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MARIA, DONNA DI VITA INTERIORE


Bisogna dire che parlando della Vergine gli evangelisti intendono sottolineare la sua figura teologica. Inoltre, ciò che gli evangelisti fanno potrebbe essere visto come un modo di tratteggiare e rappresentare il ritratto della Madonna per mezzo di detti ed episodi che danno una profonda percezione del suo intimo, colto da diversi angoli visuali, da diversi punti di vista. Detto questo è interessante che Luca segnali due volte il fatto che Maria era una contemplativa, una persona cioè che dava più importanza all'interiorità che non all'esteriorità. Dopo la nascita di Gesù a Betlemme e la venuta dei pastori, Luca scrive: «Dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano» (Lc 2, 17-18). Ma Luca, facendoci notare il contrasto e la differenza, aggiunge: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).

La gente avida di notizie sensazionali e insolite si meraviglia, rimane a bocca aperta: ma poi dimentica. E troppo presa dalle cose esteriori, troppo indaffarata perché le parole sentite incidano profondamente nel cuore e nella vita. Queste parole sfiorano l'esterno e l'interno e poi svaniscono. Non cosi nel caso di Maria. Lei era «raccolta», non era dispersa in mille ed un affare, non viveva al di fuori di se stessa come tanti di noi. Era presso di sé, il suo «io» era quindi in suo possesso, perché coltivava la vita interiore, perché nell'azione era contemplativa, perché sapeva meditare, perché la parola e l'esperienza erano per lei occasioni di tornare dentro di se stessa e di ritrovare, nell'intimo santuario dell'«io», il suo Signore. I fatti, gli eventi e le parole della storia erano per lei un ponte tra il suo «io» e Dio.

Luca ci racconta ancora che dopo che Giuseppe e Maria trovarono Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme, tornarono a Nazaret, e «sua Madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2, 51). Maria sapeva serbare, conservare, custodire tutto nel suo cuore, perché il suo cuore aveva una certa profondità, perché nel suo cuore trovava l'intelligenza e l'interpretazione giusta dei fatti, delle parole, degli eventi, giacché nel suo cuore abitava Dio come in un santuario, in un tempio da lei sovente frequentato. Lungo l'arco della vita nascosta di Gesù Luca sembra indicare che la prima e più importante attività che marcava la vita di Maria era di custodire «tutte queste cose nel suo cuore», e di interpretarle alla luce della ininterrotta contemplazione del Figlio di cui condivideva la vita!

Non il «fare», neanche se questo fare è un'attività spirituale, un apostolato, caratterizza la vita di Maria, ma piuttosto il contemplare, il meditare, l'essere «uditrice», anzi «ascoltatrice» della Parola di Dio e del Figlio. È qui l'origine del canto sublime del Magnificat, cosi rappresentativo della personalità spirituale di Maria. È qui la sorgente della sua maturità spirituale dimostrata con la sua piena e totale disponibilità perseverante a Dio e al mistero del Figlio.

Da lui si separò solo quando scoccò l'ora dell'inizio della sua vita pubblica, quando Gesù le fece capire che la sua maternità era in primo luogo spirituale, un servizio per gli uomini piuttosto che fonte di soddisfazione per se stessa: «Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?...» (cf. Mc 33-35 e paralleli); quando soprattutto dovette assistere al momento più generoso e straziante della vita di suo Figlio e sua, sotto la croce. La statura della Madonna, questa statura di gigantesca grandezza spirituale, proviene dalla sua profonda interiorità. Una interiorità che la rendeva forte perché consapevole della sua creaturalità, potente perché conscia della sua totale dipendenza dall'Altissimo, raggiante di gioia e ricolma di beatitudine, perché cosciente della sua «piccolezza» e perché la sua meditazione e la conseguente docilità la portavano ad abbandonarsi totalmente nel Dio misericordioso, che solo costituiva la sua salvezza. L'interiorità e l'attitudine contemplativa della Vergine santissima avevano l'effetto connaturale. di produrre in lei un atteggiamento di docilità e di ricettività, non solo riguardo al suo essere creaturale (al suo esse natum), ma anche in rapporto alla sua femminilità e al ruolo contemplato da questa dimensione essenziale dell'essere umano dal piano di Dio creatore e salvatore. Maria infatti è la Madre del Messia, la Madre del Dio fatto uomo, e come tale è la «serva», cioè colei che si consacra silenziosamente a servizio della vita del Cristo, colei la cui vita consiste nel servire la vita del Figlio dall'inizio sino alla fine, perdendosi come lievito nella sua missione salvatrice. E tutto ciò lo faceva in esultanza di spirito, lodando e ringraziando Dio, perché tutto in lei era opera sua, perché «il Potente aveva fatto in lei grandi cose» (cf. Lc 1,49), semplicemente perché egli esalta gli umili e ricolma di beni gli affamati e i poveri, che in lui confidano.

Per lei quindi valeva più accettare il proprio essere, che pretendere di esserne l'autore. Il suo atteggiamento-base era quello di accogliersi da Dio: quindi l'essere non il fare, l'essere piuttosto che l'avere o il potere. Perché coltivava la vita dello spirito, perché dava la priorità all'interiorità, Maria non si ridusse mai al livello del semplice homo faber. Era guidata dalla sapientia cordis, la sapienza di Dio. Era sempre sulla lunghezza d'onda dell'homo sapiens, ma sapiente della saggezza e della sapienza di Dio. A ragione la invochiamo: «Sedes sapientiae»!

Questa sapienza della Vergine santissima la si può vedere nella caratteristica più evidente, nella qualità più saliente della sua personalità, che contraddistingue tutta la sua esistenza, ed è il tratto portante della sua figura spirituale e soprannaturale.

Bibliografia 
DELIA C. C., Maria e l'uomo d'oggi, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1989, pp.43-45. 

VEDI ANCHE:
 - ARCHETIPO DI FEMMINILITÁ
 - DONNA
 - MARIA, DONNA CHE AMA
 - MARIA, DONNA DI FEDE
 - MARIA, DONNA EUCARISTICA
 - MARIA, DONNA LIBERA
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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