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MERTON THOMAS



1. Cenni biografici e personalità
a) Nacque nel 1915 in Francia dal neozelandese Owen e dalla statunitense Ruth Jenkins, entrambi pittori; a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, nel 1916 si trasferì con la famiglia nella casa dei nonni materni a Douglaston, vicino a New York: dopo la perdita della madre, morta di cancro nel 1921, si trasferisce con il padre prima alle isole Bermude, e nel 1925 di nuovo in Francia, a Saint-Antonin. Drammaticamente tormentato dalla precoce nonché tragica perdita degli affetti familiari quanto da una giovinezza a volte turbolenta, Merton si imbatté in un inaspettato spunto di conversione al cattolicesimo durante una visita in Italia, particolarmente al Monastero “delle tre fontane” ma anche presso le numerose chiese e basiliche paleocristiane di Roma. Il 10 dicembre 1941 entrò nella Abbazia di Nostra Signora del Gethsemani nel Kentucky (USA), una comunità monastica appartenente all'Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti). I ventisette anni che egli trascorse al Gethsemani, prima della sua morte improvvisa avvenuta a Bangkok nel 1968 portarono naturalmente dei profondi cambiamenti nella sua persona. Questa vibrante conversione, l'incombente rischio della guerra nucleare e la sua tragica storia familiare (con il fratello caduto in combattimento durante la seconda guerra mondiale) lo costrinsero in qualche modo nell'arena politica ove il Padre Louis (era il suo nome acquisito da monaco) divenne uno dei punti di riferimento del movimento per la pace degli anni sessanta. Considerando il segrazionismo e la guerra come i due più urgenti problemi del suo tempo, Merton non poté in alcun modo esimersi dall'essere uno strenuo sostenitore del movimento non violento per i diritti civili, che egli definì come “il più grande esempio di fede cristiana attiva nella storia sociale degli Stati Uniti”. A causa anche del suo costante impegno sociale, Merton dovette sopportare una severa critica da parte di cattolici e non, che attaccarono i suoi scritti ritenendoli di natura prettamente politica o comunque sconvenienti per un monaco. Nel corso degli ultimi anni della sua vita, forse perché anche spinto in tal senso dai ricorrenti eventi bellici nel Sud-Est asiatico, maturò un profondo interesse per le culture e le religioni di quelle aree, particolarmente per il Buddismo Zen, volendo promuovere il dialogo Est-Ovest in chiave pacifista. Dopo alcuni incontri e durante il viaggio del monaco americano in estremo oriente nel 1968, il Dalai Lama elogiò pubblicamente Thomas Merton riguardo la sua ottima conoscenza del Buddismo, giudicata come la più completa e profonda rispetto ad ogni altro cristiano da lui precedentemente conosciuto. Fu durante questo viaggio, per una conferenza sul dialogo monastico tra Est e Ovest, che Merton mori a Bangkok il 10 dicembre 1968, folgorato nella sua stanza da un ventilatore difettoso. Per una triste coincidenza tale data corrisponde al ventisettesimo anniversario del suo ingresso al Gethsemani. Thomas Merton è considerato uno dei più importanti scrittori americani cattolici del ventesimo secolo. La sua opera autobiografica: “La montagna dalle sette balze” è stata pubblicata in milioni di copie e tradotta in ventotto lingue. Merton scrisse altri sessanta libri, centinaia di poesie, articoli, lettere, diari che spaziano dalla spiritualità monastica ai diritti civili alla non violenza all'ecumenismo, agli armamenti nucleari.
b) Merton è stato soprattutto un monaco inquieto, ma che ha trasformato l’eremo, con la penna, in un pulpito senza confini, e, con la preghiera, in un tabernacolo dove custodire insieme all’Eucarestia ogni fratello; un trappista difensore della vita monastica eremitica e comunitaria, convinto di «tener viva nel mondo moderno l’esperienza contemplativa e mantenere aperta per l’uomo tecnologico dei nostri giorni la possibilità di recuperare l’integrità della sua interiorità più profonda». Sino a trasformare la sua stessa parabola in un racconto incessante della ricerca di Dio, vivendola tra solitudine e comunione, contemplazione e azione. Merton, inoltre, va ricordato come uomo dell’ecumenismo e del dialogo, rispettoso delle differenze e concentrato sull’essenziale. Nel dialogo interreligioso, più esplorativo che funzionale, fu pronto ad aprirsi a induisti, buddisti, ebrei, islamici, a cercare le fonti vitali delle altre religioni («Se affermo di essere cattolico solamente con il negare tutto ciò che è musulmano, ebreo, protestante, indù, buddista, alla fine troverò che non mi è rimasto molto da affermare per dimostrare che sono cattolico. Certamente non avrò il soffio dello Spirito con cui affermarlo»), e con una spiccata attenzione alle espressioni orientali. Una vita contemplativa, la sua, mai isolata dalla realtà. E una vita consacrata concepita come porta aperta all’amore.

2. Maria nella conversione e nella vita di Thomas Merton
« Maria è la Madre di Cristo, Madre sua nelle nostre anime. E' la madre della vita soprannaturale in noi. La santità ci viene per sua intercessione. Dio ha decretato che non ci fosse altra via ». Quando Thomas Merton, nella sua autobiografia La montagna dalle sette balze, scrive queste parole, indubbiamente si riferisce anche alla parte che la Madonna ha avuto nella sua conversione. Una delle prime spinte sulla via della conversione egli l'ebbe proprio da una statua della Madonna Immacolata. Si trovava a Murat, un paesino dell'Auvergne. «Il paese era raccolto ai piedi di un picco sormontato proprio da una statua colossale dell'Immacolata Concezione che allora mi sembrò enorme, prova palese di un eccesso di entusiasmo religioso. Quella gente intendeva affermare in maniera ovvia di amare la Madonna, la quale infatti deve essere amata e venerata come regina potentissima e Signora di immensa bontà e misericordia, efficace nella sua intercessione in nostro favore presso il trono di Dio. Ella ama i figli suoi, nati nel mondo con l'immagine di Dio nell'anima, e il suo grandissimo amore viene dimenticato e non è compreso per l'accecamento e la follia del mondo». Nel 1934 Merton torna definitivamente negli Stati Uniti. Nell'atto di lasciare l'Europa egli indirizza alla Madonna una commossa preghiera, ove descrive i passi di un amore che lo seguiva silenziosamente per tutti gli intricati sentieri del suo cuore infelice e senza pace « Madonna, la notte in cui lasciai l'isola che un tempo era l'Inghilterra a Voi dedicata, il vostro amore mi seguiva, sebbene io non lo sapessi e non me ne rendessi conto. Ed era il vostro amore, la vostra intercessione in mio favore presso Dio, che preparava i mari davanti alla mia nave e mi apriva la via verso un'altra patria ». La lettura di Gilsòn, di Newman, di Hopkins gli rivelano lo splendore abbagliante della verità cattolica e lo inducono a rompere gli indugi per farsi cattolico. Si presenta a un prete e gli dice: «Padre, voglio farmi cattolico». Dopo una conveniente istruzione religiosa, il 16 novembre 1938, all'età di ventitre anni, riceve il Battesimo e la Prima Comunione. «Ero finalmente entrato nell'eterno moto di quella gravitazione che e la vita e lo spirito di Dio». Ai suoi occhi si svelo subito il ministero di Maria nella vita delle anime.  «Uno dei miei principali difetti nella mia vita spirituale durante quel primo anno fu la mancanza di devozione verso la madre di Dio. Credevo nella verità che la Chiesa insegna sulla Madonna, e quando pregavo dicevo l'Ave Maria. Ma questo non basta. Non è facile comprendere la terribile potenza della Vergine Santa... ». Come non pensare che nella decisione di entrare nell'Ordine dei Cistercensi ci sia stato in Thomas Merton il desiderio di ringraziare per tutta la vita la Vergine per la sua conversione? «E' verissimo che l'Ordine dei Cistercensi è il vostro speciale dominio e che quei monaci in saio bianco sono i vostri servi particolari: Servitoris Sanctae Mariae. Le loro case son tutte vostre, Notre-Dame in tutto il mondo».

Bibliografia

BARRA G., La Madonna e le conversioni, in AA. VV:, Enciclopedia mariana Theotócos, Bevilacqua&Solari Edizioni - Editrice Massimo, Genova - Milano 1954, pp. 230-236; FOREST J., Vita di Thomas Merton, Lindau, Torino 2010; MERTON TH., Vita e santità, Lindau, Torino 2009; ID., La montagna delle sette balze, Garzanti, Milano 2006; ID. Le acque di Siloe, Garzanti, Milano 2001; ID., Meditazione e contemplazione, Gribaudi, Milano 1996; ID., Che cos'è la contemplazione, Morcelliana, Brescia 2015; CAPANAGA V., La Madonna nella storia delle conversioni, Roma 1953;  RONCALLI M., Merton: viaggio alla ricerca dell'uomo, in Avvenire del 28 gennaio 2015, p. 20.






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