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DIMENSIONI DELLA SPIRITUALITÁ


l. Dimensione biblica: Maria nella storia della salvezza e nel primo annuncio del vangelo
a) LINEE BIBLICHE DI SPIRITUALITÁ MARIANA
Qualsiasi tema cristiano, anche i temi di spiritualità, devono essere trattati a partire dalla Parola di Dio: Parola rivelata, ispirata, predicata, celebrata, contemplata ... Questa «Parola» è lo stesso Gesù in quanto «Verbo» incarnato. La Spiritualità è un atteggiamento di ascolto della Parola: riceverla come è, lasciarsi esaminare da essa, chiedere luce e forza, lasciarsi trasformare ... La spiritualità mariana è questa stessa attitudine di ascolto, prendendo come modello e aiuto Maria (Lc. 2,19.51). La dimensione biblica indica le linee della spiritualità che emergono dai testi ispirati della Scrittura, specialmente quelle linee che possono relazionarsi maggiormente con Maria nel campo della spiritualità. Potremmo riassumere queste linee nei punti seguenti:
- Presenza e vicinanza salvifica di Dio. Nell'insieme dei testi biblici e della storia della salvezza, appare la linea della presenza, vicinanza e epifania di Dio, che parla, accompagna, incoraggia, corregge ... É «Javhe», colui che è e sostiene la vita del suo popolo in ogni momento (Es 3,14). Questa presenza attiva ha, nell'Antico Testamento, il suo punto culminante nell'espressione «Emmanuele», Dio con noi (ls 7,14). Gesù è l'Emmanuele. Maria è la Madre dell'Emmanuele (Mt 1,23). La spiritualità mariana si traduce in una attitudine di relazione con Dio manifestato in Gesù suo Figlio;
- Epifania e Parola salvifica di Dio. La vicinanza di Dio all'uomo si trasforma in manifestazione, epifania, Parola. Fin dal principio della creazione, tutto esprime questa parola divina (Gn l,lss.; Sal 32,6). La scrittura è la manifestazione più concreta e garantita di questa Parola (rivelata, ispirata). Gesù è la Parola personale di Dio, «il Verbo» incarnato (Gv 1,1ss.), «tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (Gv
1,3). Maria è la madre del Verbo fatto uomo, del Figlio di Dio fattosi nostro fratello (Lc 1,3lss.). La spiritualità mariana è un atteggiamento di adesione e di fedeltà a Cristo, il Verbo incarnato e redentore;
- Alleanza sponsale nella storia salvifica. La Sacra Scrittura la chiamiamo anche «Testamento», cioè «Alleanza», patto sponsale di Dio con il suo Popolo. La distribuiamo in due parti principali: Antico e Nuovo Testamento. Dio si avvicina e si manifesta come «Sposo» stabilendo un patto di amore o «Alleanza», sigillata con il «sange» (Es 24,8): «lo sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo» (Lv 26,12). Questa «Alleanza» diventa definitiva con Gesù, che versa il suo sangue per la nostra redenzione (Lc 22,20). Maria dice il «SÌ» alla nuova Alleanza (Lc 2,38), diventando «la donna» o «nuova Eva» sposa del nuovo Adamo (Gv 2,4; 19,25; Ap 21,1), modello della Chiesa, colei che invita a rinnovare il «patto» sponsale: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5 cf. Es 24,7). La spiritualità mariana ha senso sponsale di associazione della Chiesa a Cristo (cf. Ef. 5,25-27). Queste linee bibliche fondamentali della spiritualità mariana sono alla base di altri aspetti, specialmente nel tema che riguarda la vocazione (come «sequela evangelica») e nel cammino di contemplazione, perfezione e missione (evangelizzazione) . Maria appare nei primi momenti della sequela evangelica (Gv 2,11-12), ed è modello ed aiuto per la fede della Chiesa (Lc 1,45) nella vita contemplativa, nella vita di santificazione e di evangelizzazione.
b) MARIA NEL PRIMO ANNUNCIO DELLA CHIESA PRIMITIVA
Il «kerigma» o «primo annuncio» del Vangelo, che la Chiesa predica a tutti i popoli, fin dal giorno della Pentecoste, comprende queste linee fondamentali: Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza, per mezzo della sua morte e resurrezione: in Lui si compiono le speranze messianiche (cf. At 2,15-14). Questi dati del «kerigma» o primo annuncio cristiano, appaiono nella predicazione di Paolo (1Cor 15,3-5; Rom 1,1-4; Gal 4,4-7) e nei Vangeli. Maria fa parte di questo annuncio missionario, come «la donna» dalla quale, per opera dello Spirito Santo, nasce il Salvatore. I testi mariani del Nuovo Testamento contengono tutti gli elementi basilari dell'annuncio missionario: in Cristo figlio di Davide (vero uomo), figlio di Dio (concepito per opera dello Spirito Santo), si sono compiute le profezie e le speranze messianiche. La figura di Maria, annunciata nel Nuovo Testamento, serve per far risaltare la realtà integrale di Cristo uomo (Maria madre), Cristo Figlio di Dio (Maria vergine) e Cristo Salvatore (Maria associata, «la donna», modello della comunità ecclesiale). Maria appare in rapporto col mistero di Cristo e della Chiesa, come «la donna», figura della comunità credente, associata sponsalmente all'«ora» di Cristo (Gal 4,4; Gv 2,4; 19, 26). Il mistero pasquale di Cristo, morto e risorto, che la Chiesa annuncia a tutti i popoli, ha, infatti, il suo aspetto mariano di trasparenza, cioè di «segno grandioso» (Ap 12,1). Il primo annuncio ( «kerigma»), con tutti gli elementi basilari e con tutta la sua forza missionaria, appare nei testi mariani dell'infanzia di Gesù (Mt 1-2; Le 1-2), così come nei testi giovannei (Gv 2 e 19). Come tutti i frammenti evangelici, anche questi testi annunciano Cristo, «il Signore». «La donna » per mezzo della quale Gesù è della nostra stirpe umana, è vergine e madre per opera dello Spirito Santo, per sottolineare che Cristo, vero uomo, è figlio di Dio, il Signore risorto. Gesù è «nato da donna» (Gal 4,4), «dalla stirpe di Davide» (Rm 1,3; Mt 1,1), «per opera dello Spirito Santo» (Mt l, 20); è il «Figlio di Dio» (Le l ,35), «colui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Maria annunciata dalla Chiesa, manifesta la realtà di Gesù Cristo, il Salvatore, il Signore risorto, Figlio di Dio e fratello nostro. Gesù è «il Salvatore preparato davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti» (Le 2,30-32; Is 42,6; 49,6). Maria fa parte dell'epifania di questo mistero salvifico, condividendo la stessa «sorte» di Cristo (cf. Le 2,35). La Parola di Dio è sempre una «spada» che definisce l'attitudine della persona riguardo ai piani salvifici di Dio. Maria, ricevendo con spirito di adorazione questa parola (Le 2,19.51) definisce la sua posizione di associata a Cristo per lasciar trasparire tutto il suo «mistero» di salvezza per tutti i popoli (Ef 3,3-7). Adesso questo «mistero nascosto da secoli nella mente di Dio», si manifesta e si comunica per mezzo della Chiesa, e più concretamente, attraverso la vita e l'azione apostolica della stessa (Ef 3,8-10). I testi mariani del Nuovo Testamento con tutto il loro ricco sottofondo veterotestamentario, lasciano trasparire la figura di Maria come modello della comunità ecclesiale, che vive, annuncia e comunica il mistero di Cristo in tutta la sua integrità «kerigmatica». L'«umiliazione» di Cristo (che è uomo come noi) lascia trasparire la sua «esaltazione» (di Figlio di Dio. risorto), come Salvatore del mondo. La fedeltà di Maria al mistero dell'Incarnazione (Lc 1,38.45) si manifesta nel suo atteggiamento di «povertà» (Le 1,48), come modello della fede e dell'azione materna ed evangelizzatrice della Chiesa (Gv 2,11). Quando la Chiesa vive e annuncia il messaggio evangelico su Maria, indica l'atteggiamento di rispetto ai piani salvifici di Dio in Cristo: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). La Nuova Alleanza, che è per tutti i popoli, ha le stesse caratteristiche fondamentali della prima alleanza sul Sinai: Dio ha l'iniziativa nella storia della salvezza, ma vuole la risposta libera dell'uomo: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo» (Es 24, 7).
c) ALCUNE LINEE DI SPIRITUALITÁ MARIANA CHE EMERGONO DA MATTEO, LUCA, GIOVANNI
Il «kerigma» o primo annuncio secondo S. Matteo, è per tutto il genere umano. La «genealogia» di Gesù indica il Salvatore che, in quanto uomo, è della nostra stirpe, nato da Maria (Mt 1,1-15). Nell' «Emmanuele» (Dio con noi), si compiono le speranze messianiche e arrivano alla loro pienezza le speranze di salvezza che si trovano in tutti i popoli (Is 7,14; Mt 1,21-23; Le 2,31-32). Affiorano alcuni temi di spiritualità mariana (unitamente a Giuseppe suo sposo): atteggiamento di speranza nelle promesse messianiche, fede nella presenza di Dio «Emmanuele», fedeltà ai disegni salvifici universali di Dio (Gesù «Salvatore»), significato sponsale della verginità come fedeltà all'Alleanza, fedeltà all'azione dello Spirito Santo, incontrare Cristo nato da Maria... Maria, nel Vangelo di S. Luca è come «la figlia di Sion» (Sof 3,14ss.) che riceve il Salvatore con un atteggiamento di fedeltà generosa. Il Salvatore è per tutte le generazioni (Lc 1,50) e per tutto il popolo (Lc 2,10). La «gioia» di Maria, che canta il Magnificat (Lc 1,47), è l'annuncio della buona novella (annuncio gioioso, «eu-angelion») per tutte le genti. Maria personifica la comunità messianica che riceve il Salvatore per annunciarlo e comunicarlo a tutta l'umanità. La sua capacità contemplativa di fronte alla parola si converte in trasparenza del mistero di Cristo per tutti i popoli (Lc 2,19-20). Si potrebbero indicare alcune linee di spiritualità mariana, che emergono dal vangelo di Luca: fede di Maria (Lc 1,38.45) come modello della fede della comunità ecclesiale personificata nella figlia di Sion (Sof 3,14) specialmente mediante il suo «SÌ» all'Alleanza» (Lc l ,38; Es 24, 7), la sua lode a Dio (Magnificat in relazione con i salmi), la sua contemplazione della Parola nel suo cuore (Lc 2,19.51), e nella sua vita nascosta con Cristo a Nazareth (Lc 2,39-52). Nei «segni» attuati da Cristo, secondo S. Giovanni, il credente impara ad entrare nella «gloria» o mistero del Verbo incarnato (Gv 1,14). Maria con la sua fede è modello di questo atteggiamento del credente (Gv 20,8; 21,7) che sa decifrare i segni più poveri, per vedere in essi il dono di Dio all'uomo (il «sangue») e la comunicazione della sua vita divina (l' «acqua») (Gv 19,34-37). Lo stesso Spirito Santo, che formò Cristo nel seno di Maria, comunica la vita in Cristo a tutti i credenti (Gv 1,13; 7,37-39). Nel primo segno (Cana) e nell'ultimo (la «glorificazione» nella croce), Maria apre il cammino ad una comunità di discepoli di Cristo che vivono di Lui come «pane di vita» (Parola ed Eucarestia), «per la vita del mondo» (Gv 6,48- 51). Le principali linee di spiritualità mariana, nel contesto del vangelo di Giovanni, potrebbero essere riassunte nelle seguenti: la fede di Maria nei segni di Gesù come modello della Chiesa credente, la fedeltà all'Alleanza, l'associazione a Cristo nuovo Adamo, l'unione con Cristo nella sua «ora», Maria modello della maternità della Chiesa, senso ecclesiale ed escatologico della glorificazione di Maria, ecc.

2. Dimensione trinitaria, cristologica, pneumatologica
disegni salvifici di Dio sull'uomo si concretizzano, secondo il primo capitolo della lettera agli Efesini, nell'amore del Padre che «ci ha scelti in Cristo» da tutta l'eternità, comunicandoci la caparra e «il sigillo dello Spirito» (Ef l ,3-14). Per questo, la «vita spirituale» cristiana è vita trinitaria, vita divina, vita in Cristo, vita secondo lo Spirito Santo. Il mistero di Maria si presenta, fin dall'annunciazione, con queste stesse dimensioni: salvifica, trinitaria,. cristologica e pneumatologica. Maria concepisce Gesù, colui «che salverà il popolo dai peccati» (Mt 1,21), il «figlio dell'Altissimo» (Lc l, 31- 32), «per opera dello Spirito Santo» (Mt l ,20; Le l ,35). Il «Salutare influsso» di Maria (LG 60) nella nostra vita spirituale cristiana consiste nella «cooperazione ... per restaurare la vita soprannaturale delle anime» (LG 61) cioè, «dei fedeli, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre» (LG 63). La vita spirituale ha sempre una dinamica trinitaria: trasformati in Cristo mediante l'azione dello Spirito Santo, ci avviciniamo al Padre; «nello Spirito» e «per mezzo di Cristo» possiamo arrivare «al Padre» (cf. Ef 2,18). La spiritualità cristiana nel suo aspetto mariano, ha anche questa stessa dinamica trinitaria. In Maria la Chiesa venera colei che è «Madre di Dio Figlio e per questo, figlia prediletta del Padre e tabernacolo dello Spirito Santo» (LG 53).(LG 53). L'atteggiamento della spiritualità mariana della Chiesa, come esperienza di vita, o «vita di fede» (RMa 48), è eminentemente cristologica. Questo atteggiamento aiuta a «vivere più profondamente il mistero di Cristo» (RMa 92), per «penetrare più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione» (LG 65). Per questo «è sommamente conveniente che gli esercizi di pietà verso la Vergine Maria esprimano chiaramente la nota trinitaria e cristologica che in essi è intrinseca» (MC 25). Incontriamo Maria nel cammino della fede della Chiesa. La fede cristiana è adesione personale a Cristo e al suo messaggio. Maria è «la prima discepola di suo Figlio» (RMa 20), come chi «ascolta la parola di Dio e la mette in pratica» (Lc 11,17-28). Essa è «la donna» associata sponsalmente all' «ora» di Cristo (Gv 2,4; 19,25); per questo «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce ... associandosi con animo materno al sacrificio di Lui» (LG 58). Conseguentemente «nella Vergine Maria tutto è riferito a Cristo e tutto da lui dipende» (MC 25). Maria, riguardo a Cristo, è Madre, discepola, associata («sposa»), sempre secondo i disegni salvifici di Dio, comunicati da Cristo nello Spirito, annunciati e vissuti dalla Chiesa. La cooperazione mariana riguardo alla nostra vita spirituale è sempre di dipendenza da Cristo. La dimensione cristologica, si converte nuovamente in dimensione salvifica e trinitaria, poiché Maria «per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede, e mentre viene predicata e onorata chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all'amore del Padre» (LG 65).. Per quanto riguarda la dimensione pneumatologica della spiritualità mariana bisogna ricordare che Maria è «tempio dello Spirito» (LG 53; cf. Lc 1,35). Sempre in «perfetta disponibilità all'azione dello Spirito» (RMa 13). Fin dall'inizio del secondo millennio (ai tempi di S. Francesco) è stato attribuito a Maria il titolo di «sposa» dello Spirito Santo, nel senso che ha concepito il Verbo per opera dello stesso Spirito. La vita spirituale cristiana nel suo aspetto mariano, comprende, perciò, questi aspetti di fedeltà, generosità, relazione, apertura, sintonia con lo Spirito Santo, prendendo Maria come modello e aiuto. Ella è «la gloria» (l'espressione più riuscita) dello Spirito Santo. Il «fiat» di Maria ai disegni salvifici di Dio fu determinante per ricevere nel suo seno il Verbo sotto l'azione dello Spirito Santo. La Chiesa, nel suo atteggiamento mariano, vive questa realtà come «vessillo innalzato di fronte alle nazioni» (Is 11,12; cf. SG 2). In modo che «dal momento del consenso dell'Ancella del Signore, l'umanità inizi il ritorno a Dio» (MC 28). La spiritualità mariana della Chiesa è l'attualizzazione del «fiat» di Maria. É il «SÌ» come risposta all'Alleanza. La «nube» del Sinai (Es 40,35) nella prima Alleanza, è il simbolo dell'azione dello Spirito Santo che «copre» Maria nel momento di attuare l'Alleanza definitiva (Lc l,35). Il discernimento dello Spirito e la fedeltà a Lui spinge la Chiesa ad attualizzare in ogni epoca l'avvenimento salvifico della Pentecoste. Effettivamente «fu dalla Pentecoste che cominciarono gli "atti degli Apostoli", allo stesso modo che, per l'opera dello Spirito Santo nella Vergine Maria, Cristo era stato concepito» (AG 4). L'azione di Maria continua ad essere una realtà permanente: «Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l'aveva adombrata nell'Annunciazione» (LG 59). L'azione dello spirito Santo in Maria e nella Chiesa (nel campo della perfezione e dell'evangelizzazione) ha l'obiettivo di «formare Cristo» (Gal 4,19, in relazione a Gal 4,47), generare Cristo nell'anima. L'azione dello Spirito Santo nella Chiesa è anche azione d'insieme con la collaborazione di Maria come strumento, poiché esiste «l'arcano rapporto tra lo Spirito di Dio e la Vergine di Nazaret» che rende possibile «la loro azione sulla Chiesa» (MC 27). L'immagine paolina di «formare Cristo» (sotto l'azione dello Spirito, con la collaborazione di Maria) è ciò che ha dato impulso ai santi mariani, come S. Luigi Grignion de Montfort, per parlare di Maria come «modello», grazie al quale noi veniamo configurati al suo Figlio.

3. Dimensione ecclesiale, comunitaria, ecumenica, liturgica, escatologica
a) La spiritualità mariana è eminentemente ecclesiale. Maria è presente in modo attivo e materno nel cammino della Chiesa. «L'amore per la Chiesa si tradurrà in amore per Maria, e viceversa; perché l'una non può sussistere senza l'altra ... non si può, dunque, parlare di Chiesa se non vi è presente Maria». (MC 28). Maria è figura della Chiesa in tutta la sua realtà di segno portatore di Cristo (Chiesa mistero), comunità di fratelli (Chiesa comunione), per la salvezza di tutta l'umanità (Chiesa missione). La Chiesa è «sacramento» o «mistero», come segno trasparente e portatore di Cristo, «segno e strumento dell'unione intima con Dio e dell'unità di tutto il genere umano» (LG 1). Cristo continua ad essere presente nella sua comunità sotto segni diversi (SC 7), volendo che Maria prolunghi la sua maternità nel tempo. E soprattutto nella comunità ecclesiale dove si attualizza la maternità di Maria: «Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti» (LG 62). «Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo» e rende possibile la vita di comunione sotto l'azione dello Spirito Santo (ibidem).
b) La comunità ecclesiale («ecclesia») si fonda nella presenza di Cristo nato da Maria e che ci associa a Maria, che «convoca» con la sua Parola, con l'Eucaristia e con i suoi segni salvifici. I carismi, i ministeri e le vocazioni sono distribuiti per costruire la comunione. Ogni persona è «chiamata» (vocazioni) per esercitare qualche «servizio» nella comunità (ministeri) con l'aiuto delle grazie speciali (carismi). Si costruisce allora «un solo corpo» (l Cor 12,12; Rm 12,5), da parte di coloro che hanno «un unico Spirito» (l Cor 12,9) e mangiano «Un unico pane» (l Cor l0,17). Questo corpo mistico di Cristo viene affidato a Maria («ecco il tuo Figlio») e trova in Maria l'amore e l'azione materna di una nuova nascita («ecco la tua Madre»). Questa comunione, vissuta con Maria, porta per sua natura all'unità fra tutti i cristiani («ecumenismo») (Gv 17 ,21-23; At 1,14; LG 69). «La causa dell'unione tra i cristiani appartiene specificamente all'ufficio della spirituale maternità di Maria» (MC 33). La spiritualità mariana diventa comunione ecclesiale, poiché è atteggiamento di fedeltà alla Parola e all'azione dello Spirito Santo. E atteggiamento che unisce le comunità cattoliche, ortodosse ed «evangeliche». In ogni comunità ecclesiale si apprezza Maria, sottolineando sempre qualche aspetto evangelico: la sua contemplazione della Parola, la sua presenza nei segni liturgici, la sua vicinanza nei gesti familiari di ogni giorno. Il dialogo «triangolare» tra le diverse confessioni e comunità cristiane ha bisogno dell'atteggiamento previo di chi vuole imitare la fedeltà di Maria ai piani di Dio. «Una migliore comprensione del posto di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa ... rende più spedito il cammino verso l'incontro» (MC 33). La presenza di Cristo nella comunità ecclesiale è condizionata alla comunione: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (M t 18, 20). La nascita di Cristo per mezzo dei segni della Chiesa, anche attraverso il segno della comunione, è una realtà materna che ha Maria come modello (LG 65). L' «unità» o comunione della Chiesa è un riflesso dell'unità, o comunione trinitaria di Dio Amore (LG 4). Maria con la sua presenza e la sua preghiera, è principio e stimolo della comunione «affinché in pace e concordia tutte le famiglie dei popoli siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio a gloria della santissima e indivisibile Trinità» (LG 69).
c) La vita fraterna di «comunione», come riflesso della carità divina, si esprime nella primitiva Chiesa in una comunità dove erano «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Questa comunione si fondava e si alimentava alla scuola della Parola, della preghiera, dell'Eucarestia, della condivisione dei beni nella carità (At 2,42-44). L'unanimità della preghiera, della celebrazione e della carità, si realizza nel cenacolo «con Maria la madre di Gesù» (At 1,14). La Chiesa, sentendosi identificata a Maria, la considera suo «Tipo» (figura, personificazione), «intimamente congiunta con la Chiesa» (LG 63). L'atteggiamento ecclesiale di sintonia e imitazione di Maria si concretizza nell'apertura ai piani salvifici di Dio (Le 1,28-29.38),fedeltà all'azione dello Spirito (Le 1,35.39-45), contemplazione della Parola (Le 1,46-55; 2,19.51), associazione sponsale a Cristo (Lc 2,35; Gv 2,4), donazione sacrificate a Cristo Redentore (Gv 19,25-27), tensione escatologica verso l'incontro definitivo (Ap 12,1; 21-22). Considerando Maria come «figura ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità» (LG 53) la Chiesa trova in essa la sua maestra di vita spirituale (cioè della vita secondo lo Spirito): «Modello di tutta la Chiesa nell'esercizio del culto divino, Maria è anche, evidentemente, maestra di vita spirituale per i singoli cristiani» (MC 21). «Con Maria e come Maria» (RMa 92), riceve il Verbo sotto l'azione dello Spirito Santo mediante un cammino di ascolto, risposta e donazione23• In Maria, la Chiesa trova il suo modello di «consacrazione totale alla persona e all'opera del Figlio suo», per «diventare causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano» (LG 56). Maria è sempre modello della fede della Chiesa. Si tratta di una fede vitale e impegnata di colei che «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio fino alla croce» (RMa 2; LG 58). In questa peregrinazione della fede, Maria ha preceduto e continua a precedere la Chiesa come sua personificazione (cf. RMa 5-6).È un atteggiamento di accettazione piena della divina Parola, così come dell'unione incondizionata ai suoi disegni di salvezza per Cristo e nello spirito Santo (cf. RMa 12-19).
d) La Chiesa è stata fondata da Cristo per evangelizzare, è nata dal costato di Cristo per la missione. Il cenacolo con Maria è il punto di riferimento di tutta la comunità ecclesiale che si prepara a ricevere nuove grazie dello Spirito Santo per andare ad evangelizzare (AG 4; LG 49; EN 82). La comunità ecclesiale vive il suo mistero di comunione «con Maria e come Maria, sua madre e modello» (RMa 92). La comunità è segno sacramentale (segno efficace) del Vangelo, quando vive l'unità voluta e chiesta da Cristo (Gv 17,21-23). La Chiesa è missione. La comunità ecclesiale imita Maria nella sua fedeltà sponsale a Cristo per diventare, come Lei, madre feconda. «Nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata Vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre» (LG 63). Si può constatare, come realtà permanente, l'esperienza mariana delle comunità cristiane. E un fatto che si constata nella celebrazione eucaristica delle comunità primitive. Maria è la «memoria» di una Chiesa che, come Lei, vuole meditare la Parola di Dio nel suo cuore, e vuole anche associarsi sponsalmente a Cristo redentore. Invocando lo Spirito Santo ( «epiclesis») perché trasformi il pane e il vino nel corpo e nel sangue del Signore (e converta noi sempre più nel corpo mistico di Cristo), si ricorda la presenza e l'esempio di Maria. Con Lei e come Lei, la Chiesa dice il «SÌ» (Amen), che fonda la comunione ecclesiale.
e) Altre esperienze mariane delle comunità ecclesiali sono più devozionali, ma a volte, sono segni indicatori della storia di una grazia o di un carisma di fondazione: immagini, feste, usanze, inni, preghiere, segni esterni, anagrammi, ecc. Questi segni mariani frequentemente indicano il modo specifico della sequela di Cristo, della vita comunitaria, del servizio apostolico, ecc. La «lex credendi, orandi, vivendi», diventa «lex amandi» nella vita comunitaria familiare, con la presenza attiva e materna di Maria. La comunità ecclesiale attua un cammino attraverso l'anno liturgico, dall'avvento a Natale, da Pasqua a Pentecoste. In questo cammino incontra Maria come membro singolare della stessa famiglia pellegrina e così «proclama il mistero pasquale» (SC 104). «Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore Maria santissima Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo, in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in Lei contempla con gioia come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere» (SC 103). Nel cammino della Chiesa verso l'incontro definitivo con Cristo («escatologia»), Maria glorificata ormai nel corpo e nell'anima, è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura» (LG 68). Per questo Maria «precede con la sua luce il pellegrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (ibidem). La comunità ecclesiale, guardando Maria come «il segno grandioso» (Ap 12,1) si prepara alle nozze definitive: «lo Spirito e la Sposa dicono: vieni..., vieni, Signore Gesù ... Amen» (Ap 22,17-21). Con questa presenza attiva mariana, le comunità si convertono in scuole di contemplazione, di perfezione, di vita comunitaria e di missione. Queste sono altrettante dimensioni della spiritualità mariana, ognuna di esse con molteplici aspetti. Vivere questo aspetto mariano del mistero di Cristo è garanzia di unità e di fedeltà al proprio carisma personale e comunitario, nella sua dimensione contemplativa, di perfezione, comunitaria, missionaria, antropologica.

Bibliografia
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VEDI ANCHE:
 - DINAMISMO DELLA SPIRITUALITÁ
 - CONSACRAZIONE
 - CONSACRAZIONE A MARIA
 - SPIRITUALITÁ
 - SPIRITUALITÁ MISSIONARIA
 - VITA SPIRITUALE
 - VIVERE IN, CON, PER MARIA
 






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