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INDIA


1. Antiche tradizioni, Chiese e Santuari

Le prime tracce di devozione ma­riana nell'India si trovano nel Malabar, presso i cristiani di S. Tommaso (l'apostolo che ha la sua tomba veneratissima, fin dai primi secoli, a Mylapore), i quali sono circa un milione e conservano una liturgia orientale Siro-Cal­daica. Presso costoro i santuari e le chiese dedicate alla Vergine sono molte e molto an­tiche: parecchie risalgono ai primi secoli del­l'era cristiana. Secondo la tradizione (non sempre resistente alla critica storica) la chiesa di N. Signora di Kuravilangad risalirebbe all'anno 335; il santuario di Elangulam all'anno 417; quello di Kudamaloor all'anno 425; quello di Kainakary all'800 e quello di Athirampuzha all'anno 860. Crebbero poi le chiese ed i san­tuari mariani a partire dal sec. X e XII. La cattedrale di Changanacherry, dedicata all'Assunzione, sarebbe stata costruita nel 1117. La devozione alla Vergine, specie nelle Indie Orientali, si riallaccia all'apostolato di S. Francesco Saverio e dei suoi compagni, dei Francescani, degli Agostiniani e, più tardi, dei Missionari di Parigi e di Milano, dei Salesiani d'Annecy e dei Carmelitani. In seguito al loro apostolato mariano, la devozione alla Vergine è penetrata anche negli stessi pagani. In Maria gli indiani non cristiani vedono principalmente « la madre » Colei che, in India, è realmente la regina del focolare domestico. Molti sono i santuari e le chiese dedicate a Maria: ogni provincia, ogni diocesi e, quasi ogni distretto, ha il suo Santuario il quale, almeno una volta all'anno, ha la sua festa titolare, e spesso durante l'anno, particolar­mente il sabato, attira folle di pellegrini dalle parrocchie vicine e lontane. Nel Maduré, appellato dal P. Herandeaux « la Missione di Maria », ben 3/4 delle antiche chiese costruite dai Missionari Gesuiti sono dedicate alla Vergine. I pagani distinguono il cattolicesimo dal protestantesimo per mezzo del culto mariano, e chiamano le chiese o cappelle cattoliche, per distinguerle da quelle protestanti, col nome di Chiese della Madre di Dio.
Tra i principali santuari dell'India Occidentale sono degni di essere nominati:
1) il Santuario di Bandel, sotto il titolo della Madonna del Buon Viag­gio, nel Bengala, sulla riva destra dell'Honghly, a 30 miglia da Calcutta, eretto nel 1596, in seguito a vari prodigi;
2) il San­tuario dell'isola Salcette, a poche miglia da Bombay;
3) il Santuario della Madonna di Lourdes di Villenour, nella diocesi di Pondichéry, da cui dista sette miglia, visitato specialmente, nella settimana dopo Pasqua, da innumeri pellegrini;
4) il Santuario della Madonna di Lourdes a Chetput, nella dio­cesi di Pondichéry, eretto dal P. Darras nel 1884 sopra una rupe appellata già « la montagna di Satana » ed oggi « la collina della Vergine »;
5) il Santuario della Yella Consitchy, fondato nel 1721 dal celebre P. Reschi S.J., in seguito ad un miracolo ope­rato da una statua che egli portava con sé.

2. Forme di devozione mariana in India e nell’Isola di Ceylon
Molti sono i modi con cui i fedeli dell'India, dimostrano la loro singolare devozione a Maria. Il digiuno del sabato in suo onore viene osservato da un numero considerevole di fedeli. Nelle campagne il 95 % porta sul petto lo scapolare della Madonna del Car­mine. La recita del Rosario in comune, intro­dotta dai missionari, è frequentissima. An­che i pellegrinaggi ai Santuari Mariani sono molto devoti e frequenti. Speciale menzione, nei riguardi della de­vozione a Maria, merita la piccola isola di Ceylon convertita al cristianesimo dai Por­toghesi nel sec. XVII. In quest'isola non vi sono meno di 200 chiese dedicate alla Ma­donna. Numerose sono anche le statue della Madonna sulle vie più importanti, agli an­goli delle strade. La cattedrale di Jaffna, insieme ad un grande numero di altre chiese, è dedicata a Maria. Degno di nota è il pelle­grinaggio al celebre santuario chiamato N. S. di Madhu, ossia, del precepizio — la Lourdes del Ceylon — ove si venera una Madonna del Rosario, sottratta dai fedeli ai protestanti olandesi nel sec. XVII, e por­tata nel cuore di una densa foresta. Non v'è un Ceylanese che ignori questo celebre san­tuario. I pellegrini, fra i quali non pochi pagani, buddisti e musulmani, vi accorrono a folle innumerevoli. Commovente è il ri­tuale con cui si svolgono questi pellegri­naggi. Appena giunti alla meta, i pellegrini si lavano in uno stagno d'acqua dolce si­tuato nei pressi del Santuario, si rivestono degli abiti migliori e si dirigono verso il Santuario portando in mano i ceri e le of­ferte destinate alla Vergine. Alla soglia del Santuario, s'inginocchiano, accendono i ceri e poi si trascinano tutti, piccoli e grandi, in ginocchio, fino all'altare di Maria, dopo aver atteso lungamente il loro turno. Giunti dinanzi all'altare della Vergine, si rivolgono alla Madonna ad alta voce, esprimendole la felicità che essi godono nel trovarsi pro­strati ai suoi piedi per ringraziarla dei fa­vori ottenuti, che essi enumerano esatta­mente, e per impetrarne dei nuovi. Dopo questo filiale, ingenuo colloquio, le offrono i loro presenti in argento, ossia, ex voti raffi­guranti occhi, mani, gambe, buoi, elefanti, tigri o serpenti ecc. secondo i generi di grazie ottenute. Mons. Masson, Arcivescovo di Colombo, dietro un voto da lui fatto du­rante l'ultima guerra, proclamava la Ver­gine Immacolata « Regina di tutta l'Isola » sotto il titolo di « N. Signora di Lanka ( = Ceylon) » erigendole a Tewatte una gran­diosa basilica a stile orientale.

3. Congressi mariani in India
Degno di particolare menzione è il primo Congresso Mariano Indiano, celebrato nel 1921, dal 4 al 6 gennaio, nella capitale del l'India meridionale a Madras, la città della « Madre de Dios ». « L'Asia - disse S. E. Pietro Pisani, Delegato Apostolico delle Indie orientali - non vide mai uno spet­tacolo simile, se si eccettuano forse i Con­cili Ecumenici dei primi tempi dell'Asia Mi­nore ». Al Congresso partecipò tutta la ge­rarchia cattolica dell'India, del Ceylon e della Birmania (22 Vescovi, un Prefetto aposto­lico e 9 Vicari Generali) insieme a un buon numero di Sacerdoti e di fedeli, europei ed indigeni. Unico scopo delle attività del Con­gresso fu la conversione dell'India, per mezzo di Maria. Fra le proposte adottate v'erano le seguenti: eccitare i fedeli a ricorrere spesso alla Madonna; promuovere in ogni scuola e in ogni parrocchia l'erezione di Congrega­zioni Mariane e federare quelle già esistenti; erigere una Arciconfraternita per la conver­sione dell'India, della Birmania e del Ceylon. Un altro Congresso mariano è stato te­nuto a Bombay dal 4 all'8 dicembre 1954 (Cfr. National Marian Congress, Bombay 1955, VIII, 232 pp.), coronato, l'8 dicembre, con un radiomessaggio di Pio XII (Cfr. AAS 46 [1954] pp. 725-728). Il 26 gennaio 1954 lo stesso Pio XII, con Lettera Apostolica, eleggeva la B. Vergine Maria, col titolo di « Pa­trona dell'Indi », celeste Patrona di tutta la nazione (ibid., pp. 398-399).

Bibliografia

HERANDEAU, Le culte de la très Sainte Vierge dans  la mission du Maduré  (Trichinopolis),  in  « Compte  rendu  du  Congrès  Marial te. à Lyon. 1900 » pp. 124-137; BOTTERO N., Le culle de Marie dans les ìndes orientales, ibid. pp.   587-595;   SENAVERATUA   J.   M., Our Lady of Lanka, Colombo 1945; MATHIAS L., L’Ausiliatrice   in   India,   in   « L'Ausiliatrice  della Chiesa e del Papa ». Relazione commemorativa per il cinquantenario dell'Incoronazione di Maria « Auxilium   Christianorum » nella sua basilica di Torino, 1903, Torino, SEI  (1953) pp.   267-269;   FERRANDO   ST.,   Maria   Ausilia­trice   Patrona   dell’India,   ibid.   pp. 401-404; THEKAEKARA M., La dévotion à Notre Dame dans les Indes, presso Du Manoir, IV, pp. 917-934; GOMES X., Culto  Mariano  na Arquidiocese de Goa, Saligao, Seminario de Nossa Senhora,  1954,   94  pp.; Primero Congreso Ma­riano de Goa, in « Boletin Eclesiastico da Ar­quidiocese de Goa », 13 (1955) pp. 189-390; FORTIN  G., De  l’étoile des Mages à Marie, Reine de Lanka, presso Du Manoir, IV, pp. 937-949.






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