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MARRACCI IPPOLITO



1. Cenni biografici
Ippolito Marracci nacque a Torcigliano di Camaiore (Lucca) il 18 febbraio 1604, primogenito di 11 figli, nel seno di una famiglia di solida pietà cristiana. Nel 1621 divenne religioso nell’Ordine dei Chierici Regolari della madre di Dio che San Giovanni Leonardi aveva fondato da poco nella città di Lucca. Compie i suoi studi teologici nel Collegio romano dei Gesuiti dal 1629 al 1632 e viene assegnato dai suoi superiori alla comunità romana di Santa Maria in Campitelli dove rimarrà per tutto il resto della sua vita assolvendo vari uffici: formatore della congregazione giovanile, parroco per sei anni e rettore per nove anni. Fece voto di schiavitù mariana impegnandosi nella difesa del dogma dell’Immacolata Concezione e nella dedicazione di tutte le sue forze alla propagazione del culto mariano. Dal 1655 al 1666 si troverà coinvolto in due processi da parte dei maestri del sacri Palazzo a motivo della pubblicazione di alcune sue opere in difesa dell’Immacolata Concezione. Il primo processo (1655-1663) lo vede condannato dal maestro del sacro palazzo Raimondo Capizucchi, a 23 giorni di carcere coatto e la minaccia di maggiori pene nel caso fosse recidivo. Ma egli ottiene da Alessandro VII la revoca della sentenza con decreto del nuovo Maestro del sacro palazzo Giacinto Libelli (30 agosto 1664). Il secondo processo (1664-1666), apertosi ancora per la pubblicazione a Bolzano di una nuova sua opera dal titolo Alloqutiones pacificae pro Immacolata Concepitone si concluderà con pene severissime: scomunica, interdetto di predicazione e insegnamento, privazione della voce attiva e passiva (6 novembre 1666). Bisognerà attendere il 21 gennaio 1671 per la piena riabilitazione del Marracci da parte del Sant’Offizio con l’assoluzione da ogni censura e la decisione di restituire le opere sequestrate. Da molti amici che vanno a trovarlo per congratularsi con lui egli è considerato “martire dell’Immacolata”. Muore santamente a Roma nel 19 maggio 1675.

2. Le opere mariane del Marracci
Ippolito Marracci fu un grande precursore dell’era mariana, un fecondo teologo dal grande spessore culturale, dalle profonde intuizioni e, soprattutto, un indefesso difensore del dogma dell’Immacolata Concezione. Egli scrisse un impressionante numero di opere mariologiche non ancora tutte edite, attraverso le quali intese dar voce alla viva tradizione della Chiesa a riguardo della Madre del Signore. Ben 115 opere sono quelle conosciute, di cui 32 date alle stampe, 52 rimaste manoscritte e 31 smarrite. Tra i tanti titoli ricordiamo: Pontifices Maximi mariani  (1642), Apostoli mariani (1643), Fundatores mariani (1643), Lilia mariana (1561), Purpura mariana (1654), Reges mariani (1654), Caesares mariani (1656), ecc. L’opera più consistente  e più nota rimane la Biblioteca mariana alphabetico ordine digesta del 1648. Una delle sue opere, Polyanthea mariana in libris XVIII distributa, Sumptibus Petri Ketteler, Colonia 1683, ebbe un grande successo editoriale come strumento per la predicazione mariana, il nutrimento spirituale dei fedeli, la composizione di altre opere affini. Dopo la pubblicazione postuma del 1683, cui si aggiunse l’Appendix ad Bibliothecam Marianam, seguí l’anno successivo una nuova edizione. Nel 1694 il fratello Ludovico Marracci curò un’edizione in 20 volumi, e non in 18. Nel 1710 vide la luce una nuova edizione a Colonia, presso F. Metternich. Sucessivamente, di nuovo a Colonia, si segnalano altre due edizioni degli anni 1727 e 1728. L’ultima edizione della Polianthea si ebbe a Napoli nel 1733. Fu ristampata da J. Bourassè nella sua Summa aurea, tomo IX, cc. 851-1512 e tomo X, cc. 9-595.

3. La Mariologia del Marracci
Appare certo che in un momento in cui la “questio” dell’Immacolata Concezione si trovasse in uno stadio di stagnazione anche a causa di una certa teologia scolastica che si ispirava al Caietano e i suoi epigoni, il Marracci ha offerto un apporto teologico e testimoniale non indifferente allo sviluppo di questo dogma, che rimase sempre il centro primario del suo interesse teologico e culturale. Vero protagonista del movimento mariano del XVII secolo, bibliografo, pubblicista, storico e autentico promotore del culto mariano, il Marracci intuì anche il grande valore e l’importanza del sensus fidelium nello sviluppo del dogma ecclesiale. Nella sua opera inedita dal titolo Expostulatio ad Clementen Decimi, l’autore rivendicò la necessità di una restaurazione della pia pratica della schiavitù mariana secondo il santo da Montfort, che proprio papa Clemente X aveva invece abolito. È difficile individuare tra i pur numerosi autori mariani del sec. XVII, un personaggio maggiormente attratto dall’idea della compiutezza gerarchica del “sapere” mariano di quanto non lo fosse il celebre chierico regolare della Madre di Dio. Egli dedicò tutta la vita a tentare le più variate declinazioni mariane del metodo enciclopedico: da quello bibliografico a quello bio-agiografico, da quello simbolico a quello apologetico, a tentare audaci operazioni combinatorie, a riproporre, insomma, in tante opere, vie e strumenti concettuali diversi, onde attingere l’architettura metafisica del reale nella sintesi personale della Beata Vergine e disporre entro le nervature barocche i frutti di una erudizione peregrina ma sempre volta alla sostanziale celebrazione dell’unico soggetto: Maria. Il Marracci, testimone di un’epoca e di una cultura che amplifica ogni aspetto e nella quale il senso dinamico dell’immaginativa umana si adopera a potenziare, approfondire, dilatare tutta la realtá, trovó scritta nella “Virgo liber Verbi”, l’intera economia della salvezza, quasi il metodo di Dio, e in quel libro seppe leggere sempre le grandi meraviglie da Lui compiute. Non é azzardato dire che nel suo inesauribile cercare le pagine scritte nella storia dello studio teologico e della pietá, abbia contribuito ad aprire il libro non scritto da mani di uomo che fu il cuore della madre, dove ogni cosa era custodita e conservata nella memoria viva di quanto in Lei e per Lei era accaduto per poi raccontarlo a tutte le generazioni.

Bibliografia
PETRILLO F., Ippolito Marracci protagonista del movimento mariano del secolo XVII, Edizioni monfortane, Roma 1992;  ROSCHINI G. M., Un grande precursore dell’era mariana: il P. Ippolito Marracci, OMD, in Alma socia Christi. Acta congressus mariologici-mariani Romae anno 1950 celebrati, Academia mariana internationalis, Romae 1953, pp. 218-232; SARTESCHI F., De scriptoribus congregationis clericorum regularium Matris Dei, Romae 1753, pp. 135-151; ERRA C., Memorie dei religiosi insigni della Madre di Dio, Romae, Typis Grossi, 1759, I-II; ANTONELLI R., Torcigliano di Camaiore, storia di una comunità, Camaiore 1992;  ANTONELLI R., Al tempo dei Marracci, in Campus Maior, Rivista di Studi Camaioresi, Istituto Storico Lucchese – Sezione di Camaiore, 2004, pp. 56-67; AA.VV. L'Immacolata Madre di Dio nel Seicento. Apporti teologici e spirituali di Ippolito Marracci. Atti del XIV Colloquio Internazionale di Mariologia. Roma, Santa Maria in Portico in Campitelli 18-21 febbraio 2004, Edizioni AMI, Roma 2006.






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