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LE GLORIE DI MARIA



Famosa e popolarissima opera di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, pubblicata a Napoli per la prima volta nel 1750.

1. Sant'Alfonso Maria de' Liguori e "Le Glorie di Maria"

Sant'Alfonso Maria de' Liguori è stato vescovo di Sant'Agata dei Goti dal 1762. Morto nel 1787, fu canonizzato nel 1839 e poi nel 1871 dichiarato da Pio IX "Dottore della Chiesa", è stato un grande evangelizzatore e un fecondo scrittore.
Uno dei suoi capolavori è ritenuto "Le Glorie di Maria', un libretto in cui commenta la preghiera mariana "Salve Regina" e raccomanda una serie di atti di devozione alla Madre di Dio, quali la recita del Rosario, le novene per ottenere le sue grazie, le manifestazioni di onore ed affetto alle immagini mariane. La teologia mariana di questo libro, esposta in modo semplice e piacevole, ha ispirato la spiritualità mariana di tantissimi fedeli nel passato. Si compone di due parti:
a) La prima parte si concentra sulla Salve Regina la preghiera mariana per eccellenza e ne spiega, via via, il suo profondo significato, sottolineando come:
- Maria è la Regina di misericordia, buona, pietosa e clemente, per cui dobbiamo avere molta fiducia in Lei;
- Maria è la nostra vita, perché ci ottiene il perdono dei peccati;
- Maria è la nostra speranza, perché sempre pronta ad intervenire in nostro aiuto nella lotta contro il male, nelle nostre difficoltà, nel liberarci dai pericoli che ci minacciano
- Maria è colei che ci aiuta a liberarci dal peccato, a salvarci dal fuoco dell'inferno.
b) La seconda parte, con ricche citazioni dei più grandi scrittori e Dottori della Chiesa:
- ripercorre le vicende umane della vita di Maria che già si intrecciano nell'esperienza divina dell'Incarnazione del Verbo;
- presenta la valenza mistica dei Misteri che contempliamo nella recita del S. Rosario;
- riflette sulle sette feste principali di Maria per gustare e vivere queste festività in comunione più intima e più profonda con l'Immacolata Vergine Madre;
- presenta i sette dolori che accompagnarono tutta la vita di Maria, non come sofferenze fisiche, ma come pene delle sua anima secondo la profezia di Simeone «E anche a te una spada trafiggerà l'anima»: il suo dolore raggiunse il culmine quando si unì al sacrificio del Figlio adorato: l'uomo-Dio che offriva Se stesso come vittima innocente per la salvezza degli uomini, schiavi del peccato;
- considera le virtù della Madre di Dio additandola a tutti noi come guida sicura e modello perfetto nel cammino della santità.
- elenca  pratiche di devozione e alcune preghiere alla Vergine Maria, come mezzo di unione con Lei.

2. Gli insegnamenti de "Le glorie di Maria"

La dottrina contenuta nelle "Glorie di Maria" è attinta ai grandi teologi che avevano preceduto Sant'Alfonso e ruota attorno un principio mariologico di grande importanza: la mediazione universale di Maria. In altre parole, tutte le grazie ci vengono accordate da Dio per mezzo della Madonna. Ne consegue che ricorrere alla Madre di Dio ed essere di Lei devoti assicura la salvezza eterna! Sulla bocca di Maria il nostro autore mette queste parole: "Io sono chiamata da tutti la madre della misericordia e veramente la misericordia di Dio verso gli uomini mi ha fatta cosi misericordiosa verso di loro; perciò sarà misero e misero per sempre nell'altra vita chi in questa, potendo ricorrere a me, che sono cosi pietosa con tutti e tanto desidero di aiutare i peccatori, misero non ricorre e si danna". Sant'Alfonso aveva un cuore ardente come tutti i napoletani: quando però parlava delle virtù e dei privilegi diventava un fuoco che incendiava di amore chi lo ascoltava al punto che nell'introduzione del suo libro "Le glorie di Maria" enuncia un altro principio fondamentale: quando si tessono le lodi di Maria non si è mai detto abbastanza. Anche ai tempi di sant'Alfonso, infatti, esistevano dei credenti che, molto superficialmente, temevano che le manifestazioni di amore verso la Madonna fossero a volte esagerate. La sana teologia, quella dei santi e dei dottori della Chiesa, quale sant'Alfonso, invece, convalida la pietà popolare: de Maria numquam satis! ". Le Glorie di Maria" contengono delle accorate invocazioni alla Madre di Dio. In una di esse si implora Maria di assistere i suoi fedeli nel momento decisivo, quello del trapasso dalla terra alla vita eterna. E Sant'Alfonso ci assicura: con Lei accanto si va in Paradiso: "O Maria, dolce rifugio dei miseri peccatori, quando l'anima mia dovrà lasciare questo mondo, vieni allora a prendere l'anima mia a presentarla all'eterno Giudice. Regina mia, non mi abbandonare. Tu, dopo Gesù, devi essere il mio conforto in quel terribile momento. Gesù e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia".

3
. Valutazione e motivazioni de "Le Glorie di Maria"
a)
Le glorie di Maria è stato definito «un codice di salutare fiducia» e il libro degli «umili». Egli si rivolge ai «divoti» in genere, oltre che ai predicatori, mirando «al profitto dè popoli». Perciò, dopo aver esposto con dovizia di citazioni una data verità mariana, s. Alfonso aggiunge un esempio e una preghiera, proponendo una specie di teologia narrativa e orante che farà molta presa sul popolo. Accetta racconti meravigliosi e inverosimili, badando soprattutto al loro significato. Valorizza il sensus fidelium per stabilire la verità dell’immacolata Concezione (parte II, discorso I). Interpreta l’esigenza dei fedeli presentando loro una Madonna vivente e attiva, la «faccendiera del Paradiso» (parte I, c. VII), che interviene nella vita dei peccatori per strapparli alla disperazione e condurli ai sacramenti e alle opere di carità. Il rapporto personale con Maria intessuto di preghiera e di amore prevale dunque sull’imitazione. Invano si cerca nelle Glorie di Maria una spiritualità strutturata come quella proposta dagli scrittori francesi del XVII secolo; ma il senso della presenza di Maria scaturisce con evidenza da ogni pagina e concerne tutto l’itinerario spirituale del cristiano: dalla conversione e dal distacco dal peccato (parte I, c. I, § 4; c. II, § quattro), alla vittoria sulle tentazioni (c. IV, § due), alla perseveranza nella virtù (c. II, § due), fino all’introduzione nel cielo (c. VIII, § tre).
b) S. Alfonso fa largo uso della mariologia elaborata nel periodo barocco, utilizzando gli «innumerabili libri che trattano delle glorie di Maria» (Introd.), come quelli del Paciuchelli, Crasset, Poiré, Spinelli, Michoviense, Segneri... Egli accetta in pieno il principio dell’amplificazione della lode di Maria, fondata sulla sua preminenza come Madre di Dio: «questa Vergine beata è così grande e sublime, che quanto più si loda tanto più resta a lodarla» (Introd.). Eletta «in ordine superiore a tutte le creature», in quanto come Madre di Dio appartiene in certo modo «all’ordine ipostatico» (parte II, disc. II), Maria «è la creatura la più grande, la più eccelsa, la più amabile» (parte I, c. VIII). Ma s. Alfonso vuol convincere circa i titoli di Maria che hanno diretto e attuale influsso sui fedeli; perciò intende «per lo più... parlare della sua gran pietà e della sua potente intercessione» (Introd.). Da essi deriva la necessità del ricorso a Maria e della sua venerazione (s. Alfonso usa anche il termine «adorazione» in senso generico) «con tutti gli affetti del cuore (parte I, c. V).
c) Questo «mio povero contraddetto libro» – come lo chiama il suo autore – non ha potuto evitare lo scontro con la corrente critica, rappresentata da Muratori e dai suoi epigoni come l’Abbate Rolli. S. Alfonso entra in diretta polemica con loro e pur ammettendo che il primo «parla con molta pietà e dottrina della vera e falsa divozione» ed è da lui venerato quale «uomo celebre presso tutta l’Europa», non accetta la sua tesi contraria alla necessaria e universale mediazione di Maria (parte I, c. V). Tuttavia lo spirito critico ha un benefico influsso su S. Alfonso in quanto lo obbliga a precisare il senso dei titoli mariani con riferimento al primato di Cristo. Così egli precisa: «ben confessiamo che Gesù Cristo è l’unico mediatore di grazia », Maria è «speranza nostra» non indipendentemente da Dio, l’intercessione di Maria è necessaria «non già di necessità assoluta... ma di necessità morale», si dice a Maria «salva nos» perché ci impetri la grazia della vita eterna... (parte I, c. V).
Proprio per questa presenza di diverse culture, le Glorie di Maria registrano lettori entusiasti e critici severi. Occorre riconoscere che questo libro ha suscitato fiducia, amore e vita cristiana, neutralizzando il rigorismo dell’epoca.

Bibliografia

DE FIORES S., L'immagine di Maria dal Concilio di Trento al Vaticano II, pp. 31-33 in AA. VV., La Vergine Maria dal Rinascimento ad oggi, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1998; SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, Le glorie di Maria, Vol. I e II, Editrice Ancilla, Conegliano 2012 - 2013; ID., Maria nostra avvocata, a cura di FASULLO L, Sellerio, Palermo 2000; VELOCCI G., Alfonso Maria de' Liguori alla scuola di San Paolo, Jaca Book, MIlano 2011; ESPOSITO M., Il Mese di Maggio con "Le glorie di Maria" di Sant'Alfonso M. de' Liguori, Shalom, Camarata Picena 2009; RICCI V., Alfonso Maria de' Liguori maestro di vita spirituale, Gribaudi, Milano 2000; SPATARO R., Appunti per una storia della Mariologia, Edizioni Segno, Udine 2014, pp. 128129; COLAVITA M., Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Tau Edizioni, Todi 2011;DILLENSCHNEIDER CL., La Mariologie de S. Alphonse de Liguori; vol. I: Son influence sur le renouveaux des doctrines mariales et de la piété catholique après la tourmente du Protestantisme et du Jansénisme, Fribourg (Suisse) 1931; vol. II: Sources et synthèse doctrinale, Fribourg (Suisse) 1934; AA. VV., Pietas Alfonsiana erga Matrem gloriosam Mariam, Lovanii 1941; Gregorio O., La Madonna Immacolata nelle canzoncine spirituali di S. Al­fonso Maria de Liguori, in « Spie. hist. C.SS.R. », 3  (1955) pp.  182-195.

VEDI ANCHE:
- DE' LIGUORI ALFONSO MARIA
- MURATORI LUDOVICO ANTONIO






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