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ZWINGLI HULDRYCH



Riformatore svizzero.

1. Cenni biografici e dottrina
a) Zwingli nacque, secondo di otto figli, a Wildhaus, nel cantone svizzero di San Gallo, da una famiglia benestante, il 1 gennaio 1484. Studiò nelle Università di Vienna e di Basilea e nel 1506 venne ordinato prete a Costanza, rivendo il primo grado accademico di magister artium. Seguì alcuni mercenari svizzeri nella guerra della Lega di Cambrai sino alla battaglia di Marignano del 1515 come cappellano militare. Esercitò il suo ministero come parroco a Glarona e poi ad Einsiedeln, la più famosa meta svizzera di pellegrinaggi. In quel periodo si avvicinò al pensiero di Erasmo da Rotterdam, ma elaborò presto la sua nuova concezione teologica a cui cercherà di dare applicazione nella sua permanenza a Zurigo. Nel 1525 progettò una liturgia della Santa Cena in tedesco che prevedeva la soppressione dei canti non biblici e di tutto l'accompagnamento strumentale. In seguito alla disputa teologica del 19 maggio 1526 a Baden, tra la fazione cattolica rappresentata da Johannes Eck e quella zwingliana guidata da Giovanni Ecolampadio, le posizioni di Zwingli vennero condannate e il riformatore svizzero fu scomunicato da papa Adriano VI, con conseguente esclusione dalla Chiesa cattolica. I tredici cantoni della Svizzera si divisero tra le due posizioni, tuttavia non lo fecero in modo pacifico: ne seguì addirittura un conflitto armato, e Zwingli, che era cappellano e portabandiera delle truppe che lo sostenevano, fu ferito nella battaglia di Kappel, avvenuta l'11 ottobre 1531 e poi ucciso dai cattolici vittoriosi, i quali diedero alle fiamme le spoglie. Dopo la sua morte la Riforma protestante in Svizzera si attestò soprattutto nelle città a nord delle Alpi, nella zona rurale dei Grigioni. Morì a Kappel am Albis, l'11 ottobre 1531.
b) Promosse importanti riforme religiose nel suo Paese, sul modello della Riforma di Martin Lutero. La sua proposta di riforma del cristianesimo ottenne prima il supporto della popolazione e delle autorità di Zurigo, e coinvolgendo successivamente altri cinque cantoni svizzeri, mentre i rimanenti cinque rimasero fedeli alla Chiesa cattolica. La sua interpretazione del cristianesimo propone un approccio ragionato alla fede, evidenziando un forte legame con il clima umanistico che attraversava l'Europa di allora. In questo senso, la teologia di Zwingli presenta alcune differenze rispetto all'impostazione data da Lutero, incentrata sulla tragica condizione umana corrotta dal peccato e sulla salvezza operata da Dio. La dottrina di Zwingli si può riassumere in questi punti: superiorità delle Sacre Scritture rispetto alla Tradizione ecclesiastica; rifiuto dell'autorità papale; confutazione del conciliarismo; coinvolgimento attivo all'interno della società (il cosiddetto Vangelo sociale). 

2. Controversie su Maria
Tra i testi interessanti dal punto di vista mariologico, spicca una predica tenuta da Zwingli nella sua Zurigo nel settembre 1522.  Già dal 1519 con la sua predicazione ha introdotto impulsi di riforma, accolti con entusiasmo da gruppi di intellettuali borghesi della città, ma suscitando vivaci proteste da parte del clero conservatore. Negli anni successivi, la discussione si intensifica: i seguaci del riformatore compiono diverse azioni dimostrative, con lo scopo di modificare gli equilibri tra le opinioni circolanti e costringere il Consiglio della città a prendere posizione nel dibattito. Zwingli commenta questi eventi con una serie di saggi e predicazioni nelle quali getta le basi della propria teologia. Nella epistola dedicatoria, indirizzata ai suoi fratelli di sangue, egli afferma di volersi difendere dalle accuse di mancare di rispetto alla Madre di Gesù: «Stimo la Vergine Maria come deve stimarla ogni cristiano; anzi, molto di più, perché non credo a qualunque fabulatore che parla di lei mendacemente. Non intendo assolutamente affermare il falso su di lei, né dire di più di quanto mi insegnino la Scrittura e i sacri evangeli». Da queste parole si arguisce che le accuse riguardassero una predicazione "minimalista" su Maria, critica nei confronti della devozione tradizionale, tesa a concentrare il messaggio su quanto può essere direttamente tratto dalla Scrittura. In particolare poi, come si evince dal seguito, pare che Zwingli sia stato accusato di avere insultato la Madre di Gesù, dandole della "meretrice" e negandone la perpetua verginità. La sua discussione sul "kecharitomene" ("piena di grazia") di Lc 1,28, poi, sarebbe stato calunniosamente e volgarmente fraintesa, come se il saluto angelico fosse stato considerato dal riformatore equivalente al rivolgersi a una ragazzina qualsiasi o, peggio, di costumi non irreprensibili.

 2. Mariologo tra i riformatori
a) Il 12 luglio 1522, Zwingli interrompe e contesta pubblicamente la predicazione, di argomento anche mariano, del francescano François Lambert; ne nasce una pubblica disputa, al termine della quale, secondo la dubbia ricostruzione del cronista di parte zwingliana, Lambert abbandona le proprie tesi. Dunque, la predica del riformatore rappresenta, coerentemente con quanto espresso nella lettera dedicatoria, un'apologia della sua correttezza dottrinale in ambito mariano, che gli e valsa la definizione di "mariologo tra i riformatori": «Mi accontento di avere esposto chiaramente ai più semplici cristiani quello che penso della madre di Dio. Ed è questo: io credo fermamente, secondo le parole del santo evangelo, che ella, pura vergine, ci ha partorito il Figlio di Dio ed è rimasta, nel parto e anche dopo, per l'eternità, una vergine pura e intatta. Io ho anche affermato che ella è stata innalzata da Dio al di sopra di ogni creatura, dei beati o degli angeli, alla gioia eterna. Ma sono altresì dell'opinione che, come dice suo figlio Cristo, Mt 7: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, quello entrerà nel regno dei cieli". Parimenti, non chiunque dice a parole, sia pure mille volte: Ave Maria, Ave Maria, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che pone attenzione al proprio comportamento, quanto alla recita di un'Ave Maria». In questa frase, l'intero senso della predica di Zwingli è riassunta in modo eccellente. Essa si pone all'interno del progetto umanistico volto a ricondurre la teologia e, soprattutto, la vita cristiana alla loro essenza, mediante il ritorno alle fonti. Zwingli si comprende, seguendo l'insegnamento di Erasmo da Rotterdam, come animato dalla volontà di orientare cristologicamente alla devozione a Maria, seguendo, in tal modo, il suo esempio.
b) Particolare attenzione e dedicata alla confutazione delle accuse. Il riformatore si presenta come appassionato difensore della verginità perpetua di Maria: in un'ampia discussione di Mt 1,24, egli spiega che il celebre eos, latino donec, non vada inteso come se, dopo la nascita di Gesù, Maria avesse avuto rapporti sessuali con Giuseppe, bensì in analogia a quanto intende un'espressione come "Dio ti guardi fino al mio ritorno". Con questo, chi va via non intende dire che al suo ritorno Dio non debba più guardare i suoi. Analogamente, il termine "primogenito" non allude a successivi fratelli o sorelle - e dove questi sono menzionati, Zwingli, con Girolamo, intende: "amici", o "parenti" - bensì  al significato unico di Gesù.

3. Ripiena della grazia di Dio
a) Per quanto riguarda l'esegesi del saluto dell'angelo in Lc 1,28, Zwingli segue da vicino la lettura di Erasmo, mostrando che la traduzione della Vulgata del participio perfetto passivo kecharitomêne con gratia plena risulta grammaticalmente impreciso e teologicamente fuorviante: grammaticalmente impreciso perché non restituisce la forma passiva del verbo; teologicamente fuorviante perché non indica con sufficiente chiarezza che Maria non è piena di grazia propria, ma della grazia di Dio. Allo stesso modo, il participio eulogheméne si può tradurre meglio con "assai lodata" che con "benedetta", benché anche questa traduzione possa essere accolta. Zwingli sottolinea altresì che con le parole «benedetta sei tu tra le donne» termina la salutatio deIl'angelo. Quanto segue nell'Ave Mariabenedetto il frutto del tuo seno»), viene detto, secondo il testo, da Elisabetta: rilevare questo semplice dato di fatto non ha nulla a che vedere con una diminuitio dell'onore dovuto a Maria, né una mutilazione della preghiera: una tale puntualizzazione, probabilmente operata da Zwingli durante la predicazione, era evidentemente intesa in senso polemico.
b) La sottolineatura della propria ortodossia dottrinale e del profondo rispetto per la figura di Maria ci porta a chiedere quale sia il pensiero di Zwingli rispetto ai dogmi dell'immacolata e dell'assunzione. Il concilio di Basilea, quando non era più in comunione con Roma, aveva definito il dogma dell'Immacolata Concezione (1439), ma permaneva la contestazione dei domenicani, data la totale assenza del riferimento cristologico. Nel 1523 Zwingli fa riferimento alla de.finizione di Basilea, ma il contesto rende la formulazione ambigua. Più semplice capire la posizione del riformatore riguardo all'Assunta: «Io ho affermato che ella è stata innalzata al di sopra di ogni creatura, dei beati o degli angeli, alla gioia eterna». Ma ciò non ha a che vedere con un'assunzione corporea di Maria, bensì riguarda la sua anima.
c) In ogni caso la persona di Maria riceve dalla sua funzione storico-salvifica un rilievo tutto particolare. E questo l'intento specifico di Zwingli: sottolineare come sia possibile conferire a Maria il massimo onore, senza con questo indulgere a forme devozionali improprie, che direttamente o indirettamente, facciano pensare a una funzione soteriologica della madre di Dio: «Chi vuole onorarla grandemente, segua la sua fede e non si separi dal Signore Gesù Cristo».

Bibliografia
Segui la fede di Maria. Maria nel pensiero di Zwingli, in La Madonna della Neve, n. 6 giugno-luglio 2017, pp. 14-15; CAMPI E., «Via antiqua». Umanesimo e riforma. Zwingli e la Vergine Maria, Claudiana, Torino 1986; ZWINGLI U., Scritti teologici e politici, Claudiana, Torino 1985; IDEM, Breve istruzione cristiana, Meynier, Torino 1988; IDEM, Scritti pastorali, Claudiana, Torino 1996; IDEM, La provvidenza di Dio, Claudiana, Torino 2004; ;  FERRARIO F., Filologia e pneumatologia il programma teologico di Zwingli, in Studi Ecumenici, n. 1 gennaio-marzo 2011, Istituto di Studi Ecumenici S. Bernardino, Venezia 2011;  SCHULER J. M., Huldreich Zwingli, Andesite Press, 2015; OPITZ P., Ulrich Zwingli Prophet, Ketzer, Pionier des Protestantismus, Theologischer Verlag, Zürich 2015; POLLET J. V., Zwingli. Biografia e teologia, Morcelliana, Brescia 1994.






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