la collaborazione di una giovane di nobile famiglia, e la Società di Maria. Il 1° maggio 1817, il P. Chaminade ricevette la visita del giovane Jean-Baptiste Lalanne, studente in medicina, il quale si metteva a disposizione del Padre per un apostolato cristiano a tempo pieno. Era il segno che il nostro Beato si attendeva. Il 2 ottobre 1817, festa degli Angeli Custodi, la fondazione della nuova famiglia religiosa era un fatto compiuto. I primi sette Marianisti rappresentavano le tre categorie di religiosi che avrebbero caratterizzato la nuova Società: religiosi sacerdoti, religiosi laici insegnanti e religiosi laici operai. Era un nuovo dono alla Chiesa di apostoli militanti, che nel nome e sotto la guida di Maria, univano alla vita interiore una intensa operosità apostolica. Oltre ai tre voti tradizionali di povertà, castità e obbedienza, la nuova Società contemplava anche il Voto di Stabilità, che impegna a perseverare nella Società di Maria: «Nello spirito di esso ci adoperiamo a far conoscere, amare e servire Maria e a non negare mai la nostra collaborazione alla Società che le appartiene » (art. 15). Il campo privilegiato fu subito l’educazione della gioventù attraverso l’insegnamento scolastico. Le opere fiorirono con sacrifici immensi, ma con frutti copiosissimi. Il rapido sviluppo e la sorprendente espansione non furono esenti da prove di nemici esterni e purtroppo da interni. Il nostro Beato si spense serenamente a Bordeaux, il 22 gennaio 1850. Fu beatificato il 3 settembre del 2000 dal Venerabile Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II.

3. Il carisma mariano
 La qualifica più importante per un Beato è data dall’esercizio eroico delle virtù teologali e morali. Una virtù da lui esercitata in modo esemplare fu quella della fortezza. Il Beato Chaminade fu un sognatore forte e coraggioso. Dice lo storico Joseph Stefanelli: aveva 28 anni, quando il sogno di una scuola fiorente per l’educazione della gioventù fu distrutto dallo scoppio della rivoluzione francese; aveva 48 anni, quando il sogno di ricristianizzare la Francia attraverso un nuovo tipo di Congregazione fu annientato da Napoleone; aveva 69 anni, quando il suo sogno di convertire la Francia mediante una rete di collegi per la preparazione di insegnanti fu soppresso da un governo anticlericale; aveva 84 anni, quando il suo più grande sogno, quello di un Istituto religioso di uomini e donne dedicate a realizzare la missione di Maria nel mondo, corse il rischio di venire annullato dai suoi stessi seguaci. Eppure, ogni volta, egli rifiutò di accettare la disfatta, realizzando le sue visioni apostoliche nonostante la contrarietà di uomini e avvenimenti. La sua vita fu una corsa a ostacoli, tutti superati con tenacia e con l’aiuto manifesto della divina Provvidenza. Anche la riconciliazione con il suo Successore poco prima della morte fu un segno della sua integrità spirituale e un riconoscimento alla sua realtà di Fondatore. Oggi, l’opera apostolica del Beato Chaminade è continuata con successo educativo dai Marianisti di tutto il mondo, che cercano di incarnare, con lo stesso coraggio e la stessa intraprendenza del loro fondatore, le parole di Maria: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). Oggi è più che mai attuale l’invito del nostro Beato, espresso nella Magna Carta della Famiglia Marianista dell’agosto del 1893. Egli descrive con toni profetici la grande eresia dell’«indifferenza religiosa, che precipita gli spiriti nel torpore dell’egoismo e nella più sfrenata licenziosità morale», e continua: «La divina fiamma della fede langue, quasi stesse per spegnersi, in seno alla cristianità; la virtù non è più di moda, mentre i vizi si scatenano […] con implacabile furore. Sembra quasi di vivere la preannunciata vigilia di una defezione generale e di una apostasia praticamente universale». Nonostante questo quadro fosco – che non è lontano dalla nostra esperienza quotidiana –, egli esorta ad avere fiducia in Maria, colei che vince ogni eresia e che ci invita a collaborare con lei nella lotta contro il male. Lo stesso Beato presenta ai suoi figli spirituali il carattere distintivo e la fisionomia specifica della Congregazione: «Siamo a un titolo speciale i collaboratori e gli strumenti della Beata Vergine Maria per la realizzazione del grande disegno di ricondurre il maggior numero possibile di uomini alla luce della fede e alla santità della vita». E aggiunge: «Noi abbracciamo lo stato religioso per l’onore del suo Nome; per dedicarsi a Lei con tutto ciò che siamo e abbiamo, al fine di farla conoscere, amare e servire, ben convinti che non ricondurremo gli uomini a Gesù se non per mezzo della sua Santissima Madre. Noi crediamo, infatti, coi santi Dottori, che Ella è l’unico motivo della nostra speranza, “tota ratio spei nostrae”: Lei, la Madre, il rifugio, l’aiuto, la forza e la vita nostra!». In questo famoso manifesto il Beato Chaminade sottolinea, oltre al voto di stabilità, anche il voto di insegnamento, che fa sì che i Marianisti occupino nella Chiesa un posto speciale e originale. Il loro impegno è formare non solo delle persone istruite, ma soprattutto degli autentici cristiani. I marianisti sono i missionari di Maria per la diffusione del Vangelo di Cristo nel mondo.

Bibliografia
AMATO A., Il Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade a 10 anni dalla beatificazione, in Presenza Marianista, XXX (2010), gennaio/febbraio 2010, pp. 15-18; NEUBERT E., S.M., La doctrine mariale de M. Chaminade, Les Editions du Cerf., Juvisy, Paris 1938, 113 pp.; CH. G. J., Marie, la lemme promise, d'après le Serviteur de Dieu G.J.C., Nicolet, Centre Marial Canadien (1949), (Les traits Marials, 2) 29 pp.; FERNANDEZ F., S. M., De la esclauidud a la piedad fdial, in « Est. Mar. » 10 (1950) pp. 33-60; FERRERÒ P., S.M., L'ora di Maria negli scritti di P. Ch., pref. del P. E. Neubert. Suppl. straordinario della Ri­vista «L'ora di Maria», Roma 1931, 66 pp.; FRIEDEL F., S.M., Dogmatic foundation of Father Chaminade's Doctrine on Filial Piety, in « Marian Studies » III (1952) pp. 208-217; LE MIRE N., S.M., La maternité spirituelle selon Monsieur Ch., in « Nouv. rev. mar. » 2 (1955) pp. 233-245; ARTADI J., S.M., Naturaleza de la Piedad Filial, in « Memoria Congreso de Zaragoza 1954 » pp. 875-896; FERNANDEZ F., S.M., La piedad filial mariana, Ediciones S.M., Ma­drid (1954) 146 pp.; Id., La Congrégation de l’Immaculée Conception selon l’esprit du P. G. J. Ch., in « Virgo Immaculata » III, 3, pp. 193-215; N.N., De vita mariologico-mariana apud Societatem Mariae, in « Eph. Mar. » 5 (1955) pp. 457-465; COLE W. J., S.M., The spiritual Maternity of Mary according io the Writings of F. W. J. Ch. A study of spiritual doctrine, 1958, 391 pp.

VEDI ANCHE
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