1. Cenni biografici e omelie
Successore di Eusebio nella sede arcivescovile di Tessalonica (605), sostenne i suoi concittadini assediati dagli Avari e, con le sue preghiere, sembra che abbia salvato la città da un terremoto. Morì poco dopo. Giovanni di Tessalonica fu un predicatore molto popolare tra i suoi concittadini. Diverse furono le omelie che egli scrisse. Ricordiamo 1'Omelia sulle donne «mirofore» ovvero portatrici di unguenti (cf. CPG 7922; PG 59, 635-644); l'omelia sulla decapitazione di Giovanni Battista (cf. CPG 7926; BHG 824t) e l'Omelia sulla Dormizione della Santa Vergine (testo recensito da M. Jugie, PO IX [1926], p. 375-405).

2. L'Omelia sulla Dormizione
Prima di esporre il pensiero mariano, che trarremo dall'Omelia sulla Dormizione, è importante tener presente che la relazione prodotta da Giovanni nel suo discorso, volutamente prende le distanze e si differenzia dalle numerose narrazioni apocrife precedenti. D'altra parte e bene ricordare che il secolo VI e l'età d'oro degli apocrifi del Transitus Mariae. La sua e dunque una relazione veridica, scritta, come afferma lo stesso autore, sulla base delle testimonianze oculari dell'avvenimento. É sempre l'autore ad affermare che questa primitiva relazione dei fatti, successivamente sarebbe stata fa1sificata da mani eretiche, donde la sua non poca fatica nella ricostruzione dei fatti secondo la prima relazione: una vera ed autentica opera di separazione tra il grano e la zizzania. «La sua testimonianza è precisa - osserva il Jugie - perché, risalendo sicuramente alla prima meta del secolo VII, ci certifica che molte narrazioni del "Transitus Mariae" erano state composte nel secolo precedente. Noi constateremo - continua il Jugie -, percorrendo la sua narrazione, che egli l'ha improntata a quella dei suoi predecessori, e in particolare allo Pseudo-Melitone» (Jugie I, 138-139). Questo discorso della Dormizione ha subito, attraverso i secoli, numerose interpolazioni e mutilazioni. Il Jugie ha ricostruito il testo primitivo ricorrendo ai migliori e phi antichi manoscritti. Indubbiamente l'Omelia sulla Dormizione acquista tutta la sua importanza in relazione alla storia della dottrina dell'assunzione. Innanzitutto, già nel Prologo, l'omileta ci dà delle precisazioni finora sconosciute sull'origine e sullo sviluppo della festa della Dormizione in Oriente. Subito dopo egli ci presenta l'oggetto diretto della festa, che non è l'assunzione propriamente detta, ma la morte della Vergine e il ricordo dei miracoli che l'accompagnarono.

3. La Mariologia di Giovanni di Tessalonica
Giovanni di Tessalonica ha della santissima Vergine un alto concetto: egli, sin dall'inizio, la saluta come la Signora e la benefattrice dell'universo. Mette soprattutto in rilievo la materna tenerezza del suo cuore nei riguardi dell'umanità e il suo ruolo di mediatrice universale. Sia gli Apostoli che i fedeli che la circondano la chiamano la loro madre. Infatti, quando gli Apostoli giungono alla sua casa, la salutano con queste parole: «O beata Maria, Madre di tutti coloro che si salvano, la grazia sia con te». Nel tradurre interamente l'omelia, abbiamo tenuto presente lo schema di divisione del testo, proposto da Jugie, per contenuti e argomenti. Lo schema, infatti, parte da un prologo (55 1-2) e, dopo aver descritto il messaggio dell'angelo (55 3-4) e gli avvenimenti accaduti nel primo (5-7) nel secondo M 8-11) e nel terzo giorno, descrive la morte e la sepoltura di Maria (55 12-13). La gloriosissima Madre di Dio Maria è trasportata dal Figlio stesso nell'eredità eterna, e « lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, che ha glorificato l'immacolata sua madre Maria, Madre di Dio, glorificherà quelli che la glorificano; strapperà da ogni pericolo coloro che ogni anno devotamente ne celebrano la memoria e riempirà di beni le loro case... Essi riceveranno la remissione dei peccati sia in questo mondo che nell'altro. Egli ha mostrato sua Madre come trono cherubico sulla terra; essa è cielo della terra, speranza, rifugio e fiducia del nostro genere umano».

Bibliografia
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