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REPUBBLICA CECA E SLOVACCHIA


1. I Santi Cirillo e Metodio e il culto mariano
La repubblica ceka (composta dalla Boemia, dalla Moravia e dalla Slesia) e la Slovacchia sono tornate a essere due Stati indipendenti dal 1° gennaio 1993. La loro unione, già precaria perché risalente a tempi abbastanza recenti (all'anno 1918), è stata ulteriormente compromessa da un progressivo divario politico ed economico e dall'assenza di basi storiche, linguistiche e culturali comuni. Nell'anno 863 Rotislao, re della Grande Moravia, che comprendeva i popoli slavi dell'attuale Ungheria e dell'ex Cecoslovacchia, chiese a Bisanzio dei missionari che conoscessero la lingua slava. Vennero inviati i santi fratelli Cirillo e Metodio, che posero le basi non solo della fede tra i popoli slavi, ma anche della loro cultura, perché essi vi introdussero la scrittura (il famoso alfabeto cirillico) e tradussero la liturgia e le principali opere patristiche. A loro si deve anche la caratteristica pietà mariana dei popoli slavi, derivata dalla liturgia bizantina, particolarmente ricca di riferimenti alla Madre di Dio e permeata di tenera confidenza verso di lei. Al loro ricordo inoltre sono legati numerosi santuari mariani, specialmente nell'attuale Moravia, come quello molto importante della «Madre dell'unione», di Velehrad. Nonostante questo promettente inizio, la liturgia slava non ebbe nemmeno il tempo di svilupparsi fra gli antichi popoli dell'ex Cecoslovacchia; essa, già alla fine dell'800, fu soppiantata da quella latina, introdotta sotto la spinta del vicino e potente impero tedesco. All'inizio del secolo X le invasioni degli ungheresi, ancora pagani, frantumarono la Grande Moravia e portarono saccheggi e distruzioni per tutta l'area danubiana. Il centro politico si spostò a Occidente, in Boemia, che da questo momento conobbe un periodo di crescente fioritura. Questo è anche il tempo del primo grande sviluppo dei santuari mariani, come del resto avvenne un po' in tutta l'Europa. Gran parte degli attuali luoghi di pellegrinaggio, almeno come antica origine, risale a questo periodo.

2. Le origini di molti santuari dedicati alla Vergine
Vari sono gli avvenimenti che fecero sorgere i santuari: prodigi verificatisi presso edicole campestri o fra i boschi, rinvenimenti di immagini (il caso più frequente), apparizioni, protezioni durante le incursioni nemiche, soprattutto quelle dei tartari avvenute verso la metà del 1200: in tale occasione sono sorti i santuari molto importanti di Hostyn, in Moravia, e di Levoèa in Slovacchia. I sovrani stessi e le altre autorità del Paese promuovevano il culto mariano e facevano erigere chiese e conventi in un clima di fervore che accomunava un po' tutte le componenti della società del tempo. Sono particolarmente da ricordare Venceslao I, il condottiero della guerra vittoriosa contro i tartari, e Carlo IV (1347-1378), detto il Padre della Patria. Sotto quest'ultimo re si diffuse la pratica, rimasta caratteristica di queste popolazioni, della messa mattutina in onore della Vergine; essa veniva celebrata prima dell'alba e attirava un gran numero di persone, anche da posti relativamente lontani.

3. La crisi ussita
All'inizio del 1400, su questa realtà così fiorente si abbatté una profonda crisi religiosa, le cui conseguenze non sono ancora scomparse, soprattutto in Boemia. Tale crisi, a partire dal 1419, sfociò in un movimento armato che seminò lutti e devastazioni non solo nell'ex Cecoslovacchia, ma anche nei paesi limitrofi. Si tratta del movimento ussita, scaturito dalla predicazione di Giovanni Huss (1370-1415), un riformatore zelante, ma divenuto eretico a causa del suo estremismo e per questo condannato al rogo. Nella città di Praga prevalse in genere la moderazione; ma nel resto del territorio le bande ussite assaltarono chiese e conventi, distruggendo praticamente tutto il patrimonio del cristianesimo medioevale della Boemia. Particolarmente presi di mira erano i santuari, che venivano sistematicamente spogliati o distrutti. È interessante però notare che c'era quasi sempre qualcuno che provvedeva a nascondere le immagini; perciò quelle che sono venerate nei santuari attuali, nella grande maggioranza, risalgono all'epoca pre-ussita. Dopo la pace del 1436 la vita cattolica riprese, anche se con fatica e fra persistenti divisioni. In questo periodo si diffondono in modo particolare la preghiera dell'Angelus, che ogni buon cattolico boemo, al tocco della campana, recitava in ginocchio in qualunque luogo si trovasse, e la preghiera del rosario, che a sua volta ha dato origine ad un'attività artigianale abbastanza fiorente, quella della fabbricazione delle cotone.

4.Gli influssi del protestantesimo
Smorzatasi la crisi ussita, se ne presentò subito un'altra, quella del protestantesimo, che guadagnò sé gran parte dell'elemento colto e della nobiltà. Ancora una volta, a partire dalla metà 1500, i monasteri vennero soppressi e i santuari spogliati. Anche in questo caso vi fu sempre qualcuno che si premurò per tempo di sottrarre alla profanazione le immagini venerate, nascondendole  in attesa di tempi migliori. La situazione tornò favorevole al cattolicesi dopo la battaglia della Montagna Bianca (1620), vinta dalla Lega Cattolica guidata dall'imperatore d'Austria, contro le forze protestanti. Si trattava praticamente di riconvertire quelle popolazioni, e per far questo non bastava certamente restituire le chiese al clero cattolico.  Il compito di rianimare il cattolicesimo fu assunto soprattutto dai gesuiti. Essi fecero rifiorire in gran numero i santuari scomparsi e soppressi durante il periodo ussita prima e protestante poi. Le immagini che erano state nascoste vennero rinvenute in gran numero e poste in venerazione, suscitando l'entusiasmo dei fedeli. Tutto ciò contribuì a far sì che, soprattutto in Boemia, la restaurazione cattolica non fosse vista come un'imposizione da parte di una potenza straniera: le immagini infatti risalivano al periodo pre-ussita, quando la nazione era libera e prospera; esse quindi appartenevano alla tradizione più genuina della Boemia e il ritorno al loro culto costituiva un ritorno alle radici della cultura locale.

5. Il giardino di Maria
Nel 1600 e nel 1700 si diffuse fra i cattolici cecoslovacchi la coscienza di una particolare protezione della Vergine nella salvaguardia della fede nella loro nazione. Nacque anche il titolo di «Giardino di Maria», dapprima attribuito alla Moravia e subito dopo rivendicato anche dalla Boemia e dalla Slovacchia. Specialmente in quest'ultima ha avuto grande importanza il culto alla Beata Vergine dei sette dolori, che cominciò a diffondersi nel 1500. Questa devozione ha permeato profondamente il cuore degli slovacchi, che nell'Addolorata vedono riflessa l'immagine della loro nazione, sempre oppressa. Essa dovette fronteggiare nei secoli le invasioni degli ungheresi, dei mongoli, le devastazioni del periodo ussita e protestante e infine gli assalti dei turchi. La presenza dei santuari mariani e i prodigi che in essi si verificavano costituivano la fonte cui attingere speranza e fiducia. La Vergine, oltre che consolare il dolore nazionale degli slovacchi, diede ad esso un senso, contribuendo così a tener viva l'identità nazionale. L'Addolorata, venerata nel santuario di Satin e in tanti altri, è la protettrice della Slovacchia.

6. I santuari mariani davanti al nazismo e al comunismo
Anche nella repubblica ceka e in Slovacchia la vitalità dei santuari ebbe una battuta di arresto al tempo delle riforme ecclesiastiche dell'imperatore Giuseppe Il, nemico di tutto ciò che in campo religioso non era "ragionevole": vennero così chiusi e confiscati i monasteri e i santuari che non erano parrocchie; furono proibiti i pellegrinaggi e le processioni. Nel corso del 1800 la situazione tornò lentamente alla normalità; ma il danno arrecato, soprattutto nel mondo della cultura e nelle città, fu grave e si affermò fortemente una mentalità liberale e antireligiosa; risorse inoltre l'ussitismo e quindi lo spirito separatista. Intorno al 1920 si ebbero numerosi atti di vandalismo, che portarono alla profanazione di centinaia di santuari e chiese. Negli anni 1938-1939, davanti all'incombere del pericolo nazista e all'inizio dell'occupazione tedesca della Cecoslovacchia, i pellegrinaggi ai santuari ebbero un grande incremento: essi divennero l'unico luogo in cui era possibile esprimere non solo la propria fede, ma anche lo spirito nazionale: i fedeli si contavano a centinaia di migliaia. I nazisti se ne resero subito conto e proibirono tali manifestazioni. I pellegrinaggi continuarono, ma per forza di cose alla spicciolata. Passato il nazismo, ecco presentarsi un nuovo pericolo, il comunismo, che prese definitivamente il potere nel 1948. Dopo un primo periodo di relativa tolleranza, la situazione andò rapidamente peggiorando, finché negli anni Cinquanta quasi tutti i vescovi, gran parte del clero e i laici più attivi furono processati e imprigionati. I beni della Chiesa vennero confiscati, i conventi chiusi; quel poco di culto permesso fu strettamente controllato. I santuari rimasti aperti non poterono più ricevere pellegrinaggi organizzati. In queste condizioni la fede divenne, soprattutto in Boemia, una scelta che richiedeva grande coraggio e chi la compiva si metteva praticamente fuori legge. I santuari, tuttavia, continuarono a essere frequentati e offrirono anche un modo per recarsi in posti lontani dal luogo di residenza sfuggendo al controllo della polizia. Talvolta i pellegrinaggi organizzati venivano fatti passare per gite turistiche e culturali. In Moravia e soprattutto in Slovacchia la situazione era alquanto diversa, più simile a quella della Polonia; la maggioranza della popolazione era rimasta cattolica e in tali condizioni il controllo delle autorità era più difficile e laborioso. Nel 1958 si diffuse la notizia di un'apparizione mariana a Turzovka, nel Nord della Slovacchia, al boscaiolo Matous Lasut. L'autorità statale fece di tutto per mettere la cosa a tacere, ma il veggente confermò la sua testimonianza. L'autorità ecclesiastica non emise nessun giudizio, non avendo potuto effettuare le indagini; ma i pellegrini non mancavano e i fatti di Turzovka hanno contribuito a rinsaldare la fede degli slovacchi. Negli ultimi anni del potere comunista il fenomeno del pellegrinaggio, e in particolare quello mariano di Levoèa, ha avuto uno sviluppo inarrestabile e un ruolo, anche politico, estremamente significativo. Per la festa del 2 luglio masse sempre più numerose di persone, fino ad arrivare a centinaia di migliaia, si sono dirette verso Levoèa: le autorità hanno cercato in ogni modo di scoraggiare e impedire il pellegrinaggio, perfino con gli arresti e le intimidazioni, ma senza mai osare proibirlo espressamente; la gente è sempre riuscita ad aggirare gli ostacoli della polizia e alla fine si è resa conto che le autorità comuniste erano impotenti contro di essa e contro la sua voglia di libertà.

7. I più noti santuari marian
i
- Nostra Signora di Starà Boleslav: sorge non lontano da Praga ed è forse il più antico santuario della Boemia;
- Nostra Signora della Vittoria: si trova ad Hostyn, è sorto nel 1241 ed è il principale santuario della Moravia, strettamente legato all'epopea ceka;
- Monte di Santa Maria: situato nel territorio di Levoèa, sembra sia sorto sulla collina dove si erano rifugiati gli abitanti delle zone all'epoca dell'invasione dei tartari nel secolo XIII;
- Beata Vergine Addolorata: sorge a Sastin in segiuto ad un intervento miracoloso a favore della moglie di un certo Imarich Czobor nel 1732.

Bibliografia
MARCUCCI D., Santuari mariani d'Europa. Storia, fede, arte, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, pp. 31-36; FACCENDA L., Sempre mi troverai. Nei Santuari mariani ho incontrato la Madre, Edizioni dell'Immacolata, Borgonovo di Pontecchio Marconi 1993; BENAZZI N. (Ed), Santuari d'Europa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014;  SAGGIORATO B. A., La Madonna nel mondo con i più celebri santuari mariani, Edizioni Carroccio, Terraglione di Vigodarzere 1986; LAEPPLE A., Deutschland, deine Wallfahrtsorte, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1983; FRANIA R., Maria, Mutter der Voelker, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1985.






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