PORTALE DI MARIOLOGIA - Enciclopedia
PORTALE DI MARIOLOGIA
  Login o Registrazione
PER CONOSCERE MEGLIO LA MADRE DI DIO
 Menu 
· Home
· Account o Registrazione
· Argomenti generali
· Articoli: archivio
· Articoli: invia nuovo
· Articoli: piu' letti
· Articoli: ultimi inseriti
· Banners del sito
· Biblioteca mariana
· Calendario mariano
· Documenti Magistero
· Enciclopedie
· Forums
· Fotoalbum
· Help del sito
· Invia Cartolina virtuale
· La Chat di Mariologia
· Le vostre domande
· Mappa del sito
· Motore di ricerca
· Sondaggio
· Statistiche
· Suggerimenti
· Sussidi Pastorali
· Testimonianze
· Web Links
· Webcams
 Enciclopedie 










 Inserti Speciali 



























 Nuovi in Biblioteca 
  La Vergine del silenzio
  Catechesi bibliche sui misteri del Rosario
  La Madonna che scioglie i nodi
  Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano
  L'Annunciazione a Maria nell'arte d'Oriente e d'Occidente
  Il messaggio teologico di Guadalupe
  L'angelo mi disse. Autobiografia di Maria
  Il paradosso mariano. Cornelio Fabro rilegge S. Kierkegaard
  Maria e la modernità
  Benedetto XVI. Una donna icona della fede
  Giovanni XXIII. Madre e maestra di vita cristiana
  Icone. Il grande viaggio
  Ben più che Madonna. Rivoluzione incompiuta
  Cuore di Mamma.
  Maria Madre del Signore. Canti per le solennità mariane
 Pensieri 
Nuova pagina 1


 

 Ultimi 15 articoli 
Ultimi 15 Articoli

La Vergine Maria nel Concilio Vaticano II


La Theotokos Achiropita di Rossano


Maria, Icona della Chiesa pellegrina


La marianità del Carmelo


La contemplazione nel cuore di Maria per la missione


Maria al servizio della creazione e della vita


I giovani e Maria nella cultura contemporanea


Maria e l'Eucaristia


Con Maria aspettiamo la Pentecoste


La pietà popolare, i giovani e Maria


Il Mese di Maggio in Vaticano e nel mondo


Preghiera e contemplazione con Maria


Maria e i tempi dell'attesa nell'iconografia


Maria nella musica del Novecento Europeo 1


Maria nella musica del Novecento Europeo 2


 Immagini  
 Sondaggio 
COSA TI INTERESSA DI PIU' IN MARIOLOGIA?

S. Scrittura
Magistero della Chiesa
Apparizioni
Mariologia ecumenica
Liturgia
Dogmi mariani
Spiritualità mariana
Pietà popolare
Mariologia sociale
Padri della Chiesa
Cultura e Arte



Risultati
Sondaggi

Voti 755
 Contatore visite 
DAL 1999

web counter 
 F.A.Q. 

 Utenti 
Benvenuto, Anonimo
Nickname
Password
(Registrazione)
Iscrizione:
ultimo: pertinac
Nuovo di oggi: 0
Nuovo di ieri: 0
Totale iscritti: 357

Persone Online:
Visitatori: 376
Iscritti: 0
Totale: 376
 Orario 

 Imposta come Home
 Contatta il Webmaster
 Mappa del Sito
 Invia Cartolina 

Vuoi inviare una nostra cartolina ad un amico?
 La Chat 
Nome Stanzaonline
Privata IL MARIOLOGO0
Privata LA THEOTOKOS0

[ SPChat ]

VIA PULCHRITUDINIS


In tutti i campi dell’Arte, in tutte le culture dell’universo e a tutte le epoche, una moltitudine innumerevole di artisti, celebri o sconosciuti, attratti e conquistati da un tale “splendore”, hanno tentato di tradurne in immagini l’indicibile bellezza di Maria. Tutta la Tradizione Iconografica Occidentale ha espresso in ricche variazioni la bellezza fisica di Maria, mentre l’Oriente ha offerto nelle icone la Bellezza mistica di Lei.

1. La Bellezza spirituale e fisica di Maria

Le domande che molti si pongono sono queste: È opportuno ricorrere alle varie forme dell’arte “pittura, musica, teatro, cinema, ecc”, per trasmettere i contenuti mariani nel dinamismo alvifico? Conviene veicolare la “Bellezza” di Maria attraverso strumenti artistici”? La risposta sarà positiva, se i contenuti rifletteranno la consistenza spirituale, biblica e teologia della Madre di Dio, che è l’unica e formale causa della sua celebrata “Bellezza”. Se dal centro del nostro essere muoviamo verso Maria, Nostra Madre e Sorella, ella deve risplendere «come uno Specchio dove riconosceremo il Volto più autentico della Chiesa, del cristiano, dell’uomo. Ogni incontro con Lei si risolverà mediante lo Spirito in una penetrazione più profonda del mistero di Cristo e del Padre, nella cui conoscenza consiste la vita eterna,(Gv 17, 3) ultimo traguardo della Chiesa pellegrinante».      Accanto a Cristo che Rinnova la bellezza originaria della Creazione, Maria è la Nuova e Vera Donna Madre che, a differenza di Eva Madre dei  morti, dà origine ad una progenie di viventi, liberati dalla schiavitù dal suo Figlio Gesù, primogenito di ogni creatura. Proprio ai piedi della Croce, Nuovo Albero della Vita, Maria è resa pienamente cosciente della sua nuova Maternità con l’inizio della raccolta in unità dei “figli di Dio dispersi”. Ella sarà l’icona, il modello e la madre dei Credenti in Gesù che, mediante la Fede in Lui, avranno la luce della Vita, quella che sgorga dall’Agnello di Dio che toglie i peccati del Mondo” (Gv 19,36). Maria,  è chiamata e Rivelata Madre di coloro che diventeranno figli di Dio mediante l’Opera dell’Amore compiuta da Gesù. Nel Cuore Supremo della sua Ora, Gesù invita la Madre ad allargare la sua Maternità a  tutti i Credenti, alla nuova famiglia che sta nascendo, a tutti gli uomini redenti, costituendola madre di una moltitudine insperata di figli. Arricchita di tutte le potenzialità di cui è capace l’energia dello Spirito Santo, è da Lui modellata per risplendere quale icona del nuovo Popolo di Dio e sollecita all’esercizio amoroso della sua Funzione Materna nei riguardi di tutti gli uomini, perché anche essi, rinati alla nuova e vera vita, diventino realmente nuove creature, ricolme di grazia. I Vangeli non ci indicano nulla sulla bellezza fisica della Madre di Gesù Cristo, ma parlano della sua totale “grande umiltà” e della sua totale purezza verginale, che sono “Bellezze Morali e Spirituali”.  Sulla sua bellezza fisica, a priori, nulla... Ma «venendo al mondo, Gesù portava, sulla sua fronte, i “Riflessi della Bellezza” della Vergine, la sua limpidezza, la purezza del suo sguardo, ed ecco che, adesso, la Vergine si è caricata della Bellezza del Cristo Redentore». Se le Scritture nulla dicono direttamente sulla “Bellezza di Maria”, tuttavia, ce la suggeriscono indirettamente in varie riprese, come sottolineano i Padri della Chiesa, i Dottori e altri esegeti della Bibbia, che applicano a Lei le parole “Cantico dei Cantici” quando si evoca la “Beneamata”: «Come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo. Le tue chiome sono un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Gàlaad. I tuoi denti come un gregge di pecore tosate, che risalgono dal bagno; tutte procedono appaiate, e nessuna è senza compagna. Come un nastro di porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia; come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo. Come la torre di Davide il tuo collo, costruita a guisa di fortezza. Mille scudi vi sono appesi, tutte armature di prodi. I tuoi seni sono come due cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascolano fra i gigli. Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia. Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo, con una perla sola della tua collana! Quanto sono soavi le tue carezze, sorella mia, sposa, quanto più deliziose del vino le tue carezze. L' odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi. Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano. Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata».

2. La bellezza di Maria, nella tradizione orientale
La “Via della Bellezza” è quella che ci conduce più  di ogni  altra verso  il Trascendente. Se contempliamo la Bellezza in Dio che è al più alto grado di Essere e Perfezione, ci accorgiamo della nostra imperfezione, perché la nostra forma è forma partecipata e parziale. La percezione estetica nella contemplazione è la percezione per eccellenza di ciò che è bello e buono. Il soggetto che scopre il bello cerca quindi l’apparenza con un segno certo, che fa cogliere altre apparenze e non percepisce la cosa in sé, perché la scopre inaccessibile; eppure questo limite insegna a percepire la differenza tra l’essere reale e l’essere percepito e a cercare la verità fuori dal dato immediato. L’Iconografia della “bellezza mariana” attinge fondamentalmente ai dati evangelici: l’Annunciazione; il Mistero dell’Incarnazione; la Vergine col suo Bambino; l’adorazione dei pastori e dei Magi; le Nozze di Cana; la Crocifissione e  la “pietà” con la Madre che tiene sulle ginocchia il Figlio; La discesa dello Spirito Santo; il complesso mistero di tutta la sua esistenza, dalla concezione alla gloriosa assunzione: la Donna Maria porta in sé tutto il fascino misterioso di un ordine nuovo di bellezza, espresso dall’inderogabile palpito del Suo Amore e dai risvolti di un’autentica e drammatica Esistenza. Oliver Clement ha recentemente affermato che la Spiritualità del terzo millennio sarà meno di rifiuto e più  di trasfigurazione; una spiritualità di Resurrezione”, «che può nascere solo dal rinnovato incontro con la Bellezza Pasquale. Una Bellezza che si nutre della Grande Tradizione “Filocalica” “Amore alla Bellezza” che ci aiuta a riscoprire la Bellezza e la “Santità nel Mondo”, piuttosto che “la fuga” da esso, la “Potenza della Trasfigurazione” piuttosto che lo spirito di mortificazione, l’Essenza della Fede nel Risorto al posto del moralismo precettistico. Da questo evento scaturito dal dramma dell’amore e della libertà, l’uomo è chiamato, in Cristo, nella libertà dello Spirito,a diventare “esistenza cristologica”, fino a diventare un’esistenza trasfigurata, una “corporeità trasfigurata». La Mirabile Concretizzazione Spirituale di questa Umanità Trasfigurata dall’Incontro con il Figlio va ricercata proprio nella Madre di Dio. Ella continua a mostrare ad ogni uomo come sia possibile percorrere una Vita di Santità, che scaturisce dall’Accoglimento Interiore della Luce Pasquale del Risorto. Per la spiritualità cristiana orientale e per la cultura russa in particolare, la bellezza è il tutto che si dona nel frammento e sta all’origine della stessa conversione del Principe Vladimir, una conoscenza che nasce dall’Incontro con la Meraviglia, traccia della Divina Presenza. La Bellezza è il nucleo segreto dal quale attingere il senso dei fondamenti dogmatici ed esistenziali, luogo della Gloria di Dio e della Salvezza dell’uomo. Accolta del cuore, essa diventa gioia pura, un dono in atteso di tenerezza infinita, ed è tale, proprio perché conosce il dolore della Croce e solo per questo può oltrepassarlo portando alla Salvezza e, di conseguenza, a “Maria fonte di Salvezza”. La Bellezza, così,  può diventare evento di profezia mostrando lungo il cammino ascetico di santità iniziato da Maria come sia possibile un‘esistenza trasfigurata dalla Luce di Comunione che proviene dal Cristo. In tale prospettiva la Bellezza può allora riproporsi come “cura della qualità umana del cristiano.Risplende la vostra Luce davanti agli uomini, affinché, vedendo le vostre opere belle-buone, rendono Gloria al Padre” (Mt 5,16). Qui  «non si tratta di fare le opere belle davanti agli uomini, ma di lasciar Risplendere la Luce che Brilla nel Profondo e che può sgorgare solo da una Vita animata dalla Fede nel Cristo morto e risorto». Si cerca di scorgere nella Luce trasfigurante della Bellezza la concreta possibilità di un’apertura Salvifica nell’incontro con la Vita. Tuttavia per intravedere questo nucleo ontologico e mistico è necessario far risplendere quei raggi nascosti di sapienza ascetica e spirituale, riflessi dell’eterna bellezza, che continuano a destare stupore e gratitudine, rigenerando un nuovo Amore della Bellezza, forse l’unica che possa in qualche modo curare  le nostre anime ferite. In fondo la Bellezza, come compimento di un cammino ascetico, può affiorare soltanto dal cuore ferito, come Dono Indeducibile, risposta inattesa della Grazia al grido e all’ invocazione che sale da una condizione umana sull’orlo dell’abisso del senso.  In definitiva, quello che la Cristianità orientale vuole comunicare è la possibilità di un Incontro di Luce e di Gioia che sono proprie dell’intera vita della Chiesa, ma che in Maria si concretizza nella sua universalità, perché in Lei,Tutta la Creazione si Rallegra” dato che nel suo Amore e nella sua obbedienza Maria accetta di essere il Tempio dello Spirito Santo. La Madre di Dio accetta di donare tutta la sua vita all’Altro: donandosi totalmente all’altro ella diventa il vero frutto di gioia e di Bellezza.  Maria è la Vergine che esprime la Totalità di Sé a Dio;  è la Madre in cui si compie la perfetta femminilità così come concepita dalla Creazione; è la Theotokos dimora del Logos e dello Spirito Santo i quali sono la fonte primaria della Saggezza per le creature; è Colei che “Appartiene totalmente alla Vita Eterna” e che, tuttavia, intercede per gli uomini e li sostiene con “Infinita Tenerezza” accostandoli alla Saggezza di Dio, facendo si che la sapienza scenda verso l’uomo e agisca attraverso l’uomo, conducendolo alla Luce della Salvezza.    

3. La “Via della Bellezza” e Maria nel Magistero postconciliare


PAOLO VI
L’Immacolata Concezione è il paradigma della Vera Bellezza. Paolo VI, in occasione del Congresso Mariologico Mariano del 1975 ha indicato come presentare Maria al popolo, con parole felici ed inedite: «Al riguardo si possono seguire due vie. “La Via della Verità, anzitutto, cioè della speculazione Biblico storico Teologica, che concerne l’esatta collocazione di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa: è la via dei dotti, quella che voi seguite, necessaria certamente, di cui si avvantaggia la Dottrina Mariologica. Ma vi è anche, oltre a questa, una via accessibile a tutti anche alle anime semplici: è la “Via della Bellezza di Maria”. Infatti, Maria è la creatura “Tota Pulchra”: è lo “Speculum sine macula”; è l’ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è la Donna vestita di Sole’ (Ap 12,1), nella quale i Raggi Purissimi della Bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale». Nelle parole di Paolo VI  si distinguono otre al  problema metodologico e contenutistico, anche quello del significato artistico del messaggio mariano, ed è proprio la via della bellezza che ci induce alla dottrina misteriosa, meravigliosa, stupenda della Vergine di Nazareth. La bellezza di Maria che la tradizione cristiana acclama come Tota Pulchra - Tutta Bella ( Ct 4,7) coincide con la sua santità, mentre il simbolo dello specchio si riferisce a (Sap 7,26.) ove si afferma che la Sapienza è speculum sine macula Dei maiestatis et imago bonitatis illius. Si fa riferimento alla Immacolatezza della Vergine, che le permette di riflettere sul mondo la Luce della Sapienza Incarnata, in tutta la sua Bellezza: è bella allorché con Cuore umile Boniatis e con parola vera Veritas accoglie la volontà di Dio e si lascia possedere dallo Spirito di pace.  Lo Splendore e la Bellezza intangibile operati dall’artefice Divino in Maria, si intuiscono come in un’opera d’arte, cioè nella forma sensibile. Ciò che risplende in Lei è la disponibilità attività, che pronuncia il Sì perfetto della Fede, offrendo un paradigma ideale alla Chiesa. Per questo, Maria è lo Splendore della Chiesa. Maria, però, non è un principio metafisico, né una pura funzione o una semplice idea: è una persona umana, densa di significato proprio “in” e “attraverso” la sua dimensione storica, biologica, esistenziale. Attraverso il pensiero simbolico si vuole esprimere una conoscenza intuitiva ed emozionale, cioè un’ “Esperienza Interiore”, di realtà non raggiungibili con la sola ragione.  È chiaro che la via simbolica, dominio privilegiato della poesia e dell’arte, conferisce alla mariologia un calore e una concretezza, che mancano alla costruzione puramente razionale: mentre il concetto è statico e proietta verso l’intemporale, il simbolo porta allo spirituale senza abbandonare l’esperienza storica e reale.

GIOVANNI PAOLO II
Ogni donna è chiamata ad essere come Maria, Bella nell’Anima.  Giovanni Paolo II” precisa che una maggiore presenza sociale della donna si rivelerà preziosa, perché contribuirà a far esplodere le contraddizioni di una società organizzata su puri criteri di efficacia e produttività e costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la civiltà dell’amore”. In quest’ottica si comprende l’insistenza del Pontefice  ad incoraggiare un discorso mariologico  quale riflessione teologica capace di promuovere la Bellezza spirituale della donna, dinnanzi al vergognoso sfruttamento di chi talvolta rende  la donna oggetto senza dignità. Maria Santissima afferma il Senso Sublime della Bellezza Femminile, Dono e Riflesso della Bellezza di Dio”. Il pontefice propone una rivoluzione culturale e spirituale, un futuro iniziato in Maria, che deve continuare attraverso le donne del nostro tempo, invitate a rispondere con fedeltà alla loro chiamata originaria. Solo così la liberazione e l’autoliberazione della donna, raggiunta alla luce di Cristo, diventerà, come lo fu per la Donna Maria, un contributo fondamentale alla liberazione vera e concreta di tutti gli uomini.

BENEDETTO XVI
Anche per il Santo Padre Benedetto XVI che spesso invita i cristiani a  parlare di Bellezza e percorrere la “Via Pulchritudinis” soprattutto attraverso la preghiera per metterci in relazione con Dio, Maria è “Sella splendente di Luce e di Bellezza”. Ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la Fede e ci richiamo al rapporto con Dio. Quante volte quadri e affreschi, frutto della fede dell’artista, nelle loro forme, nei loro colori, nella loro luce, ci spingono a rivolgere il pensiero a Dio e fanno crescere in noi il desiderio di attingere alla sorgente di ogni bellezza. Rimane profondamente vero quanto ha scritto un grande artista, Marc Chagall, che i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia. Infatti le espressioni artistiche possono trasformarsi in occasioni per ricordare Dio, per aiutare la nostra preghiera o anche la Conversione del cuore!  Maria è il  “Raggio di bellezza” che ci colpisce, che quasi ci  “ferisce”  nell’intimo e ci invita a salire verso Dio e conduce alla Salvezza del Mondo. I nostri Cuori sono pieni di speranza e rivolti al Signore per contemplare la sua Bellezza,  cosi da essere toccati dalla Luce del suo volto, come fu per la Madre sua, affinché anche noi possiamo essere luci, per il nostro prossimo.  Per questo, se la Bellezza è lo Splendore della Verità e l‘arte è Bellezza, senza Verità non c’è Arte e non c’è Bellezza.

PAPA FRANCESCO
Anche Papa Francesco l'8 dicembre 2013 ha parlato del “Valore Salvifico della Bellezza”  in occasione della festa della Madonna Immacolata. Il Papa ha invitato a fissare il nostro sguardo sulla bellezza della Madonna, «piena di grazia», e a meditare su che cosa significa questa bellezza per noi. Il significato profondo dell'Immacolata, ha detto il Pontefice all'Angelus, è che Dio ha voluto contemplare per primo, prima di tutti noi, la bellezza di Maria. Questa ragazza  viveva nella periferia dell’impero romano e anche nella periferia di Israele. Eppure su di lei, si è posato lo sguardo del Signore. In virtù di questo sguardo la Madonna è realmente immacolata, è veramente bella. Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè da quella frattura nella comunione con Dio, con gli altri e con il creato. Ma questa frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato. La bellezza dell’Immacolata è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo. La meditazione sull'Immacolata deve essere occasione per ricordare il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Sono quattro i frutti di questa meditazione che il Papa chiede all'intercessione della Madonna: «nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità, nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo». Nella Madonna il vero, il buono e il bello convergono. La via della bellezza passa per Maria, e apre alla verità, alla bontà, alla castità, alla carità.

PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA
Il modello della Purezza Verginale è la Purissima e Benedetta Madre del Signore, umile nella sua Eterna Purezza, Pura nella sua immutabile umiltà. In Lei, Sposa dello Spirito Santo e da lui eternamente purificata, sgorga la fonte Viva dell’Universale Purezza. Come afferma un documento dell’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura del marzo 2006, la “Via Pulchritudinis” presenta tre aspetti riferiti alla Creazione, alle arti e a Cristo. Il documento afferma che «la Via della Bellezza  può aprire la strada della ricerca di Dio e disporre il Cuore e la mente all’incontro col Cristo, Bellezza della Santità Incarnata offerta da Dio agli uomini per la Salvezza». Questo perché «Il Bello, come pure il Vero ci conduce a Dio Verità Prima, Bene Supremo e Bellezza, ma il bello dice più del Vero o del Bene, esso ci attira, ci cattura attraverso un influsso capace di suscitare meraviglia, esprime la realtà nella perfezione della sua forma. Ne è l’epifania. Lo Splendore e la Luce di una Perfezione che si manifesta». La “Via della Bellezza” risponde all’intimo desiderio di felicità che risplende nel cuore di ogni uomo, essa apre gli orizzonti infiniti, spingendo l’essere umano ad uscire da se stesso, ad Aprirsi al Trascendente e al Mistero, a desiderare questa Bellezza originale che è Dio stesso, Creatore di ogni bellezza creata. La Voce della Bellezza aiuta ad aprirsi alla Luce della verità e Illumina così la condizione umana, perché contemplata con animo puro parla direttamente al Cuore, eleva interiormente dallo Stupore, alla Meraviglia, dall’Ammirazione alla Gratitudine, dalla Felicità alla Contemplazione. La “Bellezza è l’estetica del Vero e del Bene”, ovvero come sosteneva S. Tommaso, vi è un’unione inscindibile tra Bello, Buono e Vero, essendo queste le tre proprietà Trascendentali dell’Essere, ma anche non può esserci autentica Bellezza se non nella nostalgia del divino.  L’uomo, intrinsecamente, non può fare a meno della Bellezza, anzi, il bisogno di Bellezzadell’Autentica Bellezza” che alberga di fatto in ognuno, è un chiaro Segno di speranza di ritorno all’Ordine, cioè di un’auspicabile restaurazione della cultura e della società.

4. La Via della Bellezza e Maria nella Tradizione ecclesiale
È, infine, importante evidenziare come la millenaria Tradizione della Chiesa cattolica e delle antiche Chiese orientali è animata da un profondo amore e da una perenne lode per la Theotókos, Splendore di Bellezza; ha sempre guardato con illimitata fiducia alla Madre del Signore, l’ha celebrata con lodi e l’ha invocata con incessanti preghiere. Le Chiese che professano la dottrina di Efeso, proclamano la Vergine “Vera Madre di Dio”, ricolma di ogni benedizione, fonte dell’Acqua viva, aurora luminosa che preannuncia il sorgere del sole della salvezza. I Padri greci e la tradizione bizantina, contemplando la Vergine alla Luce del Verbo fatto uomo, hanno cercato di penetrare la profondità di quel legame che unisce Maria, in quanto Madre di Dio, a Cristo e alla Chiesa: la Vergine è una presenza permanente in tutta l’estensione del Mistero Salvifico. Non stupisce, pertanto, che Maria occupi un posto privilegiato nel culto delle antiche Chiese orientali con un’incomparabile abbondanza di feste e di inni.  Nella liturgia bizantina, in tutte le ore dell’Ufficio divino, la lode della Madre è unita alla lode del Figlio e alla lode che, per mezzo del Figlio, si eleva verso il Padre nello Spirito Santo. Dimitrij di Rostov, riferendosi alle feste della Theotokos, la prega così: «Ti saluto, o santissima Madre di Dio, che con la tua nascita ci hai mostrato la vera luce; Regina del cielo e della terra, speranza di quelli che sono nella disperazione; aiuto di quelli che sono senza sostegno. Propiziatrice di tutti i peccatori, prendimi sotto la tua protezione e difendimi da ogni male e tribolazione dell'anima e del corpo. Ti supplico, intercedi per me con le tue sante preghiere. Saluto la tua Concezione senza peccato e la tua Nascita dai tuoi genitori Gioacchino ed Anna, e ti prego, o mia Sovrana: concedimi di cominciare una vita senza peccato e suscita in me lo spirito di penitenza. Saluto la tua Presentazione al Tempio del Signore, bambina di tre anni, e ti prego, o mia luce: ottienimi con le tue preghiere che io diventi il tempio dello Spirito Santo. Saluto la tua Annunciazione, santissima Vergine, quando per opera dello Spirito Santo e la voce dell'arcangelo hai concepito il Verbo del Padre, e ti prego, o mia luce: a me che dispero annuncia la salvezza. Saluto la tua Maternità che ha rivestito di carne e ha dato al mondo il Cristo Salvatore e che ti ha reso Madre di Dio, lodata e glorificata da tutte le creature; ti prego, o mia luce: mostrati verso di me madre piena di  tenerezza ora e nella vita futura».
I Santi Padri, hanno cantato e celebrato la bellezza spirituale di Maria in vari modi e in varie forme. Ne cito soltanto alcuni:

EFREM SIRO
Il genio poetico di Sant’Efrem Siro, definito “la cetra dello Spirito Santo”, ha cantato instancabilmente la bellezza di Maria, lasciando un’impronta tuttora viva in tutta la tradizione della Chiesa siriaca. Egli «si sente irresistibilmente attratto da questa creatura, che diventa per lui sorgente di altissima ispirazione. Nel suo entusiasmo senza limiti, giunge a rivolgere una specie di affettuoso complimento al Figlio, a causa della bellezza di sua madre: “davvero Gesù, tu e tua madre siete i soli ad essere bellissimi in tutto. In te , infatti, o Signore non esiste difetto alcuno, né vi è macchia nella madre tua”. Con un  suggestivo paragone presenta la Vergine come il ricettacolo stesso della luce divina, di quel figlio cioè che è venuto a dimorare in lei e che costituisce la causa radicale della sua perfezione e della sua bellezza».

MELITONE DI SARDI
un vescovo cristiano e apologista dei primi secoli, Melitone di Sardi (c. 170) in un’omelia sulla Pasqua allude al ruolo della Vergine Madre nel sacrificio salvifico del Figlio: «[…] è lui l’Agnello sgozzato, è lui che fu partorito da Maria, la bella Agnella, che fu preso dal gregge e trascinato all’immolazione; […] risorse dai morti e fece risorgere l’uomo dal profondo della tomba». Melitone usa qui la metafora dell’“agnello” che, nell’Antico Testamento, rappresenta sia il sacrificio che la purezza verginale. Quando egli applica la stessa metafora alla Madre e al Figlio, il Vescovo di Sardi si riferisce chiaramente alla partecipazione della Madre, santa e bella interiormente, al sacrificio salvifico di Gesù, l’Agnello di Dio immolato.

AGOSTINO D'IPPONA
Per Agostino d’Ippona la Madre di Dio è la Donna che ridà “dignità alla terra” “dignitas terrae”; questo attributo di Maria può essere tradotto in vari modi: vanto della terra, fiore della terra, splendore della terra, profumo della terra o, letteralmente, “dignità della terra”. Maria è la Gloria, il vanto di tutta la terra, perché Madre di Dio, perché Madre Vergine, perché immune da ogni peccato, perché Nuova Eva. Ed in particolare è Madre della Bellezza, di quella “Bellezza che è Splendore della Bontà e della Verità”.  Maria è la scala, il tramite che consente a Dio di discendere sulla terra e che congiunge il cielo alla terra.  Il concepimento di Maria avviene attraverso un atto di fede. Maria ha la fede nel cuore, Cristo nel grembo”, e cioè,  la sua maternità divina è preparata dalla fede e si compie in virtù di un consenso che è atto di fede. Questo atto di fede perfeziona il suo concepimento mediante la carità e il dono di sé. Una verginità, soprattutto, spirituale spiegata da Sant’Agostino come “integra fede”. Dopo il suo “sì” il Regno di Dio “già” di fatto abita in mezzo a noi. La vita del Figlio è legata a quella della Madre e la vita della Madre è condizionata da quella del Figlio che Ella porta nel suo grembo, una unione di vita strettamente legata l’una all’altra. Maria si fa solidale con Cristo fin dal primo momento in cui incomincia ad essere Uomo in Lei.  Maria lo accoglie nel suo grembo, riconoscendosi e volendosi “serva del Signore”: affinità perfetta tra il Figlio e la Madre sino al Calvario. Per questo atto di fede, di ubbidienza e di umiltà i cristiani di tutto il mondo vedono in Maria, che indissolubilmente unita a Cristo ne riflette lo splendore divino, l’icona di una grande Bellezza.

5. Le icone della Vergine
Anche le icone della Vergine hanno un posto d’onore nella Via Pulchritudinis. Maria vi è raffigurata o come trono di Dio, che porta il Signore e lo dona agli uomini (Theotókos), o come via che conduce a Cristo e lo mostra (Odigitria), o come orante in atteggiamento di intercessione e segno di divina presenza sul cammino dei fedeli fino al giorno del Signore (Deisis), o come protettrice che stende il suo manto sui popoli (Pokrov), o come misericordiosa Vergine della tenerezza (Eleousa). Ella è di solito rappresentata con suo Figlio, il bambino Gesù che porta in braccio: è la relazione col Figlio che glorifica la Madre. A volte ella lo abbraccia con tenerezza (Glykofilausa); altre volte ieratica, ella sembra assorta nella contemplazione di colui che è il Signore della storia.  Tutte queste icone,  sono immagini che attestano la fede e lo spirito di preghiera del buon popolo, il quale avverte la presenza e la protezione della Madre di Dio. In esse la Vergine Splende come immagine della Divina Bellezza, Dimora dell’Eterna Sapienza, figura dell’orante, prototipo della contemplazione, Icona della Gloria: colei che fin dalla sua vita terrena, possedendo la scienza spirituale inaccessibile ai ragionamenti umani, con la fede ha raggiunto la conoscenza più sublime. Tanta ricchezza di lodi, accumulata dalle diverse forme della grande Tradizione della Chiesa, potrebbe aiutarci a far sì che questa torni a respirare pienamente con i suoi “due polmoni”: l’oriente e l’occidente, unendo e salvando il mondo nella fede. Solo la Vera Luce, la Bellezza di Maria potrà favorire ed incrementare il dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Chiese e comunità Ecclesiali di Occidente. Sarebbe anche la via per la Chiesa in cammino di cantare e vivere in modo più perfetto il suo “Magnificat”.

Bibliografia
CANTALAMESSA R., Maria uno specchio per la Chiesa, Ancora, Milano 1990; GRASSO A., Maria “donna eucaristica”, la madre che raduna i dispersi figli di Dio, (Gv 11,51-52; 18-25-27), in Laos 17 (2010), n1, pp. 50-58; OPPO A., La bellezza. Un dialogo tra credenti e non credenti. Danzelli, Roma 2013; GAMBERO L., Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa, San Paolo, Cinisello Balsamo 1991, 172; 181; 221; 235; 337; 360, in riferimento ai Padri Gregorio Nazianzeno († 390); Gregorio di Nissa († 394); Ambrogio di Milano († 397); Girolamo († 419); Pietro Crisologo († 450); Severino di Antiochia († 338), che non sono gli unici; RAVASI G., Il Cantico dei Cantici, EDB, Bologna 1992; MORANDI F. – TENACE M., Fondamenti spirituali del futuro. Intervista a Oliver Clement, Lipa. Roma 1997; CLEMENT O., Apocalypse et transfiguration chez les philosophes religieux russes, in Chaiers de l’Universitè Saint Jean de Jèrusalem (1999), 132-158;   VALLINDRAS N., Omelie sulla Vergine, San Paolo, Cinisello Balsamo 1995, 9-65; AA. VV., Ave gioia di tutto il creato. La Madre di Dio e il popolo russo ieri e oggi, Pietro Gribaudi Editore, Milano 1987, 23-51; KNIAZEFF A., La Madre di Dio nella Chiesa ortodossa, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, 58-77; PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, La Via pulchritudinis, cammino privilegiato di evangelizzazione e di dialogo, Documento finale dell’Assemblea Plenaria del 27-28 marzo 2006, Città del Vaticano 2006, II, 1; LANGELLA A., La dimensione estetica della Mariologia, in AA. VV., Via pulchritudinis e Mariologia, AMI, Roma 2003, pp. 223-250; PAOLO VI, Discorso ai partecipanti del VII Congresso mariologico internazionale e del XIV Congresso mariano internazionale del 17 maggio 1975, in Acta Apostolicae Sedis (67 (175), p. 338; GIOVANNI PAOLO II, Bellissima tra le donne. La Beata Vergine Maria. Le Catechesi del papa, Chirico, Napoli 2004, Vol 4a; GOUHIER A., L’approche de Marie selon la Via pulchritudinis et la Via veritas,in Etudes mariales 32-33 (1975), pp. 70-80; BENEDETTO XVI, Udienza Generale del 31 agosto 2011, in L’Osservatore Romano del 1 settembre 2011, p. 3; ID., Stella di speranza. Il papa pellegrino nei santuari mariani, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010; MASCIARELLI M. G., Il segno della Donna. Maria nella teologia di Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007; STAGLIANÒ A., Madre di Dio. La mariologia personalistica di Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010; PAPA FRANCESCO, Angelus dell’8 dicembre 2013, in L’Osservatore Romano del 9 dicembre 2013; Note mariane di Papa Francesco, dall'inserto della rivista Santa Maria "Regina martyrum". Mariologia sociale. Custodire la tenerezza, 15 (2013) 38, n. 2 - 2013, pp. 3-5; CORSINI E., Maria nel pensiero di Sant’Agostino, in AGOSTINO D’IPPONA, La Vergine Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 1987, pp. 15-40; VAN ESBROECK M., Le culte de la Vierge de Jérusalem à Constantinople aux 6°-7° siècles, in Revue des Études Byzantines 46 (1988), pp. 181-190; Gharib G., La bellezza di Maria nella Liturgia e nell'Innografia, in AA. VV., Via pulchritudinis & Mariologia, AMI, Roma 2003, pp. 135-161.






[ Indietro ]

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI MARIOLOGIA

Copyright © da PORTALE DI MARIOLOGIA - (2298 letture)

IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.12 Secondi