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TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE ALLA SANTA VERGINE


Famosissimo libro di San Luigi Grignon da Montfort (1673-1716).

1. Ritrovamento e pubblicazione del manoscritto
Il 22 aprile 1842, un Padre della Compagnia di Maria, bibliotecario della Casa Madre, a Saint-Laurent-sur-Sèvrem trovava per caso, «confuso con un gran numero di libri non terminati », un manoscritto dai fogli distaccati, messi però in buon ordine. Riconosciuto subito dal missionario e dal suo superiore come un'opera indiscutibile del Padre di Montfort, fondatore dell'Istituto, il prezioso manoscritto fu trasmesso immediatamente alla Curia vescovile di Luçon, e da essa a Roma, ove erano già pervenuti gli altri scritti esaminati per la beatificazione del servo di Dio. Si trattava della celebre opera alla quale, in mancanza del titolo originale, venne attribuito quello di Trattato della vera devozione alla Santa Vergine. Ignorato dal pubblico per centotrent'anni, nell'impossibilità di vedere la luce per la diabolica opposizione del giansenismo, nascosto poi durante i torbidi della Rivoluzione, come sembra che lo stesso autore abbia predetto (n. 114), questo libriccino ebbe assai presto uno strepitoso successo. É diventato il libro classico della devozione alla Santa Vergine. Tradotto in almeno quaranta lingue, diffuso in numerose edizioni, ha conquistato il mondo cattolico. Vediamo cosi realizzato oggi il voto del grande apostolo di Maria «di ispirare a tutta la terra» la perfetta devozione, da lui predicata in uno spazio e in un tempo troppo ristretti.

2. Schema dell'opera

L'operetta chiara e metodica, come del resto tutti gli altri scritti dell'esimio Autore, con pochi ma succosi titoli, ci svela nettamente la trama:
1. Al n. 60, dichiara di avere trattato finora «della necessità... della devozione alla Santissima Vergine».
2. Dirà poi « in che consista questa devozione, dopo aver presupposto alcune verità fondamentali, e dopo aver fatto una buona scelta della vera devozione alla Santissima Vergine», espone « le false
devozioni per evitarle, e la vera per abbracciarla» - e « fra tante pratiche della vera devozione, quale sia la più perfetta» (n. 90-91).
3. L'autore consacra la maggior parte della sua opera a definire questa perfetta devozione, mostrando prima ciò che la specifica, poi descrivendo i suoi motivi, i suoi effetti e le sue pratiche, con una speciale applicazione alla santa comunione.

3. Valore del Trattato
Lo scritto di Montfort giustifica pienamente il nome di « Somma mariana» che gli hanno aggiudicato. Esso è nello stesso tempo un esposto dottrinale per le verità dogmatiche che contiene; un trattato di spiritualità per le sue considerazioni ascetiche e mistiche; un manuale di pietà per le pratiche, per gli esercizi e per le preghiere che indica. Senza dubbio la dottrina sulla quale si basa la vera devozione a Maria non è nuova. Montfort si è nutrito del pensiero dei Padri: egli ricorre costantemente all'argomento tradizionale: ritrova la devozione insegnata nel corso dei secoli: soprattutto la mostra rispondente in ogni punto al piano della Sapienza divina. Egli trae le conclusioni logiche da dati certi, e ne fa le basi della sua devozione. Deduce cosi la maternità spirituale dalla maternità divina: mostra Maria Mediatrice presso lo stesso Mediatore: stabilisce la preminenza di Maria sulle anime e specialmente sui predestinati: ci insegna a prendere Maria per Madre, ad esempio del Verbo, e ad ubbidirle in tutto. Se ha preso a prestito alcune idee, egli le ha però condensate, ordinate, quasi filtrate; tutto sotto una forma più precisa, più chiara, un uno stile  limpido, colorito, vivo. Gli spetta cosi l'onore di avere definito la perfetta devozione a Maria, meglio dei suoi predecessori, e di averla stabilita solidamente sulle basi incrollabili della Sacra Scrittura e della Tradizione. Montfort si rivela anche più personale nella pratica della devozione a Maria. Egli raccomanda, come i suoi predecessori, certe pratiche esteriori; ma per lui «l'essenziale di questa devozione consiste nell'interiorità che essa deve formare ». Il grande merito del santo autore sarà precisamente quello di darle questo elemento essenziale; cercando le formule nel canone della Messa, vi aggiunge pratiche mariane di vita interiore molto santificante. Cosi, ad una devozione già esistente, dà una formula nuova, perfetta, completa di vita spirituale. Egli le assegna un'ascesi, una mistica, esercizi preparatori, pratiche interiori ed esteriori. Questo è il segreto che Montfort non ha potuto trovare in nessun libro, né antico né nuovo, il segreto di perfezione che ha ricevuto dallo Spirito Santo.

4. La vera devozione a Maria
La devozione predicata dall'illustre apostolo mariano non è dunque un codice di pie pratiche; è «il fondamento di una nuova scuola di spiritualità », dice Padre Molien. Il privilegio di Montfort è quello di aver stabilito un legame più stretto fra la devozione a Maria e la santificazione. Egli vuoi provare «che stabilire la devozione vera alla Santissima Vergine, è stabilire più perfettamente la devozione a Nostro Signore». La sottomissione alla regalità di Maria, porterò sulla terra più sicuramente e più presto, il regno di Gesù Cristo. Cosicché il suo atto di donazione ha per titolo: Consacrazione di se stesso a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, attraverso le mani di Maria, titolo che da solo è una dottrina. Per mezzo della nostra devozione noi apparteniamo a Maria per appartener meglio a Gesù. Non si tratta di due differenti appartenenze, l'una a Nostro Signore, l'altra alla Santa Vergine: l'appartenenza a Maria è solo l'estensione, la conseguenza dell'appartenenza a Gesu, e il mezzo di pervenirvi con maggior sicurezza. Basta questo insegnamento a provare l'origine divina riconosciuta dal santo autore. Monsignor Caron, arcivescovo di Genova, trova le parole esatte quando dice che Montfort scrive: «Velut Spiritu Sancto afflatus: quasi sotto la dettatura dello Spirito Santo». Gli Analecta Juris Pontificii facevano questo apprezzamento : «L'impressione che producono gli scritti del venerabile servo di Dio, Luigi-Maria Grignion de Montfort, non è quella che producono le opere ordinarie. Vi si sente una unzione interiore, una pace ed una consolazione che si trovano unicamente negli scritti delle anime privilegiate, che Dio favorisce di lumi particolari ». Un analogo pensiero sviluppava a lungo l'illustre P. Faber, allorché nel 1862 presentava al clero ed ai fedeli d'Inghilterra la sua traduzione del Trattato. Del resto la santa Chiesa stessa, per bocca dei suoi Pontefici, ha segnalato al mondo cristiano l'alto valore soprannaturale di questo scritto. San Pio X, nel 1907, scriveva: «Noi raccomandiamo vivamente l'ammirabile Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, composto dal Santo di Montfort, e a tutti coloro che leggeranno questo Trattato, Noi accordiamo di gran cuore la Benedizione Apostolica». A sua volta, Benedetto XV, il 28 aprile 1916, in occasione del secondo centenario della morte del santo missionario, scriveva al Superiore Generale della Compagnia di Maria e delle Figlie della Sapienza: « Il vostro Beato Padre ha voluto inculcarvi un insigne amore per la Santissima Vergine. In più egli ha voluto che il vostro dono particolare ed esclusivo fosse quello di promuovere fra gli uomini il regno di Dio, propagando il culto della sua Divina Madre. Come mezzo efficacissimo di questo apostolato egli vi Lasciò, affinché lo spiegaste con cura ai fedeli, questo libro scritto di sua mano: Della vera devozione alla Santa Vergine, libro di piccola mole, ma di grandissima autorità e di grandissima unzione. Noi ci rallegriamo che, per vostro mezzo, esso sia stato già tanto largamente diffuso. Possa esso diffondersi ancor più e ravvivare lo spirito cristiano in un numero di anime sempre più grande».

5. L'esperienza di San Giovanni Paolo II
Il motto Totus tuus, che riassume tutta la spiritualità cristocentrica e mariana di san Luigi Maria Grignion de Montfort, è stato il filo conduttore di tutta la vita di San Giovanni Paolo II. Il santo francese e il suo grande discepolo polacco sono due esempi luminosi della stessa santità sacerdotale, d'una vita interamente vissuta nell'amore di Gesù e dei fratelli sotto la guida materna di Maria. Totus tuus! Due parole che sono una preghiera indirizzata a Gesù per mezzo di Maria e nel suo Cuore Immacolato. È un atto d'amore come dono totale di sé. Luigi Maria di Montfort  è come un faro di santità che ha illuminato in modo particolare il pontificato di Giovanni Paolo II, nella grande prospettiva del concilio Vaticano ii tracciata dalla Lumen gentium. Il suo Trattato della vera devozione alla santa Vergine è stato un testo dottrinale di massima importanza per illuminare la via della santità per tutti, come via dell'amore vissuta con Maria. Secondo la sua testimonianza, è un laico, Jan Tyranowski - adesso servo di Dio - che gli aveva fatto conoscere il Trattato del Montfort e le Opere di san Giovanni della Croce, aprendolo alla più profonda vita spirituale, negli anni durissimi dell'occupazione nazista in Polonia. Il giovane Karol doveva lavorare come operaio in una fabbrica, scoprendo progressivamente nello stesso periodo la sua vocazione al sacerdozio. Parlando di questo periodo, Giovanni Paolo II insisteva sul "filo mariano" che aveva guidato tutta la sua vita fin dall'infanzia, nella sua famiglia, nella sua parrocchia, nella devozione carmelitana allo scapolare e la devozione salesiana a Maria ausiliatrice. La scoperta del Trattato - ricorda lo stesso Papa polacco - l'aiutò a fare un passo decisivo nel suo cammino mariano, superando una certa crisi:  «Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo.  Mi venne allora in aiuto il libro di san Luigi Maria Grignion de Montfort che porta il titolo di Trattato della vera devozione alla santa Vergine. In esso trovai la risposta alle mie perplessità. Sì, Maria ci avvicina a Cristo, ci conduce a Lui, a condizione che si viva il suo mistero in Cristo (...). L'autore è un teologo di classe. Il suo pensiero mariologico è radicato nel mistero trinitario e nella verità dell'Incarnazione del Verbo di Dio (...). Ecco spiegata la provenienza del Totus tuus. L'espressione deriva da san Luigi Maria Grignion de Montfort. È l'abbreviazione della forma più completa dell'affidamento alla Madre di Dio che suona così:  Totus tuus ego sum et omnia mea tua sunt. Accipio te in mea omnia. Praebe mihi cor tuum, Maria" (Dono e mistero, pp. 38-39). Queste parole in latino, continuamente pregate e ricopiate da Karol Wojtyla sulle prime pagine dei suoi manoscritti, si trovano alla fine del Trattato del Montfort, quando il santo invita il fedele a vivere la comunione eucaristica con Maria e in Maria. Bisogna sottolineare che questo Totus tuus diventa per sempre, dal 1940 al 2005, come la linea direttrice di tutta la vita di Karol Wojtyla, come seminarista e sacerdote, e poi come Vescovo e Papa. Quando, nel 1958, è nominato da Pio XII vescovo ausiliare di Cracovia, sceglie già il Totus tuus come motto episcopale, insieme allo stemma che simboleggia Cristo redentore e Maria accanto a lui, lo stesso che conserverà come Papa. E soprattutto lo vivrà fino alla fine, nelle grandi sofferenze degli ultimi mesi. Dopo la tracheotomia, non potendo più parlare, scriverà ultimamente le parole Totus tuus. Sappiamo anche dalle persone più vicine a lui che leggeva ogni giorno un passo del Trattato. Nei suoi scritti, Giovanni Paolo II ha fatto spesso riferimento a san Luigi Maria, come per esempio nella Redemptoris mater (n. 48). Ma, in modo particolare, verso la fine del suo pontificato, ci ha lasciato una bellissima sintesi della sua dottrina interpretata alla luce del concilio Vaticano II, nella sua Lettera ai religiosi e alle religiose delle famiglie monfortane dell'8 dicembre 2003. È forse il testo più illuminante per capire il significato teologico profondo del Totus tuus e dello stemma episcopale. All'inizio della Lettera (n. 1), Giovanni Paolo II racconta di nuovo la sua scoperta personale, con riferimento al suo libro Dono e mistero. Citando poi il Trattato, egli insiste sulla principale caratteristica della sua dottrina:  «La vera devozione mariana è cristocentrica». Il fondamento di questa dottrina è evidentemente il Vangelo. Ed è proprio a partire dal testo di san Giovanni che viene spiegato lo stemma e il motto Totus tuus:  "La Chiesa, fin dalle sue origini, e specialmente nei momenti più difficili, ha contemplato con particolare intensità uno degli avvenimenti della Passione di Gesù Cristo riferito da san Giovanni:  «Stavano presso la croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa, e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre:  Donna, ecco il tuo figlio! Poi disse al discepolo:  Ecco la tua Madre! E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Giovanni, 19, 25-27). Lungo la sua storia, il Popolo di Dio ha sperimentato questo dono fatto da Gesù crocifisso:  il dono di sua Madre. Maria Santissima è veramente Madre nostra, che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio di fede, speranza e carità verso l'unione sempre più intensa con Cristo, unico salvatore e mediatore della salvezza (cfr. Lumen gentium, 60 e 62). Com'è noto, nel mio stemma episcopale, che è l'illustrazione simbolica del testo evangelico appena citato, il motto Totus tuus è ispirato alla dottrina di san Luigi Maria Grignion de Montfort (cfr. Dono e mistero, pp. 38-39; Rosarium Virginis Mariae, 15). Queste due parole esprimono l'appartenenza totale a Gesù per mezzo di Maria:  «Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt», scrive san Luigi Maria. La "perfetta devozione a Maria" insegnata da san Luigi Maria consiste essenzialmente nel dono totale di sé espresso nel Totus tuus, integrando tutte le buone pratiche di devozione, specialmente il rosario. Ma nel più profondo è "pratica interiore", vita interiore, un cammino di vita spirituale profonda che deve portare alla santità. Non c'è dubbio che Giovanni Paolo II abbia vissuto questa spiritualità mariana al livello più alto dell'unione trasformante con Cristo.

Bibliografia

Prefazione in GRIGNON DA MONTFORT L. M., Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, Edizioni Paoline, Roma 1959, pp. 7-14; CORNTINOVIS B., Dimensione ecclesiale della spiritualità di San Luigi Grignon di Montfort, Edizioni Monfortane, Roma 1998; LÉTHEL F. M., Giovanni Paolo II: Totus tuus: A Cristo attraverso Maria, in L'Osservatore Romano del 17 dicembre 2009; NESSI M. R., La consacrazione a Gesù per mezzo di Maria nei carismi di San Luigi Maria di Montort e Guglielmo Giuseppe Schaminade, in Mundo Marianista 1 (2003), pp. 244-310; BLAIN J. B., Abrégé de la vie de Louis-Marie Grignion de Montfort, , Centre intern. Monfortain, Roma1973; DE FIORES S., Itinerario spirituale di S. Luigi Maria di Montfort (1673 - 1716) nel periodo fino al sacerdozio (5 giugno 1700), in Marian library Studies, University of Dayton, 1974; ID., Grignion di Montfort e la spiritualità popolare, in Missioni al popolo per gli anni „80”, Roma 1981, pp. 519-535; ID., La figura di Maria nel Trattato della vera devozione, in Miles Immaculatae 19 (1983) 1-3, pp. 50-68; ID., Louise-Marie de Montfort, in Dictionnaire de Spiritualité monfortaine, Novalis, Université Saint-Paul, Ottawa 1994, pp. 795-833; LHOUMEAU A., La vie spirituelle a l’école du B. L. M. Grignion de Montfort, Oudin-Desclée 1904; LE CROM L.,Un apôtre marial: L.. M. Grignion de Montfort, Les traditions françaises, Tourcoing 1946; OLIVIERO R., La consacrazione a Cristo per mezzo di Maria come riscoperta del battesimo e della vita cristiana. Tesi di Licenza in Teologia Pastorale Profetica, Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, Anno Accademico 1996–1997;  MERMET T. R., Luigi Maria Grignion de Montfort. Il poeta mistico di Maria, Città Nuova Editrice, Roma 1988; DEVILLE R., Luigi Maria Grignion di Montfort, in La scuola francese di spiritualità, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1990, pp. 153-172.

VEDI ANCHE
 - GRIGNON DA MONTFORT LUIGI MARIA
 - MONFORTANI
 - IL SEGRETO AMMIRABILE DEL SANTO ROSARIO
 - SPIRITUALITÁ MONFORTANA






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