Prete e monaco di un monastero presso Raithu, sulla Costa sud-ovest della penisola sinaitica, fu l'autore di una Preparatio, che è uno scritto propedeutico in 8 capitoli, comprendente una parte eresiologica (a cominciare da Mani, fino a Severo di Antiochia) ed un'altra dialettica. Essa, tendenzialmente sulla linea neocalcedonese, è caratterizzata dallo sforzo dell'autore di armonizzare le formule di Calcedonia con quelle di Cirillo di Alessandria. «Se si dovesse identificare Teodoro con il suo omonimo, vescovo di Pharan, città vicina a Raithu, le conseguenze sarebbero le seguenti. Teodoro sarebbe stato uno dei primi rappresentanti eminenti del monoenergismo - fatto da non escludere neppure per un teologo in precedenza neocalcedonese (Beck) -. Inoltre sarebbe stato confidente di Sergio, patriarca di Costantinopoli e condannato con lui dal Concilio di Costantinopoli del 680/681» (cf. Dizionario Patristico e di Antichità Cristiane, II, p. 3389). Come accennato, Teodoro si preoccupa di esporre, analizzare e confutare il pensiero degli eretici e si sofferma sull'eresia di Nestorio e di Eutiche. Nel primo mette in risalto la confusione volutamente determinata sull'espressione: «vi sono due nature in Cristo». Secondo il nostro, Nestorio avrebbe adoperato «davvero maliziosamente nature al posto di persone»: «sicché Nestorio ritiene che altro è il Cristo e altro e il Verbo di Dio, secondo l'errore dei suoi padri e predecessori». Teodoro accusa apertamente Nestorio di non essersi vergognato della sua mancanza di rispetto nei riguardi della Madre di Dio e purissima Maria, proprio in quanto Madre di Dio. Egli, infatti, non le invidia tanto l'appellativo di «Madre di Dio», quanto 1a specificazione del «di Dio», che era nato da lei. Accusa poi Eutiche del fatto che «si rifiutava di confessare che la carne del Signore fosse della stessa sostanza e natura della nostra, negando altresì che in Cristo si conservassero le due nature insieme con la loro unione». Inoltre Teodoro accusa Eutiche per il fatto di ritenere che il corpo di Cristo fosse stato portato dal cielo, e che Dio Verbo, una volta indossato il corpo venuto dal cielo fosse passato attraverso la Vergine come per un canale, affinché egli sembrasse nato da donna sebbene non fosse nato da lei. E Teodoro afferma che questo è un pensiero manicheo, anzi di gran lunga più ingannevole.
 
 Bibliografia
 AA. VV., Testi mariani del primo millennio. Vol II, Padri e altri autori bizantini, Città Nuova, Roma 1989, pp. 170-171; GEERARD M., Clavis Patrum Graecorum,  Turnout 1974, pp. 7600-7602.