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SAPIENZA


Maria non solo rivela il mistero di Dio e la logica divina paradossale, ma ne indica la strada per la sua assimilazione. La sapienza che Maria ci rivela non è di ordine speculativo, intellettuale. Essa si comprende alla luce della Bibbia, in cui la «sapienza è una conoscenza del tutto pratica delle leggi della vita e del mondo, basata sull'esperienza». É una conoscenza che scaturisce dall'azione e tende a far riuscire nella vita.

1. Maria donna «sapiente»: ascolto e memoria
a) La corrente sapienziale dell'AT si nutriva del ricordo dei fatti salvifici per poterne trarre lezioni di vita (Dt 4,9; Sir 50,28). Israele è il popolo dell'ascolto e della memoria. E Maria ripete l'itinerario di Israele verso la conquista della sapienza, conservando il ricordo degli eventi riguardanti Gesù e approfondendoli mediante il confronto: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19; cf. Lc 2,51). Maria è la vergine sapiente che non lascia cadere nel vuoto nulla di quanto Dio le fa incontrare lungo il cammino della vita e si lascia educare dagli eventi della storia feriale e quotidiana. Così ella esercita il suo giudizio e approfondisce la conoscenza di Gesù che resta anche per lei un mistero indecifrabile, un «enigma permanente». In lei la cronaca diventa storia; il fatto si trasforma in simbolo denso di significato, la maternità si fa discepolato. Maria non si scansa dinanzi agli eventi, ma si lascia coinvolgere e interpellare da essi: ella passa dallo stupore al ricordo e all'interpretazione mediante il confronto dei fatti tra di loro e in relazione alla Bibbia, secondo il metodo sapienziale.
b) La posizione di Maria diviene drammatica, a contatto con il Figlio «sapienza di Dio». Come la sapienza dell'AT conduce il giusto per vie difficili e attraverso la prova prima di rivelargli i suoi segreti (Sir 4,16-18), così Gesù sottopone la madre alla prova nei cosiddetti cinque episodi di «rifiuto», meglio «di evangelizzazione», in cui la invita a trascendere la carne e il sangue per entrare nella via superiore del vangelo:
- il dodicenne rompe con la stirpe in maniera così dura che i genitori non capiscono;
- le parole di ripulsa alla madre a Cana (Gv 2,4) non consentono interpretazioni edulcorate;
- il rifiuto di riceverla quando ella lo va a trovare e il riferimento agli uditori come a «fratelli, sorelle e madri» di Gesù (Mt 12,50) devono aver colpito il suo cuore come una spada, la beatitudine rivolta al seno materno viene di nuovo rigirata sui credenti (Lc 11,27s.);
- l'atto del sottrarsi a lei (anche se avvolto di molti misteri) nelle parole: «Donna, ecco tuo figlio» (Gv 19,26) sigilla la lunga serie dei distanziamenti.
Come discepola di Cristo, Maria penetra sempre più profondamente nel disegno della salvezza che si dispiega sotto i suoi occhi, soprattutto nel mistero della croce e della pasqua. Con il dono dello Spirito, Maria alla pentecoste raggiunge la massima illuminazione circa il Figlio risorto e la chiesa, nonché il coraggio per la testimonianza cristiana. Maria risplende perciò come «sede della sapienza» non solo perché il suo grembo è stato dimora di Cristo sapienza incarnata, ma anche e soprattutto perché «possedendo la scienza spirituale inaccessibile ai ragionamenti umani, con la fede ha raggiunto una conoscenza sublime» (RM 33).
c) Da Maria siamo elevati alla sapienza evangelica e all'approfondimento del mistero della salvezza. Non si può guardare a lei e restare inerti di fronte alle «grandi cose» che Dio opera nella storia, soprattutto al mistero pasquale che rivive ogni giorno nel mondo, ma anche dinanzi agli eventi feriali della vita. La Madre di Gesù ci insegna a giudicare ogni realtà del mondo con i parametri di Dio e alla luce del vangelo. Il compito di Maria rimane quello di umanizzare Dio nella kenosi che lo rende partecipe della condizione umana, e insieme di operare la perfetta umanizzazione dell'uomo aprendolo alla comunione con la sapienza di Dio e al dono di sé ai fratelli.

2. Maria nel cammino della Sapienza verso l'uomo
a) Pur conoscendo molte cose in vista di un retto comportamento, i sapienti d'Israele si sono trovati di fronte ad un enigma insormontabile: il problema della donna. Tale problema viene alla ribalta in modo clamoroso nella triste vicenda di Salomone. Pur avendo ricevuto la sapienza da Dio, questo re si lascia attrarre dalle donne straniere contravvenendo al comando divino. Per la Bibbia, la gravità della colpa di Salomone non consiste tanto nel suo harem esagerato, quanto nel suo cedimento all'idolatria, infiltratasi con le donne straniere (1Re 11,34). Triste vicenda dell'uomo più sapiente del popolo d'Israele! Salomone tradisce, l'alleanza con il Dio dei padri a causa della donna, che non ha svolto per lui il ruolo costruttivo per cui è stata creata. Occorrerà ricuperare il significato profondo della femminilità per ritrovare la sapienza. In questa linea si pongono i libri sapienziali, che oppongono la sapienza alla donna straniera (Pr 2,16-19) e additano la soluzione del mistero della donna nella monogamia, segno dell'alleanza con Dio espressa in termini nuziali. Proprio nella «donna perfetta» si raggiungerà la sapienza. Né fa l'elogio l'ultimo capitolo dei Proverbi, che è il capitolo più celebre: un acrostico perfetto composto sulle 22 lettere dell'alfabeto ebraico, perché sia più facile ritenerlo a memoria. La donna non è considerata per la sua funzione procreatrice, ma per la sua laboriosità e capacità organizzativa. Soprattutto è valutata come saggia consigliera e persona fedele all'alleanza (Pr 31,26.30). Una tale donna è apportatrice di sapienza, perché fa riuscire nella vita. Il suo valore è inestimabile: «Essa vale molto di più delle perle di corallo» (Pr 31,10). Tanto grande è il ricupero della funzione positiva della donna da parte dei sapienti d'Israele da spingerli a presentare la Sapienza, una qualità di Dio personificata, con le sembianze e caratteristiche di una donna. Vengono così sottolineate le prerogative di questa Sapienza misteriosa: essa è luogo d'incontro tra Dio e l'uomo perché vicina all'uno e all'altro (Pr 8,30-31), è madre e albero di vita (Pr 3,18). Chi trova lei, trova vita e felicità (Pr 8,35).
b) Nel Nuovo Testamento la Sapienza non è soltanto una qualità di Dio ma è una persona, Gesù Cristo. Lo suggeriscono alcuni significativi testi che gli attribuiscono ciò che l'AT riferiva alla sapienza (Mt 11,28-30; Lc 11,49; Eb 1,3). Il Figlio di Dio, incarnandosi ed entrando nella storia, adempie e perfeziona il cammino della Sapienza verso l'uomo. Ormai il Verbo pone «la tenda in mezzo a noi... pieno di grazia e di verità» (Gv 1, 14), è «colmo di sapienza» (Lc 2,40), si proclama più sapiente di Salomone (Mt 12,42; Lc 11,31). Paolo giunge alla proclamazione: «Predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio» (1Cor 1,24).121. S. Luigi M. di Montfort (†1716) nella sua pregevole opera L'amore dell'eterna Sapienza compie una lettura «cristiana» dei testi sapienziali e giunge alla chiara identificazione tra la «sapienza sostanziale ed increata» e «Gesù Cristo» (AES 13). In quanto sapienza, Gesù è tesoro infinito per l'uomo, verso il quale è dinamicamente proteso per offrirgli salvezza e ogni bene (AES 64-71). Anzi, per manifestare più visibilmente la sua amicizia, la Sapienza eterna decide di incarnarsi (AES 64-66, 45-47).
c) Per compiere questa grande e salvifica impresa, quale via sceglierà la Sapienza? In tutta la storia della salvezza, la Sapienza ha cercato persone degne di accoglierla, ha formato i santi e gli amici di Dio (AES 47). Nessuno però era in grado di attirarla sulla terra (AES 104). Finalmente nel tempo stabilito, «la Sapienza si costruì una casa, un'abitazione degna di sé» (AES 105), cioè Maria, sulla quale si effonde «il travolgente fiume dell'infinita bontà di Dio» (AES 106). Maria risponde con perfetta fedeltà alla grazia, cresce in grazia e sapienza, e con la sua umiltà, purezza, fede e preghiera attira in sé la divina Sapienza (AES 105-107, 184). Il Montfort si compiace di insistere sulla posizione unica di Maria nella storia della salvezza: Nessuno, al di fuori di Maria, ha trovato grazia davanti a Dio per sé e per tutto il genere umano... Soltanto Maria con la sublimità delle sue virtù, poté raggiungere il trono della divinità e meritare quell'infinito beneficio [dell'incarnazione della Sapienza] (AES 203).

3. Maria nel cammino dell'uomo verso la Sapienza
a) Se Maria è inscindibile dalla Sapienza nel suo movimento discensivo verso l'uomo, l'uomo deve incontrarla nel cammino ascensionale verso la Sapienza. L'armonia del piano divino non permette incongruenze. Da quando Maria accolse la Sapienza, solo chi la incontra e si identifica con lei potrà divenire dimora della Sapienza. Il Montfort esprime questa realtà con un simbolo: Maria è la sacra calamita che, dovunque si trovi, attira così fortemente l'eterna Sapienza, che questa non può resistere. É la calamita che l'ha attirata sulla terra per tutti gli uomini, e che l'attira ancora, ogni giorno, in ogni anima dove Maria dimora. In Maria la donna ricupera la sua missione, al di là dei compiti ordinari e quotidiani: essere luogo d'incontro con Cristo Sapienza, divenire capacità di ricordo e meditazione dei fatti salvifici, crescere in sapienza decifrando il volere divino manifestato in Cristo e nei. segni dei tempi.
b) Il cristiano lungo la via verso la Sapienza ha per molti versi bisogno di Maria. Il Montfort sottolinea due compiti di Maria in ordine al cammino sapienziale dell'uomo:
- Maria purifica il cuore umano rendendolo degno della Sapienza
Come tutti i mistici, il Montfort ha un senso acuto della debolezza e della malizia del cuore umano, ciò che rende impossibile l'autosalvezza. Perché Cristo Sapienza abiti nell'uomo in comunione d'amore e in modo permanente, è necessaria la conversione: rinuncia al proprio io malvagio e adesione sincera al Signore Gesù. Ma chi lo aiuterà a raggiungere una simile meta? Il Montfort risponde svelando il «segreto» della sua vita: «Facciamo entrare Maria nella nostra casa... Ed in lei la Sapienza eterna verrà a stare come sul suo trono di gloria» (AES 211). Si tratta di una reciproca donazione: noi ci offriamo a Maria in piena disponibilità e lei «si darà a noi in modo incomprensibile ma vero» (AES 211). Con questo linguaggio, il Santo intende assicurarci che il continuo dialogo e confronto con la Vergine condurrà sicuramente ad un'assimilazione dei suoi atteggiamenti fondamentali, ad una identificazione con lei. Allora il cuore umano diventerà, per grazia dello Spirito, una degna abitazione della Sapienza. E chiaro che Maria svolge per il cristiano la funzione di anti-Eva: invece di tentare l'uomo spingendolo alla connivenza con il peccato, Maria aiuta l'uomo ad aprirsi alla sapienza di Dio mediante la rinuncia alle opzioni perverse. Con Maria il cuore dell'uomo è spinto a perdere la cattiveria, che lo rende capace di ogni male, ed a sintonizzarsi con Cristo uomo nuovo.
- Maria preserva il cuore umano dal ritorno alla sapienza mondana
Non basta accogliere la Sapienza, occorre perseverare nella comunione d'amore con lei fino alla fine della vita. Nelle sue missioni al popolo, il Montfort si preoccupava di aiutare i cristiani da lui evangelizzati a perseverare nella vita cristiana. Egli conosceva la terribile realtà dell'uomo, che è capace di slanci ma anche di stanchezze, di promesse generose ma facilmente dimenticate: «Abbiamo troppe funeste esperienze della nostra incostanza e leggerezza naturale: diffidiamo della nostra sapienza e del nostro fervore» (AES 221).
c) Quasi non bastasse il richiamo alla nostra esperienza, il Montfort riflette sul caso-limite di Salomone nell'intento di trovare i rimedi per non incappare nello stesso suo errore: Costui era sapiente, come noi forse non lo saremo mai e quindi più forte e più illuminato; Eppure, nonostante questo, fu ingannato e vinto e cadde nel peccato e nella stoltezza, lasciando i posteri doppiamente stupiti sia dei suoi lumi che delle sue tenebre, della sua sapienza e della stoltezza dei suoi peccati (AES 220). Per il Montfort non c'è dubbio: occorre un supplemento di sapienza «per essere in un certo senso più sapienti di Salomone» (AES 221) e quindi poter perseverare nella comunione con la Sapienza. Dobbiamo ricuperare la funzione della donna secondo il piano divino risolvendo l'enigma in cui si era impigliato Salomone. Maria svolge questa funzione in modo eminente, sia perché sa consigliare e guidare nelle vie della Sapienza, sia perché rappresenta l'antidoto e la terapia dell'instabilità e dell'incostanza. Il Montfort riconosce a Maria la virtù della «fedeltà», che la caratterizza nel corso della vita terrena e in quella celeste: Maria è fedele: non lascia smarrire né sciupare ciò che le è stato affidato. È, per eccellenza, la Vergine fedele a Dio e agli uomini.[ ... ] Affidiamo, dunque, ogni cosa alla sua fedeltà. Stringiamoci a lei come a colonna che non può essere abbattuta, come ad àncora che non può essere staccata, o meglio come alla montagna di Sion che non può essere smossa (AES 222).
d) L'accoglienza di Maria nella nostra vita è scuola di sapienza. Il dialogo costante con lei si traduce in intima comunione con Cristo, perché Maria è creatura sapiente che rimanda a Cristo con l'esercizio delricordo e del confronto. Da lei impariamo la virtù difficile della fedeltà, perché è suo compito consolidarci giorno per giorno nel sì d'amore a Cristo, anzi nel dono totale a lui. In pratica, se non lasciamo Maria perseveriamo nella fedeltà quotidiana al Signore. Il Montfort ne è sicuro: con Maria, «per quanto ciechi, deboli ed incostanti [...} non avremo mai la sventura di perdere la grazia di Dio e l'infinito tesoro dell'eterna Sapienza» (AES 222). Da Maria pertanto riceviamo quel supplemento di sapienza particolarmente necessario nel nostro tempo: La nostra epoca, più ancora che i secoli passati, ha bisogno di questa sapienza, perché diventino più umane tutte le sue nuove scoperte. É in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscitati uomini più saggi (GS 15).

Bibliografia
DE FIORES S., Maria, Madre di Gesù. Sintesi storico salvifica, EDB, Bologna 1992, pp. 341-346; LUMAO M., Esortazione alla pace (1521): ed. Weimar XVIII, 310,10; ROSTAGNO S., Diritti umani nella chiesa: sensibilità protestante al problema , in I diritti umani nella chiesa cattolica, Claudiana, Tonno 1981; VON R., Teologia dell'Antico Testamento, I, Paideia, Brescia 1972; SERRA A., Sapienza e contemplazione di Maria secondo Lc 2,19.51b, Mananum, Roma 1982; ID. Sapiente, in DE FIORES S. - MEO S., Nuovo Dizionario di Mariologia, Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp. 1272-1285; VON BALTHASAR H. U., Teodrammatica: III: Le persone del dramma, Jaca Book, Milano 1983; DI MONTFORT L. M., L'amore dell'eterna Sapienza, in ID., Opere, I: Scritti spirituali, Edizioni monfortane, Roma 1990, pp. 109-238.






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