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DE FIORES STEFANO


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Cantore della Vergine” è un titolo suggestivo e profondamente vero, attribuito dalla stampa a padre Stefano De Fiores. La Madre del Signore è il filo d’oro che sottende l’intera sua vita e ne spiega il senso e la portata.

1. Cenni biografici
Nato a San Luca (RC) nel 1933 e battezzato l’anno dopo a Polsi, dove la famiglia si trasferisce temporaneamente per motivi di lavoro del padre, appaltatore edile, Stefano De Fiores consolida in quel Santuario un profondo anelito devozionale. Una mattina del 1946 Padre Vittorio Berton, zelante monfortano, mentre è intento a celebrare la Messa, osserva il ragazzo tutto assorto nella viva atmosfera del sacro rito. Nei giorni successivi ha la conferma degli autentici sentimenti di Stefano, per cui gli propone di diventare missionario della Madonna. La risposta immediata del giovane è quella di volersi fare sacerdote. A questo punto la madre, consapevole della vocazione del figlio, è ben lieta della scelta e, all’età di appena 13 anni, Stefano parte alla volta di Redona di Bergamo dove intraprende gli studi ginnasiali e dove vive anni di formazione intellettuale e spirituale sotto lo sguardo della “Regina dei Cuori”, affascinato dalla straordinaria ricchezza della spiritualità mariana di San Luigi Maria Grignion de Montfort che ha come vertice la consacrazione della propria vita a Gesù per le mani di Maria. Un dono di sé che il giovane Stefano compie con gioiosa responsabilità, che vivrà intensamente e del quale si farà maestro e annunciatore. Superato lodevolmente ogni esame, Stefano svolge a Castiglione Torinese il suo noviziato. Segue il percorso liceale e teologico nonché la densa esperienza comunitaria, vissuta all’interno della Compagnia di Maria. Il legame con il suo paese d’origine, San Luca, da apostolico, è rappresentato anche dal ritorno ogni anno nel mese di luglio. “Padre Stefano è orgoglioso della sua Terra, che s’identifica con la prodigiosa immagine di Maria SS. della Montagna”. A Loreto, nella Basilica, il 21 febbraio 1959 è ordinato sacerdote, ma decide di celebrare la prima Messa il 2 agosto 1960 nel paese natio. Il resto della sua vita, salvo brevi parentesi, si svolge a Roma. Qui perfeziona i suoi studi conseguendo la licenza in Teologia Dogmatica all’Università Lateranense e, nel 1973, il Dottorato in Teologia Spirituale alla Gregoriana, dove sarà professore di mariologia sistematica per lunghi anni. Nel frattempo inizia anche l’insegnamento al “Marianum”, continuato fino al termine della sua vita. I suoi corsi, densi di contenuti e presentati con notevole capacità comunicativa, sono molto frequentati. Innumerevoli studenti della Gregoriana e del “Marianum” si formano sui suoi testi, che diventano anche libri al servizio del grande pubblico. I numerosi riconoscimenti, l’appartenenza alle più prestigiose accademie mariane, le autorevoli testimonianze dimostrano che Padre Stefano è Maestro di profonda spiritualità. Come Francesco, fedele sposo di Donna Povertà e che i suoi seguaci affascina, anche Stefano realizza la sua mistica unione con Madre Chiesa fino a festeggiare, nel 2009, il cinquantesimo anniversario dalla sua ordinazione sacerdotale. Muore nella notte tra sabato 14 e domenica 15 aprile 2012 a Catanzaro, colpito da infarto mentre si trovava al paese natale per il ministero pasquale.

2. Una vita al servizio di Maria
Padre Stefano, uomo di ingegno e studioso di grande caratura intellettuale, ha dato molto allo sviluppo e all’aggiornamento della riflessione mariologica post-Vaticano II; i suoi numerosi studi e libri attestano il suo rigore e la sua passione per la persona, il ruolo e il significato della Madre di Gesù per la storia teologica e culturale non solo del cristianesimo. I suoi studi sono conosciuti e tradotti in più lingue; è un fatto che non si possa affrontare alcun argomento mariologico senza imbattersi in lui e con le sue puntuali osservazioni, riflessioni, scoperte d’archivio e interessanti rassegne sui temi più scottanti dell’evento mariano. Alla mariologia e alla catechesi mariana dedica tutte le sue energie e gli impegni crescono notevolmente: è membro ordinario della Société Francaise d’Etudes Mariales e della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) e insieme Presidente del Collegamento Mariano Nazionale dei Rettori di santuari e operatori di pastorale. Partecipa attivamente, spesso con relazioni fondamentali, ai vari Simposi organizzati a scadenze regolari dal “Marianum” e ai Congressi mariologici – mariani celebrati dalla PAMI in diverse parti del mondo. Nei confronti della sua terra d’origine il legame è stato sempre intenso: non solo vi è ritornato con frequenza e costanza, ma ne ha studiato con passione la storia e la cultura; è stato, fra l’altro, membro e Presidente della Fondazione Corrado Alvaro. Per le sue benemerenze, il Comune di San Luca lo ha dichiarato “Cittadino illustre”. Ormai figura tra i protagonisti di tutti gli appuntamenti di studio e di pastorale mariana e diviene punto di riferimento della mariologia, non solo in Italia. Non a caso nel 1983 è insignito della medaglia della Marian Library of Dayton e nel 1990, durante l’VIII Simposio internazionale mariologico, gli è stato conferito il Premio Laurentin “Pro Ancilla Domini” da parte della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”.

3. la fondazione dell’AMI e la Rivista Theotokos
Nel 1990 – dopo intensi mesi di contatto con diverse Università romane e in particolare con il Marianum – insieme con 24 soci fonda l’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana (AMI), che ha come finalità statuaria “la promozione della ricerca scientifica concernente la Vergine Maria Madre di Gesù, nel contesto della fede ecclesiale, con apertura alla dimensione ecumenica, in dialogo con le scienze teologiche ed umane ed in collaborazione con analoghe associazioni a livello internazionale, specialmente europee” ed elaborando in tale contesto e consesso adeguati criteri teologici volti ad illuminare e performare secondo lo spirito e le indicazioni del Concilio Vaticano II e dell’esortazione apostolica di Paolo VI Marialis cultus (1974). Dell’ AMI padre Stefano è il primo Presidente (1990 – 1999), carica nella quale è stato riconfermato nel 2008 e durata fino al termine della sua vita. In tutti i programmi e le attività dell’Associazione ha svolto un ruolo di primo piano, spesso decisivo. Egli ha condiviso pienamente il programma statuario dell’AMI le cui finalità sono rivolte non solo agli studiosi, ma anche al popolo di Dio, al servizio del quale devono essere messe la ricerca e la scienza mariologica. Anche a Padre Stefano e ai suoi tanti amici dell’AMI si deve a tal riguardo la pubblicazione, dal 1990 ad oggi, della rivista “Theotokos. Ricerche Interdisciplinari di Mariologia”, apprezzata e richiesta da importanti centri accademici e da teologi e mariologi di tutto il mondo. La rivista è giunta, così, al suo XXI anno di vita. I numeri contengono una serie di contributi di studiosi di Mariologia o altri esperti su un tema prescelto che viene indicato sulla copertina. L’ultimo numero, ad esempio, il n. 1 del 2013, è dedicato a Maria paradigma antropologico nella teologia postconciliare. In genere, la rivista contiene un Editoriale, gli Articoli, gli Studi, le Recensioni. Alla rivista “Theotokos”, che si qualifica per il rigore della ricerca, padre Stefano ha voluto affiancare i Colloqui mariologici divenuti sempre più numerosi, celebrati in ogni parte d’Italia, caratterizzati da internazionalità, interdisciplinarità ed ecumenismo, con l’adesione generosa e perfino entusiasta delle diverse comunità ecclesiali.

4. Le pubblicazioni di Stefano de Fiores
A considerare la sterminata produzione del De Fiores in campo mariologico si può affermare che, senza nessun timore di esagerazione enfatica, egli da studioso divenne costruttore della mariologia contemporanea. Il giudizio di Laurentin mette bene in luce alcuni atteggiamenti fondamentali del pensiero e della ricerca di padre Stefano De Fiores: la capacità di conciliare teologia e pastorale e proporre “con dolcezza”, senza violenza o fratture, la novità conciliare e del pensiero contemporaneo, presentando una mariologia viva e vitale, particolarmente attenta alla storia. Padre Stefano De Fiores ha dato alle stampe ben 29 volumi di mariologia, scritti incessantemente dal 1977 al 2012, anno della sua morte.
- Dal 1977 al 2000
- Con Maria Madre di Gesù. Per un mese di maggio rinnovato, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1977;
- Maria presenza viva nel popolo di Dio, Edizioni Monfortane, Roma 1980;
- A Colei che ci ascolta. Preghiere di tutti i secoli a Maria, Edizioni Monfortane, Roma 1983;
- Maria, cammino di fedeltà. Meditazioni, Edizioni Monfortane, Roma 1984;
- Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. Commento al capitolo mariano del Concilio Vaticano II,  Edizioni Monfortane, Roma 1984;
- Maria nella teologia contemporanea, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1991;
- Maria Madre di Gesù. Sintesi storico salvifica, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1992;
- La nuova spiritualità, Studium, Roma 1996;
- Sulle vie dello spirito con Maria. Pagine spirituali, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1997;
- Maria, volto giovane, icona di responsabilità, Elledici, Torino 1997;
- Maria nella vita secondo lo Spirito, Piemme, Casale Monferrato 1998.
Dal 2000 al 2012
- Trinità mistero di Vita. Esperienza trinitaria in comunione con Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001;
- Chi è per noi Maria? Risposta alle domande più provocatorie, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001;
- Il rosario rinnovato, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003;
- Il rosario. Catechesi e meditazione dei 20 misteri, Piemme, Casale Monferrato 2004;
- Maria donna dell’eucaristia. 31 approfondimenti per il mese mariano, Città Nuova, Roma 2005;
- Maria donna eucaristica. Un commento al capitolo VI dell’enciclica «Ecclesia de Eucaristia», San Paolo, Cinisello Balsamo 2005;
- Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005;
- Maria.  Nuovissimo Dizionario voll. 1 - 2 - 3, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 2006 - 2008;
- Itinerario culturale di Corrado Alvaro, Rubettino, Soveria Mannelli (Calabria) 2006;
- Ecco tua madre. Un mese con Maria, Città Nuova, Roma 2007;
- Il segreto di Fatima. Una luce sul futuro del mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2008;
- Mariologia. I Dizionari di S. De Fiores, S. M. Perrella, V. Ferrari Schiefer,  San Paolo, Cinisello Balsamo 2009;
- La Madonna in Michelangelo. Nuova interpretazione teologico culturale, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010;
- Perché Dio ci parla mediante Maria. Significato delle apparizioni mariane nel nostro tempo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011;
- Il più bel sì. Iconografia dell’annunciazione di Tommaso C. Mineo, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2012;
- Educare alla vita buona del Vangelo con Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 2012.

5. Attualità e prospettive della mariologia
Maria ha un valore antropologico straordinario che può e che deve aiutare il cammino storico dell’umanità di oggi: in lei si realizza quella bellezza e quella pienezza umana che mirabilmente splende nell’umanità stessa di Cristo come salvezza e liberazione, ieri – oggi – sempre; è la bellezza del dono di sé spinto fino all’estremo della morte, nella libertà dell’amore, quale splende nella testimonianza dei martiri e dei santi. Nel 1977 il De Fiores assegnava alla mariologia futura un compito importante per superare l’impostazione della mariologia post – tridentina che soffriva visibilmente di una specie di isolamento della figura di Maria dal contesto storico – salvifico e dal “tessuto teologico globale”, portando a quella “mariologia dei privilegi di Maria” nella quale l’accento veniva posto sulla sua glorificazione, fino a farne – quale sviluppo diretto della cristologia, cioè “calcando sull’analogia o somiglianza di Maria con Cristo” -, una “concausa” della salvezza con il Salvatore. Il rischio evidente di questa impostazione sta, da una parte, nel non riconoscere la creaturalità di Maria, attraverso la quale soltanto passa l’opera di Dio e, dall’altra, di non saper più riconoscere adeguatamente l’unicità della mediazione salvifica di Cristo: Maria sarebbe vista come una replica di Cristo e la corredenzione mariana disturberebbe l’autonomia della salvezza dell’unico Salvatore. Diversamente è giusto ammettere, precisa padre Stefano, che Maria è una creatura, una donna ebrea che appartiene ad una comunità di credenti  in un momento storico particolare nel grande disegno di Dio de realizzare le promesse di Israele a “suo modo”, nel modo cioè “eccedente” – pertanto inaudito e inaudibile per il tempo e per tutti i tempi, segno chiaro e inequivocabile della trascendenza e della libertà di Dio all’opera nella storia dell’uomo accoglibile soltanto nella libertà della fede – di incarnare la stessa persona del Figlio nel seno della vergine Maria, la fanciulla di Nazareth, la “serva del Signore” che si dispone a fare la volontà del Padre, precisamente come il Padre la comunica e la vuole attraverso l’angelo Gabriele, al di là delle sue capacità creaturali e storico – religiose di comprendere la novità dell’evento salvifico. La mariologia viene allora condotta a meglio precisare i nessi con gli altri settori della teologia evitando isolamento, eccessive polarizzazioni e sviluppi unidirezionali: «integrando Maria nell’insieme del piano di salvezza risulterà una kenosi della mariologia, da non considerarsi come perdita o soppressione della propria realtà, ma come recupero della funzione di servizio sull’esempio stesso della  “serva del Signore” (Lc 1, 38.48). […] La perdita dell’autosufficienza del trattato di mariologia influirà sulla sua concezione e sul suo linguaggio, che diventerà cristocentrico: si tenderà all’abbandono di espressioni come “culto mariano”, “catechesi mariana” e “dogma mariano”». É vero che Maria non è una realtà a se stante e perciò i dogmi che la riguardano (madre e vergine, immacolata, assunta in cielo) sono e restano dogmi cristiani. Per raggiungere lo scopo, la mariologia futura avrebbe potuto avvantaggiarsi – propone De Fiores – di due approcci significativi, ambedue volti a contrastare la tendenza al concettualismo e all’astrattismo: la via estetica e la via esperienziale. La prima apre all’intuizione e sviluppa un processo simbolico congeniale al contenuto della rivelazione cristiana che resta sempre Dio, il mistero ineffabile, trascendente e dunque non incapsulabile in modo esaustivo dentro definizioni e concetti, dischiudendo atteggiamenti di ammirazione che sono già un modo di conoscere Dio e di entrare in rapporto con Lui: «l’intuizione costituisce un accesso alla sua realtà diverso dal pensiero causale: la sua base è la categoria della corrispondenza o analogia, la sua caratteristica è l’incontro e la partecipazione immediata con una realtà non manipolabile”. La seconda impone di muovere – nella considerazione di Maria – dal vissuto concreto, dalla vita cristiana, dalla prassi storica, illuminata dalla parola di Dio, nelle quali Maria è riscoperta per la sua stessa vita, inserita nella storia della salvezza, in quello cioè che Dio vuole fare con lei a beneficio di tutta l’umanità, da affrancare dalla schiavitù del peccato e dal liberare a nuova libertà: la vicenda di Maria concentra così l’insieme del piano salvifico di Dio e lei stessa nella sua persona ne è come una mirabile sintesi, quasi una “microstoria”. In questa direzione andò lo sviluppo della mariologia non solo di padre Stefano De Fiores, ma di quanti si impegnarono a lavorare nel cantiere stabilito dalle nuove prospettive emerse dal Concilio Vaticano II. Tutti sulla stessa barca, ma, ovviamente, ognuno con approcci specifici e sottolineature diverse, quasi costituendo un’orchestra sinfonica nella quale sotto la regia conciliare ogni maestro suona il proprio strumento ed interpreta il suo proprio intervento per realizzare la magnificenza  dell’armonia dell’opera sinfonica nella sua globalità. Ad onor del vero – sottolinea mons. Antonio Staglianò nella sua relazione – in questa orchestra padre De Fiores ha assunto parti rilevanti impegnandosi, con il suo contributo peculiare ed originale, a interpretare la “costante” dell’intero spartito sinfonico, cioè la collocazione di Maria nella storia della salvezza. Egli fa di questa “costante” il principio ermeneutico di tanti suoi saggi mariologici e il principio architettonico del suo trattato di Mariologia, Maria Madre di Gesù. Sintesi storico salvifica, tanto che la presentazione che di questo libro ha fatto Angelo Amato (ora Prefetto della Congregazione per la causa dei santi) così la definisce: “la mariologia storico – salvifica di Stefano De Fiores”.




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