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CANTO GREGORIANO


1. Il "Graduale"
Prendendo le mosse dal secolo V, per dare uno sguardo rapido e sintetico alla mirabile epopea musicale mariana, si è certi di non sbagliare e si traccia una sicura successione di composizioni geniali in onore della Vergine Madre. Fra esse tengono il primo posto le molte melodie mariali di ispirazione gregoriana, che è il canto tradizionale della Chiesa. Sfogliando il Graduale è facile imbattersi nelle prime invocazioni a Lei, riflettenti tutte la salutazione angelica devotamente declamata; salutazione che il cantore eseguiva all'Offertorio delle Messe solenni, come si osserva alla IV Domenica dell'Avvento. Ancor oggi, quella Ave Maria (in tono ottavo) rappresenta un brano tra i più eletti, insieme alla Antifona di primo tono ad Benedictus della stessa Domenica,, che dette l'avvio a Tommaso Ludovico da Victoria per la sua nota, meravigliosa composizione polifonica. Il Graduale ci offre tanti e tanti brani mariani di soavissimo effetto: da ricordarsi, fra gli altri, il Communio (tono primo) della Domenica fra l'Ottava dell'Epifania: Fili, quid fecisti nobis sic? - nel quale la soave voce dolente della Vergine Madre fa dolce rimprovero, in contrasto alle parole seguenti del Figlio Divino affermanti il dovere di essere « in his quae Patris sunt »; le melodie della Purificazione, che stanno forse al primo posto per antichità: Adorna thalamum tuum... amplectere Mariarn, quae est coelestis porta; la liturgia dell'Annunciazione, dove sono raccolte tutte le lodi e le invocazioni alla Madre del Salvatore; la liturgia, fino a diversi decenni fa vigente, per la festa dell'Assunta, col suo bel Gaudeamus (tratto dalla liturgia di Sant 'Agata) e col suo brano alleluiatico, che è fra i capolavori del gregoriano; infine, la Messa Cum iubilo, la prima in festis B. M. Virginis, che tutti i gregorianisti hanno familiare e che in tutte le sue parti riflette pietà sentita, devota e filiale confidenza in Dio e nella Madre celeste: melodia mistica, affidata a note soavi e dimesse.

2. "Antifonario" e "Vesperiale"
Se poi apriamo l'Antifonario o il Vesperale, il genio musicale mariano si manifesta anche più chiaramente. Non si può, fra l'altro, non segnalare un capolavoro dello stesso Sedulio: « A solis, ortus cardine - ad usque terrae limitem, - Christum canamus Principem, - natum Maria Virgine », che, della Madre di Dio, canta le lodi in 23 bellissime strofe, dalla Chiesa introdotte in parte nella liturgia natalizia, sotto una dolce melodia sillabica e neumatica. L'inno è di sapore ambrosiano. É noto a tutti che il grande, geniale iniziatore dell'Inno sacro è S. Ambrogio, cui si deve quel mirabile Jesu, corona virginum che rende a Maria, già nel sec. IV, l'omaggio della fede: Quem Mater illa concipit, - Quae sola Virgo parturit, col canto popolare a noi trasmesso in note di semplice ed esultante gaiezza.

3. Inni popolari e Ave maris Stella

Fra i vari inni popolari dedicati a Maria, in quella effiorescente era cristiana, uno ci colpisce ancora e ci commuove: Ave, maris stella, - Dei Mater alma, - Atque semper Virgo, - Felix coeli porta. Chi ne fu l'autore? Non lo sappiamo. Qualcuno ha pensato a Venanzio Fortunato (†601), del quale la Chiesa ha introdotti nella Liturgia vari inni (basti accennare al Pange, lingua, gloriosi - lauream certaminis...; al Crux fidelis, inter omnes - arbor una nobilis ... ; al celebre Vexilla regis prodeunt..., che suscita tanta emozione in chi lo recita o canta). L'Ave, Maris stella è il canto della filiale pietà rivolto a Maria stella confidente nel mar della vita; inno pieno di immagini luminose, di appelli ai sentimenti materni che il poeta esprimeva nel piano e pacato ritmo del trimetro trocaico. Ad esso furono applicate tre dolci melodie, ma una è sopravissuta, quella di modo primo che tutti conosciamo e cantiamo. «Nella multiformità e nella anonimia della creazione musicale - scriveva il musicologo Ugo Sesini - si sente la grande anima collettiva della Chiesa, che dai quattro venti si unifica in un corpo mistico e sa esprimersi in termini che hanno varcato i secoli».

4. Antichi monumenti della Liturgia Romana

La liturgia romana ci presenta molti altri monumenti di musica mariana. Non è lecito trascurare, tra questi le quattro Antifone di saluto alla Vergine con le quali si è costumato per secoli, di chiudere l'ufficiatura corale; antifone dolcissime, che hanno anche stimolato il genio inventivo di musicisti antichi e moderni.
a) Il saluto alla Vergine più in voga, dopo l'Ave Maria, anche tra il popolo, è la Salve Regina, che si vuole composto in ambiente tedesco-elvetico e introdotta nell'officiatura dal Vescovo Ademaro, ai tempi delle Crociate. Venne poi il Beato Giordano di Sassonia, secondo Maestro Generale dei Predicatori, a farla cantare in fine dell'officiatura corale; e fu per opera principalmente del suo Ordine che la preghiera venne largamente adottata e diffusa, cantata perfino nell'istante in cui un confratello sta per esalare l'ultimo respiro. Chi non si sente commosso all'invocazione « Madre di misericordia.., o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria »?  Il gregoriano ha più di una melodia su questa soavissima antifona, ma il popolo ne ha scelto una e ad essa resta fedele: quella che risuona comunemente nelle nostre chiese.
b) Le altre tre grandi Antifone mariane vennero a distanza di tempo nell'uso liturgico. Si vuole che l'Alma Redemptoris Mater abbia avuto per autore Ermanno Contratto, Abate di Reichenau (†1054); si canta di regola dall'Avvento alla Purificazione con aria declamatoria; dell'Ave Regina coelorum non conosciamo l'autore: essa ricanta in breve le prerogative della Madonna tratte dai Padri della Chiesa, e si suol cantare nella Officiatura dalla Purificazione al Giovedì Santo; infine la Regina coeli laetare, che, secondo alcuni, risale al Papa Gregorio V (996-999), esprime il gaudio pasquale, e innalza preghiere onde conseguire i gaudi eterni con Cristo risorto. Sono quattro gioielli, queste Antifone, che hanno stimolato e continuano a stimolare la vena dei musicisti di tutti i tempi e di tutti i luoghi, e più l'affetto filiale dei devoti.
c) Per le altre Antifone invocatorie a Maria, possiamo segnalare nel canto gregoriano il « Sub tuum praesidium, la Salve Mater Misericordiae, ma più la Inviolata, integra et casta, es Maria, fiore forse sbocciato in qualche monastero di schietto fervore, dove anime pervase da celesti pensieri e da sublimi aspirazioni si rivolgevano a Lei, nei secoli dell'aureo Medioevo: O benigna, o Regina, o Maria quae sola inviolata perinansisti.

Bibliografia

ANICHINI G. - CASSIANO DA LANGASCO, La Madonna nella musica, in AA. VV., Enciclopedia mariana "Theotocos", Bevilacqua&Solari Edizioni - Edizioni Massimo, Genova - Roma1954, pp. 690-693;  DUFOURCQ N. - SPYCKET S., Esquisse d'une histoire de la musique en l'honneur de la Vierge, in Maria, Études sur la Saint Vierge (DU MANOIR), Paris 1952, pp. 383-400.

VEDI ANCHE:
- BACH JOHANN SEBASTIAN
- MUSICA

 






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