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SLOVENIA


1. Origini, sviluppo e forme del culto mariano
a) Gli sloveni si stanziarono nell'alta valle della Sava nella seconda metà del secolo VI e furono sottomessi agli àvari. In seguito, il loro posto fu preso dai duchi di Baviera e poi dai franchi. Durante il regno di Carlo Magno vennero cristianizzati dal patriarcato di Aquileia, che si era assunto il compito di evangelizzare l'Europa centrale; non si trattò di un'opera sistematica, tuttavia, lungo la strada romana che da Aquileia portava al nord, sorsero diverse chiese dedicate alla Vergine Maria. Verso la fine del secolo VIII dal vescovo di Salisburgo venne inviato san Modesto. Egli trasformò in chiesa mariana un antico tempio pagano, che divenne per molti secoli il centro non solo religioso, ma anche politico della Slovenia, dato che presso questo santuario avveniva l'incoronazione del duca della Carinzia: si tratta di Maria Saal (Gospa Sveta, Santa Signora, in sloveno), località attualmente in Austria, dato che la Carinzia dalla fine della prima guerra mondiale fa parte di tale Stato.
b) Occorrerebbe anche parlare dell'antichissimo santuario di Castelmonte, situato nella parte orientale del Friuli, che rappresenta, dal punto di vista storico, un'area comune tra italiani e sloveni, con prevalenza ora degli uni, ora degli altri. Dagli sloveni è chiamato Stara Gora (Monte Vecchio) e vi si recano in pellegrinaggio fin da prima del Mille. Un altro santuario comune con gli italiani è quello di Lussari, in provincia di Udine. I principi sloveni di quel periodo si mostrarono sempre molto sensibili al culto mariano e se ne fecero promotori. Particolare rilievo assunse la consacrazione alla Vergine della cattedrale locale, fatta erigere nell'840 dal principe di Blatograd (l'attuale Balaton ungherese).
c) Negli ultimi secoli del Medioevo ebbero grande importanza nella vita religiosa del popolo le confraternite mariane, promosse dai diversi ordini religiosi presenti in quei territori; sono da segnalare quelle dei Sette Dolori, della Purificazione di Maria Santissima delle Grazie. Sviluppo grandissimo ebbe poi la Confraternita del Rosario, tanto che un proverbio sloveno dice che «i due pilastri della nazione sono la polenta e il rosario»: fino a tempi recenti nei villaggi, alla sera, si diffondeva dalle finestre come un coro di voci che recitavano il Rosario. Intorno al Mille la Slovenia fu suddivisa in varie signorie rette da feudatari tedeschi, e il loro governo preparò il Paese all'annessione agli Asburgo che nel 1278 sarebbero stati assunti al trono germanico. Da allora la storia del Paese s'identificò con quella austriaca. Fa eccezione il periodo del regno napoleonico sulle province illiriche, compreso tra il 1809 e il 1813, e quello intercorso tra il 1918 e il 1991, durante il quale la Slovenia fu una delle repubbliche federate di Jugoslavia.
d) In passato per la sua posizione la Slovenia fu direttamente interessata dalle invasioni turche, che puntavano verso Vienna, cuore dell'impero occidentale. Il culto mariano ebbe in questa circostanza una duplice funzione di difesa religiosa e militare. Dal punto di vista religioso la devozione all'Immacolata sostenne il popolo nella resistenza contro gli invasori: la vittoria del 1683, sotto le mura di Vienna, fu fortemente sentita in Slovenia e fu attribuita all'intercessione della Vergine Immacolata; a lei fu dedicata una colonna nella piazza principale di Lubiana e alla sua inaugurazione il popolo si impegnò a difendere sempre l'onore della Madonna.

2. Valore e funzione del Santuari mariani
In Slovenia i santuari mariani e le chiese servirono anche per la difesa militare, dato che erano concepiti come vere e proprie fortificazioni, in cui rifugiarsi in tempo di pericolo; di fatto molte volte, durante il periodo delle incursioni turche il popolo vi trovò scampo. In tale epoca sorse un santuario particolarmente caro agli sloveni, quello di Ptujska Gora. Secondo la tradizione, di fronte all'esercito turco la chiesa divenne "nera", rendendosi così invisibile. In tal modo la popolazione che vi si era rifugiata si salvò; da allora il santuario fu anche chiamato «Crna Gora» (Montagna Nera). Uno dei gesti più impopolari dei comunisti, durante il loro governo, fu proprio quello di trasformare in museo questa chiesa tanto significativa per i fedeli. Con la caduta del comunismo il culto mariano, che da sempre costituisce un importante motivo di coesione per gli sloveni, ha ricevuto un nuovo impulso, e oggi più che mai rappresenta una forma essenziale di sostegno e conforto spirituale per la popolazione turbata dalla violenza esplosa nella regione e dai problemi che accompagnano la rinnovata autonomia del Paese.

3. I più noti Santuari mariani
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Maria Ausiliatrice
di Brezje: è un santuario piuttosto recente, sviluppatosi soprattutto dopo la prima guerra mondiale, quando quelli più antichi e frequentati di Maria Saal (Gospa Sveta), di Lussari (Sveta Visarje) e di Monte Santo (Sveta Gara) si vennero a trovare fuori dei confini nazionali, il primo in Austria e gli altri due in Italia. Brezje risale al 1800 e divenne mèta di pellegrinaggio da quando, qualche anno dopo, vi fu collocata l'immagine dipinta da Leopold Layer;
Monte Santo di (Sveta Gora) di Nova Gorica: si tratta di un santuario 'conteso" tra gli italiani e gli sloveni; attualmente è dall'altra parte del confine italiano e quindi nei pressi della Gorizia slovena, detta Nova Gorica. Il santuario sorge sulla punta di una montagna, alta 688 metri. Vi esisteva una cappella fin dal Medioevo, ma fu distrutta dai turchi. Il santuario fu ricostruito in seguito ad un'apparizione avuta da una pastorella, di nome Urska Ferlogojeva, avvenuta nel 1539;

Bibliografia
MARCUCCI D., Santuari mariani d'Europa. Storia, fede, arte, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, pp. 136-138; FACCENDA L., Sempre mi troverai. Nei Santuari mariani ho incontrato la Madre, Edizioni dell'Immacolata, Borgonovo di Pontecchio Marconi 1993; BENAZZI N. (Ed), Santuari d'Europa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014;  SAGGIORATO B. A., La Madonna nel mondo con i più celebri santuari mariani, Edizioni Carroccio, Terraglione di Vigodarzere 1986; LAEPPLE A., Deutschland, deine Wallfahrtsorte, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1983; FRANIA R., Maria, Mutter der Voelker, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1985.






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DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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