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MADONNETTE DI GENOVA



1. Origini e diffusione delle Madonnette
A Genova le edicole sacre — denominate «Madonnette» - hanno costituito da sempre un fenomeno di rilievo, nel contesto vivo della storia: dai sopraportali "in pietra nera" del medio evo alle esuberanti immagini del periodo barocco. Ed anche a Genova come a Roma fino a poco più di un secolo fa erano molto numerose. Angelo e Marcello Remondini, nel loro studio del 1865, descrissero 890 immagini della Madonna (statue, dipintio bassorilievi) distribuite nei vari sestieri della città. La Vergine era raffigurata sotto diversi titoli: Madonna della Misericordia di Savona, Immacolata Concezione, Addolorata, Madonna della Città, Madonna del Carmine. L'architetto Mauro Ricchetti — a più di un secolo di distanza - ha stimato complessivamente nel 1990 un centinaio di «Madonnette», senza considerare quelle fuori città o nei diretti dintorni del centro storico. Il fenomeno delle «Madonnette» ha interessato soprattutto i secoli X- VI e XVII. Non tutte le realizzazioni di questo periodo eccellono per nobiltà di disegno e finezza di scalpello. Moltissime non erano che l'umile prodotto di oscuri "marmorari", di poche infatti si è in grado di indicare con certezza il nome dell'autore. Altre, che pur si distinguono per nobile fattura, debbono essere incluse nella lunga lista delle opere "anonime". Sistemate agli angoli delle strade, sui portoni delle case, sulle mura della città, nei vicoli scuri dove il sole non arriva mai, sulle lunghe palazzate quasi a contatto con il mare, o nelle piccole "creuse" che si arrampicano verso la collina, le «Madonnette» da sempre hanno identificato luoghi e percorsi, diventando parte integrante della vita di ogni giorno, proprietà acquisita di diritto da tutti gli abitanti del quartiere. Le piccole edicole, attraverso la loro essenzialità rinascimentale, la scenografica esuberanza barocca o la seriosa rigorosità neoclassica, rivelano la storia di Genova e dei genovesi, con le terribili epidemie, le scampate tempeste delle sue navi, ma anche i semplici fatti accaduti, quelli ritenuti degni di un ricordo perenne.

2. Forme e significati delle Madonnette
Il motivo della loro collocazione e il contenuto ideologico dell'immagine sono quasi sempre ricchi di suggestioni. La forma plastica della raffigurazione era stata suggerita in modo ufficiale: la Vergine deve tenere in braccio il Figlio e avere nelle mani un cartiglio con le parole: «Et rege eos». Il simulacro di Maria Regina, creato apposta, e collocato sulle porte di accesso alla città è contrassegnato da significativi proclami grafici: «Genova città di Maria santissima» e «Posuerunt me custodem». Di conseguenza, l'immagine della Madonna - riprodotta pure sugli stendardi della torre e della Galea Capitana - si presenta in atteggiamento di "regnante", a sedere o stante, con lo scettro in mano e la corona regale in capo. Pittori e scultori si misero all'opera, da Domenico Fiasella a Valerio Castello, da Bernardo Carlone a G. B. Bianco, alle diverse "botteghe", da cui uscirono numerose statue occorrenti. Parecchie edicole assumono anche un pregnante significato sociologico. Sono "voce" di un quartiere e della sua specifica connotazione nel contesto operativo della città. Ogni "arte" o mestiere ambiva ad avere il proprio segno devozionale, il proprio punto di convegno: i barcaioli e fruttivendoli, i portantini e i facchini. Sono tuttora superstiti la «Madonnette dei macellai» in Soziglia; quella di Nostra Signora della Guardia, dei bottegai, che nel 1749 ottennero di aprire una nicchia sotto l'archivolto d casa Lomellini, ed in ultimo la bella Madonnina, dipinta dal giovani Pellegro Piola nel 1750, che regge il Bimbo tra s. Giovanni Battista e s Eligio, patrono degli orefici, convenientemente ricollocata in copia nella sua sede, nell'omonima via, dopo l'uragano della guerra. Altri ricordi affiorano dai marmi: guerre e pestilenze, casi privati - come quello del notaio Domenico Piaggio, che è all'origine di un'altra edicola scolpita da Bernardo Schiaffino nel 1730 sotto il titolo di Madonna di Loreto, in via s. Vincenzo - oppure invocazioni devote. Quelle invocazioni che, sotto diversi appellativi della Madonna, popolano i vicoli e gli androni: madre di Dio, Vergine Immacolata, Assunta, Madre della pietà che stringe dolente il Cristo morto. E con la Madonna spesso sono raffigurati il santi Protettori della città: s. Giovanni Battista e il santo della cavalleria, s. Caterina da Genova e il b. Sebastiano Maggi. Non mancano veneratissimo s. Antonio da Padova e s. Francesco d'Assisi, assieme al immagini dei santi più cari alla devozione del popolo, come s. Vincenzo e s. Gaetano da Thiene che, secondo la popolare filastrocca, ha il privilegio di favorire il sonno dei bimbi nella culla.

3. Le Madonnette oggi
Oggi le «Madonnette» di Genova - come abbiamo ricordato — sono circa un centinaio. Alcune sono state sommariamente restaurate, altre imprigionate dietro sbarre di ferro, altre sostituite con una copia, ponendo l'originale nella più vicina chiesa. Nella maggior parte dei casi però si presentano in uno stato di abbandono. Il vandalismo, l'ignoranza, ma soprattutto l'egoismo e la spregiudicatezza di coloro che commissionano furti, fanno scempio ogni anno di sculture e di edicole. Le distruzioni e i furti sono cominciati dopo la fine dell'ultima guerra e continuano tuttora. Molte statue sono state decapitate, mutilate o sradicate con violenza dalle loro sedi e vendute al miglior offerente, quasi sempre straniero. Molte sono state ritirate dal Comune durante i lavori di ricostruzione e non sono state più ricollocate nelle loro sedi, forse disperse per sempre in qualche scantinato di museo.

4. Itinerari delle Madonnette
Quanto mai interessante si rivela la ricerca di Mauro Ricchetti che divide il centro storico di Genova in 5 itinerari al fine di consentire al visitatore una più rapida identificazione dei luoghi e delle varie «Madonnette». Un sesto itinerario presenta invece alcuni esempi di edicole ubicate al di fuori del centro urbano antico, o in borghi dell'entroterra. Per ogni «Madonnetta» analizzata è stata compilata anche una scheda analitica, nella quale vengono riassunti i dati relativi all'ubicazione, allo stato di conservazione, alla probabile data di costruzione, all'autore dell'opera (qualora sia noto), ai restauri... Ogni itinerario è stato indicato anche su di una cartina schematica appositamente eseguita. Concordiamo quindi con l'augurio di Cassiano da Langasco: «Anno dopo anno le edicolette continuino a scandire il tracciato del nostro quotidiano vivere. Ci ricordano quelle antiche "origini" e ritemprano il nostro coraggio e la nostra fiducia».

Bibliografia
PEDICO M. M., La Vergine Maria nella pietà popolare, Edizioni Monfortane, Roma 1993, pp. 147-150: REMONDINI A. M., Santuari e immagini di Maria Santissima nella città di Genova, Genova 1865; RICCHETTI M., Dentro il centro storico di Genova cento edicole dimenticate. Sei itinerari di ricerca. Premessa storica di Cassiano da Langasco, Genova 1990, pp. 4-13; CASSIANO DA LANGASCO, Le "Madonette" di Genova in RICHETTI M., Dentro il centro storico di Genova cento edicole dimenticate. Sei itinerari di ricerca. Premessa storica di Cassiano da Langasco, Genova 1990, p. 27.

VEDI ANCHE:
CAPITÈLI DI VENEZIA
EDICOLE MARIANE
MADONNELLE DI ROMA






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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