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GIOVANNI DI EUBEA


1. Cenni biografici e opere
Lo si ricorda soprattutto per la sua omelia sulla concezione passiva della Vergine santa; ma si posseggono ben poche notizie sulla sua vita e sulla sua attività. Nella tradizione manoscritta lo si confonde spesso con il Damasceno. Non sappiamo con certezza se fosse un presbitero, o un semplice monaco; né si conosce esattamente se e di quale Chiesa possa essere stato vescovo, dato che Eubea, città a cui la tradizione unisce il suo nome, non era sede episcopale. Hans-Georg Beck avanza l'ipotesi che si trattasse della diocesi di Evaria o Eurea, situata nelle vicinanze di Damasco. L'unico dato cronologico che lo riguarda è contenuto nella sua omelia sui Santi Innocenti, dove egli fa un rinvio all'anno 744. Di lui ci rimangono pochi scritti: tre omelie e una Passio sanctae Parascevae, redatte in uno stile piuttosto popolare e trascurato nella grammatica. I contenuti sono di scarso significato teologico.

2. L'Omelia sulla Concezione di Maria

Ciò che maggiormente interessa dei suoi scritti è la menzionata omelia sulla concezione di Maria da parte di sua madre Anna. Da diversi secoli si celebrava la festa della sua Natività, che probabilmente ebbe origine nel V secolo a Gerusalemme, dove la tradizione aveva identificato, come casa natale di Maria, una chiesa oggi dedicata a sant'Anna e situata nella vicinanza dei ruderi della Piscina Betesda o Probatica (cfr. Gv 5,2), a brevissima distanza dalla spianata del tempio. Questa festa fu introdotta a Costantinopoli sotto l'Impero di Giustiniano. Giovanni di Eubea invece nella sua omelia ci offre la prima indicazione storica conosciuta sulla festa della Concezione della Vergine, che egli distingue dalla festa della Natività. Sembra che questa distinzione si ispiri a tradizioni apocrife che fissavano il concepimento ai primi di maggio e la nascita 1'8 settembre, dopo appena quattro mesi di gestazione. Ma Giovanni di Eubea, per quanto concerne il concepimento, attesta la data del 9 dicembre, che entrerà definitivamente nel calendario liturgico bizantino. Comunque, secondo il Menologium Basilianum, dal punto di vista celebrativo rimaneva più importante 1'8 settembre, data della nascita di Maria, perché veniva a collocarsi proprio all'inizio dell'anno liturgico bizantino, nel quale l'evento della nascita della Madre di Dio sembra voler significare i primordi della storia della salvezza. Si direbbe invece che Giovanni di Eubea, inserendo la festa della Concezione al primo posto in un elenco di dieci celebrazioni che richiamano l'economia della salvezza nel corso dell'intero anno litnrgico, intenda accordare una certa priorità se non altro cronologica alla celebrazione del concepimento. Egli inoltre si pronuncia con convinzione in favore della santità originaria della Madre di Dio. Più di una volta infatti parla di interventi speciali da parte del Signore nel concepimento di sua Madre; e non solo per accordare all'anziana Anna la fecondità, ma anche per fare del frutto del suo seno una creatura nuova ed eccezionale. Si può dire che l'omelia intera parli in termini superlativi della santità e della bellezza spirituale di Maria fin dal momento della concezione. Ella viene definita «paradiso spirituale», viene proclamata beata dagli angeli e dagli uomini. L'autore aggiunge che, tramite la sua nascita, «Eva non ha più ragione di vergognarsi». Creando Maria, Dio ha rinnovato la creazione stessa: «Creatore di tutte le cose ha tratto dalla terra invecchiata un cielo nuovo e un trono incombustibile. Ha mutato il fango invecchiato in un letto celeste». Maria è descritta dunque come un miracolo della grazia, operato da Dio senza intervento umano, ovviamente non nel suo corpo, bensì nella sua anima. Qualche studioso è andato troppo in là nell'interpretare il pensiero di Giovanni di Eubea, concludendo, secondo la nostra mentalità tipicamente occidentale, che le sue affermazioni sono arrivate molto vicino alla verità dell'Immacolata Concezione. Giovanni invece non fa riferimento alcuno al peccato originale da cui, secondo la mentalità bizantina, nessuna creatura umana può essere esente.

Bibliografia

GAMBERO L., Fede e devozione mariana nell'impero bizantino. Dal periodo post-patristico alla caduta dell'impero (1453), San Paolo, Cinisello Balsamo 2012, pp. 29-32; JUGIE M., L'Immaculée Conception dans l'Écriture Sainte et dans la dition Orientale, Academia Mariana, Roma 1952; BECK H. G., Kirche und theologische Literatur im Byzantinischen Reich, Beck'sche VerIag, München 1959; BAUMSIARK A., Liturgie comparée, Chevétogne 1953; GIOVANNI DI EUBEA, Omelia sulla concezione, 4, PG 96, pp. 1464-1465; DOELGER F., Joannes von Euboea, in « Anal. Boll. » 68 (1950). Mélanges P. Peeters, II, pp. 5-26; RIVA P., Giovanni di Eubea, in Madonna della Neve, n. 2 - febbraio 2017, pp. 8-9.








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DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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