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VANGELI DELL'INFANZIA


1. Cosa sono i "Vangeli dell'Infanzia"
"Vangeli dell'infanzia" vengono chiamati i primi due capitoli sia del vangelo secondo Matteo che di quello secondo Luca. Essi costituiscono quasi un prologo alla vita pubblica di Gesù; mettono in rilievo la nascita e l'infanzia del Signore. Il loro scopo non è semplicemente biografico, ma teologico, anche se questo fatto non compromette il carattere storico dei racconti. Luca, nel prologo, ribadisce chiaramente l'affidabilità delle informazioni che lui sta presentando (Lc 1,4) Egli racconta gli eventi secondo la prospettiva di Maria che direttamente (o indirettamente) è la fonte delle narrazioni. Osservazioni linguistiche suggeriscono secondo molti esegeti che Luca ha già trovato una tradizione formulata nella comunità ebraico-cristiana. Allo stesso tempo il racconto lucano contiene tanti riferimenti impliciti all'AT; nella narrazione risuonano p. es. la profezia d'Isaia (7,14) (Lc 1,31) e dei testi che richiamano la gioia della «figlia di Sion" (Sof 3,14s ecc. in Le 1,28). Il racconto di Matteo viene presentato invece dalla prospettiva di Giuseppe; l'evangelista attinge forse al cerchio familiare dei "fratelli del Signore". Mentre Luca fa piuttosto delle allusioni al compimento dell'AT, Matteo porta delle citazioni esplicite. L'analisi esegetica manifesta che i due evangelisti non dipendono l'uno dall'altro; in particolare il contenuto di Mt 2 non si trova in Lc 2 e viceversa. Proprio di fronte a questa indipendenza letteraria sembra importante il nucleo comune: il nome di Maria e la sua condizione verginale; il matrimonio con Giuseppe dalla casa di Davide; Maria concepisce, quando non convive ancora con Giuseppe; la concezione verginale per opera dello Spirito Santo; un annuncio angelico (Mt: a Giuseppe; Lc: a Maria); l'incarico di chiamare il bimbo "Gesù"; la nascita a Betlemme; il parto avviene quando Giuseppe e Maria convivono nel matrimonio legale; il tempo di Erode il Grande; infine, il domicilio della sacra famiglia si trova a Nazaret. Non sembra possibile inquadrare i vangeli dell'infanzia in un determinato «genere letterario». In particolare non pare adatta (come veniva proposta da alcuni) la denominazione del «midrash": un "midrash" è un racconto omiletico sulla base di un determinato testo veterotestamentario. Luca e Matteo invece non vogliono narrare un commento ad un testo dell'AT, ma, viceversa, partono dagli eventi neotestamentari ed inseriscono vari riferimenti veterotestamentari.

2. Una questione ineluttabile

Matteo 1 2 e Luca -1-2 innovano rispetto all'evangelizzazione primitiva (il cherigma), che cominciava con il « battesimo di Giovanni » (At 1, 22, cf 2, 17.36; 10, 37-43), essi si spingono oltre, per rispondere a domande ineluttabili sulle origini di Gesù Cristo Da dove veniva egli? Non esisteva un modello per rispondere a una domanda del genere La cosa più ovvia per la mentalità del tempo sarebbe stata quella di dire che Cristo « era disceso dal cielo », formula molto frequente sotto la penna di Giovanni evangelista. Ma la realtà storica si opponeva a questa soluzione culturalmente allettante. La realtà, per poco che uno vi si addentrasse, si presentava in maniera diversa. Il vangelo della vita pubblica non aveva potuto tacere che il Messia era nato senza clamore a Nazaret. Ma come spiegare questo infortunio? E poiché il titolo messianico decretato a Gesù dalle folle era quello di « Figlio di Davide », che farne della saldissima tradizione locale, secondo cui egli non era figlio di Giuseppe? Perdeva egli così l'etichetta necessaria al Messia? Non esistevano dei modelli per rispondere a queste questioni. Luca e Matteo hanno dovuto aprirsi la strada su un terreno vergine. L'hanno fatto senza concertarsi, sulla base di informazioni per il 95% differenti. Hanno risolto queste difficoltà secondo la diversità delle loro fonti e delle loro rispettive teologie: Matteo, l'ebreo, e Luca, il pagano convertito. La loro riuscita e il loro accordo nella divergenza sono sorprendenti in simili condizioni. Se il vangelo è un best-seller permanente sempre attuale, ciò è vero in modo particolare per i vangeli dell'infanzia.

3. Vangeli sottovalutati

Eppure i tentativi scientifici, moltiplicatisi a partire dal secolo scorso per studiare la Bibbia, non sono stati teneri con questi vangeli popolari. Nel secolo scorso, allorquando la Chiesa si opponeva all'applicazione dei metodi profani al testo sacro, i pionieri, razionalisti dell'esegesi scientifica li han trattati con la superiorità del professore saccente. Li hanno criticati o corretti come lavori di alunni, denunciandone le incoerenze, le contraddizioni, le negligenze (inaccuraczes), e li hanno considerati come miti o invenzioni fantasiose, nonostante le dichiarazioni molto chiare di Lc 1,1-4. La sicurezza del sapere si alleava in essi all'ebbrezza pro dotta dal maneggio di nuovi strumenti e dal discernimento di un sostrato nascosto sotto le apparenze, inoltre portava i paraocchi inerenti a ogni metodo di investigazione. Infine le analisi sono state spesso orientate dai presupposti filosofici (razionalisti, idealisti, positivisti e psicanalitici). I vangeli dell'infanzia sono stati particolarmente criticati, disprezzati, disintegrati. Nella prospettiva di Kant e di Hegel, desiderosi di ridurre il mito alla ragione, Straùss (1835 ) vi vede dei theologoumena: una teologia in immagini, esprimente in forma di racconto un'idea teologica apriorica. La conversione tardiva dei cattolici ai metodi scientifici s'è spesso accompagnata a una conversione a queste ideologie. Lo slogan dei theologoumena ha fatto furore, senza rinnovamento né di argomenti né di presupposti. In una parte dell'opinione pubblica i vangeli dell'infanzia sono stati ridotti al livello di una favola. Certi sacerdoti, « iniziati » frettolosamente a queste pretese riduzioni « scientifiche », non osavano più predicare il vangelo del Natale, « sapendo » che si trattava di un mito. Di fronte a queste imprese l'apologetica ha spesso peccato di ingenuità, considerando i testi come l'equivalente materiale dell'avvenimento. Difendendo giustamente il riferimento del racconto a una realtà, essa non ha saputo misurare la misteriosa trasposizione che sempre esiste tra l'evento e il linguaggio, la cui verità è d'ordine intenzionale. Tra l'ingenuità prescientifica (luminosa quando è orante, ma risibile quando non è più sorretta dalla tradizione) e l'ingenuità inversa del falso sapere, che riduce questi vangeli mirabili alla mediocrità dell'interprete, occorre porre gli strumenti scientifici al servizio del testo e non usarli a suo detrimento. Un secolo e mezzo di lavoro critico non è andato perduto. Le acquisizioni sono considerevoli. Ma bisogna eliminare le topiche e le false apparenze, che hanno non di rado mascherato le scoperte autentiche. Il discernimento è un lavoro immenso che fa pensare alle scuderie d'Augia. Quante dotte stupidaggini, senza fondamento e senza domani, sono state diffuse in tutti i sensi da tesi e articoli, la cui ideologia falsava l'osservazione oggettiva del Vangelo!

Bibliografia
HAUKE M., Introduzione alla Mariologia, Eupress, Lugano 2008, p. 43; LAURENTIN R., I Vangeli dell'infanzia di Cristo. La verità del Natale al di là dei miti, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp. 9-11; MUNOZ IGLESIA S., Los Evangelios de la infancia, 4 voll., Madrid 1986-1990; ID., Lo histόrico en los Evangelios de la infancia, in Estudios Marianos 64 (1998), pp. 3-36; STRAMARE T., Vangelo dei Misteri della vita nascosta di Gesù (Matteo e Luca I-II), Bornato in Franciacorta 1998; ORSATTI M., Storicità e vangeli dell'infanzia, in RTLu 9 (2004), pp. 603-622; SABOURIN L., L'Évangile selon Matthieu et ses principaux parallèles, Istituto Biblico, Roma 1978; SALAS A., La Infancia de Jesús (Mt 1-2) Historia o telogia?, Biblioteca Escuela Biblica, Biblia y fe, Madird 1976;  ARANDA G., Evangelios de la Infancia de Jesús, in Scripta Theologica 10 (1978), pp. 793-848; GUTBROD K., Il messaggio del Natale. Le tradizioni evangeliche di Mt 1-2 e Lc 1-2, SEI, Torino 1973; SERRA A. - VALENTINI A- (a cura di), I Vangeli nell'infanzia. XXXI Settimana Biblica Nazionale (Roma 10-14 settembre 1990, EDB, Bologna 1990; LEONARDI G., L'infanzia di Gesù nei vangeli di Matteo e Luca, Padova 1975; SEGALLA G., Una storia annunciata. I racconti dell'Infanzia in Matteo, Brescia 1987; FEUILLET A., Jésus et sa Mèere d'après les Récits lucainiens de l'Enfance e d'aprèes saint Jean, Paris 1974; PAUL A., Il Vangelo dell'Infanzia secondo San Matteo, Roma 1986.






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