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MADRE DEL BUON CONSIGLIO



1. Il titolo e il santuario
La “Madonna di Genazzano” è stata venerata con diversi titoli fino al XVII secolo, quando, per volere della Chiesa, venne ufficialmente denominata “Madre del Buon Consiglio”. I Papi, infatti, hanno usato da allora soltanto questo titolo, consacrato anche dalla liturgia che intitola così la Messa e l’Officio della memoria del 25 aprile. Il titolo di “S. Maria del Buon Consiglio”, ideato da S. Agostino, era comunque già coniato sotto un bassorilievo della Vergine venerata nel IV secolo nell’antica cappella di Genazzano. Il Santuario fu eretto per volere di Fra Felice Leonceli de Cave, agostiniano, tra il 1621 e il 1629 al posto della precedente chiesa chiamata della “Beata Pietruccia”. Di questa chiesa, non bella e poco luminosa, si conservò soltanto il portale quattrocentesco al quale, nel 1840, venne adattata armonicamente la nuova facciata, ricostruita dal genio architettonico di Fra Fanucchi architetto e agostiniano. Nel 1956 furono aggiunti dei mosaici alla facciata. La piccola cappella che custodisce l’antico affresco mariano, si trova sulla navata laterale sinistra.

2.Teologia dell’immagine
Il dipinto di pochi centimetri, misura infatti soltanto 31X42,5 cm,  è applicato su una delicata crosta di intonaco e raffigura la Vergine che tiene in braccio il bambino, entrambi sovrastati da un arcobaleno. I colori  e le forme sono di delicata fattura ed hanno un preciso significato teologico. Guardando il Bambino si notano questi particolari significativi: il naso, senza alcuna sinuosità, ricorda la rettitudine di Colui che è il Sole di Giustizia; gli occhi leggermente a mandorla, di un castano chiaro e luminoso, esprimono la pace, la bontà e l’infinita saggezza del Figlio di Dio; la tunica rosso – ocra, sottolinea la potenza della sua Parola di salvezza; il gesto di abbraccio della madre, indicano la totale appartenenza di Maria a Dio, la sua totale dedizione al Figlio; le fattezze di bambino ma cariche di significati, trasmettono una grande serenità e lasciano trasparire la profondità e l’ampiezza del suo intelletto, della sua forza di volontà e la nobiltà del suo sentire. Tutto questo sottolinea, indirettamente, anche la grandezza della Madre e la potenza della sua mediazione materna dato che proprio l’unico Mediatore dell’uomo, trova protezione e amore tra le sue braccia verginali. Sono anche i due volti inclinati l’uno verso l’altra, in un gesto di affetto, venerazione e tenerezza che invitano a non disgiungere mai la Madre dal Figlio; a non dimenticare che Maria è sempre con Gesù e per Gesù e che coloro che la invocano, non devono dimenticare che Maria è la via che porta sempre e solo a Dio. L’intento fondamentale dell’immagine è perciò chiaro e preciso: rappresentare la vera umanità del Figlio di Dio venuto tra di noi e la grandezza e la profonda unione della Madre con il Figlio. E’ chiaramente una sottolineatura del titolo “Theotkos”, confermata anche dagli impressionati tratti somatici tra i due, stesso rosa del volto, stessa inclinazione del collo, stesso arcuamento delle sopracciglia, che parlano della vera generazione di un figlio che assomiglia fisicamente moltissimo alla madre.

3. Il Codex Miracolorum
La Madre del Buon Consiglio di Genazzano è diventata molto popolare nel mondo non soltanto per le origini miracolose del dipinto, ma anche per i molti prodigi che le vengono da secoli attribuiti. La maggior parte dei documenti attestanti i prodigi attribuiti alla Madre del Buon Consiglio sono andati perduti. Perduta è andata, in seguito ad un naufragio del vascello che la trasportava l’impressionante mole di prove raccolta dal Padre Mariano da Genazzano, celebre storico del santuario. Nel XVIII secolo venne riaperto un registro le cui annotazioni trascritte tra il 1744 e il 1748, riportano le testimonianze di stupende guarigioni. I testimoni che descrissero i pellegrinaggi al Santuario attestarono che si rivelava quasi impossibile prendere nota degli avvenimenti, in quanto i religiosi e i sacerdoti erano tutti consacrati al ministero della confessione. Oggi si conoscono i primi 161 miracoli realizzati in poco più di cento giorni, dal momento in cui l’affresco si accostò alla parete della cappellina semicostruita  della Beata Petruccia. I religiosi agostiniani, decidendo di lasciare dei documenti a futura memoria, raccolsero le testimonianze dei fatti prodigiosi che quotidianamente si verificavano nella cappella della santa immagine.  Queste testimonianze vennero raccolte in un unico volume a cui venne dato il nome di “Codex Miraculorum” e conservato per vari secoli nel santuario. Il codice disparve durante l’invasione napoleonica e non venne più ritrovato. Ma nella seconda metà del XVIII secoli, lo storico De Orgio, che aveva avuto l’opportunità di leggerlo, pubblicò un riassunto dei prodigi narrati nel prezioso codice.

4. La devozione dei Sommi Pontefici e dei Santi
La devozione dei Pontefici verso la Madre del Buon Consiglio di Genazzano, è attestata dalle loro numerose visite al santuario e da molti documenti. Il primo a far esaminare la santa immagine fu papa Paolo II nel 1467, anno stesso della sua comparsa a Genazzano. La Commissione di investigazione voluta dal Pontefice accertò che tutto era degno di fede. Sisto IV, nel decidere la costruzione della chiesa di S. Maria del Popolo a Roma, affidata agli Agostiniani, confidò di sperare vivamente che la Vergine concedesse alla Città eterna, le grazie che concedeva a Genazzano. Alessandro VI, minacciò di scomunica i ladri, chiamati “figli dell’iniquità”, che tentavano di depredare il santuario di Genazzano. Concesse inoltre un’indulgenza ad ogni Messa celebrata all’altare della Vergine. Fra i Pontefici più devoti della Madre del Buon Consiglio, si distinse San Pio V, il quale era solito invocarla in tutte le necessità della Chiesa. Clemente XI concesse al santuario di Genazzano gli stesi privilegi del santuario di Loreto. Benedetto XIV, approvando la Pia Unione della Madonna del Buon Consiglio, chiese di essere il primo ad esservi iscritto. Questa Pia Unione viene chiamata anche la “Pia Unione dei Pontefici” perché di essa ne fecero parte anche Pio VI, Pio VII, Pio VIII, Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII ed anche Giovanni XXIII. Papa Pio VI approvò per Genazzano una Messa ed un  Officio proprio per la festa della Madonna del Buon Conisglio, il 26 aprile, festa che successivamente venne estesa  a moltissime altre diocesi. Fu papa Leone XIII a includere nelle Litanie Lauretane l’invocazione “Mater Boni Consilii”,  ad istituire un apposito scapolare per questa devozione e a costruire un alloggio per i confessori che in Genazzano assistevano i pellegrini. Pio X, si rivolse proprio alla Madre del Buon Consiglio, alla quale chiese lumi particolari in un’epoca in cui l’umanità era sommersa dall’ondata del materialismo e dalla terribile eresia modernista. Appena eletto pontefice, egli si diresse all’altare della Madonna del Buon Consiglio, eretto da Pio IX nei palazzi apostolici, implorando il suo aiuto e la sua benedizione. Pio XII frequentò il santuario fin da quando era seminarista. Privilegi speciali al santuario hanno concesso anche i papi Gregorio XIII, Paolo V, Innocenzo XII, Benedetto XIII, Clemente XII, Pio XI. E’ stato Giovanni Paolo II a portare a Scutari una copia dell’immagine di Genazzano, intronizzandola solennemente nella chiesa appena riedificata, dopo la caduta del comunismo. Il primo Pontefice che si recò a visitare il santuario di Genazzano fu Urbano VIII, per invocare l’aiuto della Vergine contro il flagello della peste che devastava l’Italia. Era il 25 ottobre 1630. Nel 1864 fu Pio IX  a recarsi pellegrino dalla Madre del Buon Consiglio per invocare la sua benedizione sul Concilio Ecumenico Vaticano I. Davanti all’immagine di Genazzano si soffermarono anche nel 1959 papa Giovanni XXIII e nel 1993 Papa Giovanni Paolo II prima di intraprendere il suo viaggio verso l’Albania. Anche molti santi si sono recati pellegrini al santuario di Genazzano. Tra questi S. Alfonso de’ Liguori, S. Gaspare del Bufalo, S. Paolo della Croce, Don Luigi Orione, S. Giovanni Bosco e il Beato Don Rua.

5. Perché Maria è “Madre del Buon Consiglio”?
Gesù Cristo, Verbo eterno del Padre e Sapienza eterna, è il nostro unico Consigliere. Dice la S. Scrittura: “….è nato per noi un bambino, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine…” (Is 9,5f). Nostro compito è accogliere la parola che da Lui proviene e ci guida alla salvezza, anzi accoglierlo come l’unica Parola che ci dona la Salvezza. La Madre del Signore, la prima che ha accolto la “Parola” ed ha ascoltato quello che Lui ha detto meditandolo nel suo cuore, ci “consiglia” e ci invita ad ascoltarlo, come fece con i servi di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5). Questo è l’unico ammonimento diretto della Madre che la S. Scrittura ci trasmette. Esso è rivolto agli uomini di tutti i tempi che vogliono vivere con pienezza di significato la loro vita e ne abbraccia tutti gli aspetti e le possibilità. Vivendo, infatti, nell’ascolto della Parola, l’uomo realizza se stesso nella pienezza del suo essere, dato che Cristo è la piena e perfetta realizzazione dell’uomo. Proprio in quest’epoca afflitta e turbata da tanti contrasti, in un momento in cui la famiglia viene disgregata, in cui l’uomo avverte la sua solitudine esistenziale e il predominare del non – valore come norma dei comportamenti, il “Buon Consiglio” della Madre e il suo invito ad ascoltare la voce di Cristo, sono più attuali che mai. L’essere umano, infatti, necessita di vera vita, mentre la sua unità strutturale è minata alle radici. La Madre del Buon Consiglio, è sempre pronta ad accogliere ciò che siamo e ciò che ci angoscia, con tutte le prerogative dell’accoglienza materna, testimone com’è della verità e dell’iniziativa coinvolgente di Dio nei nostri riguardi. Con il suo “Buon Consiglio” ci indicherà che la vera felicità consiste nella sequela di Cristo secondo i dettami dello Spirito e non ci lascerà mai cadere nell’illusione dell’egoismo materialistico o spirituale che sia. Con il suo consiglio materno e la sua pazienza infinita saprà  guidare i nostri passi incerti, correggere le viziature formali e sostanziali che stravolgono la nostra esistenza,  saprà aiutarci ad accogliere l’amore di Dio, facendoci entrare in quella tensione verso la santità che è liberazione da ogni giogo e soggezione.

Bibliografia
SCOGNAMIGLIO G., Madre del Buon Consiglio,  Luci sull’Est,  Roma 1994; SINOPOLI C., Meditare le Litanie, ED, Roma 1992; COLGEN J., So bittet dich die Krche, Johannes – Verlag, Leutesdorf 1989; ROSSBACHER I., Du Hilfe der Christen, Herder, Freiburg 1994.

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