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SCHUSTER ALFREDO IDELFONSO



1. Cenni biografici
Alfredo Ildefonso Schuster, è nato a Roma il 18 gennaio 1880 ed è morto a Venegono Inferiore il 30 agosto 1954. Entrato nel noviziato benedettino nel novembre 1898, prese il nome religioso di Ildefonso e fu ordinato sacerdote dal cardinale Respighi nella basilica di S. Giovanni in Laterano il 19 marzo 1904.  Dal 1913 insegnò storia della Chiesa alla facoltà benedettina di S. Anselmo; nel 1914 fu nominato assistente liturgico della Congregazione per la Liturgia; nel 1917 fu anche incaricato come insegnante di liturgia all’Istituto Pontificio Orientale, aperto da papa Benedetto XIV. All’interno del suo ordine, fu maestro dei novizi dal 1908 al 1916 e procuratore generale. Nel dicembre del 1915 fu eletto priore di S. Paolo e dal 1918 ne fu anche abate. Nel 1920, Papa Pio IX lo nominò presidente della Pontificia Commissione d'Arte Sacra e lo inviò come visitatore apostolico in tutta Italia. Nel 1926 fu incaricato della supervisione dei seminari nella provincia ecclesiastica di Milano, città della quale divenne arcivescovo dal 1929 al 1954, proprio durante il regime fascista, la seconda guerra mondiale e i difficili anni del dopoguerra, svolgendovi anche un significativo ruolo politico. È stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1996.

2. L'amore alla Madonna del Beato Schuster
a)
Siamo portati a pensare che non a caso il Cardinale Schuster abbia chiuso la sua vita terrena il 30 agosto 1954 cioè nel bel mezzo dell’anno mariano indetto, com’è noto, da Pio XII per commemorare il centenario del dogma dell’Immacolata Concezione [8 dicembre 1953- 8 dicembre 1954]. E’ infatti un dato sicuro e sufficientemente illustrato che la devozione del Beato Schuster per Maria SS. ne ha contrassegnato l’esistenza intera. Ma in modo così continuativo ed in forma così solida eppure tenerissima da poter, già all’indomani della sua morte, indicare in “ Maria Regina della Chiesa” la stella del suo episcopato ed anzi, basandosi sul suo ricco e specifico magistero, definirlo “uno dei più alti e solidi teologi mariani del nostro tempo”, così come affermò Luigi M. Canziani, nell’ottobre del 1954. Gli farà eco pochi anni dopo, nel 1959, Sandro Maggiolini, rilevando insieme alla solidità teologica della mariologia di Schuster, il suo stretto legame con l’ecclesiologia; sempre espressa con un linguaggio di particolare tenerezza filiale. Più di recente, Inos Biffi, potrà documentare che la devozione mariana del nostro Beato è “segnata dagli accenti semplici della confidenza filiale, illuminata dalla profonda sostanza della grande teologia, sostenuta dalla tradizionale pietà della Chiesa”.
b) Il magistero mariano dello Schuster, peraltro assai ricco anche perché aperto ai “segni dei tempi ” [sarà lo Schuster, ad esempio, a portare il segreto di Fatima per la prima volta “a conoscenza del pubblico italiano in modo autorevole” in una Lettera pastorale del 18 aprile 1942], ci sembra tuttavia privilegiare il mistero dell’Assunzione di Maria SS. al Cielo. Perciò ne parla e scrive già molto prima della proclamazione del dogma dell’Assunta da parte di Pio XII il 1 novembre 1950 con la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”. Ne scriverà, ad esempio, all’Archidiocesi - e sempre con illuminato fervore - il 27 luglio 1941; il 10 agosto 1942; il 6 agosto 1944; il 15 agosto 1948; il 14 agosto 1949; il 22 agosto 1950. La sicurezza, anche teologica, l’attingeva dalla liturgia. “Se al dire di S. Ambrogio – così scriveva il 27 luglio 1941- a nessuno Gesù ha riservato un premio maggiore che a Maria, qual meraviglia che l’abbia sollevata corporalmente in cielo, mentre alla risurrezione di Cristo, come narra il Vangelo, risorsero perfino molti degli antichi Santi e Profeti, già sepolti in Gerusalemme? Ecco perché nel Medio Evo, quando nel calendario ecclesiastico le solennità Mariane erano in molto minor numero che non adesso, quella dell’Assunzione veniva senz’altro considerata come la festa massima della Madonna. E veramente convien dire, che tutti gli altri privilegi concessi da Dio alla beatissima Vergine culminano nella gloria della sua Assunzione, quando da Cristo e dopo Cristo riceve le primizie dell’universale resurrezione, e viene costituita in cielo mediatrice d’ogni grazia, Avvocata dell’uman genere, Regina degli Angeli e dei Santi, porta e finestra del Paradiso, perfetta immagine e tipo della Chiesa Santa, cherubico trono del Verbo Incarnato”.
c) Negli anni seguenti il 1 novembre 1950, non mancherà il suo puntuale, chiaro e concreto messaggio in occasione dell’Assunta. Nell’ultimo, del 15 agosto 1954, dopo un breve ma efficace accenno dottrinale, inviterà con incisiva e accorata sobrietà, a mantenere puro e incontaminato il proprio corpo destinato alla resurrezione. Ma “ un corpo schiavo del peccato […] non può entrare in cielo. Non v’illudete, scriveva l’Apostolo ai Corinti: tutti quelli dediti al vizio impuro: «Regnum Dei non possidebunt»”. Quindi un’amara constatazione ma necessaria – e quanto attuale!- per la buona coscienza del vigile pastore .“Con quanto dolore, dinnanzi allo spettacolo desolante dello spirito pagano che sempre più penetra nelle vene e nell’organismo della odierna civiltà, scrivo queste cose a scanso di pastorale responsabilità, e perché i cristiani non si illudano di potersi formare una specie di Cristianesimo eclettico, che però non è più quello della Cattolica Chiesa, degli Apostoli e dei Martiri”. La ferma e lucida conclusione è severa e accorata ma non pessimista. Perché proprio il mistero dell’Assunta è richiamo al Paradiso e sostegno all’impegno cristiano che vi conduce cioè la santità. Al riguardo ci sembra oltremodo significativo e probativo quanto si legge nella “ Cronaca” del monastero benedettino femminile di S. Antonio Abate in Ferrara, dove, il 21 marzo dell’anno 1954, il Cardinale Schuster si era recato per rivolgere la sua parola alle consorelle, che invitò a crescere nella santità monastica e nell’amore a Cristo e al suo Paradiso. “ La comunità – così si conclude la cronaca del monastero di quel memorabile 21 marzo 1954- rimase entusiasta e commossa di questa visita, tutta esultante e la sera in ricreazione nessuna sapeva parlare d’altro! E si diceva: che sarà quando in cielo vedremo il Signore?". Questa alta meta e rasserenante traguardo li richiamerà pure nel suo ultimo scritto del 5 agosto 1954, rievocando la recente scalata del K2 da parte di una spedizione milanese che il 31 luglio aveva collocato sulle cime dell’Himalaya “quella statuina della Madonna che, prima di partire, erano andati a ricevere in consegna dall’Arcivescovo”. Il quale commenta: “ La seconda cima del mondo! Non è poco. Bravi, miei cari scalatori. Ora non vi rimane che seguire la Madonna Assunta in Cielo, guadagnandone la prima cima, ai piedi del trono della Madre Divina”.
d) Egli vi giungerà pochi giorni dopo. Nella breve ed edificante agonia andava ripetendo: “ Madre mia fiducia mia”, la giaculatoria che aveva sempre suggerito, specie ai malati e ai moribondi. Perché espressione semplice e concisa della sua tenera e forte devozione a Colei che aveva amato come Madre e onorato come Regina. Allora si può davvero e non infondatamente ritenere una insigne grazia della Madonna, un atto della sua materna predilezione per quel suo devotissimo figlio, l’avergli ottenuto di entrare nel desiderato premio eterno, proprio nel corso dell’anno mariano.

Bibliografia
SCHUSTER A. I., Al dilettissimo popolo, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996; ID., Scritti sulla Chiesa Orientale, la Vergine Maria, la vita monastica, Glossa, Milano 2005; ID., Pensieri mariani sulle Litanie Lauretane, Ares, Milano 2003; CANZIANI L. M., Maria Regina della Chiesa, Massimo, Milano 1954; QUATROCCHI B., Al di sopra del gagliardetti. L'arcivescovo Schuster: un asceta benedettino nell'era fascista, Marietti, Casale Monferrato 1985; LECCISOTTI T., Il cardinale Schuster, S. Benedetto, Milano 1969;  CRIVELLI L., Schuster. Un monaco prestato a Milano, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996; NOBILI E., La parabola di un'illusione. Il cardinale Schuster dalla guerra d'Etiopia alle leggi razziali, NED, Milano 2005; NOBILI E., Ildefonso Schuster e il rinnovamento della Chiesa, Guerini e Associati, Milano 2010; RUMI G. - MAJO A., Il Card. Schuster e il suo tempo, Massimo, Milano 1979; APECITI E., Ciò che conta è amare. Vita del Beato Alfredo Idelfonso Schuster, Centro Ambrosiamo Edizioni, Milano 1996; Corso di Spiritualità del Monastero Santa Maria del mare di La Spezia del mese di maggio 2011.






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