Portale di Mariologia

1. Origine e sviluppo del titolo
La Teologia cattolica insegna che Maria partecipa in maniera secondaria alla mediazione di Cristo e questo significa che partecipa anche del suo sacerdozio. Questa qualità sacerdotale è legata al suo essere la madre del Messia, parte integrante e fondamentale della sua missione (Cf. Marie, l' Eglise, et le Sacerdoce di René Laurentin e Marie et Notre Sacerdoce di Emile Neubert, S.M, in cui i due autori elaboravano il tema dell’associazione della madre al Cristo sacerdote). Nel Medio Evo questa verità era già espressa nelle opere di San Bernardo; nel secolo successivo è presente nelle opere di un non identificato Pseudo-Alberto (originariamente identificato con Sant'Alberto Magno) che propose l’espressione di socia Christi, socia del Cristo, in tutta la sua pienezza. Nel XVII secolo le scuole di spiritualità di Spagna e Francia, approfondirono ed ampliarono il concetto. Nel secolo successivo ancora la scuola francese, fortemente influenzata da Olier J. J., ha invocato Maria come “modello del sacerdote” e l’ha onorata come “Virgo sacerdos”. Papa Pio X, infine, approvò una preghiera basata sugli scritti di Epifanio di Salamina e richiesta dalle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, che si conclude con l'invocazione: “Maria Virgo sacerdos, ora pro nobis”. Il Papa, precisò che anche se Maria non ha chiaramente ricevuto il sacramento dell'ordinazione sacerdotale, è dotata della sua grazia e dignità (AAS 40 (1909), p. 109).

2. Precisazioni e limitazioni del termine
Per evitare malintesi e ambiguità o confusioni con il Sacerdozio ministeriale che non appartiene a Maria, la Santa Sede nel 1913 proibì rappresentazioni di Maria in abito sacerdotale o con paramenti liturgici (AAS 8 (1916), p. 146). Nel 1927, il Sant'Uffizio intervenne ancora contro una nebulosa devozione centrata sul titolo “Virgo Sacerdos” e proibì anche l’uso di invocazioni indirizzate in tal senso. Fu soprattutto negli anni 40 e 50 che si accese un'animata controversia teologica sul tema. La maggior parte dei teologi sostennero che Maria, come pure tutti i fedeli, partecipa davvero al sacrificio di Cristo Sacerdote, in una forma qualitativamente superiore a tutti gli altri poiché lei è la madre di Dio (Theotokos) e la nuova Eva. Allo stesso tempo precisarono che il Sacerdozio universale deve essere sostanzialmente differenziato dal sacerdozio sacramentale e gerarchico, che appartiene soltanto ai ministri ordinati.

3. Associazione di Maria al Cristo Sacerdote in modo misterico e spirituale
Cristo è sacerdote in virtù della sua natura umana, unita alla sua natura divina. Egli ha ricevuto la natura umana da Maria che, quindi, stabilisce il figlio di Dio come nostro Sommo Sacerdote. Quello che, infatti, ha abilitato il Cristo come nostro Sommo Sacerdote è l’umanità che ha ricevuto da sua madre. Se Maria avesse rifiutato l’invito di Gabriele, il Figlio di Dio sarebbe ancora nostro Dio e Creatore, ma non nostro Salvatore e nostro Sacerdote. Per questo, Maria è la socia Christi. Di conseguenza questo ufficio della Vergine Madre si riferisce al sacerdozio di Cristo e non al Ministero di sacerdoti ordinati. Maria è stata scelta per essere associata a Cristo nell’opera della nostra redenzione; ha contribuito attraverso di lui e con lui alla riconciliazione con Dio con la sua presenza ai piedi della Croce e con l’unione della sua volontà e delle sue sofferenze con la volontà e le sofferenze del Figlio nel suo sacrificio. Pertanto, la collaborazione di Maria può essere chiamata sacerdotale, ma solo in modo simbolico e spirituale e non ministeriale–gerarchico.

Bibliografia
SAMAHA J. M., Ruolo sacerdotale di Maria, in Omiletica & Pastorale, dicembre 1999, pp. 10-17; AA. VV., Maria e il sacerdozio, Centro di cultura mariana "Madre della Chiesa", Roma 2009. Testo tratto dal Dictionary of Mary dell’Università di Dayton in U.S.A.