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AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA


Documento Ufficiale del 213° Capitolo Generale - 2013 dell'Ordine dei Servi di Maria.

1. Genesi del Documento
Dal 13 settembre al 1° ottobre 2013 i frati Servi di Maria hanno celebrato presso il convento di Pietralba/Maria Weissenstein (Bolzano) il loro 213° Capitolo generale, che ha visto radunati insieme frati da tutto il mondo e ha costituito un particolare “tempo di grazia” e di riflessione sulla realtà e presenza dei Servi nei cinque continenti e sulle prospettive future in ordine al loro servizio alla Chiesa e al mondo. In vista di tale avvenimento, il consiglio generalizio precedente aveva chiesto alla Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» di preparare un documento con la raccomandazione di rilevare una risonanza mariana nell’invito del Concilio Vaticano II ad una «frequente lettura delle divine Scritture» (Dei Verbum, n. 25); auspicio ribadito dal Sinodo dei Vescovi del 2008, vista l’odierna necessità di una “nuova evangelizzazione”. Dopo quasi quattro anni di redazione il documento è stato presentato dal preside del «Marianum» ai frati capitolari che lo hanno discusso e approvato, venendo poi promulgato dal nuovo priore generale, fra’ Gottfried M. Wolff, il 25 dicembre 2013. Il nuovo documento mariano ha visto la luce il 17 febbraio, solennità dei Sette Primi Padri e ha come titolo: «Avvenga per me secondo la tua Parola» (Lc 1,38). I Servi e Maria, icona di chi vive ascoltando e testimoniando la Parola (= Avvenga per me). Questo è il terzo documento mariano che i Capitoli generali dei Servi propongono dopo la celebrazione del Concilio Vaticano II; esso dà in qualche modo un seguito alla riflessione mariologica dei documenti precedenti: quello intitolato «Fate quello che vi dirà». Riflessioni e proposte per la promozione della pietà mariana, del 208˚ Capitolo generale (Roma, 1983) e quello intitolato "Servi del Magnificat. Il cantico della Vergine e la vita consacrata", del 210˚ Capitolo generale (Città del Messico, 1995).

1. Obiettivo e destinatari
Scandendo il pellegrinaggio di fede di Maria di Nazareth (cf. Lumen gentium, n. 58) in tre imprescindibili e conseguenti eventi del mistero cristologico - Annunciazione (Parola e identità), Visitazione e vita pubblica (Parola e azione), Presenza presso la Croce e nella Chiesa post-pasquale (Parola e silenzio) -, questo documento capitolare risponde in qualche modo all’invito del Papa emerito, Benedetto XVI, ad ispirarsi alla Vergine per accogliere la Parola: «In realtà, l’incarnazione del Verbo non può essere pensata a prescindere dalla libertà di questa giovane Donna [Maria] che con il suo assenso ha cooperato in modo decisivo all’ingresso dell’Eterno nel tempo. Ella è la figura della Chiesa in ascolto della parola di Dio che in lei si fa carne ed evangelizza ancora le genti. Maria è anche simbolo dell’apertura a Dio e agli altri; dell’ascolto attivo, che interiorizza, assimila, in cui la Parola diviene forma della vita» (Verbum Domini, n. 27). Il documento capitolare è indirizzato prima di tutto ai fratelli e sorelle dell’Ordine e della Famiglia servitana; ma anche alle Chiese locali dove essa è presente e dove svolge il proprio servizio e rende la sua peculiare testimonianza in collaborazione con i vescovi, i presbiteri, i diaconi e i laici. Questo indirizzo va esteso pure alle altre Famiglie religiose maschili e femminili che vivono la propria consacrazione al Dio di Cristo guardando a sua Madre come a loro icona conduttrice, senza dimenticare quegli uomini e donne che venerano con affetto e/o ammirano Colei che è beata perché ha creduto (cf Lc 1,45). Su tale versante si è tenuto conto anche delle altre Chiese e confessioni cristiane visto che Santa Maria non è Mater divisionis, ma piuttosto Mater unitatis! Al di là di ogni pregiudizio, tutto «in lei è da Dio e tutto rimanda a Dio, davvero typus et exemplar del trattato della grazia per le Chiese». Inoltre, non si deve dimenticare che Maria è figura significativa anche per altre esperienze religiose non cristiane, in particolare l’Ebraismo e l’Islam che apprezzano l’importanza iconologica che la Donna di Nazareth può assumere per la testimonianza della fede nell’Unico Dio. Avvenga per me è una sorta di pensosa e propositiva lectio divina, volta a riflettere sull’identità carismatico servitana nell’oggi della Chiesa e del mondo attraverso alcune parole chiave della Sacra Scrittura, mostrando il legame inscindibile tra la Parola, Israele, Maria e la Chiesa. Infatti, osserva giustamente il priore generale nella prefazione al testo: «Il documento si sofferma sulla risposta della Vergine di Nazareth all’angelo nell’evento dell’Annunciazione del Signore (cf Lc 1,26-38). Il “sì” della Vergine Madre fece eco al “sì” di Abramo, padre dei credenti, e di tanti e altri uomini e donne che aderirono al disegno di Dio nella storia della salvezza, e trovò la sua piena espressione nel “sì” del Figlio Gesù, Verbo di Dio che, entrando nel mondo, disse: “Ecco, io vengo … per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,7). Il “sì” della Vergine Madre, pronunciato nel segreto della casa di Nazareth, è risuonato poi in altre case, cominciando da quella della parente Elisabetta in Giudea (cf Lc 1,39-56), alla casa di Giuseppe (cf Mt 1,18-25), a Betlemme, “casa del pane” (cf Mt 2,9-11), alla casa del vino nuovo a Cana (cf Gv 2,1-12), alla casa dell’eclissi del sole in Gerusalemme (cf Gv 19, 25-27; 20, 26; Lc 23,44-45), alla casa riempita di vento dove stava la Madre insieme con gli apostoli (cf At 1,12-14; 2,1- 4). È stato detto con fede dalle labbra a Nazareth e anche nel silenzio del cuore al Calvario. Dalla Vergine del “Sì”, Madre e Serva del Signore, noi, suoi Servi e Serve, abbiamo appreso e non finiremo mai di imparare “ad essere docili alla voce dello Spirito, a vivere nell’ascolto della Parola, attenti ai suoi richiami nel segreto del cuore, vigili alle sue manifestazioni nella vita dei fratelli, negli avvenimenti della storia, nel gemito e nel giubilo del creato” (Vigilia de Domina, form. II, lett.1; cf Cost. 6)».4

2. Contenuti essenziali

Avvenga per me è composto da un Prologo, da tre Parti e da un Epilogo, consta di ben 115 numeri e si snoda, almeno nell’edizione italiana, in ben 142 pagine.

PROLOGO
Il Prologo (nn. 1-14) situa il documento capitolare nel preciso momento teologale e storico che l’Ordine, in quanto cellula viva della Chiesa pellegrina nel tempo, sta attraversando; esso presenta quindi l’Ordine e la Famiglia dei Servi come una realtà interconnessa, il cui sviluppo dipende dalle molteplici relazioni che li legano alla Chiesa e alla famiglia umana, avendo cura di non dare seguito a tutti quei dinamismi che tendono invece a rinchiuderli semplicemente al loro interno. Una Chiesa che voglia essere fedele oggi alle richieste del Vaticano II non può prescindere dal fatto che la vita spirituale del credente, come del consacrato e della consacrata, deve fondarsi e ricentrarsi sempre sull’ascolto orante della Parola, “viva”, “efficace” e “tagliente” (cf Eb 4,12-13), vissuto nella prospettiva della testimonianza e del servizio, ad immagine della Serva del Signore. 

"ASCOLTA ISRAELE". PAROLA E IDENTITÁ
La Prima parte (nn. 15-38), dal titolo «Ascolta Israele». Parola e identità, esplora il legame umano e teologale che lega Israele e Maria: entrambi sono il frutto dell’impegnativo ascolto della Parola e non possono comprendere se stessi al di fuori del dinamismo inesausto della Rivelazione e della fede. Di conseguenza, anche l’Ordine dei Servi è chiamato a comprendersi come forma ecclesiale di tale legame tra Israele e Maria, e come forma carismatica dell’evento della Rivelazione e della fede, così come è attestato dall’icona della Vergine Annunziata. Ritornare al legame essenziale e fondativo tra la Parola e la Vergine significa, in primo luogo, ritornare alla storia della salvezza e alla testimonianza di fede del popolo di Israele, di cui ella è figlia e da cui «proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen» (Rm 9,5). A tal riguardo, fra’ Davide M. Turoldo († 1992) così si esprime: «La Vergine Madre, sintesi della creazione, segno della pienezza di grazia; sintesi della storia d’Israele: la vera figlia di Sion; figura e consumazione del nuovo Israele, la Chiesa. Bellezza che si traduce in ricerca e disposizione di grazia, attraverso la vita di preghiera e di invocazione; vita che si fa culto, atto d’amore».

"MARIA SI ALZÓ E ANDÓ". PAROLA E AZIONE
La Seconda parte (nn. 39-75), dal titolo «Maria si alzò e andò…». Parola e azione, esplora il racconto della peregrinatio fidei di Maria, originata e causata dall’incarnazione del Verbo, così come la raccontano i Vangeli. Ricordando l’insegnamento della costituzione conciliare Dei Verbum, che comprende e propone la Rivelazione come interconnessione tra evento e parola, la peregrinatio fidei della Madre di Gesù è stata letta come ricerca- accoglienza-comprensione degli eventi e delle parole causati dalla presenza e dall’azione del Figlio, Gesù. Nello svolgimento storico dell’evento messianico, Giuseppe e Maria di Nazareth sono segno l’uno per l’altra del Dio che ha parlato, in un perseverante e reciproco movimento di ricerca e di dono di sé» (Avvenga per me, n. 47). Di conseguenza, anche l’Ordine e la Famiglia dei Servi manifestano la loro vitalità nel ripercorrere tale cammino di ricerca-accoglienza-comprensione dei signa Christi che si manifestano nel vissuto della Chiesa e dell’umanità. Non si può dimenticare che l’accoglienza dell’altro come segno del Dio che parla ha permesso a Maria di cantare il Magnificat (cf Lc 1,46- 55): esso rappresenta perciò il frutto di una comunione, ossia dell’incontro tra credenti capaci di mettere insieme i doni ricevuti e di scambiarsi le reciproche storie di fede (cf Rm 12,3-21). Il Magnificat della Madre della Parola attesta così che la condivisione delle storie di fede diventa responsabilità e sfida educativo-formativa all’insegna del Vangelo. 

"STAVANO PRESSO LA CROCE DI GESÚ...". PAROLA E SILENZIO
 La Terza parte (nn. 76-100), dal titolo «Stavano presso la Croce di Gesù…». Parola e silenzio, si è concentrata sul culmine della peregrinatio fidei della Donna di Nazareth: la sua presenza ai piedi del Crocifisso, narrata dal vangelo di Giovanni, che l’ha resa Mater dolorosa (cf Gv 19,25-27), e la sua presenza nella nascente comunità post-pasquale di Gerusalemme, narrata da Luca negli Atti degli Apostoli e che l’ha resa Membro e Mater ecclesiae (cf At 1,14). Di conseguenza, anche l’Ordine/Famiglia dei Servi è chiamato a ritrovare in questo paradossale silenzio evangelico la sorgente della sua fecondità nello Spirito, con cui l’Umiliato-Esaltato lo associa all’opera della Chiesa. Per l’uomo naturale (cf 1Cor 2,11- 14), parola e silenzio si oppongono e si escludono a vicenda: l’una è sinonimo di vita e di azione, l’altro è sinonimo di morte e di inattività. Per colui e colei che sono guidati dallo Spirito di Dio, invece, la parola sfocia nel silenzio e il silenzio diviene una forma di parola; il silenzio non è più sinonimo di morte, ma è piuttosto sorgente di vita, di azione, di redenzione e di salvezza. La stessa Trinità è silenzio vivo ed operante; e come silenzio che salva si presenta e si rivela, in forma di parabola, a coloro che fanno attenzione a come ascoltano (cf Lc 8,18). Tra questi è presente Maria (cf Lc 8,19-21; 11,27-28); c’è la Chiesa dei discepoli e delle discepole e in lei, con lei e per lei, i Servi e le Serve di Maria. Essi sono chiamati «a manifestare nel mondo il dono della compassione, non tanto come aspetto ministeriale o sacramentale, ma come frutto della loro ispirazione mariana […]. Compassione e misericordia sono riconosciute come caratteristiche dei Servi che continuano nella loro vita l’esempio e la presenza della Madre di Dio (cf Cost. 52). Le diverse tappe della vocazione di Maria celebrate nella liturgia e nella pietà popolare ci spingono ad accogliere la parola di Dio nelle varie circostanze del nostro pellegrinaggio, in particolare nei momenti del dolore, nei giorni della croce». Riempire di Vangelo l’icona della Mater dolorosa è ancora più urgente in quei luoghi dove si è costretti a constatare che la religiosità popolare non è in grado di promuovere la cultura della vita: si tratta di un vero e proprio scandalo, in quanto l’icona dell’Addolorata ci rimanda al Vangelo di Gesù (cf Gv 19,25-27; Avvenga per me, nn. 97-99)!

EPILOGO
L’Epilogo (nn. 101-115) riassume quanto è via via emerso nelle tre parti del documento mariano attraverso la contemplazione di due icone marianamente comprese dalla Chiesa: la Mater viventium (cf Gen 3,15) e la Donna vestita di sole (cf Ap 12). Esse chiamano l’Ordine/Famiglia dei Servi ad essere una comunità di speranza, umanamente e teologalmente capace di vivere di ascolto, di decisione, di azione. L’Epilogo si conclude con l’anelito alla speranza nutrita dalla parola di Dio a cui la Vergine del fiat si è sempre esemplarmente affidata, venendo da Essa resa “segno di consolazione e di sicura speranza” (cf Lumen gentium, n. 68). La tradizione liturgica dei Servi, celebrando la solennità dell’Addolorata e invocandola quale Patrona principale dell’Ordine, ha infatti sempre contemplato il “grande segno nel cielo” (cf Ap 12,1) come manifestazione che ricapitola il mistero fecondo dell’Ora del Cristo e del suo Regno (cf Gv 2,1- 12; 19,25-27). In essa la donna, santa Maria di Nazareth, madre di Colui che non è destinato a divenire polvere (cf Gen 3,19) e cibo del drago (cf Ap 12,4), ma a salire verso Dio e il suo trono (cf Ap 12,5), viene costituita madre di tutti popoli. Il primato dell’ascolto e del servizio fedele a Cristo, vero Vangelo della vita, ha reso Maria di Nazareth icona splendente di come si accoglie, si ascolta e si vive la Parola. Per cui: «Valgono qui e adesso per noi le parole della prima Alleanza, mai revocata: “Io ti ho posto davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità” (Dt 30,19-20). Per fare la scelta giusta, però, bisogna saper e voler vivere una condizione previa ed essenziale, richiesta da Gesù stesso: “Fate attenzione a come ascoltate” (Lc 8,18). La Madre del Signore si offre alla Chiesa e a noi come colei che ha fatto sempre attenzione a come ha ascoltato e servito. È stata l’unica ricchezza della sua vita; l’avervi posto il suo cuore ha reso il suo stesso corpo intangibile dalla tignola e dalla ruggine (cf Mt 6,19-21)».
Il documento mariano, che ha tenuto in debito conto sia l’insegnamento del Concilio Vaticano II, sia quello dei Vescovi di Roma, da Paolo VI a papa Francesco, sia il teologare di uomini e donne empaticamente vicini alla proposta mariologica dei Servi, sarà un motivo ulteriore di rilancio teologico e spirituale per l’intera Famiglia servitana, che nella sequela dell’Unico necessario che è Cristo, ha come guida la Vergine del fiat e come stile la sua esemplare condotta di discepola che ha creduto (cf Lc 1,45), e ha creduto per prima!

Bibliografia

PERRELLA S. M., «Avvenga per me secondo la tua Parola» (Lc 1,38). Dal sito della Facoltà Teologica "Marianum" - Roma.

VEDI ANCHE:
- DUM LEVAMUS
- LEGENDA
- LITANIE DEI SERVI DI MARIA
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- SERVI DEL MAGNIFICAT
- SERVI DI MARIA
- VIGILIA DE DOMINA
- VIRGO LIBER VERBI






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