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CALENDARIO LITURGICO MARIANO


1° Gennaio: Maria SS. Madre di Dio
Solennità

Questa solennità costituisce la più antica festa mariana della chiesa di Roma (metà del VI secolo). In precedenza, in contrapposizione alle manifestazioni pagane per l'inizio del nuovo anno, questo giorno aveva un carattere penitenziale con una messa ad prohibendum ab idolis (per allontanare dagli idoli). La divina maternità di Maria, proclamata dal concilio di Efeso (431), diede vita a questa celebrazione prima nella chiesa bizantina (26 dicembre); poi in quella copta (16 gennaio). Dall'Oriente passò a Milano già verso la fine del v secolo e fu collocata nella domenica precedente il Natale. In Spagna è attestata nel VII secolo al 18 dicembre. In ogni caso sempre in relazione al Natale. La riforma conciliare del calendario romano (1969) ha ripristinato questa solennità alla data originaria abolendo, da una parte, la festa della divina maternità che nel 1931 (XV centenario del concilio di Efeso) era stata collocata l'11 ottobre e, dall'altra, la festa della Circoncisione, entrata nel calendario romano nell'XI secolo per influsso gallicano (ovviamente a partire dal brano evangelico di questo giorno). «Collocata secondo l'antico suggerimento della liturgia dell'Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza.., per mezzo della quale abbiamo ricevuto l'Autore della vita... È altresì un'occasione propizia per rinnovare l'adorazione al neonato Principe della pace, per riascoltare il lieto annuncio evangelico, per implorare da Dio - mediatrice la Regina della pace - il dono supremo della pace» (Paolo VI, Marialis cultus, n. 5).

2 febbraio: Presentazione del Signore
Festa

Questa festa è già testimoniata dalla pellegrina Egeria per la chiesa di Gerusalemme verso la fine del IV secolo. La presentazione di Gesù al tempio è annuncio profetico del suo regale ingresso nella santa città di Gerusalemme e della sua offerta sacrificale sull'altare della croce. Da Gerusalemme la festa, con il titolo di Ypapant (= incontro) si diffonde rapidamente nelle chiese d'Oriente e Cirillo d'Alessandria († 444) testimonia anche la presenza dei lumi: «Celebriamo il mistero di questo giorno con lampade fiammeggianti». È chiaro il riferimento al cantico di Simeone: «Luce per illuminare le genti». Si tratta, pertanto, di una celebrazione cristologica che si pone in qualche modo come ponte fra il mistero dell'incarnazione e quello della redenzione attraverso la morte e risurrezione di Cristo. La presentazione al tempio è annuncio profetico della presenza e del ruolo di Maria ai piedi della croce. Questa festa, introdotta a Roma dal papa siriano Sergio 1(687-701), è presente nel sacramentario Gelasiano (VIII secolo) sotto il titolo De purificatione Mariae e come tale passò nel Messale di Pio V (1570). Già il codice delle rubriche del 1960 stabilì che tale festa fosse da considerarsi del Signore. Con la riforma del Vaticano Il il titolo fu opportunamente mutato in quello di Presentazione del Signore.

11 febbraio: Beata Maria Vergine di Lourdes
Memoria facoltativa

Nel 1890 Leone XIII concesse la celebrazione di questo giorno come festa locale per la sola diocesi di Tarbes. Infatti, a Lourdes, nel territorio di quella diocesi, l'11 febbraio 1858 ebbe luogo la prima delle 18 apparizioni della beata vergine Maria a Bernadette Soubirous (1844-1879), proclamata santa dal papa Pio XI 1'8 dicembre 1933, Anno Santo della Redenzione. Questa festa fu inserita nel calendario romano da san Pio X nel 1908. L'oggetto di questa memoria facoltativa non sono gli eventi storici delle apparizioni, ma il mistero di Maria, madre immacolata, alba della redenzione, inizio della nuova umanità liberata dal peccato, come evidenzia la colletta proposta per la messa di questo giorno.

25 marzo: Annunciazione del Signore
Solennità

La più antica testimonianza di questa celebrazione si ha in un'omelia di Abramo di Efeso tenuta probabilmente a Costantinopoli tra il 530 e il 550. Le ragioni che hanno portato alla scelta di questa data non sono chiaramente documentate. Tuttavia, molto prima dell'apparizione di questa festa, il 25 marzo, fin dal III secolo (secondo la testimonianza di Tertulliano e di Ippolito), per via dell'equinozio di primavera, era considerato una data fortemente simbolica. Per questo fra il IV e il VI secolo venivano ascritte a tale data sia la passione, la morte e la risurrezione di Cristo come pure il suo concepimento verginale (Epifanio, Agostino, Dionigi il Piccolo). È evidente il rapporto con il 25 dicembre che cade giusto nove mesi dopo. Secondo un'esasperata ricerca di perfezione simbolica tutto in Cristo doveva essere perfetto. Gli storici non sono in grado di determinare con certezza se l'Annunciazione dipenda dal Natale o viceversa. Certamente c'è un influsso reciproco. In ogni modo per entrambi i giorni gioca l'importante simbolismo dell'equinozio di primavera e del solstizio d'inverno. Nel titolo della festa la liturgia bizantina accentua la dimensione mariana: Annuncio della beatissima Madre di Dio sempre vergine Maria. Con la riforma conciliare del calendario la liturgia romana ha voluto recuperare l'antico titolo presente nel Liber Pontificalis: Annuntiatio Domini. Cristo e Maria restano comunque strettamente uniti, anzi, inseparabili, nel mistero oggi celebrato.

13 maggio: Beata Vergine Maria di Fatima
Memoria facoltativa

La terza edizione latina del Messale Romano (2000) prevede al 13 maggio la memoria mariana facoltativa che fa riferimento alle sei apparizioni di Maria (dal 13 maggio al 13 ottobre 191 7) ai tre pastorelli di Aljustrel: Lucia di Jesus Santos, Francesco e Giacinta Marto. Francesco e Giacinta, morti rispettivamente nel 1919 e nel 1920, sono stati dichiarati beati da Giovanni Paolo Il a Fatima il 13 maggio 2000. Suor Lucia si è spenta il 13 febbraio 2005. Durante il rito di beatificazione a Fatima è stata letta e interpretata l'ultima parte delle memorie di suor Lucia, cioè il terzo segreto in riferimento al quale l'allora card. Ratzinger ribadiva che in materia di apparizioni non vi sono dogmi di fede, «anzi... alla fine il segreto sarà anche ridimensionato. Questo perché non ci si deve aspettare tanto da queste rivelazioni private che, pur rappresentando per chi lo desidera, un aiuto per la preghiera, per la vita cristiana, non sono certamente essenziali per un cristiano» (cfr. Il Regno-attualità 45 [12/20001382). Correttamente la colletta propria di questa memoria fa riferimento al messaggio (penitenza e preghiera per la salvezza del mondo), ma non agli avvenimenti storici.

31 maggio: Visitazione della beata Vergine Maria
Festa

Questa festa affonda le sue radici nella fioritura della devozione mariana che caratterizza il periodo che va dal XV al XVI secolo. Essa ha un preciso anno di nascita: 1389, cioè nel contesto del grande scisma d'Occidente che vide contrapposti il papa Urbano VI (Roma) e l'antipapa Clemente VII (Avignone). La festa fu proposta dall'arcivescovo di Praga Giovanni Jenstein, uomo colto e pio, proprio per invocare la fine dello scisma per intercessione di Maria. Lo scisma terminerà soltanto nel 1417. Istituita da Urbano VI e promulgata dal suo successore Bonifacio IX nel 1390 per tutta la chiesa, questa festa, al di là delle contingenze storiche che ne hanno determinato l'istituzione, non è frutto di una qualche devozione popolare (come il Nome di Maria, l'Addolorata, la B.V. del Rosario...), si radica sul testo evangelico. Celebra, pertanto, il passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento, cioè il momento in cui il Battista, l'ultimo dei grandi profeti in Israele, esulta di gioia 'incontrando' l'atteso Messia. Maria costituisce, per così dire, il ponte attraverso il quale la storia della salvezza entra negli ultimi tempi. L'originaria scelta del 2 luglio non ha chiare motivazioni. Pare sia stata collocata a quella data per collegarla alla nascita del Battista (24 giugno) dopo la conclusione dell'ottava. Con la riforma conciliare del calendario romano (1969) la ricorrenza è stata trasferita al 31 maggio perché «così si adatta meglio alla narrazione evangelica», cioè prima di celebrare la nascita di Giovanni. Anche se non è detto esplicitamente, non è certo sfuggito agli autori della riforma che in questo giorno si conclude il mese di maggio; mese che la devozione popolare dedica a Maria e che trova così una conclusione di sapore biblico, mariano e cristologico.

Sabato dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù: Cuore immacolato della beata Vergine Maria
Memoria

La devozione al Cuore immacolato di Maria è relativamente recente e se ne deve la diffusione a san Giovanni Eudes (1601-1680) che, in parallelo alla devozione al Cuore di Gesù di cui fu entusiasta diffusore, nel 1648 ottenne di celebrare la prima festa liturgica per la sola diocesi di Autun (Francia) il giorno 8 febbraio. Soltanto nel 1805, l'allora Congregazione dei riti concesse di celebrare questa festa a quanti ne avessero fatta esplicita richiesta (confraternite, istituti religiosi, diocesi) usando i testi liturgici della festa della Madonna della Neve (5 agosto). Pio IX nel 1855 approvò una messa con testi propri. Nel messale riformato da san Pio X del 1914 questa messa fu posta in appendice tra le feste pro aliquibus locis. Nel 1944, dopo che, nel cuore della seconda guerra mondiale, furono rese pubbliche le prime due parti del 'segreto di Fatima' (1942), Pio XII estese la festa a tutta la chiesa latina assegnandole la data del 22 agosto, giorno ottavo della solennità dell'Assunzione di Maria al cielo. La riforma del calendario promossa dal Vaticano II, seguendo criteri maggiormente liturgici, e nello stesso tempo recuperando le intenzioni originarie di san Giovanni Eudes, ha collegato strettamente questa ricorrenza alla solennità del Sacro Cuore di Gesù collocandola il giorno seguente, cioè sabato, come memoria facoltativa, diventata obbligatoria da pochi anni (vedi il decreto, in cui si trovano esposti i motivi, in Notitiae 32 [1996] 654-656). La messa completa con orazioni e letture si trova nella raccolta delle Messe della B.V. Maria (n. 28).

16 luglio: Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Memoria facoltativa

Nella metà del XII secolo alcuni devoti pellegrini occidentali, probabilmente congiunti con le ultime crociate di quel secolo, si ritirarono sul monte Carmelo, legato al profeta Isaia (cfr. 1 Re 18,19-46). Qui, nel contesto di quella intensa devozione mariana che stava sviluppandosi ovunque, parallelamente alla devozione verso l'umanità di Gesù, questi pellegrini edificano un primo luogo di culto a servizio della nuova comunità di tipo monastico, la quale, in un clima di semplicità e austerità, guarda a Maria come custode fedele della Parola e come modello di vita contemplativa. Un testo del XV secolo, con interpolazioni spurie, Catalogo dei santi carmelitani, pone il 16 luglio 1251 l'apparizione della Vergine a san Simone Stock, generale dell'Ordine. Durante questa apparizione Maria gli avrebbe consegnato lo scapolare, o abitino, con la promessa di una sua particolare protezione in punto di morte per quanti lo indosseranno. A ciò si aggiunge anche una Bolla, altrettanto spuria, attribuita a Giovanni XXII dove il papa riferisce di una sua visione durante la quale la Madonna promette la liberazione dal purgatorio nel primo sabato dopo la morte per tutti i devoti dello scapolare. Queste promesse favoriscono grandemente la diffusione della devozione popolare alla Madonna del Carmine. Nel 1606 la ricorrenza della Madonna del Carmine diventa la festa solenne delle confraternite e nel 1726 viene estesa a tutta la chiesa latina da Benedetto XIII. Nel Calendario riformato dal Vaticano II è memoria facoltativa.

5 agosto: Dedicazione della basilica di S. Maria Maggiore
Memoria facoltativa

Non è propriamente una festa mariana, ma il formulano di oggi celebra comunque la Vergine. In alcuni luoghi la memoria odierna è celebrata come festa della Vergine Maria sotto il titolo di Madonna della Neve. Santa Maria Maggiore, la quarta delle basiliche patriarcali di Roma, costruita sulla sommità dell'Esquilino, è detta anche Liberiana, perché identificata con un antico edificio (di dubbia esistenza e ubicazione), che papa Liberio (352-366) avrebbe dedicato al culto cristiano. Una tardiva leggenda, il cui più antico resoconto scritto risale alla prima metà del XIII secolo, narra che la Madonna, apparendo nella notte del 5 agosto del 352 a papa Liberio e a un patrizio romano, li avrebbe invitati a costruire una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la neve. Una prodigiosa nevicata, ricoprendo l'area esatta dell'edificio, avrebbe confermato la visione, inducendo il papa e il ricco patrizio a metter mano alla costruzione del primo grande santuario mariano. Da qui il titolo di Santa Maria ad nives, della neve. Poco meno di un secolo dopo, papa Sisto III, per ricordare la celebrazione del concilio di Efeso (431) nel quale era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì o completò la chiesa nelle dimensioni attuali. Si può ritenere, infatti, che la costruzione fosse iniziata intorno al 420. Di quest'opera rimangono le navate con le colonne e i trentasei mosaici che adornano la navata superiore. Le ricerche condotte tra il 1966 e il 1972 hanno dimostrato che la più antica aula risale all'epoca di Sisto III. La basilica, a partire dal VII secolo, venne anche denominata Santa Maria ad praesepe, poiché custodisce le tavole di un'antica mangiatoia, che la devozione popolare identificò con quella che accolse il bambino Gesù nella grotta di Betlemme. Inoltre la basilica custodisce (cappella paolina o borghese) un'antica icona della Madre di Dio di discussa datazione, immagine molto venerata e salutata con il titolo di Madonna salvezza del popolo di Roma (Salus populi romani). La celebrazione liturgica della dedicazione della basilica è entrata nel calendario romano soltanto nell'anno 1568.

15 agosto: Assunzione della beata Vergine Maria
Solennità

All'inizio del VII secolo l'Assunzione della Vergine Maria fa già parte delle quattro più antiche feste mariane presenti nella liturgia romana: la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione e l'Assunzione. Tutte e quattro prevedevano una solenne processione che percorreva le vie dell'Urbe per raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore all'Esquilino. Anche l'Assunzione, come tutte le feste mariane più antiche, ha la sua origine in Oriente e precisamente a Gerusalemme. Se Egeria (inizio del V secolo), sempre così precisa e dettagliata nelle sue descrizioni, non accenna a questa festa nel suo Diario, è certo che un testo apocrifo (De transitu Mariae, inizio del vi secolo) descrive già la morte di Maria con accenti di gloriosa esaltazione. Tuttavia, Epifanio, vescovo di Salamina († 403) affermava: «Nessuno conosce quale sia stata la fine terrestre della Madre di Dio» (Haeres, 78, 24). Antonino di Piacenza intorno al 570 cita come luogo di culto il sepolcro della Vergine in Gerusalemme «de quo dicunt sanctam Mariam ad caelos fuisse sublatam» (Itinera Hierosolymitana, 170). L'imperatore Maurizio (582-602) stabilisce questa festa mariana il 15 agosto con il titolo di Dormizione. Tale è ancora oggi il titolo di questa festa nella chiesa d'Oriente. È in Occidente che, ispirandosi all'antica tradizione orale e agli scritti di sant'Efrem (-1373), la festa assume nell'VIII secolo il titolo di Assunzione di santa Maria (Sacramentario Gregoriano adrianeo). Nel Decreto di Graziano (XII secolo) la festa dell'Assunzione è già elencata fra le 41 feste di precetto oltre le domeniche. Il dogma dell'assunzione di Maria, cioè della sua piena partecipazione alla gloria del Risorto in corpo e anima subito dopo la morte, è stato proclamato da Pio XII nel 1950. La chiesa d'Oriente, pur non accettando il dogma in quanto tale, accoglie e celebra l'assunzione corporea di Maria come una pia e antica tradizione. Nella chiesa ortodossa questa è la festa mariana più importante che fa del mese di agosto il mese mariano con due settimane di preparazione e una di chiusura.

22 agosto: Beata Vergine Maria Regina
Memoria

Come l'assunzione di Maria si pone specularmente di fronte alla risurrezione e ascensione di Cristo, così questa memoria mariana, sebbene in un contesto e con uno spirito assai diverso da quello antico, si pone in parallelo con la solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo. Quindi una celebrazione di carattere teologico, che non celebra un evento preciso, ma una verità globale. Le origini di questa memoria mariana sono relativamente recenti. Una prima richiesta venne da un congresso mariano tenuto a Lione nel 1900. Nel 1902 un analogo congresso a Friburgo auspicava l'istituzione di una festa in onore di Maria regina dell'universo, collocata il 31 maggio, cioè alla conclusione di quel mese mariano che allora costituiva uno dei momenti più intensi della pietà popolare. La richiesta non fu esaudita. Tuttavia, dopo l'istituzione della festa di Cristo Re da parte di Pio XI nel 1925, a conclusione dell'anno santo, e collocata nell'ultima domenica di ottobre, si rinnovarono con più frequenza le richieste di un'analoga festa per Maria. Così a conclusione dell'anno mariano nel 1954, centenario della proclamazione del dogma dell'immacolata Concezione, Pio XII istituì la festa liturgica di Maria Regina collocandola, secondo le richieste, il 31 maggio. Con maggiore sensibilità liturgica il calendario riformato nel 1969 pone questa memoria nei giorno ottavo dell'Assunzione per evidenziare meglio lo stretto rapporto fra assunzione e piena glorificazione; due facce di una stessa realtà. Con la stessa coerenza liturgica la memoria del Cuore Immacolato di Maria dal 22 agosto è stata trasferita al sabato, il giorno successivo alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. «La solennità dell'Assunzione ha un prolungamento festoso nella celebrazione della B.V. Maria Regina che ricorre otto giorni dopo, nella quale si contempla colei che, assisa accanto al Re dei secoli, splende come regina e intercede come madre» (Marialis cultus 6). Per una chiara sintesi teologica di questa memoria è utile riferirsi alla preghiera di benedizione per il rito dell'incoronazione della Vergine Maria (cfr. Benedizionale, n. 2044).

8 settembre: Natività della beata Vergine Maria
Festa

Come tutte le altre feste mariane più antiche anche questa affonda le sue radici in Oriente, nella santa città di Gerusalemme dove il Protoevangelo di Giacomo colloca la nascita della Vergine e la tradizione popolare pone la sua casa natale presso la piscina probatica. In questo luogo fu eretta nel V secolo una chiesa la cui dedicazione diede origine alla festa liturgica. La data dell'8 settembre sembra essere in relazione a un calendario, il Menologium Basilianum, che nei primi giorni di questo mese poneva l'inizio dell'anno ecclesiastico. In tale contesto la nascita di Maria veniva a essere interpretata come un inizio, come la stella del mattino che annuncia il Sole di giustizia. Il primo documento che attesta con sicurezza la festa è un inno di Romano il Melode (†556) che mette in versi il racconto apocrifo della nascita della Vergine. In Occidente troviamo la prima testimonianza in un calendario del VII secolo. In questo stesso periodo la festa doveva essere già presente anche a Roma poiché Sergio I (687-701) la dotò di una processione come la Purificazione, l'Annunciazione e la Dormizione. Anche questa festa è elencata fra quelle di precetto dal Decreto di Graziano (XII secolo) e tale restò fino alla riforma del calendario fatta da Pio X nel 1911. È la data di questa festa che nell'VIII secolo ha condizionato la collocazione della festa dell'immacolato concepimento di Maria, in un primo tempo al 9 dicembre e poi all'8, cioè esattamente a nove mesi di distanza dalla Natività, come il Natale di Gesù è a nove mesi esatti dall'Annunciazione.

12 settembre: Santissimo Nome di Maria
Memoria facoltativa

Secondo lo spirito e gli orientamenti del concilio Vaticano II che tendevano alla semplificazione, all'alleggerimento del calendario liturgico, eliminando eventuali doppioni, per far emergere maggiormente la linearità del tempo ritmato dalla domenica, la festa del Nome di Maria era stata soppressa nel 1969 in quanto il contenuto è di fatto già presente nella celebrazione della Natività. Inoltre questa memoria mariana appartiene a quella serie di più recenti feste mariane che furono progressivamente inserite nel Messale Romano dopo la radicale riforma di san Pio V (†1572), che lasciò pochissime feste di devozione. Fu Innocenzo XI che nel 1683 inserì questa festa nel calendario universale in ricordo della vittoria riportata sui turchi dal re Giovanni Sobieski che alla testa dell'esercito polacco respinse i circa 200.000 musulmani che erano giunti sotto le mura di Vienna. La festa fu allora assegnata alla prima domenica dopo l'8 settembre, cioè in stretta relazione con la Natività di cui il nome di Maria è un semplice elemento complementare. La spiritualità del tempo non poneva al centro la domenica che veniva facilmente e volentieri occupata da qualche festa devozionale. Fu Pio X che la collocò in data fissa il 12 settembre. Con la terza edizione tipica del Messale Romano (2002) questa ricorrenza è stata ripristinata come semplice memoria facoltativa.

15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata
Memoria

La devozione a Maria Addolorata nasce e si sviluppa contemporaneamente alla devozione al Cristo crocifisso (XI-XIII secolo). E non poteva essere diversamente se leggiamo il racconto della passione secondo Giovanni (19,25-27) e di riflesso la profezia del vecchio Simeone (Lc 2,35). Espressione altamente significativa di questa devozione è lo Stabat Mater del poeta francescano lacopone da Todi (†1306); inno che costituisce ancora oggi la sequenza (facoltativa) nella messa di questo giorno e le cui strofe vengono ancora oggi sovente cantate fra una stazione e l'altra della Via crucis. Il primo documento certo di questa festa liturgica proviene dalla chiesa locale di Colonia dove un sinodo provinciale la introdusse per quella particolare regione nel 1423, collocandola il venerdì successivo alla seconda domenica dopo Pasqua (oggi terza di Pasqua). Nel 1482 Sisto IV, francescano, compose lui stesso una messa sotto il titolo di Nostra Signora della Pietà che inserì in appendice al Messale Romano. L'Ordine dei Servi di Maria, fondato a Firenze nel 1240, si fece zelante propagatore di questa devozione e di questa festa che si diffuse rapidamente nelle diverse diocesi sebbene in date differenti che andavano dal venerdì o sabato dopo la prima domenica di passione, al venerdì o sabato dopo la domenica in Albis oppure dopo la domenica successiva. Nel 1668 fu concessa ai Servi di Maria una festa propria al loro Ordine detta dei Sette Dolori da celebrarsi nella terza domenica di settembre. Messa che con alcune modifiche fu inserita nel Messale Romano ed estesa a tutta la chiesa, ma collocata il venerdì dopo la prima domenica di passione. Dietro richiesta dell'Ordine stesso, Pio VII nel 1814 estese a tutta la chiesa anche la messa dell'Addolorata da celebrarsi nella terza domenica di settembre creando così un evidente doppione. San Pio X cominciò a liberare questa domenica collocando la festa dell'Addolorata il 15 settembre in stretta connessione con l'Esaltazione della Croce (14 settembre), come già avveniva nel calendario ambrosiano. Infine la riforma del 1969 soppresse la commemorazione dell'Addolorata in Quaresima e ridusse a semplice memoria la festa dei Sette dolori della Vergine Maria cambiandone anche il titolo in Beata Vergine Maria Addolorata.

7 ottobre: Beata Vergine Maria del Rosario
Memoria

Questa ricorrenza mariana affonda le sue radici nel rigoglioso sviluppo delle confraternite del Rosario che caratterizzò la seconda metà del XV secolo. La più antica confraternita del Rosario di cui si abbia memoria è quella fondata a Douai (Francia) dal domenicano Alano de la Roche (†1475). Fu lui che praticamente diede al Rosario la struttura che è giunta fino a noi, cioè la divisione in 15 decine di Ave precedute dal Pater e unificate dalla meditazione di un unico mistero gaudioso, doloroso o glorioso. Giusto cent'anni dopo il papa domenicano san Pio V (†1572), attribuendo particolarmente all'efficacia del Rosario la vittoria della flotta cristiana contro i turchi a Lepanto (7 ottobre 1571), espresse la volontà di commemorare l'anniversario con una festa in onore della B.V. Maria della Vittoria. Festa che concesse per privilegio già nel 1572 a una confraternita del Rosario di Barcellona. Fu il suo successore Gregorio XIII che nel 1573 permise di celebrare una «festa del Rosario» nella prima domenica di ottobre in tutte quelle chiese o cappelle dove vi fosse un altare omonimo o una confraternita del Rosario. Clemente XI nel 1716, dopo la vittoria riportata a Petrovaradin (Serbia settentrionale) ancora una volta sui turchi dagli eserciti cristiani guidati dal principe Eugenio di Savoia - Carignano (5 agosto 1716), estese la festa a tutta la cristianità inserendola nel calendario romano alla prima domenica di ottobre. Nel 1913 san Pio X la collocò opportunamente alla data fissa del 7 ottobre e tale è rimasta anche nella riforma del calendario del 1969, ma con il grado di semplice memoria.

21 novembre: Presentazione della beata Vergine Maria
Memoria

L'avvenimento è riportato da un testo apocrifo: il Protovangelo di Giacomo. Secondo tale racconto la vergine Maria all'età di tre anni fu condotta al tempio di Gerusalemme per essere consacrata al servizio del Signore. Questa narrazione popolare evidenzia la convinzione diffusa che fin dall'infanzia Dio ebbe un particolare rapporto con colei che sarebbe dovuta diventare la madre del Verbo fatto carne. Fatte le dovute proporzioni, si può dire che tale credenza adombra in qualche modo il contenuto ben più radicale che si svilupperà nella festa dell'immacolato concepimento di Maria. L'odierna ricorrenza, come tante altre feste mariane, affonda le sue radici nella chiesa d'Oriente e precisamente a Gerusalemme dove il 21 novembre 543 ebbe luogo la dedicazione della chiesa di Santa Maria Nuova. Edificio da secoli non più esistente. Pochi anni dopo, questa ricorrenza viene trasformata nel ricordo del racconto apocrifo della presentazione di Maria al tempio e ancora oggi la data del 21 novembre costituisce ancora una delle più importanti feste mariane della chiesa ortodossa con il titolo di Ingresso della Madre di Dio al tempio. Nel 1373, nel contesto del fiorente sviluppo della devozione mariana in Occidente, Gregorio XI introdusse questa festa nel calendario della cappella papale di Avignone. Sisto IV (f 1484) la introdusse per la città di Roma. Per la sua stretta dipendenza da un testo apocrifo Pio V (†1572) con la riforma generale del calendario romano soppresse questa festa. Tuttavia, pochi anni dopo, ed esattamente nel 1585, Sisto V non solo la ristabilì, ma la inserì nel calendario per tutta la chiesa latina. Il gruppo di lavoro incaricato dal Consilium per la riforma del calendario secondo i principi del Vaticano II era favorevole alla soppressione di questa festa per il suo fondamento leggendario. Fu lo stesso papa Paolo VI che chiese espressamente di conservarla «per ragioni ecumeniche, ma si dia alla festa la stessa intonazione che ha nelle liturgie orientali, cioè la totale dedizione della Vergine a Dio. Si utilizzi qualche testo delle liturgie orientali».

8 dicembre: Immacolata concezione della beata Vergine Maria
Solennità

Questa solennità mariana ha un decorso storico diverso nella chiesa d'Oriente e in quella d'Occidente. Nell'VIII secolo essa è attestata alla data del 9 dicembre nei monasteri della Palestina con il titolo di Concezione della beata Anna. La scelta della data dipende senza dubbio dalla già esistente festa della natività di Maria collocata l'8 settembre; quindi giusto a nove mesi di distanza. Anche questa festa dipende dal Protovangelo di Giacomo (II secolo) e dal Vangelo della natività di Maria (IV secolo), entrambi testi apocrifi. In essi si racconta semplicemente come Gioacchino e Anna, sterili da vent'anni, in seguito all'annuncio di un angelo, concepirono finalmente Maria. In Occidente la festa è attestata per la prima volta nella chiesa d'Inghilterra nell'XI secolo alla data dell'8 dicembre sotto il semplice titolo di Concezione di santa Maria. Nel contesto di quella fervente e rigogliosa riflessione teologica e devozione mariana, che caratterizzarono il XII e il XIII secolo in Occidente, la festa modificò e sviluppò il proprio contenuto diventando celebrazione dell'immacolato concepimento di Maria, cioè concepimento esente da quel peccato d'origine che è comune appannaggio dell'umanità. Con tale contenuto la festa si diffonde dapprima in Francia non senza polemiche a cominciare da san Bernardo di Chiaravalle (†1153) che disapprova energicamente tale novità. Lo stesso san Tommaso (†1274) non era favorevole al nuovo contenuto di questa festa. Sono note le accese polemiche del francescano Duns Scoto (†1308) contro i tornisti e i domenicani che preferivano non celebrare questa festa o chiamarla semplicemente Festa della santificazione di Maria, evitando tutta la problematica sul peccato originale, con interpretazioni talvolta troppo grossolane e materiali. Con tutto ciò Giovanni XXII (†1334) cominciò a celebrare questa festa con molta solennità nella curia di Avignone e nel 1476 Sisto IV approvò la festa per il calendario romano arricchendola di indulgenze con messa e ufficio propri. Le polemiche non cessarono specie nei confronti dell'ordine domenicano che continuava a mantenersi restio nei confronti del contenuto di questa festa. Alessandro VII nel 1661, per porre fine alle controversie, con la costituzione Sollicitudo omnium ecclesiarum precisò ufficialmente l'oggetto della festa: l'immunità dell'anima di Maria dal peccato originale fin dal primo istante della sua infusione nel corpo. Pio IX in occasione della definizione del dogma (1854) dichiarò l'8 dicembre festa di precetto e come tale resta ancora oggi nel contesto dell'Avvento. Tuttavia le conferenze episcopali hanno facoltà di trasferire questa festa alla domenica se lo ritengono opportuno.

Bibliografia
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VEDI ANCHE:
- ANNO LITURGICO
- CELEBRAZIONE EUCARISTICA
- FESTA DELLA CONCEZIONE
- FESTE MARIANE
- LEZIONARIO DELLA MESSA

- MESSE DELLA BEATA VERGINE MARIA
- MISSALE ROMANUM

- PREFAZI DELLE FESTE MARIANE
- PRIMA FESTA MARIANA IN OCCIDENTE







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