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MARIA E IL SUO TEMPO: VESTI E ABBIGLIAMENTO


1. Tipi di abbigliamento
Il clima favorevole permetteva agli Ebrei di usare un abbigliamento semplice, costituito sostanzialmente da due capi: una sottoveste, la tunica, e una sopravveste, il mantello (Matt. 5, 20; Giov. 19,23). La tunica, una veste ampia, munita di maniche, tessuta di lana o di lino (per i ricchi anche di bisso), cucita ai fianchi e stretta alla vita da una cintura, scendeva al ginocchio o alla caviglia ; si indossava sulla nuda pelle. Erano conosciute anche camicie di lino più fine, che s'infilavano sotto la tunica, ma non era usata alcuna sorta di calzoni, eccetto che dai sacerdoti nello svolgimento delle loro funzioni. La cintura, generalmente di stoffa (ma anche di cuoio), si avvolgeva ripetutamente alla vita, ed era abbastanza larga da poter cosi servire anche da tasca (Matt. 10, 9; Marc. 6,8 : e non danaro nella cintura» dovevano portare gli Apostoli in missione). La sopravveste era generalmente un mantello, cioè una pezza di stoffa di circa m. 2% per 1%, gettata su una spalla in modo da lasciar libera l'altra e le due braccia. I suoi bordi, ripiegati e ricuciti, potevano servire anche da tasca. Non si poteva mai uscire in pubblico senza (chi vi appariva con la sola tunica era considerato nudo: Giov. 21, 7), ma durante il lavoro lo si deponeva (Matt. 24, 18; Atti 7,57). Riparava dal vento e dal freddo, e per i più poveri, di notte, serviva pure da coperta. Ai suoi quattro lembi erano cucite le «zizith», fettucce e frange di lana azzurra o bianca (Matt. 9, 30; 14, 36 ; 23,5) che dovevano ricordare all'Israelita la Legge di Dio, secondo la prescrizione di Num. 15,38-41 e Deut. 22,12 (ancora oggi in indumenti interni le portano gli Ebrei). I ricchi, i sacerdoti, i funzionari, portavano una sopravveste di taglio più elegante, cioè una veste assai larga e sciolta, con larghe maniche e lunga; in generale le vesti dei ricchi erano più lunghe di quelle del popolo legato dalle esigenze del lavoro. Benché alle donne fosse vietato dalla legge portar vesti da uomo (Deut. 22, 5), anche il loro abbigliamento comprendeva essenzialmente la tunica, la cintura e il mantello; ma le loro vesti si distinguevano per una maggior lunghezza, per le stoffe in generale più fini, variamente colorate e dai colori vivaci, con ornamenti di orli e di trine; la loro tunica giungeva al suolo, e portavano lunghe maniche. Senza il velo sul capo, che ne scendeva dalla nuca ai fianchi, la donna non poteva mostrarsi in pubblico, altrimenti la sua condotta era giudicata talmente disonorevole per il marito, che si discuteva se questi avesse allora il diritto di divorziare; nei cortili della casa però, considerati ancora ambiente domestico, poteva lavorarvi svelata. E' improbabile che il velo allora in uso fosse quello che copre completamente il viso delle moderne donne musulmane. L'uso del velo è stato ripreso e perpetuato, almeno nel culto liturgico, dal Cristianesimo (I Cor. 11, 10).

2. Monili, taglio dei capelli e calzature

Già dall'antichità le donne ebree conoscevano ornamenti: nastri attorno alla fronte, borchiette, cerchietti, stelline di metalli più o meno preziosi sui capelli, file di perle pendenti dal capo lungo le guance, collane, orecchini, braccialetti, anelli al naso o alle dita, catenelle ai piedi, braccialetti ai polsi e alle caviglie, abiti di velo, specchi di metallo, pettini, vasetti di profumi, unguenti, pomate ecc. Sapevano tingere e intrecciare in complesse ed eleganti pettinature i capelli, truccare gli occhi col bistro, sopraelevare le suole dei calzari, ecc. Gli uomini portavano i capelli di media lunghezza ; segno di lutto era la rasatura, e i capelli lunghi indicavano il voto del nazireato. La barba, sempre ben curata, era l'ornamento maschile per eccellenza. Per la festa si indossavano abiti più fini e più ornati (Luc. 15, 22); per lutto invece grossolane vesti di pelo (come quella del Battista nel deserto: Matt. 3, 4; cfr. Apoc. 6, 12). Non conosciamo qual forma avesse il copricapo allora in uso dagli uomini, ma è probabile che corrispondesse a quello usato oggi dai Beduini: una pezza quadrata di stoffa piegata a triangolo e tenuta da un cordone di lana nera avvolto a doppio giro sul capo. Ai piedi si portavano sandali. dalla suola di legno o di cuoio conciato, assicurata al piede da cinghiette (Marc. 1, 7; Atti 12, 8). In casa i poveri risparmiavano le calzature stando abitualmente a piedi nudi; ma uscire in pubblico scalzi era segno di lutto. Il Nuovo Testamento nomina spesso i sudari (Luc. 19,20; Giov. 20, 7; Atti 19, 12), assai simili ai nostri fazzoletti; e la Mishna, persino guanti di pelle, indicati soprattutto per certi lavori.

3. Confezionamento e pulitura degli abiti

Erano le donne che confezionavano gli abiti. Maneggiare la rocca e il fuso per filare la lana delle proprie pecore e il lino dei propri campi, era una parte essenziale delle occupazioni femminili, anche per le donne ricche. Le popolane compivano questo lavoro sedute nel cortile di casa, lavoravano al telaio il filo, ottenendone pezze ampie, che potevano facilmente, mediante cuciture, venir adattate alla forma tanto semplice delle vesti in uso. Talora, come la tunica di Gesù (Giov. 19, 28), erano tessute di un sol pezzo. Una parte della stoffa tessuta andava ai rappezzi degli abiti usati (senza però commetter l'errore di applicar pezze nuove ad abiti vecchi: Matt. 9, 16). Gli abiti, in particolare quelli nuovi, erano gelosamente custoditi in una specie di armadio a cassone. Almeno una volta alla settimana le donne facevano il bucato; le meno abbienti, non potendo permettersi detersivi costosi come soda e sali di potassa, già allora ben noti, si accontentavano di mettere a bagno la biancheria, di strofinarla vigorosamente, stringerla e spremerla, per distenderla poi al sole su bastoni. Asciugati i panni venivano stirati con una pietra piatta e liscia.

Bibliografia

LACONI M., Usi e costumi palestinesi al tempo di Maria, in AA. VV:, Enciclopedia mariana Theotócos, Bevilacqua&Solari Edizioni - Editrice Massimo, Genova - Milano 1954, pp. 125-127;  FELTEN G., Storia dei tempi del Nuovo Testamento, vol I: La storia politica degli Ebrei dal 53 a.C. al 135 d.C., S.E.I., Torino 1932 - vol II: Le condizioni sociali e morali del popolo ebreo ai tempi del Nuovo Testamento, S.E.I., Torino 1934; KALT E., Archeologia biblica. - Torino, Marietti 1942; WILLAM F. M., Vita di Maria, la madre di Geù, Brescia, Morcelliana 1944; NÖTSCHER, Biblische Altertumskunde., Bonn 1940; RICIOTTI G., Storia d'Israele. Vol. II: Dall'Esilio al 135 d.C., S.E.I., Torino 1934; FILLION L. CL., Histoire d'Israel. T. III: De la fin de la captivité de Babylone à la ruine de l'état juif., Letuzeq, Paris 1928; BEL F. M., Histoire de la Palestine depuis la conquete d'Alexandre jusq'a l'invasion arabe. T. I: De la conquête d'Alexandre jusqu'à la guerre juive., J. Gabalda , Paris1952; SCHÜRER E., Geschichte des jüdischen Volkes im Zeitaiter Jesu Christi, Leipzig, 1901-1911; DELLA LIBERA V., Maria nella sua terra, Edizioni Paoline, Milano 1986; SPILA A., La vita di Maria, Istituto Salesiamo Pio XI, Roma 1987.

VEDI ANCHE:
 - MARIA E IL SUO TEMPO: ABITAZIONE E ARREDAMENTO
 - MARIA E IL SUO TEMPO: CIBO E BEVANDE
 - MARIA E IL SUO TEMPO: FAMIGLIA E USANZE FAMILIARI
 - MARIA E IL SUO TEMPO: IL POPOLO D'ISRAELE 
 - MARIA E IL SUO TEMPO: VITA RELIGIOSA






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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