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MARIA DI NAZARETH


1. Sguardo sintetico alla figura di Maria


ELETTA DA DIO DA TUTTA L’ETERNITÁ
Dio, da tutta l'eternità, ha scelto, perché fosse la Madre del Figlio suo, una figlia d'Israele, una giovane giudea di Nazaret in Galilea, « una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria » (Lc 1,26‑27) [488].

CAPOLAVORO DELLE MISSIONI DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO NELLA PIENEZZA DEL TEMPO
Maria, la santissima Madre di Dio, sempre Vergine, è il capolavoro della missione del Figlio e dello Spirito nella pienezza del tempo. Per la prima volta nel disegno della salvezza e perché il suo Spirito l'ha preparata, il Padre trova la Dimora dove il suo Figlio e il suo Spirito possono abitare tra gli uomini. In questo senso la Tradizione della Chiesa ha spesso letto riferendoli a Maria i più bei testi sulla Sapienza: Maria è cantata e rappresentata nella Liturgia come « Sede della Sapienza » [721].

LE GRAZIE CON LE QUALI LO SPIRITO ANTO HA PREPARATO MARIA ALLA SUA ALTISSIMA MISSIONE
Lo Spirito Santo ha preparato Maria con la sua grazia. Era conveniente che fosse « piena di grazia » la Madre di Colui nel quale « abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità » (Col 2,9). Per pura grazia ella è stata concepita senza peccato come la creatura più umile e più capace di accogliere il Dono ineffabile dell'Onnipotente. A giusto titolo l'angelo Gabriele la saluta come la « Figlia di Sion »: « Gioisci » (cf Sof 3,14; Zc 2,14) [722].

PIENA DI GRAZIA IN BASE ALLA DIGNITÁ DELLA SUA MISSIONE
Per esser la Madre del Salvatore, Maria « da Dio è stata arricchita di doni degni di una così grande carica » (LG 56). L'angelo Gabriele, al momento dell'Annunciazione, la saluta come « piena di grazia » (Lc 1,28) [490].

IMMACOLATA CONCEZIONE
Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, colmata di grazia da Dio (cf Lc 1,28), era stata redenta fin dal suo concepimento. E quanto afferma il dogma dell'Immacolata Concezione, proclamato da papa Pio IX nel 1854 [491]. Questi « splendori di una santità del tutto singolare » di cui Maria è « adornata fin dal primo istante della sua concezione » (LG 56) le vengono interamente da Cristo: ella è « redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo » (LG 53) [492].

MADRE DEL SIGNORE O MADRE DI DIO
...Maria è acclamata, sotto la mozione dello Spirito, « la Madre del mio Signore » (Lc 1,43). Infatti, colui che Maria ha concepito come uomo per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio secondo la carne, è il Figlio eterno del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Chiesa confessa che Maria è veramente Madre di Dio [Theotokos] (cf DS 251; FC 4.004) [495].

IL CONCEPIMENTO VERGINALE, SENZA ALCUN INTERVENTO MASCHILE, PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO
Fin dalle prime formulazioni della fede (cf DS 10‑64; FCC 0.501‑0.517), la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche l'aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito « senza seme, per opera dello Spirito Santo » (Conc. Lateranense dell'anno 649, DS 503; FCC 4.044). Nel concepimento verginale i Padri ravvisano il segno che si tratta veramente del Figlio di Dio, il quale è venuto in una umanità come la nostra [496]. I racconti evangelici (cf Mt 1,18‑25; Lc 1,26‑38) considerano la concezione verginale un'opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana (cf Lc 1,34): « Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo », dice l'angelo a Giuseppe riguardo a Maria, sua sposa (Mt 1,20) [497].

VERGINITÁ REALE E PERPETUA DI MARIA
L'approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria (cf DS 427) anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo (cf DS 291; 294; 442; 503; 571; 1880). Infatti la nascita di Cristo « non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l'ha consacrata » (LG 57). La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la Aeiparthenos, « sempre Vergine » (cf LG 52) [499]. Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede « che non era alterata da nessun dubbio » (LG 63) e del suo totale abbandono alla volontà di Dio (cf 1 Cor 7,34‑35). Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: (...) Maria è più felice di ricevere la fede di Cristo che di concepire la carne di Cristo » (S. Agostino, De sancta virginitate, 3) [506].

MARIA VERGINE E MADRE, FIGURA E REALIZZAZIONE DELLA CHIESA
Maria è ad un tempo vergine e madre perché è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa (cf LG 63): « La Chiesa... per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa è pure la vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo » (LG 64) [507].

MARIA, MADRE DELLA CHIESA, PER LA SUA UNIONE CON CRISTO
Il ruolo di Maria verso la Chiesa è inseparabile dalla sua unione a Cristo e da essa direttamente deriva. « Questa unione della Madre col Figlio nell'opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui » (LG 57). Essa viene particolarmente manifestata nell'ora della sua Passione [964].

MARIA, PRESENTE AGLI INIZI DELLA CHIESA AL FIANCO DEGLI APOSTOLI
Dopo l'Ascensione del suo Figlio, Maria « con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa ». Riunita con gli Apostoli e alcune donne, « anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l'aveva già presa sotto la sua ombra nell'Annunciazione » (LG 59) [965].

MARIA, NUOVA EVA E MADRE DEL CRISTO TOTALE
Al termine di questa missione dello Spirito, Maria diventa la « Donna », nuova Eva, « madre dei viventi », Madre del « Cristo totale » (cf Gv 19,25‑27). In quanto tale, ella è presente con i Dodici, « assidui e concordi nella preghiera » (At 1,14), all'alba degli « ultimi tempi » che lo Spirito inaugura il mattino di Pentecoste manifestando la Chiesa [726].

MARIA, ECCELSO MODELLO DI FEDE
La Vergine Maria realizza nel modo più perfetto l'obbedienza della fede. Nella fede, Maria accolse l'annunzio e la promessa a Lei portati dall'Angelo Gabriele, credendo che « nulla è impossibile a Dio » (Lc 1,37; cf Gn 18,14), e dando il proprio consenso: « Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » (Lc 1,38). Elisabetta la salutò così: « Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore » (Lc 1,45). Per questa fede tutte le generazioni la chiameranno beata (cf Lc 1,48) [148].

INTIMAMENTE ASSOCIATA ALLA SOFFERENZA REDENTRICE DEL FIGLIO
Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo (Mt 16,24), poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme (1 Pt 2,21). Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari (cf Mc 10,39; Gv 21,18‑19; Col 1,24). Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice (cf Lc 2,35) [618].

AL CULMINE DEL SUO CAMMINO DI FEDE, AI  PIEDI DELLA CROCE DATA A NOI COME MADRE
La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Cristo Gesù morente in croce fu data come madre al discepolo con queste parole: « Donna, ecco il tuo figlio » (Gv 19,26‑27) (LG 58) [964]. Durante tutta la sua vita, e fino all'ultima prova (cf Lc 2,35), quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere « nell'adempimento » della Parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede [149].

ASSOCIATA A LUI  NELLA RISURREZIONE, FU ASSUNTA IN ANIMA E CORPO AL CIELO ED è L’ANTICIPAZIONE DELLA RESURREZIONE DEL CRISTIANI
« Infine, l'immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell'universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte » (LG 59; cf la proclamazione del dogma dell'Assunzione della Beata vergine Maria da parte del Papa Pio XII nel 1950, DS 3903; FCC 5.030). L'Assunzione della Santa Vergine è una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un'anticipazione della risurrezione degli altri cristiani [966].

LA SUA MATERNITÁ, NELL’ORDINE DELLA GRAZIA, NEI NOSTRI CONFRONTI CONTINUA DAL CIELO
In tal senso, viene invocata con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice e Mediatrice.
« Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell'Annunciazione, e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo ella non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna... Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice » (LG 62) [969].

ADERENDO ALLE MISTERIOSE VIE DI DIO È DIVENTATA SUPREMO MODELLO
Soltanto la fede può aderire alle vie misteriose dell'onnipotenza di Dio. Per questa fede, ci si gloria delle proprie debolezze per attirare su di sé la potenza di Cristo (cf 2 Cor 12,9; Fl 4,13). Di questa fede il supremo modello è la Vergine Maria: ella ha creduto che « nulla è impossibile a Dio » (Lc 1,37) e ha potuto magnificare il Signore: « Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome » (Lc 1,49) [273].

IN LEI LA CHIESA HA RAGGIUNTO LA SUA PERFEZIONE
« Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione che la rende senza macchia e senza ruga, i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria » (LG 65): in lei la Chiesa è già la tutta santa [829].

I CRISTIANI TRIBUTANO UN CULTO SPECIALE ALLA MADRE DI DIO
« Tutte le generazioni mi chiameranno beata » (Lc 1,48). « La pietà della Chiesa verso la Santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano » (MC 56). La Santa Vergine « viene dalla Chiesa giustamente onorata con un culto speciale. In verità dai tempi più antichi la beata Vergine è venerata col titolo di «Madre di Dio», sotto il cui presidio i fedeli, pregandola, si rifugiano in tutti i loro pericoli e le loro necessità... Questo culto..., sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito Santo, e particolarmente lo promuove »; esso trova la sua espressione nelle feste liturgiche dedicate alla Madre di Dio (cf SC 103) e nella preghiera mariana come il santo Rosario, « compendio di tutto quanto il Vangelo » (cf Paolo VI, MC 42) [971].

Bibliografia

MARTINEZ FERNANDEZ L., Dizionario Teologico del Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998.


2. Significati della figura di Maria

UNA DONNA CONCRETA CHIAMATA DA DIO
Il suo nome è in ebraico Mirjam e in greco Mariám. Il Nuovo Testamento non racconta esattamente tutta la sua vita, dato che la centralità di fondo è sempre e solo l'annuncio di Gesù Cristo e, se ne parla, lo fa relazionandola sempre a lui e spiegandone gli eventi in cui è coinvolta, alla luce della sua morte e resurrezione. Questo non vuol dire che Maria è una figura simbolica, perché la sua realtà storica è attestata da diversi elementi. Infatti, pur nella prospettiva storico – salvifica indicata, il Nuovo Testamento, nel suo complesso - Vangeli sinottici, Atti degli apostoli, Paolo, Giovanni -, trasmette dati e fatti che presuppongono la reale esistenza di una donna concreta, descrizione che rifugge da ogni idealizzazione mitica del personaggio, rovinosa non solo per la cultura ma anche e soprattutto per la fede, perché tende a dissociare la religione dalla società, come anche oggi molto di moda.

UNA DONNA DEL SUO TEMPO
Maria appare come donna ebrea del suo tempo: si fidanza, visita l'anziana parente Elisabetta, partorisce, compie il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, ascolta, medita, parla, gioisce e soffre. Questi e altri dati biografici reali, sono via via trasmessi, non come testimonianze rigorose di una biografia, ma in un contesto di riflessione teologica su eventi reali che approfondisce il significato di Maria nella storia della salvezza. Ed è per questo che nessuno può negare oggi seriamente, la valenza storia dei Vangeli dell’infanzia di Cristo, in cui Maria è direttamente coinvolta e dai quali emerge come la vera madre di Cristo, inscindibilmente legata al mistero del vero Dio che veramente si incarna nella storia degli uomini. Anche San Paolo, nella sua lettera ai Galati, fa riferimento alla nascita reale di Gesù da una “donna” reale, per attestare la concretezza del suo inserirsi nel tempo, con le stesse modalità di ogni altro essere umano, nascendo, cioè, veramente da una madre.  Giovanni, pur elevando la persona di Maria a significati altamente teologici, presenta il suo ruolo di vera madre che intercede ed accoglie - all'inizio e al termine della vita pubblica -, in due contesti concreti e drammatici di nozze in difficoltà e di morte, contesti di cruda e nuda realtà, a cui Dio ha voluto dare un profondo significato teologico, salvifico, teologale ed ecclesiale. E quale immagine più reale della Madre di Gesù che prega nel Cenacolo insieme ai discepoli del Signore in attesa del dono dello Spirito? Così la Scrittura che, parlando di Maria, inizia con l’invio dell’angelo alla fanciulla ebrea, già fidanzata e in attesa delle sue nozze, termina con la stessa immagine concreta della stessa fanciulla la quale, divenuta allora madre del Signore e nuova Figlia di Sion, è rivestita adesso di ruoli materni anche nei confronti di coloro a cui è affidato il compito di evangelizzare la terra.

RICCHEZZA DEI DATI BIBLICI SU MARIA
Non ha senso, quindi, affermare che la Sacra Scrittura parla poco di Maria, perché, pur nella brevità dei testi che la riguardano, dopo l'Apostolo Pietro e dopo il Precursore Giovanni, Ella è il personaggio reale, vivo e concreto più citato nei Vangeli canonici e i racconti che la riguardano come l'Annunciazione (Lc 1,26-38), la Visitazione (Lc 1,39-56), le nozze di Cana (Gv 2,1-12), l'affidamento reciproco del Discepolo alla Madre e della Madre al Discepolo (Gv 19,25-27) sono tra le pagine più alte e dense del Nuovo Testamento. Anche, quindi, se non è possibile ricavare dal Testo Sacro una biografia di Maria in senso moderno, la molteplice attestazione delle fonti, l'irriducibilità di alcuni dati fondamentali al mondo in cui furono espressi - primo fra questi l'idea della concezione verginale - ed il criterio della continuità ed omogeneità del messaggio evangelico nel suo insieme, consentono di non avere dubbio alcuno sulla sua figura storica. Perciò, Maria, donna concreta e reale, ma indissolubilmente legata mistericamente a Cristo e per questo stesso motivo alla Chiesa credente, è e rimane  «la creatura nella quale Dio ha realizzato la forma più alta della Chiesa quale caparra del Regno; è la figlia per eccellenza nel Figlio incarnato. Tutte le sue qualità si rapportano a questo nucleo e su di esso si chiariscono».

LA CONOSCENZA DI MARIA NEI SECOLI
È, perciò, su questa Donna reale e concreta, partecipe nella sua vera identità di madre e collaboratrice del divino Salvatore fattosi veramente nostro fratello, che la Chiesa e la teologia, fin dalle origini, hanno rivolto e continuano costantemente a rivolgere lo sguardo, per afferrarne le valenze e scoprirne sempre più e sempre meglio i reconditi significati che l’immutabile rivelazione di Dio codificata dalla S. Scrittura ci ha lasciato. La Chiesa e la teologia, infatti, cogliendo la convergenza dei mille raggi della verità contenuti nella Rivelazione primitiva, percepiscono sempre più chiaramente il mistero della Vergine Madre, non in novità di messaggio, ma in novità di comprensione del messaggio divino, ultimo e immutabile. Maria è, infatti, quel tesoro nascosto, familiare, materno ed esemplare che arricchisce la Chiesa, chiamata da Gesù ad accoglierlo, custodirlo, comprenderlo, difenderlo, come un suo patrimonio prezioso e irrinunciabile, che ne qualifica la stessa identità. Come giustamente precisa Laurentin: «La Rivelazione è un tesoro nascosto dal quale il teologo edotto sul mistero del Regno estrae incessantemente “delle cose nuove e delle cose vecchie” (Mt 13,52); […] queste cose nuove sono l’eterna e radiosa giovinezza della Parola di Dio». Per questo, assistiamo lungo i due millenni di Cristianesimo ad un sempre più incisivo sviluppo della conoscenza di Maria sul piano teologico ed ecclesiale e, di conseguenza, ad un suo sempre più significativo integrarsi nella culture religiose dei popoli, per molti dei quali, diventa anche un fattore significativo di liberazione e di identificazione.

Bibliografia
GRASSO A., Maria, maestra e modello di fede vissuta, Editrice Istina, Siracusa 2013; ID., La Vergine Maria e la pace nel magistero di Paolo VI (1963-1978), PAMI, Città del Vaticano 2008;  TESTA E., Maria di Nazaret, in DE FIORES S. – MEO S., Nuovo Dizionario di Mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1986,  867-868. Tutto l’assunto 865-891; LAURENTIN R., Verso l’anno 2000 con Maria, Queriniana, Brescia 2000; ID., Compendio di mariologia, Edizioni Paoline, Roma 1963; ID., I vangeli dell’infanzia di Cristo. La verità del Natale al di là dei miti, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986AA. VV., Maria nel Nuovo Testamento, Cittadella Editrice, Assisi 1985; VALENTINI A., Vangelo d’infanzia secondo Matteo. Riletture pasquali delle origini di Gesù, EDB, Bologna 2013; SERRA A. – VALENTINI A. (a cura di), I Vangeli nell’infanzia, 1. XXXI Settimana biblica nazionale (Roma 10-14 settembre 1990), EDB – RBS, Bologna – Roma 1991; DALLA LIBERA V., Maria nella sua terra, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo  1986, 201-208; 240-248; MORI E. G., Figlia di Sion e serva del Signore. Nella Bibbia, nel Vaticano II, nel postconcilio, EDB, Bologna 1988; PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS (PAMI), La Madre del Signore. Memoria presenza speranza, Città del Vaticano 2000; SERRA A., Bibbia, in De Fiores S.– Meo S., Nuovo Dizionario di Mariologia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, 231-311; ESQUARDA BIFET J., Maria nel cammino missionario della Chiesa, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2004; BOFF C.,  Mariologia sociale. Il significato della Vergine per la società, Queriniana, Brescia 2007, 13; Greeey A. M., I grandi misteri della fede. Un catechismo essenziale,  Queriniana, Brescia 1978.






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