PORTALE DI MARIOLOGIA - Enciclopedia
PORTALE DI MARIOLOGIA
  Login o Registrazione
PER CONOSCERE MEGLIO LA MADRE DI DIO
 Menu 
· Home
· Account o Registrazione
· Argomenti generali
· Articoli: archivio
· Articoli: invia nuovo
· Articoli: piu' letti
· Articoli: ultimi inseriti
· Banners del sito
· Biblioteca mariana
· Calendario mariano
· Documenti Magistero
· Enciclopedie
· Forums
· Fotoalbum
· Help del sito
· Invia Cartolina virtuale
· La Chat di Mariologia
· Le vostre domande
· Mappa del sito
· Motore di ricerca
· Sondaggio
· Statistiche
· Suggerimenti
· Sussidi Pastorali
· Testimonianze
· Web Links
· Webcams
 Enciclopedie 










 Inserti Speciali 



























 Nuovi in Biblioteca 
  La Vergine del silenzio
  Catechesi bibliche sui misteri del Rosario
  La Madonna che scioglie i nodi
  Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano
  L'Annunciazione a Maria nell'arte d'Oriente e d'Occidente
  Il messaggio teologico di Guadalupe
  L'angelo mi disse. Autobiografia di Maria
  Il paradosso mariano. Cornelio Fabro rilegge S. Kierkegaard
  Maria e la modernità
  Benedetto XVI. Una donna icona della fede
  Giovanni XXIII. Madre e maestra di vita cristiana
  Icone. Il grande viaggio
  Ben più che Madonna. Rivoluzione incompiuta
  Cuore di Mamma.
  Maria Madre del Signore. Canti per le solennità mariane
 Pensieri 
Nuova pagina 1


 

 Ultimi 15 articoli 
Ultimi 15 Articoli

La Vergine Maria nel Concilio Vaticano II


La Theotokos Achiropita di Rossano


Maria, Icona della Chiesa pellegrina


La marianità del Carmelo


La contemplazione nel cuore di Maria per la missione


Maria al servizio della creazione e della vita


I giovani e Maria nella cultura contemporanea


Maria e l'Eucaristia


Con Maria aspettiamo la Pentecoste


La pietà popolare, i giovani e Maria


Il Mese di Maggio in Vaticano e nel mondo


Preghiera e contemplazione con Maria


Maria e i tempi dell'attesa nell'iconografia


Maria nella musica del Novecento Europeo 1


Maria nella musica del Novecento Europeo 2


 Immagini  
 Sondaggio 
COSA TI INTERESSA DI PIU' IN MARIOLOGIA?

S. Scrittura
Magistero della Chiesa
Apparizioni
Mariologia ecumenica
Liturgia
Dogmi mariani
Spiritualità mariana
Pietà popolare
Mariologia sociale
Padri della Chiesa
Cultura e Arte



Risultati
Sondaggi

Voti 757
 Contatore visite 
DAL 1999

web counter 
 F.A.Q. 

 Utenti 
Benvenuto, Anonimo
Nickname
Password
(Registrazione)
Iscrizione:
ultimo: pertinac
Nuovo di oggi: 0
Nuovo di ieri: 0
Totale iscritti: 357

Persone Online:
Visitatori: 193
Iscritti: 0
Totale: 193
 Orario 

 Imposta come Home
 Contatta il Webmaster
 Mappa del Sito
 Invia Cartolina 

Vuoi inviare una nostra cartolina ad un amico?
 La Chat 
Nome Stanzaonline
Privata IL MARIOLOGO0
Privata LA THEOTOKOS0

[ SPChat ]

FRANCESCO D'ASSISI



Maria costituisce un capitolo importante nel cammino spirituale di san Francesco d'Assisi (1181-1226). Egli non è certamente un teologo che scrive con raffinatezza trattati di mariologia; è un uomo del popolo che vive della lunga tradizione e degli insegnamenti della Chiesa su Maria, ripetendoli - ma con timbro personale e con modifiche significative e originali - nella preghiera, nella predicazione e negli scritti dove, con un linguaggio semplice e un animo illuminato dalla fede, esprime le sue esperienze interiori, i suoi sentimenti d'amore e la sua fiducia incondizionata nella materna intercessione della Vergine Maria. La devozione mariana di Francesco ha un carattere spiccatamente biblico, in quanto il profilo di Maria che egli presenta è quello dei vangeli, e in questo mostra delle affinità con i grandi cultori di Maria del passato, come san Pier Damiani e san Bernardo. Inoltre, il suo speciale amore per la Madre del Signore lo educa e lo forma cosi profondamente da produrre in lui atteggiamenti di tenerezza, attenzione e premura verso tutti i fratelli, al punto che i suoi primi compagni non esitano a chiamarlo «carissima madre!».

1. Amore tenero e speciale

Francesco sicuramente può esprimere la sua venerazione per la Vergine Madre contemplando le immagini di Maria dipinte sulle pareti e sulle vetrate delle cattedrali, vivendo con particolare intensità le varie feste mariane e soprattutto recitando le preghiere e cantando gli inni con i quali la Chiesa insegna ai fedeli a venerare Maria. Per portare qualche esempio, al suo tempo la prima parte dell'Ave Maria è già da almeno un secolo una preghiera ufficiale in Occidente (la seconda parte sarà aggiunta nel secolo XV) ; la Salve Regina è una preghiera molto diffusa, grazie al monachesimo; il Sub tuum praesidium, trovato in un papiro egiziano del terzo secolo, non è più solo una preghiera della Chiesa orientale, ma anche della Chiesa di Roma; l'Ave maris stella, anteriore al 1000, ha già molti cantori e commentatori; il Magnificat poi è da sempre la preghiera di Maria e della Chiesa orante. Ma nell'esperienza mariana di Francesco c'è molto di più. Volendo andare ad attingere a fonti sicure, cioè agli scritti del Santo e ai primi biografi, si può dire che la sua profonda pietà mariana appare fin dagli inizi della conversione. Ai primordi della sua straordinaria e irripetibile vicenda, Francesco dà prova del suo particolare amore per la Madre del Signore con la scelta di risiedere presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli. Rimarrà sempre affezionato alla chiesina, da lui amata «più di tutti gli altri luoghi del mondo» e raccomandata ai frati «come il luogo più caro alla Vergine». Dopo aver avuto in dono i primi dodici compagni, li conduce qui «perché voleva che l'Ordine dei minori crescesse e si sviluppasse, sotto la protezione della Madre di Dio, là dove per i meriti di lei aveva avuto inizio». In questa minuscola cappella dedicata a Maria, nel 1212 accoglie Chiara e «la tondì denante all'altare [della Vergine]». Qui al termine della vita chiede di essere portato per l'incontro con "sorella morte". I biografi, nell'esaltare la devozione mariana di Francesco, parlano volentieri dello straordinario amore che egli nutre per Maria e che fa sgorgare dal suo cuore particolari canti di lode. É tanta la fiducia che Francesco ripone in Maria, che decide di costituirla avvocata sua e dei suoi frati. Anche nelle varie preghiere di Francesco troviamo importanti riferimenti a Maria. Ad esempio, nel capitolo XXIII della Regola non bollata, che è tutto una preghiera di ringraziamento per i doni della creazione, dell'incarnazione, della redenzione e della vita eterna, il Santo coinvolge nel rendimento di grazie a Dio anche Maria: «E per il tuo amore supplichiamo umilmente la gloriosa e beatissima Madre sempre Vergine Maria e tutti i santi affinché, come a te piace, per tanti benefici rendano grazie a te, sommo e vero Dio». Nell'Esortazione alla Lode di Dio, che è un invito rivolto a tutte le creature a lodare e benedire Dio, a sorpresa spunta un versetto in cui l'orante si rivolge a Maria salutandola con le parole dell'arcangelo Gabriele: «Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te». Nell'Ufficio della Passione, infine, in un versetto inserito da Francesco nel salmo dei vespri di Natale, si ricorda che «il santissimo Padre celeste, nostro Re dall'eternità, ha mandato dall'alto il suo Figlio diletto, ed egli è nato dalla beata Vergine santa Maria».

2. Maria nell'orizzonte della Trinità

Francesco si fa cantore innamorato di Maria soprattutto dedicando due deliziose preghiere a lei, che gli ha riempito il cuore d'infinita dolcezza. La prima è un'Antifona, recitata prima e dopo ogni salmo dell' Ufficio della Passione, che esalta la grandezza di Maria per il suo particolarissimo rapporto con le tre Persone divine, e ne invoca fiduciosamente l'intercessione: «Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, fra le donne, figlia e ancella dell'altissimo Re, il Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega per noi [...]» . C'è da rilevare che l'Antifona ha indubbie radici bibliche, patristiche e liturgiche, e che titoli come «santa vergine», «figlia e ancella» e «madre» fanno parte della lunga tradizione teologica e della stessa pietà popolare, ma la preghiera possiede anche i caratteri originali che rivelano la personalità e sensibilità spirituale del Santo. E interessante notare come Francesco in quest'Antifona voli alto e inserisca Maria nella storia della salvezza e nell'orizzonte trinitario, facendoci cogliere il nesso inscindibile tra lei e la Trinità, che è la fonte, la ragione d'essere e la meta della Vergine Madre. La sua eccelsa dignità deriva dal vitale rapporto creaturale, unico e irripetibile, che ella ha con il Dio Trinità; tutto ciò che è in lei viene da Dio. Per questo il Santo non disgiunge mai la lode a Maria dalla lode alla Trinità, che l'ha fatta oggetto di particolari attenzioni, l'ha scelta fra tutte le donne e l'ha adornata di grazie al di sopra d'ogni creatura. Inoltre focalizza con maestria il rapporto originalissimo che si viene a stabilire tra ciascuna delle tre Persone divine e Maria: Padre-figlia, Figlio-madre, Spirito Santo-sposa:
- Nei confronti di Dio Padre, ella è «figlia e ancella». I due titoli vanno tenuti assieme: «figlia» indica il dono, l'amore, la tenerezza, l'elezione di Dio per questa creatura, cui ha conferito l'alta dignità della figliolanza; «ancella» indica la risposta di fede e la disponibilità totale offerta da Maria, che pronuncia il suo «eccomi» obbedienziale all'iniziativa di Dio Padre e gli dona tutta la sua vita, diventando cosi modello esemplare per tutti i credenti e in modo singolare per Francesco.
- Nei riguardi del Figlio, Maria è la «madre», colei che con il suo "si" ha concepito e generato il Figlio di Dio, il Salvatore. Il Santo trabocca di gioia e riconoscenza per questa donna che ha reso possibile la discesa di Dio tra gli uomini e ha donato all'umanità - e dunque anche a Francesco - Gesù Cristo, che per lui è l'assoluto e inesauribile amore, il Signore da portare sempre nel cuore, l'unico maestro e paradigma della sua vita.
- Per quanto concerne la terza Persona della Trinità, Maria è la «sposa dello Spirito Santo», un titolo originale perché rarissimamente usato prima di Francesco e certamente a lui sconosciuto. Meditando continuamente il racconto lucano dell'annunciazione, egli trova la ragione e l'ispirazione di questo titolo: poiché Maria, come dice l'angelo annunziante, diventa madre per opera dello Spirito Santo, può essere chiamata sua sposa. Nel contemplare questa realtà, Francesco si sente ardere dal desiderio di vivere egli stesso un rapporto sponsale con lo Spirito Santo, lasciandosi da lui illuminare, guidare e trasformare come Maria.
Francesco compone anche un'altra preghiera, piena di affetto e venerazione per Maria, tutta incentrata sulla sua maternità. È intitolata Saluto alla Beata Vergine Maria e cosi recita: «Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria che sei vergine fatta Chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave, sua Madre. E saluto voi tutte, sante virtù [...]». Si tratta di un canto di lode, di un saluto che richiama il saluto per eccellenza dell'arcangelo Gabriele, l'«Ave Maria», divenuta nel tempo la preghiera mariana per eccellenza. È molto probabile che Francesco, meditando questa preghiera, l'abbia ampliata e arricchita traendo spunti e pensieri da fonti bibliche e liturgiche e dando vita a una forma litanica di sette «Ave», per esprimere il suo animo canoro e il suo immenso amore alla Madre di Dio. Il tema dominante del Saluto è la maternità divina di Maria che, agli occhi stupiti di Francesco, non è solo un altissimo privilegio mariano, ma costituisce anche un dolce invito a lui rivolto, perché realizzi ciò che in fondo appassionatamente desidera: portare sempre con sé Gesù Cristo, diventare sua degna dimora, adorare riconoscente il mistero del Verbo che si fa uomo, generarlo nella propria vita e donarlo ai fratelli, come Maria.
Anche il Saluto, come l'Antifona, ha un chiaro carattere trinitario. La grandezza della Vergine consiste nella sua divina maternità, che è opera del Dio Trino e Uno: il Padre l'ha eletta e l'ha consacrata, insieme con il Figlio, per mezzo dello Spirito Santo. Ella ha corrisposto perfettamente alla grazia, ma è stata la loro presenza in lei a operare il mistero di salvezza. E un altro puntuale esempio dell'approccio di Francesco a Maria: la sua grandezza, i suoi privilegi e le sue glorie non sono mai visti in se stessi, ma come concretizzazione del singolarissimo rapporto che ella ha con le tre Persone divine. E interessante anche la definizione di Maria come «Vergine fatta chiesa»: Maria, la vergine e madre consacrata dalla Trinità, diventa prototipo della Chiesa, immagine primordiale o modello della Chiesa vergine e madre. Si tratta di una visione che sarà ripresa dalla teologia a partire dal Concilio Vaticano II.

3. La Madre nella luce
del Figlio
L'ultima strofa del Saluto alla Vergine è dedicata a quelle virtù donate a Maria che, effuse dallo Spirito, potrebbero diventare efficaci anche in altre persone. E a proposito di virtù, c'è una composizione poetica del "giullare di Dio" Francesco intitolata appunto Lodi delle virtù che, pur non essendo una preghiera vera e propria, nasce sicuramente in un suo prolungato momento contemplativo e orante. Qualche studioso ritiene che le Lodi delle virtù e il Saluto della Beata Vergine Maria in origine costituissero un unico testo e avessero questo lungo titolo: «Delle virtù con le quali fu ornata la Vergine Maria e che dovrebbero essere l'ornamento di ogni anima cristiana». Esse sono: la sapienza, la semplicità, la povertà, l'umiltà, la carità e l'obbedienza. Si tratta di virtù cosi importanti che Francesco, a conclusione della prima strofa della "lauda", esclama: «Santissime virtù, voi tutte salvi il Signore dal quale venite e procedete». Va rilevato che, nella visione e devozione mariana di Francesco, Maria non solo è posta in rapporto con la Trinità, ma non è mai separata dal Figlio. Tale unione ha la sua radice e insieme il suo vertice nell'incarnazione del Verbo eterno e nella maternità divina di Maria. Qualche testo, oltre ai già citati, aiuterà a focalizzare questo importante aspetto. Nella Regola non bollata, esprimendo l'amorosa gratitudine a Dio per le sue opere salvifiche e in particolare per l'incarnazione, Francesco afferma: «Per il tuo santo amore, col quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre Vergine beatissima santa Maria». La divina maternità di Maria non è solo motivo di lode al Padre ma, come Francesco asserisce nella Lettera al Capitolo, anche motivo per lodare e onorare lei: «Se la beata Vergine è cosi onorata, come è giusto, perché lo portò nel suo santissimo seno [...]». Inoltre, nella Lettera ai fedeli, il Santo parlando del Figlio scrive: «L'altissimo Padre celeste, per mezzo del santo angelo Gabriele, annunciò questo Verbo del Padre, cosi degno, cosi santo e glorioso, nel grembo della santa e gloriosa Vergine Maria, e dal grembo di lei ricevette la vera carne della nostra umanità e fragilità». Nell'Ufficio della Passione ribadisce: «Il santissimo Padre celeste, nostro Re dall'eternità, ha mandato dall'alto il suo Figlio diletto, ed egli è nato dalla beata Vergine santa Maria». E nelle Ammonizioni, parlando dell'Eucaristia, dice: «Ecco, ogni giorno [il Figlio di Dio] si umilia, come quando dal trono regale discese nel seno della Vergine». Si avverte in queste espressioni un cuore adorante che vibra intensamente e trabocca d'ineffabile gioia! L'insistenza di Francesco sullo stretto rapporto tra Gesù Cristo e la maternità di Maria, da una parte è motivata dalla preoccupazione, comune a tutta la Chiesa del tempo, di sostenere la fede nella vera incarnazione di Dio nel grembo di Maria, negata dal dualismo cataro e dal docetismo cristologico che vi è sotteso; d'altra parte si spiega con lo stupore e la riconoscenza che egli ha verso questa donna che, pronunciando un "si" e rendendo possibile con esso la discesa di Dio tra gli uomini, gli ha donato Gesù Cristo, cioè l'amore assoluto ed esclusivo della sua vita. Da questo sguardo stupito e riconoscente nasce in lui un desiderio appassionato di imitare Maria, una tensione concreta a identificarsi con lei per generare Cristo in sé: «Siamo la madre di Cristo, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio». Non è superfluo annotare che la tendenza di Francesco a non isolare mai Maria dal mistero dell'incarnazione e più in generale dal mistero del Figlio, e ad associarla sempre a lui sia per il suo ruolo materno che per la sua fede, ha un sapore tutto moderno; è, infatti, in fondamentale consonanza con il Concilio Ecumenico Vaticano II, che presenta la Madre del Signore nella sua funzione primaria al servizio della Trinità, del Verbo incarnato e della realizzazione del piano salvifico di Dio. Separare Gesù da Maria significherebbe spogliarlo della sua umanità e concretezza; separare Maria da Gesù significherebbe cadere in una devozione ritualistica, vuota e senza respiro. L'associazione di Maria a Cristo, cosi rilevante in Francesco, risalta maggiormente se prendiamo in considerazione la povertà, scelta sia dal Figlio sia dalla Madre: «Lui, che era ricco sopra ogni altra cosa, volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà». Tale scelta tocca al cuore Francesco commovendolo fino al pianto, come attesta anche san Bonaventura.

4. La "Poverella"

La povertà di Maria costituisce uno degli aspetti più significativi e originali della spiritualità mariana di Francesco. Tommaso da Celano, descrivendo la grande devozione del Poverello per il Natale del Signore, rievoca anche questo singolare e toccante episodio: «Non poteva ripensare senza piangere in quanta penuria si era trovata in quel giorno la Vergine poverella. Una volta, mentre era seduto a pranzo, un frate gli ricordò la povertà della beata Vergine e l'indigenza di Cristo suo Figlio. Subito si alzò da mensa, scoppiò in singhiozzi di dolore, e col volto bagnato di lacrime mangiò il resto del pane sulla nuda terra. Per questo chiamava la povertà virtù regale, perché rifulse con tanto splendore nel Re e nella Regina». Naturalmente Francesco non si limita a lasciarsi intenerire dalla Madonna povera o a venerarla nella preghiera, ma vede in lei un modello di povertà per sé e per i suoi frati, da seguire e imitare. Francesco rinvia i suoi frati a Cristo e a Maria non solo perché vivano la povertà volontariamente scelta, ma anche perché onorino tutti i poveri che la povertà se la sono trovata come eredità fin dalla nascita. Tommaso da Celano, spiegando la compassione del Santa per tutti gli indigenti, che lo porta a struggersi davanti a loro, a ricoprirli di affetto e a gareggiare con loro nella povertà.

5. Madre di misericordia

Un aspetto di Maria, che riempie di gioia Francesco e lo rende particolarmente devoto verso di lei, è la sua materna misericordia. Con il suo Fiat, egli dice, Maria ha reso nostro fratello il Signore e «ci ha ottenuto la misericordia». In lei si deve confidare per ottenere da Dio il perdono dei peccati: «Rimetti a noi i nostri debiti: per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto e per l'intercessione della beatissima Vergine». E se il Santo, come è stato già detto, sceglie di dimorare presso la chiesetta sorta in onore della beatissima Vergine degli angeli, e mostra un particolarissimo affetto per questo luogo, è perché c'è lei, che è «madre di ogni bontà». In questa chiesina egli si rivolge con fiducia alla misericordiosa Madre di Dio anche per ricevere luce circa il suo futuro, venendo da lei esaudito: «Supplicava insistentemente con gemiti continui Colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della misericordia ottenne con i suoi meriti che lui stesso concepisse e partorisse lo spirito della verità evangelica». Infatti, il 24 febbraio 1208, festa di san Mattia, ascoltando il vangelo della "missione degli apostoli", egli lo interpreta come un esplicito invito a diventare evangelizzatore itinerante e povero e con entusiasmo abbraccia tale missione, convinto che questo sia anche il desidero più profondo del suo cuore. Francesco invita anche gli altri, specialmente la gente in difficoltà, a indirizzare con fiducia le loro preghiere a Maria, «Regina di misericordia». Soprattutto la misericordia di Maria si manifesta in occasione della concessione del cosiddetto «Perdono di Assisi» o «Indulgenza della Porziuncola», la «grande misericordia» che è uno dei gesti più significativi compiuti da Francesco e che ha reso la chiesetta uno dei santuari mariani più celebri nel mondo. La vicenda è complessa e la documentazione tardiva ma, sulla base del Diploma di Teobaldo, minorita e vescovo di Assisi, emanato dalla curia vescovile il 10 agosto 1310, e di qualche biografia più recente, si può ricostruire per sommi capi quel grande evento. In una notte del 1216, Francesco si trova immerso nella contemplazione all'interno della cappellina quando vede sopra l'altare in una vivissima luce Cristo e la sua santissima Madre, circondati da una moltitudine di angeli. L'orante si prostra subito con la faccia a terra per adorare in silenzio il Signore, ma poi rapito in estasi sente una voce che lo invita a chiedere qualcosa per la salvezza degli uomini. Egli sta coltivando da tempo un sogno: che in quel minuscolo e povero luogo sperduto tra i boschi e dedicato a Maria, la Madre misericordiosa, si possa offrire una grande indulgenza, un'immensa misericordia alla povera gente. Chi va alle crociate, chi combatte l'eresia, chi fa grandi elemosine, chi va pellegrino a Roma riceve l'indulgenza. E chi non può fare questo? I poveri, i contadini, le donne di casa non potrebbero avere anche loro il grande perdono, la grande indulgenza? Perciò la risposta è immediata: O Signore, io misero peccatore, ti prego che a quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesina della Madonna degli Angeli, tu conceda ampio e generoso perdono con una completa remissione di tutte le colpe. Avendo ricevuto risposta positiva si reca da Onorio III, in quel tempo dimorante a Perugia, e con candore gli chiede la conferma. Il papa gli concede l'indulgenza per una giornata l'anno, dai primi vespri del primo agosto ai vespri del due; vuole consegnargli anche una pergamena con l'approvazione scritta, ma Francesco risponde: «Per me è sufficiente la vostra parola. Se è opera di Dio, tocca a lui renderla manifesta. Di tale Indulgenza non voglio altro istrumento, ma solo che la Vergine Maria sia la carta, Cristo sia il notaio e gli angeli siano i testimoni». Raggiante di felicità convoca per il due agosto, in occasione della consacrazione della chiesetta di Santa Maria degli Angeli, vescovi, clero e popolo e annuncia loro l'indulgenza plenaria, iniziando il discorso tra lacrime di gioia con queste parole: «Fratelli miei, io vi voglio mandare tutti in paradiso!».

Bibliografia

COMMODI B., Canto francescano a Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011. 1. Francesco grande innamorato di Maria, pp. 15-33; Fonti Fracescane, Padova 1977; TERTIUS ORDO REGULARIS SANCTI FRANCISCI CONSILIUM GENERALIS, La Vergine Maria nella vita e nella devozione di san Francesco, 25 dicembre 2011; MORDINI A., Francesco e Maria, Edizioni Cantagalli, Siena 1986; APOLLONIO A. M., Mariologia francescana. Da San Francesco d'Assisi ai Francescani dell'Immacolata. Estratto Tesi di Laura in Sacra Teologia con specializzazione in Mariologia, Marianum, Roma 1997, pp. 26-48.

VEDI ANCHE
- CHIARA D'ASSISI






[ Indietro ]

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI MARIOLOGIA

Copyright © da PORTALE DI MARIOLOGIA - (1444 letture)

IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.14 Secondi