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CULTO


1. Natura del culto cristiano
Il culto cristiano ha una sua specificità che si può riassumere in questi punti:
a) E’ un culto che è accoglimento del dono salvifico di Dio: E’ Dio che nel suo eterno amore si china verso l’uomo, si manifesta a lui, gli parla, lo accoglie nella sua intimità, lo libera dai suoi oppressori, stringe con lui un’alleanza d’amore, soprattutto attraverso il Figlio suo incarnato Gesù Cristo. Il culto cristiano è essenzialmente accoglimento nella fede e nell’amore della salvezza offerta da Dio
b) Suo centro assoluto è la Pasqua: Nell’evento della morte e resurrezione del Signore, si compie l’evento di cui l’Esodo antico era figura: l’umanità raggiunge la piena liberazione in Cristo, entra nella vera terra promessa e può rendere un culto perfetto a Dio.
c) E’ memoria attualizzante:il culto cristiano è essenzialmente memoria attualizzante dela storia della salvezza che nella Pasqua ha il suo punto culminante
d) E’ un culto in spirito e verità cioè spirituale: non sono le pratiche esterne, ma i sentimenti interiori, tradotti in coerenti atteggiamenti di vita: l’amore e l’obbedienza alal Parola, la condotta retta, la carità fraterna: il culto cristiano ha la sua prima sede non nel tempio di pietra na nel cuore dell’uomo.

2. Caratteristiche del culto mariano
Anche il culto alla Vergine ha le caratteristiche del culto cristiano:
a) accoglienza cultuale del dono:la Vergine è un dono di Dio alla Chiesa e all’umanità. Accoglierlo cordialmente è un primordiale atto di culto squisitamente cristiano. E’ un dono che Cristo ha fatto ad ogni uomo personalmente per cui tra gli uomini e Maria si stabilisce un rapporto di maternità – figliolanza
I testi liturgici celebrano sempre questo aspetto, ringraziando Dio I testi biblici che parlano di questa accoglienza di Maria come dono e sottolineati dalla Liturgia della Chiesa sono:
- Matteo 1, 18-25 Giuseppe accoglie Maria nella sua casa, dopo aver compreso le grandi opere che Dio ha operato in Lei
- Luca 1, 39-45: Tutto l’episodio della Visitazione ha un carattere fortemente cultuale ed è centrato sul dono della Madre e del Figlio accolto da Elisabetta e, per sua bocca, dalla primitiva chiesa lucana.
- Giovanni 19, 25-27: il discepolo accoglie Maria tra i suoi beni come un prezioso dono del Signore
b) un culto pasquale:nasce strettamente legato alla celebrazione dell’Eucaristia e della Pasqua, come testimonia la Traditio apostolica e il Preconio di Melitone di sardi
c) culto alla Vergine e storia della salvezza
La Liturgia celebra l’intera opera della salvezza: dalla creazione della Luce fino alla consumazione dei secoli con l’ultima venuta di Cristo. L’ autore della storia della Salvezza è Dio, il beneficiario è l’uomo. La Liturgia guarda a Dio non in forma astratta, ma nella sua concretezza di operatore della salvezza e quindi celebra l’opera trinitaria nella salvezza. Maria ha intimi e indissolubili rapporti con il Dio trinitario che opera la Salvezza: E’ Figlia prediletta del Padre; è Madre del Figlio; è Tempio perfetto dello Spirito Santo. Maria è il luogo in cui la Trinità mostra la sua massima epifania, perché compie l’opera più grande che causa la pienezza del tempo: l’inserimento di Dio nella storia umana. Questo rapporto di Maria con la Trinità si proietta in un rapporto particolarissimo con i beneficiari della salvezza operata da Dio che sono gli uomini. In rapporto agli eventi salvifici concreti, Maria è presente:
- nel momento profetico dell’annuncio all’alba dell’umanità
- nel momento della pienezza come compimento
- nel momento del prolungamento come intercessione materna presso la Trinità.

3. Sintesi degli elementi del culto mariano
1. La celebrazione della storia della salvezza è l’ambito per eccellenza della pietà della Chiesa verso la beata Vergine Maria
2. La Pasqua che è il centro del culto cristiano è anche il centro del culto mariano: come gli eventi dell’infanzia guardano al Mistero pasquale, così la maternità divina di Maria guarda alla maternità spirituale della Pasqua come alla sua pienezza
3. L’accoglimento del dono di Dio è l’espressione primordiale e fondante del culto alla b. Vergine
4. Il culto a Maria non sorge dal sentimento ma è adesione alla rivelazione di Dio e il riconoscimento del ruolo che Dio le ha affidato accanto a Gesù
5. L’essenza della pietà mariana consiste nel riconoscimento attivo e coerente del ruolo di Maria nella storia della salvezza e nell’attribuzione concreta a lei del posto che le spetta nella vita di ogni discepolo di Gesù.
6. La venerazione di Maria non è propriamente un culto mariano, ma una parte del culto cristiano per cui non è una zona periferica ma riguarda l’essenza del cristianesimo.
7. Il culto della Vergine sorge come memoria, in ambito pasquale, della partecipazione di Maria all’opera di Cristo, come attestano li antichissimi documenti del II secolo
8.Il culto alla Vergine appartiene di conseguenza nella sua sostanza alla fede della Chiesa
9. Il culto alla Vergine deve essere letto in chiave cristologia
10. Il culto di Maria non deve essere limitato soltanto ai misteri della manifestazione del Verbo ma anche al mistero pasquale nella celebrazione del quale, la Vergine deve ancora trovare la sua adeguata collocazione.

Bibliografia
CALABUIG I., Maria nel culto della Chiesa, Dispense, Marianum, Roma 1999;Sartor D. M., Le feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Bologna 1988; DE Fiores S., Maria madre di Gesù. Sintesi storico salvifica, EDB, Bologna 1992; Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, 53 in I Documenti del Concilio Vaticano II. Costituzioni, Decreti, Dichiarazioni, Edizioni Paoline, Roma 1983; Georges G., Maria Madre di Dio nell’oriente Cristiano, Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, Roma, Anno Accademico 2000/01, p. 103; AA. VV., Maria nell'Anno Liturgico, Queriniana, Brescia 2007; AA. VV., Come celebrare Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa, Roma 1981; AA. VV., La venerazione a Maria nella tradizione cristiana della Sicilia Orientale, Galatea Editrice 1989; CERVERA J. C., L'Anno Liturgico. Memoriale di Cristo e mistagogia della Chiesa con Maria Madre di Gesù, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa, Roma 1991.

VEDI ANCHE:
- CULTO DI MARIA NEI PRIMI SECOLI
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI VI – XI
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI XII – XV
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI XVII - XVIII
- CULTO DI MARIA NEL SECOLO XVI
- IPERDULIA






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