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DE LIGUORI ALFONSO MARIA



Fondatore della Congregazione del SS. Redentore, Vescovo di S. Agata dei Goti, Dottore della Chiesa. 

1. La vita familiare, la cultura, l'istruzione e le opere di Alfonso
a) Nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza di Alfonso, c’erano a Napoli 214 santuari dedicati a Maria. La compatrona della città di Napoli era la Madonna del Carmelo. I genitori di Alfonso vivevano e respiravano in questa cultura mariana che segnò anche il loro figlio. Alfonso è nato nella loro residenza di Marianella il 27 settembre 1696. Fu battezzato alla chiesa di Santa Maria delle Vergini su insistenza della madre, e fu consacrato a Maria, con il nome di Maria come il secondo di ben nove nomi. Alfonso cresceva pregando davanti a varie statue e immagini di Maria e, in particolare, recitando il rosario. Laureatosi nel 1713 presso l'Università di Napoli, ha professato il 'giuramento di sangue' per difendere il privilegio mariano dell'Immacolata Concezione. Per lui, questo non era una semplice formalità. Anni dopo, ha rinnovato il giuramento che aveva preso in modo solenne all'età di 16 anni, e scrisse del significato di questo atto ne “Le glorie di Maria.” Dal 1715, divenne membro della Congregazione pia di S. Maria della Misericordia, e anche della Congregazione della Visitazione. Nel mese di agosto 1723, l'anno della sua conversione, dopo aver perso la causa relativa ad Amatrice, e dopo aver partecipato sia nella Novena e poi l'ottava dell'Assunzione, decise di abbandonare il 'mondo', e consacrare la sua vita a Dio, lasciando la sua spada, il segno della sua nobiltà, presso l'altare della chiesa della Madonna della Mercede. Ancora una volta, anni dopo, contemplando l'immagine della Madonna della Mercede, disse: «E' stata lei che mi ha preso dal mondo e che mi fece entrare nello stato clericale». Come giovane religioso, diventò membro della 'Compagnia di Santa Maria sucurre miseris' - l'aiuto dei miserabili. Nel periodo 1729 - 1730, approdò al piccolo santuario di Santa Maria dei Monti sopra Scala, dove poté leggere i misteri della Redenzione al cospetto della Madonna con il bambino in un braccio e la bibbia nell’altro. Qui ricevette l 'ispirazione per il suo progetto missionario. Naturalmente, sappiamo anche delle tante esperienze straordinarie di Maria che segnarono la sua vita: le apparizioni di Maria, e le sue parole nella grotta di Scala; le esperienze a Foggia, Amalfi, Castel S. Giorgio, Arienzo, e molti altri luoghi. Nel 1762, mentre era a Roma per essere ordinato Vescovo, fece un pellegrinaggio a Loreto e, per quanto ne sappiamo, fu l'unico pellegrinaggio ufficiale della sua vita. Nel momento della sua morte, avvenuta a Pagani il 1º agosto 1787, teneva stretta l'immagine di Maria nelle sue mani. Al suono dell'Angelus, esalò l'ultimo respiro. Non ci può essere alcun dubbio dell'amore che Alfonso portava per Maria, la madre di Gesù. La sua vita fu segnata dalla presenza costante di nostra Signora. La conosceva come se fosse la propria madre. Se fosse necessario un ulteriore prova di questo rapporto, non ci resta che contemplare i suoi scritti su Maria, le sue preghiere, i suoi dipinti, i suoi canti. Ma costantemente, questo amore per Maria fu vissuto nel contesto dell’amore per Gesù Cristo come il centro assoluto della sua vita. Credeva e testimoniava il fatto che non vi è alcuna teologia mariana né spiritualità oltre la cristologia. E’ Gesù che è centrale, e da Lui che la devozione mariana deriva il proprio significato. Fu beatificato nel 1816 e canonizzato nel 1839 da papa Gregorio XVI. Papa Pio IX lo proclamò dottore della Chiesa nel 1871 a soli 84 anni dalla morte, mentre Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di "celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti".
b) Sant'Alfonso fu autore di oltre 100 opere, sia "popolari", facilmente accessibili a tutti, sia esegetiche, riguardanti la teologia (in particolare quella morale), l'apologetica, la dogmatica e ascetica. Ecco l'elenco:
- Massime eterne, 1728
- Pratica di amar Gesù Cristo, 1768
- Storia delle eresie, 1768
- Canzoncine spirituali, 1732
- Visite al Santissimo Sacramento, 1745
- Theologia moralis, 1748
- Le glorie di Maria, 1750
- Apparecchio alla morte, 1758
- Del gran mezzo della preghiera, 1759
- Vera sposa di Gesù Cristo, 1760
- Considerazioni sopra la passione di Gesù Cristo, 1760
- Dell'uso moderato della opinione probabile, 1765
- Verità della Fede, 1767
- Pratica del Confessore per ben esercitare il suo Ministero, 1771
A tutt'oggi si calcola che le opere di Sant'Alfonso siano state tradotte in più di 70 lingue, e che abbiano avuto 21.000 edizioni.

2. Devozione mariana nella cultura del tempo
a)
É importante ricordare che, nel contesto della pietà popolare della Napoli del XVIII secolo, la Beata Vergine Maria occupava un posto molto importante, i 214 santuari a lei dedicati nella città stessa ne furono testimonianza, così come la devozione, soprattutto attraverso il rosario e lo scapolare, e anche attraverso l'arte e la musica. Tuttavia, qualcosa stava cambiando. Tra le classi colte, tra cui alcune autorità ecclesiastiche e teologiche, ci fu un crescente sentimento anti - mariano. Ciò era dovuto all'impatto dell’Illuminismo, la crescente influenza dello spirito giansenista e la teologia. Molti percepivano gli eccessi mariani dell'epoca prima della riforma e alcuni ritenevano che Maria fosse messa al ‘posto di Cristo'. La crescente influenza della spiritualità giansenista criticava la devozione popolare per Maria per l’eccessivo sentimentalismo e fiducia erronea nel potere di Maria di proteggere e salvare. Quelli influenzati dalla teologia giansenista furono soprattutto provocati dal titolo 'sbagliato e pernicioso' di Maria come ‘nostra speranza'. Un altro titolo che evocava l'ira del giansenista o della scuola rigorista era l’idea di Maria come 'Madre di Misericordia'. Questa scuola di spiritualità era anche assolutamente contro la dottrina 'pericolosa' dell'Immacolata Concezione che riteneva essere un affronto alla giustizia divina davanti alla depravazione comune di tutta la natura umana.
b) É in questo clima che Alfonso non solo continuava a praticare la sua vita personale e la sua vivida spiritualità mariana, ma con zelo la promuoveva a tutte le persone come un modo sicuro per raggiungere Gesù Cristo, la redenzione piena e la vita morale cristiana. Per Alfonso, la devozione mariana non era solo una scelta personale o estetica, ma una chiara opzione di una teologia ortodossa di misericordia e di grazia, che portava alla comunione con Gesù Cristo, il Redentore.

3. Maria nell’Arte, nella Letteratura e nella Musica
a) Nella cultura napoletana, ai tempi di Alfonso, Maria fu spesso raffigurata come figura regale, potente e distante. Fu posta su un piedistallo. Certo, era un modello da emulare, soprattutto dalle classi più abiette, per la sua cultura, la sua bellezza e la sua castità, ecc. Ma era rappresentata alquanto distante dall'esperienza quotidiana della gente comune, soprattutto dei poveri. Le immagini e le statue di Maria erano solitamente incoronate, con vestiti splendidi, persino con lo scettro. Questa era l'immagine di Maria Regina come la 'Infanta' della famiglia reale spagnola, o come la grande regina cattolica, Isabella. Gli inni erano di solito cantati a lei in latino con impostazioni musicali complicate. Possiamo pensare ad alcune delle 'Ave Maria', ch e si continuano ad utilizzare in concerti di oggi. Come modello, l’enfasi era posto su immagini di 'amor cortese', castità, obbedienza, passività.
b) Alfonso sviluppa un approccio molto differente verso Maria. Considerate i suoi dipinti: è ritratta come un a giovane ragazza, in abito contadino con un sorriso gentile. Non è un ritratto di corte sicuramente. Oppure i dipinti che Alfonso commissionava e utilizzava nelle missioni, come la Divina Pastora, una copia della quale di grandi dimensioni si trova nel monastero di Sant'Agata, un suo dono alle Monache Redentoriste. In questo dipinto, Maria indossa un cappello di paglia, come è suo Figlio, il Redentore. Sono circondati da pecore. Lei è una pastorella – che esercita una missione e un ministero - e sembra essere felice di condurre le pecore a suo Figlio che gioca con loro. Pensate ai canti che scrive Alfonso, in napoletano o in italiano, e che potrebbero essere e ancora sono cantate da persone comuni: “ninna nanna” come 'Tu scendi dalle stelle', che in verità è un canto rivolto a Gesù, in cui Maria ha un ruolo importante, 'O Bella Mia Speranza', che a dispetto delle riserve gianseniste sulla speranza, comunica alla gente comune un senso di ottimismo pieno di speranza. I contadini e i poveri di allora, come di oggi, spesso sentivano che coloro che li amano non hanno potere per aiutarli, e coloro che hanno il potere non li amano. Alfonso rappresenta Maria e il Redentore, come coloro che li amano e hanno il potere di aiutarli. Questo è rivoluzionario. Una Madonna che è una pastorella, vicino alle pecore, con l'odore delle pecore sul suo abito e grembiule. Questo è un potente simbolo di una donna con una missione e un ministero di solito riservato agli uomini. Una madre che canta una ninna nanna al figlio che trema di freddo. Una giovane ragazza che riceve lo Spirito Santo senza la piena comprensione di tutto ciò che questo significa...

4. Alfonso e i titoli mariani
I Titoli preferiti per Maria di Sant'Alfonso sono:
a) Madre
Alfonso si riferisce a Maria come 'madre'. Questa è la parola che usa ogni volta che si rivolge a lei. Era profondamente consapevole del fatto che, quando Gesù ha affidato Maria, al discepolo prediletto dalla croce, stava per primo affidando il discepolo a sua madre. Alfonso si rese conto che Gesù insigniva Maria di una missione - a diventare la madre di tutti i credenti. Lei è una missionaria. Ed è la sua cura materna che fornisce il quadro di riferimento per tutta la devozione mariana. Questa enfatizzazione di Alfonso trova eco in Papa Francesco. Questa particolare attenzione per la missione affidata a Maria dalla croce trova esplicita menzione nella Evangelii Gaudium. Papa Francesco afferma che vi è uno «stile mariano nel lavoro di evangelizzazione della Chiesa. Ogni volta che ci rivogliamo a Maria arriviamo a credere ancora una volta nella natura rivoluzionaria dell’amore e della tenerezza»(EG 288). C'è da meravigliarsi che quando visitò Napoli, Papa Francesco fece riferimento a ‘Le glorie di Maria’ con rispetto e affetto.
b) Madre di Misericordia
Dopo il semplice nome di 'madre', e intimamente connessa con esso, Alfonso prega Maria come 'Madre di Misericordia'. Questo titolo si trova in tutti i suoi scritti praticamente su tutte le pagine de ‘Le glorie di Maria’, e in tanti suoi sermoni e preghiere. Come madre, non è possibile per Maria essere qualcosa di diverso da 'madre di misericordia'. Il suo unico desiderio è quello di comunicare la misericordia e la redenzione di Dio a tutti. Come alcuni hanno scritto commentando Alfonso, in Maria, la giustizia di Dio e la compassione/ misericordia di Dio si incontrano. Per Alfonso, come Madre di Misericordia, Maria non è solo preoccupata per le nostre anime - ma ci indica anche le opere di misericordia corporali, e la cura totale delle persone - corpo e anima. Alfonso apparteneva alla Misericordiella - una congregazione pia dedicata a Maria e fondata per la cura dei poveri, per la visita dei malati, per l’accompagnamento di chi era condannato a morire. Alfonso racconta molti 'Esempi', le storie della misericordia di Maria per i poveri abbandonati. E la prima parte delle Glorie di Maria si basa su di un commento della Salve Regina, Mater Misericordiae. La misericordia di Maria sgorga dal suo mandato come nostra Madre, la madre di tutti i credenti, una missione affidata a lei sulla croce. Come figli e figlie di una tale madre, siamo anche noi chiamati alle opere di Misericordia. Forse è un atto della Provvidenza che il Santo Padre abbia proclamato uno Giubileo di Misericordia straordinario per onorar e la Madre del Perpetuo Soccorso. Questa è veramente una opportunità 'Redentorista', e per noi, una vera opportunità 'mariana’.
c) Maria, nostra Speranza
Sembra che nessun altro titolo per Maria potrebbe suscitare la rabbia della Scuola giansenista e rigorista, quanto questo - Maria, nostra Speranza. Con una visione così pessimistica della natura umana, e la convinzione che solo pochi sarebbero salvati, per i giansenisti era eresia parlare di Maria come nostra speranza. Cristo è la nostra unica speranza, e anche in tal caso è meglio non essere presuntuosi in quanto il numero di coloro che saranno salvati è già determinato, e non c'è speranza per gli altri. Per questo motivo, quando Alfonso scelse il frontespizio per ‘Le glorie di Maria ’ l'immagine di Maria con le parole 'spes nostra' - 'nostra speranza', stava facendo una chiara dichiarazione della sua convinzione che la redenzione di Dio è abbondante ed è per tutti. E che la misericordia di Dio non conosce limiti. Maria diventa per noi un segno di questa speranza - O bella mia speranza. La speranza di Alfonso non è presuntuosa, ma egli è convinto che Dio dia a tutti la grazia della preghiera, e che tutti coloro che pregano riceveranno la grazia necessaria per la salvezza. Proprio come una madre che non si dispera dei suoi figli, così Dio non ci chiude mai la porta. E Maria è un segno ed una garanzia di questa speranza per ognuno di noi.
d) Immacolata Concezione
Alfonso dedicò il nuovo Istituto al patrocinio dell'Immacolata Concezione. Era convinto di questo privilegio unico di Maria, concesso per prepararla ad essere un tempio appropriato dello Spirito Santo e la Madre di Dio. Ma credeva anche che questo privilegio fu concesso a lei come un segno di speranza per noi - ciò che lei ha ricevuto fin dal principio è quello che anche noi ci auguriamo - copiosa redemptio, redenzione abbondante. Per Maria, la grazia della redenzione le ha impedito di cadere. Per noi, la grazia della redenzione ci può sollevare dopo la caduta. L'Immacolata Concezione dimostra chiaramente ciò che Dio possa fare con la nostra natura umana fragile e ferita. Poiché Maria è redenta come sicuramente lo siamo noi. Anche in questo caso, i giansenisti e rigoristi gridarono contro l'Immacolata Concezione. La natura umana è irrimediabilmente depravata, e tutti sono condannati. Alfonso non poteva accettare questa visione pessimistica dell'umanità, né questa nozione limitata della grazia e misericordia di Dio. Nella sua difesa grintosa e il trattamento dell’Immacolata Concezione, Alfonso difese due importanti principi dell'ortodossia cattolica - il sensus fidelium, il senso dei fedeli; e la sempre presente azione dello Spirito Santo che guida la Chiesa nella dottrina e nel culto. La rivelazione non è un momento statico nel tempo remoto. Piuttosto, lo Spirito Santo continua a guidare la Chiesa e il popolo di Dio, mediante la fede e la pietà popolare, la dottrina e il culto.
e) Aiuto dei Miserabili
Non è stato un caso che Alfonso si trasferì alla pia associazione di S. Maria, miserabilis Succurre quando fu accettato come chierico per l'Arcidiocesi di Napoli. Attraverso questa associazione, proseguiva nelle azioni molto pratiche e concrete di aiuto, di opere corporali e spirituali di misericordia, rivolte verso gli abbandonati e i poveri. Nei suoi scritti, egli spesso si riferisce a Maria come la Guida dei miserabili e dei poveri. È stato Dio provvidenzialmente che ci preparava attraverso questa esperienza di Alfonso ad accettare l'icona del Perpetuo Soccorso? Alfonso non conobbe mai personalmente né questa devozione né l’icona - a meno che non gli capitò di visitare la chiesa di San Matteo mentre era a Roma per la sua ordinazione episcopale. Ma l'icona del Perpetuo Soccorso incarna certamente tutti questi misteri: la maternità, la misericordia, la redenzione, la speranza, la tenerezza, e l’aiuto perpetuo.
f) Madonna della Mercede
Non possiamo dimenticare che Alfonso lasciò la sua spada ai piedi della Madonna della Mercede - la Madonna della Redenzione, della Misericordia. In questo gesto, intravvediamo un assaggio del progetto e la promessa dell'Istituto che avrebbe fondato. Fin dall'inizio Maria segnò la sua vita, i suoi sogni, la sua missione, e anche la nostra.
g) Regina degli Apostoli
Alfonso onorò Maria come sua Regina e credeva che Ella aveva cambiato il significato di essere Regina. Nel suo commento alla Salve Regina la invoca con questo titolo. Però fa notare che la vera dignità reale consiste nel servizio. Maria è la Regina che ha il potere di aiutare i poveri, la Regina che conosce e ama i poveri. Questi non sono più abbandonati. Come Regina degli Apostoli, li cerca e accompagna ogni missione.

5. Opere di Alfonso su Maria
Alfonso ha scritto molte opere rivolte a Maria e che parlavano di Maria. Come scrive nella prefazione alle Glorie di Maria, e come ripete più volte, «C'è chi protesta che hanno un grande amore per la Madonna, ma non parlano di lei spesso, e non parlano con lei quotidianamente. Ciò dimostra poca prova d'amore». Questa non si poteva certo dire di Alfonso! Anche in quelle opere che non sono dedicate prettamente a Maria, non c'è quasi mai una pagina senza una preghiera, un punto di riferimento, o un esempio che non invochi la sua presenza. Tuttavia, il contesto in cui Alfonso parla e scrive di lei è il contesto della sua cristocentrica teologia, spiritualità, moralità e devozione. Gesù Cristo è sempre centrale. Due buoni esempi di questa cristocentrica Mariologia sono gli scritti Visite al Santissimo Sacramento e alla Beata Vergine, e Le glorie di Maria. Entrambe queste opere, tra gli scritti più popolari di Alfonso, sono dedicate a Gesù Cristo: «Amatissimo Redentore e Signore mio Gesù Cristo, io, tuo servo indegno, so quanto piacere ti dà chiunque si sforzi di lodare e glorificare la tua santissima Madre. Tu che la ami così teneramente. So quanto desideri vederla conosciuta ed amata da tutti. E così ho deciso di pubblicare questo libro che tratta delle sue glorie. Non so a chi potrei meglio dedicarlo che a te, che hai la sua gloria tanto a cuore». Alfonso intende che le sue preghiere mariane e i suoi scritti aumentino la fiducia che i suoi lettori hanno nella copiosa redemptio di Dio, per potere approfondire il loro amore e la devozione per la Madre di Gesù, per correggere gli errori e le esagerazioni dei giansenisti e rigoristi, e per fornire predicatori con riflessioni ponderate per aiutarli a parlare non solo di Maria, ma di parlare con lei, e quindi di promuovere in altri un amore più grande ed una maggiore fiducia in lei. Tra le sue opere più popolari su Maria ci sono le seguenti:
- Preghiere per la Beata Vergine per tutti i giorni della settimana

- Visite al Santissimo Sacramento e la Beata Vergine Maria
- Le Glorie di Maria
Tuttavia, Alfonso scrisse anche molti altri piccoli trattati, sermoni, lettere e articoli in opere più estese. Come pure, spesso scrive un pensiero su Maria o una preghiera per lei all’interno delle sue opere, come la Pratica dell'amore di Gesù Cristo.

6. Alfonso e la pratica pastorale con Maria
 Per Alfonso, tutta la sua preghiera, la scrittura, la devozione e la pratica è essenzialmente missionaria. Quindi, non c'è da meravigliarsi che intende Maria come la prima e più grande missionaria che deve accompagnare i suoi Redentoristi in ogni missione. Egli ritiene che lei ha il potere di riportare i peccatori più incalliti di nuovo verso Dio e verso la misericordia divina di Dio. Egli la paragona a Ruth, che raccoglie tutto il grano nei campi dove sono passati i mietitori. Egli ritiene che per Maria, nessuna persona può essere trascurata - non importa quanto peccaminosa, umile, povera, abbandonata, senza istruzione o amareggiata. Nella sua comprensione di Maria come missionaria discepola per eccellenza, Alfonso prepara la strada per una mariologia più matura. Questa Mariologia trova eco negli scritti di Papa Francesco, soprattutto nella Evangelii Gaudium. Sotto il titolo di ‘Madre del Perpetuo Soccorso’, Maria ha accompagnato i missionari redentoristi in tutti i continenti nella loro missione di proclamare il vangelo di maniera sempre nuova. Lei ha dimostrato di essere la più efficace presenza missionaria che annuncia redemptio copiosa per tutti, ma specialmente per i poveri abbandonati.

Bibliografia
BREHL M., Sant'Alfonso e Maria, Madre di Dio. Lettera del Superiore Generale alla Congregazione del SS. Redentore; DILLENSCHNEIDER CL., La Mariologie de S. Alphonse de Liguori; vol. I: Son influence sur le renouveaux des doctrines mariales et de la piété catholique après la tourmente du Protestantisme et du Jansénisme, Fribourg (Suisse) 1931; vol. II: Sources et synthèse doctrinale, Fribourg (Suisse) 1934; AA. VV., Pietas Alfonsiana erga Matrem gloriosam Mariam, Lovanii 1941; Gregorio O., La Madonna Immacolata nelle canzoncine spirituali di S. Al­fonso Maria de Liguori, in « Spie. hist. C.SS.R. », 3  (1955) pp.  182-195; SPATARO R., Appunti per una storia della Mariologia, Edizioni Segno, Udine 2014, pp. 128129; SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, Le glorie di Maria, 2 voll., Editrice Ancilla, Conegliano 2013; COLAVITA M., Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Tau Edizioni, Todi 2011; VELOCCI G., Alfonso Maria de' Liguori alla scuola di San Paolo,  Jaca Boock, Milano 2011.

VEDI ANCHE:
- LE GLORIE DI MARIA
- MURATORI LUDOVICO ANTONIO






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