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MARTO FRANCISCO



Uno dei tre pastorelli a cui apparve la Madonna a Fatima nel 1917.

1. Cenni biografici e carattere di Francisco
a) Nacque l'11 giugno 1908 e fu battezzato il 20 dello stesso mese. Era il penultimo dei fratelli, di quasi due anni più grande di Jacinta. Naturalmente somigliava molto alla sorella: aveva lo stesso volto tondo, ma più lungo. La madre lo descrisse così: «Francisco aveva le guance più tonde. Aveva gli occhi chiari, più vivaci dei miei quando ero piccola; visetto rotondo, guance grosse, un po' scuro, bocca piccola, labbra sottili, mento tondo». Altri lo hanno descritto così: «Berretto calcato in testa, giacchetta corta, panciotto da cui si vedeva la camicia, pantaloni giusti, insomma, un uomo in miniatura. Bel viso da ragazzo! Sguardo vivo e faccia maschia. Aria svelta, quando rispondeva alle domande». Aveva temperamento diverso da Jacinta, che era capricciosa e vivace; egli era, semmai, pacifico per natura, docile, buono e accondiscendente. Possedeva senso dell'umorismo ed era scherzoso. Al padre piaceva ricordare che Francisco era molto tranquillo. Sempre sorridente e amabile, scherzava con tutti i bambini indistintamente. Non rimproverava nessuno. Si ritraeva quando, talvolta, vedeva qualcosa che considerava ingiusto. Non era apatico, come poteva sembrare a prima vista. Detestava i conflitti in quanto già allora aveva capito che la pace è un dono al quale vale la pena sacrificare i capricci e perfino qualche giocattolo. Il padre conferma che Francisco non era affatto pauroso. Di notte era in grado di recarsi da solo in un luogo buio senza mostrare timore o contrarietà. Giocava con serpenti e lucertole, li faceva arrotolare intorno al suo bastone e dava loro da bere il latte delle pecore negli incavi delle pietre. Era solito andare in cerca di lepri, volpi e talpe. La madre si lamentava perché portava a casa le lucertole per giocarci. Nel giocare si dimostrava abbastanza vivace, ma a pochi piaceva giocare con lui perché non vincevano mai. Francisco incarnava la figura dell'artista, del contemplativo. Gli piaceva osservare la natura; amava gli uccelli e non voleva che fossero privati della loro libertà; amava giocare con serpenti, topi e lucertole. Il padre gli aveva regalato un flauto e lui era diventato un vero artista, suonando le melodie pin conosciute del luogo.
b) Fu molto amico di Lucia, soprattutto dopo le apparizioni. In occasione delle apparizioni vide, senza però sentire ciò che dissero l'Angelo Custode del Portogallo e la Madonna, quindi, di conseguenza, non prese parte al dialogo. Erano la sorella e la cugina a spiegargli, poi, quanto era stato detto; e lui vi prestava la massima attenzione. Mostrô sempre un grande coraggio, soprattutto quando i pastorelli furono condotti dall'amministratore a Vila Nova de Ourém e rinchiusi in carcere come delinquenti comuni. Francisco si mostrò coraggioso in prigione, cercando di rincuorare Jacinta nelle ore di maggior nostalgia. Mentre recitavano il rosario, in prigione, fu Francisco a vedere che uno dei detenuti era in ginocchio con il cappello in testa; quindi gli si avvicinò dicendogli: «Signore, se vuol pregare, si deve togliere il cappello». Era molto sincero e trasparente nel parlare. Non sapeva fingere; tanto che il padre, conoscendo questa sua qualità, cominciò a credere alla veridicità delle apparizioni. Francisco manifestava una grande delicatezza, era consapevole dei suoi diritti e protestava se si sentiva offeso. Quando il parroco gli comunicò che non poteva accedere alla prima comunione perché si era sbagliato rispose, in lacrime: «Anche i grandi sbagliano, ma ci vanno!».

2. Spiritualità di Francisco, malattia, santa morte e beatificazione
a) Fu molto colpito nello Spirito dalla compassione per la sofferenza altrui e dal desiderio di consolare Nostro Signore. Consapevole del fatto che entro breve sarebbe salito in Cielo e che quindi, a suo modo di vedere, era inutile per lui andare a scuola, rimaneva accanto al sacrario, nella chiesa in cui erano in corso i lavori, tra le impalcature, fin quando la cugina, sulla via del ritorno, lo chiamava per tornare a casa. A Francisco, che era di poche parole, per fare la sua orazione e offrire i suoi sacrifici piaceva nascondersi presso la sorella e la cugina. Non di rado fu sorpreso dietro a una parete o a una siepe, dove di nascosto si era rifugiato in ginocchio a pregare o a pensare a Nostro Signore triste, come diceva, a causa di tanti peccati.
b) Francisco rimase a letto, colpito dalla spagnola, il 22 o il 23 dicembre del 1918, nonostante fosse già malato da tempo. In casa si ammalarono tutti, tranne il padre. Le vicine aiutavano ad accudire i malati. Francisco rimase a letto una quindicina di giorni. Si alzò i primi di gennaio, ma si sentiva molto debole. Confessò alla madre di essere in grado di recitare solo la metà del rosario. Ma anche in queste condizioni riuscì a recarsi alcune volte a Cova da Iria. Durante la malattia soffrì con pazienza eroica, senza mai lasciarsi sfuggire un lamento, né un gemito. Ai bambini piaceva molto andarlo a visitare dal momento che non poteva più alzarsi, perché dicevano che lì si sentivano bene.
c) Il 3 aprile Francisco ricevette il viatico dalle mani del parroco. Voleva restare digiuno e sedersi sul letto quando arrivò il sacerdote con il Santissimo Sacramento, ma non gli fu permesso. L'ultimo giorno Jacinta e Lucia restarono nella sua stanza. Chiuse gli occhi alla luce del mondo con un sorriso sulle labbra, verso le dieci di sera del 4 aprile 1919, il primo venerdì del mese. Fu sepolto nel cimitero pubblico di Fatima il giorno seguente, ma poiché il terreno non apparteneva alla famiglia, trascorsi gli anni regolamentari nel luogo furono sepolti altri cadaveri. Quando si rese necessario riesumare le spoglie mortali per trasportarle nella Basilica di Nossa Senhora do Rosário, a Cova da Inia, fu difficile identificarlo. Il padre, che assistette a tutte le operazioni, riconobbe lo scheletro grazie al rosario che stringeva ancora in mano. Il 13 marzo 1952 fu trasportato e sistemato nella prima cappella sul lato destro dell'altare maggiore.
d) Fu beatificato a Fatima da Papa Giovanni Paolo II il  13 maggio 2000.

Bibliografia
SILVA M. F. S., Francisco Marto, beato, in MOREIRA C. A. - CRISTINO L., Enciclopedia di Fatima, Cantagalli, Siena 2010, pp. 184-186;  IDEM, Pastorinhos de Fatima, Paulinas, Lisboa 2003; DO AMARAL A. C., Jacinta e Francisco: virtudes heróicas, CAS, Braga 1991; BARTHAS C., Fatima: os testemunhos, os documentos, Aster, Lisboa 1967; DE BELEM M., Uma familia de Fatima, Paulinas, Lisboa 1996; DE MARCHT G., Era uma Senhora mais brillante que o sol, Missóes Consolam, Fatima 1991; LEITE F., Francisco de Fatima, Apostolato da Oraçao, Braga 1986; IDEM, Jacinta, Apostolato da Oraçao, Braga 1999; MARTINS A. M., Novos documentos de Fatima, Livraria Apostolato da Imprensa, Porto 1984; DE OLIVEIRA J. G., Jacinta, Gráfica de Leiria, Leiria 1982; PASQUALE H., Eu vi nascer Fâtima, Edicoes Salesianas, Porto 1967; REIS OLIVEIROS DE JESUS, Mensagem de Fatima dada ao mundo, Rei dos Livros, Lisboa 1991; DOS REIS S. M., A vidente de Fatima dialoga e responde pelas apariçoes, Editorial Franciscana, Braga 1980.

VEDI ANCHE:
 - DOS SANTOS LUCIA
 - FATIMA
 - IL MESSAGGIO DI FATIMA
 - MARTO JACINTA
 - MIRACOLO DEL SOLE
 - PRIMI SABATI






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DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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