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STEIN EDITH



1. Brevi cenni biografici di Edith Stein
Edith Stein nasce a Breslavia il 12 ottobre 1891 da Sigfried Stein e Augusta Courant, ultima di sette fratelli. I genitori videro in questa nascita, avvenuta nel giorno della festa del Kippur, una benedizione di Dio. Due anni dopo, nel mese di luglio, muore il padre e la mamma è costretta a rilevare la direzione del negozio di legname. Nel giorno del suo sesto compleanno, il 12 ottobre 1897, Edith comincia a frequentare la scuola. Viene descritta piccola, delicata e pallida, ma dal carattere vivace, impertinente e collerico. Con il tempo riuscirà a dominarsi così bene, da sembrare timida e chiusa. Nel 1906 decide improvvisamente di abbandonare gli studi e si reca a vivere presso la sorella ad Amburgo. Inizia quel cammino di crisi profonda che la porterà a dichiararsi atea. Tornata a Breslavia e concluso il liceo, nel 1911 si iscrive alla facoltà di lettere e si interessa soprattutto alla psicologia e alla filosofia. Si trasferisce quindi all’università di Gottinga dove incontra Husserl, inventore del metodo fenomenologico. In questo ambiente ha anche la possibilità di incontrare altri pensatori come Reinach, Scheler, Hipp ed altri. Supera l’esame di stato con una tesi sull’intuizione (Einfuehlung), tema lasciato in sospeso da Husserl. Dopo la laurea in filosofia, storia e letteratura tedesca entra come volontaria nella Croce Rossa e per sei mesi si reca anche in Austria, ammirata da tutti per la dedizione ai malati e la moralità. Tornata a Breslavia, consegue nel 1916 il Dottorato a Friburgo, dove Husserl insegna già da un anno.  Nel 1917 Reinach muore al fronte e la moglie chiede ad Edith di riodinarne le carte. Edith resta impressionata dal comportamento della vedova che da poco si è convertita al cristianesimo. Nella casa dei coniugi Conrad Martius, discepoli di Husserl, e anch’essi convertitisi al cristianesimo, trova una biografia di S. Teresa d’Avila che la impressiona moltissimo per quel suo rapporto profondo con Dio che non è fondato su un processo razionale ma su una certezza radicata nel cuore. Sulla scia di Teresa, Edith ravvisa in sé la chiamata alla grazia e il 1 gennaio 1922, dopo una lunga preparazione, riceve il battesimo sentendo ingigantire nel suo cuore la certezza della vocazione religiosa carmelitana. Lasciata Friburgo e il lavoro con Husserl, Edith Stein va ad insegnare nel liceo femminile di S. Maddalena delle suore domenicane di Spira, dove resta dal 1923 al 1931. Suoi consiglieri spirituali sono il P. Schwind, che la incoraggia a svolgere il suo apostolato ancora fuori del monastero e il P. Przywava, che la invita a tradurre in tedesco il diario e le lettere del Card. Newman. Edith approfondisce anche la conoscenza del pensiero e delle opere di S. Tommaso d’Aquino.
Ecco in breve la cronologia degli ultimi anni: 27 marzo 1931: lascia il liceo per dedicarsi alla traduzione di S. Tommaso; 1932: ottiene la docenza all’Istituto Superiore di Pedagogia Scientifica di Munster; Inizi del 1933: Hitler ordina l’esclusione degli ariani dai pubblici uffici; 13 ottobre 1933: Edith entra nel Carmelo di Colonia. Ha 46 anni; 15 ottobre 1934: Vestizione religiosa. Prende il nome di Teresa Benedetta della Croce; 21 aprile 1935: Professione temporanea;  21 aprile 1938: Professione perpetua. A causa delle sempre più severe leggi raziali si trasferisce in Olanda nel Carmelo di Echt; 26 marzo 1939: si offre a Dio come vittima per la pace; 2 agosto 1942: viene prelevata dai nazisti e condotta nel campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, dove, appena 51enne, muore nella camera a gas; 1 maggio 1987: viene elevata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II.

2. La scoperta di Maria
Tra le opere di Edith Stein non si trova uno specifico saggio di mariologia, ma alla Vergine santa Edith Stein dedicò molti pensieri e molte tenere poesie. Proprio negli anni delle innumerevoli ed inaudite tragedie che colpirono l’umanità, il suo fu tutto un palpito verso la luce, come una danza della vita e della liberazione nella tenebra della morte. Edith Stein è convinta che solo chi è nella pienezza della propria femminilità e la vive, può accettare consapevolmente e senza difficoltà Maria. Lei stessa ha fatto di questo l’esperienza. Avendo faticato a sviluppare il proprio femminile, Edith Stein ha maturato anche lentamente il suo amore per la Vergine. La sua ricerca sullo specifico femminile, sull’ethos professionale e vocazionale femminile, da cui deriva il dono di “essere” donna in pienezza e “donna per”, la porta a scoprire le peculiari qualità di Maria che realizzò al massimo se stessa nella donazione totale. Scoprendo la donna, Edith Stein scopre Maria che ci ha generati alla vita della grazia, ha offerto tutto il suo essere, corpo ed anima, alla maternità divina. Per questo è tanto vicina alla donna e a tutti, e ci ama, ci aiuta a diventare quello che dobbiamo essere, ci conduce alla comunione con Cristo.

3.  Mano con mano con Maria, cuore della Chiesa
Maria è per Edith Stein non soltanto un modello, ma è soprattutto Colei che “ci è accanto” con un contatto delicato, sentito, emozionante, pervaso di fremiti. Edith Stein descrive la vicinaza di Maria come un contatto di chiragogia, mano nella mano, un qualcosa di caldo e affettuoso che aiuta a realizzarsi in pienezza come persona. Edith Stein sente Maria vicina, ne avverte il respiro, si sente da Lei guidata come da uno spirito protettore. Maria, crede, è colei che ci conduce a Dio tenendoci per mano, basta che noi lo vogliamo, basta che ci abbandoniamo alla sua mano. Maria è il cuore della Chiesa, un cuore vergine che con il suo consapevole “fiat” collaborò al progetto salvifico di Dio. Maria è la donna del silenzio, colei che fu inondata di Spirito mentre pregava da sola e nel silenzio diede alla luce il Figlio di Dio e pregò per la Chiesa nascente.  Maria è la Madre dolorosa che stette accanto alla croce di Cristo, soffrì e comprese il dolore del Figlio. Nelle sciagure, nell’abisso della malvagità umana, che tende sempre ad offuscare la Luce, Maria è vicina a noi, fino a quando non risorgerà l’alba della giustizia e l’ineffabile splendore di Dio non trionferà sul male. Maria è la Madre del Risorto Signore della pace, ella è la via stessa della pace e le sue materne e tenere mani conducono i figli e le figlie alla pace.

4. Maria epifania dello Spirito

Inondata dallo Spirito, Maria è il genuino esemplare della donna, della femminilità. Sta, infatti, al fianco di Colui che è il prototipo di tutta l’umanità che ella a lui conduce. Maria aiuta ogni uomo e ogni donna alla sua realizzazione, nello Spirito. Il legame dello Spirito con Maria e con noi, è visto da Edith Stein come un legame profondissimo e insostituibile. Scrive nei suoi versi: “O dolce Spirito ti ho trovato: nel volto di Maria traspare tersa la luce della divinità che mi manifesti”.

5. Testi mariani di Edith Stein
- "Nella Vergine Maria il sesso femminile è nobilitato dal fatto che il Salvatore è nato da una donna; una donna fu la porta attraverso cui Dio fece il suo ingresso nel genere umano"..."Ella si offre alla missione col dono di se stessa, accettato con fiducia silenziosa, abbandonando tutto il suo essere al servizio del Signore per il Regno di Dio. Questo impegno di Maria la rende modello della donna, in tutti i settori della vita umana: familiare, sociale ed ecclesiale, poiché ella appare interessata ai problemi sociali e politici, con la strofa centrale del Magnificat, rovesciando dal trono i potenti.

- "Maria è il simbolo più perfetto della Chiesa perché ne è prototipo e origine. Ne è anche un organo particolarissimo: l’organo da cui fu formato tutto il Corpo mistico, anzi il Capo stesso. Per questa sua posizione organica centrale ed essenziale, la chiamiamo volentieri cuore della Chiesa".

- "Maria ci ha generati secondo la vita della grazia, avendo dato tutta se stessa, corpo e anima, per essere Madre di Dio. Da qui nasce un’unione strettissima tra lei e noi: ella ci ama, ci conosce, ed è interamente disponibile per renderci quali dobbiamo essere... Ma come la grazia non può compiere la propria azione nelle anime se esse non le si aprono con tutta libertà, così anche Maria non può realizzare in pieno la sua maternità, se gli uomini non si abbandonano a Lei". 

-
"La Redenzione fu decisa nell’eterno silenzio della vita divina e nel nascondimento della tranquilla dimora di Nazaret; la virtù dello Spirito Santo adombrò la Vergine mentre pregava, sola, e operò l’incarnazione del Redentore. (…) La Vergine, che custodiva nel suo cuore ogni parola che Dio le rivolgeva, è il modello di quelle anime attente in cui rivive la preghiera di Gesù sommo Sacerdote; e quelle anime che, dietro il suo esempio, si danno alla contemplazione della vita e della passione di Cristo, vengono scelte di preferenza dal Signore per essere gli strumenti delle sue grandi opere nella Chiesa".

-
"Se proviamo a contemplare silenziosamente il cammino percorso dalla Madre di Dio, dalla Purificazione al Venerdì Santo, sarà lei a farci trovare le vie del silenzio…"

-
"La sera del venerdì santo, ai piedi della Croce: il dolore della Madre di Dio è grande come il mare, lei vi sta immersa, ma è un dolore contenuto, ella trattiene con fermezza il cuore con la mano, perché non si spezzi, la morte vera appare in modo quasi spaventoso dalla bocca semiaperta del Salvatore. Ma la sua testa è rivolta verso la Madre, come per consolarla, e la Croce è tutta luce: il legno della Croce è divenuto luce del Cristo".

- «Mi ha rivestita delle vesti della salvezza» (Is 61). Così preghiamo nella festa della Regina del Carmelo, la più grande solennità del nostro Ordine. Noi che possiamo chiamarci sue figlie e sorelle, riceviamo da lei un abito particolare di salvezza, il suo stesso abito. Come segno della sua materna predilezione, Ella ci dona il santo Scapolare, questa "armatura di Dio". Nel ricevere il santo Abito assumiamo l'impegno di dare un'eccezionale testimonianza di amore non solo al nostro divino Sposo, ma anche alla sua santissima Madre. Non possiamo rendere migliore servizio alla Regina del Carmelo e dimostrarle la nostra riconoscenza, che considerandola nostro modello e seguendola nella "via della perfezione".

Bibliografia
STEIN E., La preghiera della Chiesa, Morcelliana, Brescia 1987; ID., La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia, Città Nuova, Roma 2012; MOIX Y., Morte e vita di Edith Stein, EMP, Padova 2011; PREVIATI A., Edith Stein, EMP, Padova 2008; Bosco T., Edith Stein, Elle Di Ci, Leumann 2001; SAVOLDI V., Edith Stein. Luce nella notte di Auschwitz, Elle Di Ci, Leumann 2007; SANGALLI A. –  BIOTTI B., Edith Stein. Una vita per la verità, Itaca, Castel Bolognese 2012; WEIBEL B.,  Edith Stein martire per amore, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999;  DI LORENZO M., Con la croce nel cuore. Edith Stein, Edizioni dell’Immacolata, Sasso Marconi 2013; ALES BELLO A., Edith Stein. La passione per la verità, EMP, Padova 2003; TERESIA RENATA DE SPIRITU SANCTO, Edith Stein, Morcelliana, Brescia 1952; GARCIA ROJO E., Vivencia y aportación litúrgica de Edith Stein, in Ephemerides Carmeliticae 30 (1979) pp. 69-97;  CASTELLANO J., La oración de la Iglesia. Testimonio litúrgico de Edith Stein, in Liturgia y espiritualidad  27 (1996), pp. 217-224; GENTILI A., L’elemento che plasma la vita. Dimensione materna dello Spirito, in "Rogate Ergo", n.3/1998; CANOPI M., Maria donna della bellezza interiore, Edizioni Paoline, Milano, 1996.






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