PORTALE DI MARIOLOGIA - Enciclopedia
PORTALE DI MARIOLOGIA
  Login o Registrazione
PER CONOSCERE MEGLIO LA MADRE DI DIO
 Menu 
· Home
· Account o Registrazione
· Argomenti generali
· Articoli: archivio
· Articoli: invia nuovo
· Articoli: piu' letti
· Articoli: ultimi inseriti
· Banners del sito
· Biblioteca mariana
· Calendario mariano
· Documenti Magistero
· Enciclopedie
· Forums
· Fotoalbum
· Help del sito
· Invia Cartolina virtuale
· La Chat di Mariologia
· Le vostre domande
· Mappa del sito
· Motore di ricerca
· Sondaggio
· Statistiche
· Suggerimenti
· Sussidi Pastorali
· Testimonianze
· Web Links
· Webcams
 Enciclopedie 










 Inserti Speciali 



























 Nuovi in Biblioteca 
  La Vergine del silenzio
  Catechesi bibliche sui misteri del Rosario
  La Madonna che scioglie i nodi
  Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano
  L'Annunciazione a Maria nell'arte d'Oriente e d'Occidente
  Il messaggio teologico di Guadalupe
  L'angelo mi disse. Autobiografia di Maria
  Il paradosso mariano. Cornelio Fabro rilegge S. Kierkegaard
  Maria e la modernità
  Benedetto XVI. Una donna icona della fede
  Giovanni XXIII. Madre e maestra di vita cristiana
  Icone. Il grande viaggio
  Ben più che Madonna. Rivoluzione incompiuta
  Cuore di Mamma.
  Maria Madre del Signore. Canti per le solennità mariane
 Pensieri 
Nuova pagina 1


 

 Ultimi 15 articoli 
Ultimi 15 Articoli

La Vergine Maria nel Concilio Vaticano II


La Theotokos Achiropita di Rossano


Maria, Icona della Chiesa pellegrina


La marianità del Carmelo


La contemplazione nel cuore di Maria per la missione


Maria al servizio della creazione e della vita


I giovani e Maria nella cultura contemporanea


Maria e l'Eucaristia


Con Maria aspettiamo la Pentecoste


La pietà popolare, i giovani e Maria


Il Mese di Maggio in Vaticano e nel mondo


Preghiera e contemplazione con Maria


Maria e i tempi dell'attesa nell'iconografia


Maria nella musica del Novecento Europeo 1


Maria nella musica del Novecento Europeo 2


 Immagini  
 Sondaggio 
COSA TI INTERESSA DI PIU' IN MARIOLOGIA?

S. Scrittura
Magistero della Chiesa
Apparizioni
Mariologia ecumenica
Liturgia
Dogmi mariani
Spiritualità mariana
Pietà popolare
Mariologia sociale
Padri della Chiesa
Cultura e Arte



Risultati
Sondaggi

Voti 752
 Contatore visite 
DAL 1999

web counter 
 F.A.Q. 

 Utenti 
Benvenuto, Anonimo
Nickname
Password
(Registrazione)
Iscrizione:
ultimo: pertinac
Nuovo di oggi: 0
Nuovo di ieri: 0
Totale iscritti: 357

Persone Online:
Visitatori: 270
Iscritti: 0
Totale: 270
 Orario 

 Imposta come Home
 Contatta il Webmaster
 Mappa del Sito
 Invia Cartolina 

Vuoi inviare una nostra cartolina ad un amico?
 La Chat 
Nome Stanzaonline
Privata IL MARIOLOGO0
Privata LA THEOTOKOS0

[ SPChat ]

EYMARD PIER-JULIEN



Santo fondatore della Congregazione del Santissimo Sacramento (Sacramentini) e delle Ancelle del Santissimo Sacramento.

1. Cenni biografici, opere e canonizzazione
Pierre-Julien Eymard nacque a La Mure il 4 febbraio 1811. Contro il parere del padre, seguì la propria vocazione religiosa e venne ordinato sacerdote il 20 luglio del 1834: nel 1839 entrò nella congregazione dei Maristi di Lione e ne venne eletto padre provinciale nel 1845. Il suo cammino di ricerca della volontà di Dio, lo porta ad orientarsi sempre più verso l'Eucaristia. Nel gennaio del 1851, dopo un pellegrinaggio a Fourvière, concretizza l'idea di fondare una congregazione di sacerdoti dedita principalmente alla promozione della devozione all'Eucaristia: i primi religiosi iniziarono la loro attività a Parigi il 6 gennaio del 1857 con l'approvazione dell'arcivescovo.  Ad essa seguirà, nel 1859, la Congregazione femminile delle Ancelle del SS. Sacramento, fondata con l'aiuto di Margherita Guillot. Pio IX approva ufficialmente la congregazione nel 1863. Eymard muore a La Mure, il suo paese natale, a soli 57 anni, il 1° agosto 1868. Dichiarato venerabile l'11 agosto del 1908, è stato beatificato nel 1925 e proclamato santo da papa Giovanni XXIII il 9 dicembre del 1962.

2.
Una tenera devozione alla Vergine
«É Maria che mi ha guidato a Gesù nel SS. Sacramento!» era solito ripetere, con accento commosso, san Pier Giuliano Eymard, rievocando diverse circostanze della sua vita in cui avvertì la protettiva e materna presenza della Madonna. Egli sviluppò fin dalla più tenera infanzia una viva devozione alla Vergine, che si rivelò poi più intensa in non pochi avvenimenti, spesso legati a santuari a lei dedicati. Ripercorriamo pertanto con ordine questi diversi momenti della sua esistenza, non tralasciando una sintetica storia dei santuari in cui appunto più emerse la spiritualità mariana del Santo. In un taccuino, ove fin dai nove anni, iniziò ad annotare i suoi propositi spirituali, il piccolo Pier Giuliano scriveva: «Prendo la risoluzione di avere una tenera devozione alla Vergine Maria – quella devozione che fin dai primi anni gli aveva trasmesso mamma Marie Madeleine Pélorce, una donna pia e ricca di fede – e di supplicare lei e i miei Santi Patroni affinché mi attirino verso di loro». A tanta devozione, la Madonna rispose ben presto con la sua dolce protezione accordatagli proprio in un «suo» santuario: quello di Laus.

3. Il santuario di Laus
a)
Situato a circa 60 km. da La Mure d’Isère, paese natale del Santo, nella diocesi di Gap, fin dal XVII secolo esso si è rivelato un vivo centro di pellegrinaggi soprattutto per la Provenza, il Delfinato e la Maurienne. Lo si raggiunge percorrendo la strada detta di Napoleone, che unisce Nizza a Grenoble, deviando leggermente, in uno stupendo anfiteatro naturale ad una media altitudine di 900 metri, dove tutto concorre alla dolcezza, dal clima leggermente ventoso, alla luce calda delle montagne circostanti, alle piante e ai colori dei fiori. Qui in un arco di tempo molto lungo, compreso tra la seconda metà del 1600 e l’inizio del 1700, la Madonna si manifestò più volte ad un’umile veggente, Benoîte Rencurel, invitando gli uomini alla conversione, con un messaggio di fiducia nella bontà e misericordia del Signore.
b) San Pier Giuliano Eymard fu sempre molto legato a questo santuario, di cui ci è sembrato bello ripercorrere brevemente la storia. Vi giunse la prima volta ad undici anni, da solo e a pieni recitando le «Ave Maria» del Rosario, digiunando e chiedendo in elemosina il pane, tutto per meglio prepararsi alla sua Prima Comunione. Vi ritornò poi l’anno seguente, nel 1823, dopo aver ricevuto il Signore nell’Ostia consacrata e aver avvertito vivo il desiderio nel suo cuore di diventare sacerdote, desiderio che fu però fin da subito ostacolato dal padre, un uomo dal carattere forte e intraprendente che, per meglio mantenere la sua famiglia, oltre ad un frantoio di noci, aveva allestito un’officina di coltellinaio e di fabbro e non voleva affatto rinunciare all’idea di trasmettere la piccola azienda a questo suo figlio maschio così intelligente e laborioso. Alla cocente sofferenza interiore per il diniego paterno, seguì però per il giovane Pier Giuliano una profonda pace del cuore che egli raggiunse proprio la seconda volta a Laus, ove a dodici anni conobbe un missionario, il padre Touche, che, comprendendo le nobili qualità del suo animo, gli confermò l’autenticità della sua vocazione, nonostante l’opposizione in famiglia. Questa esperienza segnò intensamente l’adolescenza di san Pier Giuliano che da allora intensificò la sua fiducia nell’aiuto della Madonna. Colmo di gratitudine, negli anni a venire sarebbe tornato più volte a Laus, attratto in particolare anche dall’«olio della lampada» del santuario che, come aveva chiesto la Vergine a Benoîte, brucia costantemente nella sua cappella per ricordare la Presenza eucaristica nel tabernacolo. In seguito, proprio ai piedi della bianca statua marmorea di Notre-Dame di Laus, nel 1855 Pier Giuliano pose il progetto delle Costituzioni della sua prima Congregazione e, ancora, vi si ingi-nocchiò, profondamente riconoscente, nel 1865 al suo ritorno da Roma con l’approvazione pontificia per la sua opera di fondatore.

4. Chiede alla Madonna di «diventare un giorno prete»
a)
Ma torniamo al dodicenne Pier Giuliano che, rientrato a La Mure, obbedendo al padre continuò a lavorare alla macina e al torchio del frantoio, ma, seguendo anche i suggerimenti di padre Tousche, iniziò a studiare da autodidatta il latino. Trascorsero così alcuni anni, finché ottenne dal genitore il permesso di recarsi a Grenoble per essere di aiuto ad un sacerdote cappellano di un ospizio. Fu proprio lì che nell’agosto 1828 fu raggiunto dalla terribile notizia della morte della mamma, logorata dal lavoro e dalla malattia. La sua prima reazione fu quella di precipitarsi nella cappella dell’ospizio dedicata a san Roberto per affidarsi alla Madonna. «Ho pregato la Madonna di Laus – scriverà negli ultimi anni della sua vita, nel 1865 – quando morì la mia povera mamma. In quel giorno la presi come Madre e, ai suoi piedi, nella cappella di Saint-Robert le chiesi di diventare un giorno prete». «Da allora – scrisse ancora – ho sempre sperimentato la protezione di Maria in maniera del tutto speciale».
b) Di lì a poco i suoi sogni iniziarono a realizzarsi, entrò infatti nel noviziato dei padri Oblati di Maria Immacolata a Marsiglia con l’intenzione di diventare missionario, vivendo dunque un’altra forte esperienza di spiritualità mariana; dopo pochi mesi però si ammalò gravemente di pleurite. Nel 1830 rientrò così a La Mure, ove la sua salute peggiorò sempre più. Ormai agonizzante, il giovane chierico si rivolse ancora una volta alla Madonna con un’ardente preghiera affinché il Signore gli concedesse «la gioia di celebrare una messa sola e poi morire». La Vergine lo esaudì non solo concedendogli la guarigione, ma anche consentendogli di entrare, l’anno successivo, dopo l’improvvisa morte del padre, nel Seminario di Grenoble ove per tre anni visse un tempo di intensa formazione intellettuale, spirituale e pastorale che nel 1834, a ventitré anni, lo condusse ad essere finalmente ordinato sacerdote.

5. La prima messa al santuario di Notre-Dame de l’Osier
a)
Due giorni dopo, il 22 luglio, festa di Maria Maddalena – santa per la quale san Pier Giuliano nutrì per tutta la vita una speciale devozione e il cui nome gli ricordava affettuosamente la mamma che aveva perso a diciassette anni – celebrò la sua prima messa, scegliendo di offrire al Signore le primizie del suo sacerdozio in un santuario mariano, quello di Notre-Dame de l’Osier, officiato dai padri Oblati di Maria Immacolata presso cui era stato anni prima per qualche mese e ad alcuni dei quali era ancora legato da un vivo rapporto di amicizia. Lì, ai piedi della Vergine, il giovane sacerdote riandò forse con la memoria anche alle origini del santuario stesso, sorto nel 1600, come quello di Laus, sul luogo di un evento straordinario: una pianta di vimini aveva essudato gocce di sangue mentre la Madonna appariva ad un contadino protestante ugonotto, Pierre Port-Combert, che, impressionato dall’evento, presto si convertì al cattolicesimo.
b) Sempre confidando nell’aiuto e nella presenza di Maria nella sua vita, rinunciando a diventare missionario come i suoi amici Oblati, nell’ottobre di quel 1834, obbedendo al suo vescovo, divenne vice-parroco di Chatte, una cittadina di circa 2.000 abitanti della Valle dell’Isère, ove rimase per due anni, benvoluto e ricercato dai suoi parrocchiani, ammirati dalla sua dedizione e dal suo instancabile zelo. Animato dalla sua viva devozione mariana, proprio non lontano da Chatte, precisamente a Saint-Romans, meditando con Maria la passione del Signore presso un «Calvario» eretto dalla pietà popolare su un promontorio roccioso che sovrasta l’omonimo paese sopra il cimitero, ricevette una grazia spirituale che, come scrisse in seguito, gli permise di «dimenticare se stesso portando uno sguardo semplice e calmo sulle verità di Dio e di guardare le cose sotto il profilo della bontà di Dio per l’uomo», sviluppando così una visione sostanzialmente positiva della vita cristiana. Dopo due anni trascorsi ancora come parroco presso la piccola parrocchia di Monteynard, al termine dei quali, nella Pasqua del 1839, riuscì a ricondurre all’ovile tutte le circa 500 pecorelle che il vescovo di Grenoble gli aveva affidato, potè finalmente realizzare il desiderio che da tempo nutriva, entrare cioè a far parte di una comunità religiosa.

6. Sacerdote della Società di Maria
a)
Fu così che il 20 agosto 1839, nella festa di san Bernardo, il grande mistico medioevale devotissimo della Madonna,  venne accolto, a Lione, ai piedi della collina di Four-vière, dal padre Colin, fondatore e superiore generale della Società di Maria per iniziare nella gioia il suo noviziato in un Istituto consacrato alla Madonna. «Sono al colmo dei miei desideri e non so come ringraziare la Santa Vergine che mi ha chiamato in una Società che porta il suo nome ed imita le sue virtù!», scriveva poco dopo all’amata sorella Marianne. In uno dei primi ritiri della sua nuova vita religiosa così annotava: «Ho sentito in me il grande desiderio di vivere la vita della Beata Vergine e di meditare continuamente la sua umiltà, la sua obbedienza, il suo amore divino, di chiedere la luce dello Spirito Santo attraverso Maria per conoscere la volontà di Dio su di me e per ottenere lo spirito della Congregazione marista». Intanto iniziò a recarsi due volte la settimana al santuario di Notre-Dame de Fourvière situato sulla collina che porta lo stesso nome. La tradizione fa risalire al martire san Fotino, morto nell’anno 177, l’introduzione del culto mariano nell’antica città romana di Lugdunum, sulle cui rovine sorse appunto Fourvière.
b) Devoto dunque di questa Madonna, nel primo santuario a lei dedicato san Pier Giuliano compì più volte l’atto di totale affidamento, come ben traspare da non pochi suoi appunti: «Oggi, sabato 17 novembre 1939 a Fourvière ho messo nelle mani della mia buona Madre la salute, le preoccupazioni e gli incarichi, tutto ciò che è concreto. Se avrò bisogno di qualcosa, lo dirò a te, o Maria. Quando starò bene, te lo dirò, o Maria. Quando morirò, sarò nelle tue braccia, o Maria!». «Oggi a Fourvièer, 27 novembre, ho consacrato e deposto ai piedi di Maria il mio nuovo ufficio. Tra mia Madre e me è stato concordato che:
1. ella sarà la governante del corpo e dell’anima, la sovrintendente ai miei studi e ai miei incarichi;
2. per quanto mi riguarda, mi applicherò a restare sempre in uno stato interiore di calma, di indifferenza, di dipendenza senza riserve;
3. mi impegnerò nella preghiera e nella preghiera continua;
4. praticherò l’esercizio quotidiano della rinuncia, del disprezzo e dell’annientamento di me stesso
».
c) Ammirato dalla sua intensa spiritualità, il padre Colin, senza attendere il tempo canonico della sua professione religiosa, lo nominò direttore spirituale del Seminario di Belley, ove, soprannominato dai giovani «il padre Amabile», sarebbe rimasto per circa cinque anni. Nel 1845 poi, a soli trentatré anni, venne eletto padre Provinciale a Lione, cioè, come scrisse egli stesso in una lettera alla sorella, «incaricato di dirigere le nostre Case in Francia e anche all’estero», ministero di cui ancora scriveva sempre a Marianne: «Tuttavia non svolgo da solo questo incarico, c’è il Superiore generale a guidarmi e, quando egli è assente, bisogna che la Santa Vergine sia la mia Superiora generale». Nel contempo, assunse anche la direzione del Terz’Ordine di Maria – nato fin dal 1832 per iniziativa di un gruppo di laici e che era stato all’origine stessa della fondazione dei padri Maristi – impegnandosi a formare coloro che vi erano iscritti ad una vita spirituale solida; in merito, degno di rilievo è il fatto che l’8 settembre 1846 entrò a far parte del Terz’Ordine di Maria anche il santo curato d’Ars, che non esitò a definire questa particolare associazione: «Una sorgente di grazie!».

7. Devoto della Madonna de La Salette
San Pier Giuliano, ebbe anche una grande devozione verso la Vergine de La Salette, che era solito chiamare «la Madonna delle mie montagne»; pertanto, prima ancora che la Chiesa si pronunciasse positivamente in merito, egli accolse il messaggio della Madre di Dio, un messaggio che, insieme alle sue lacrime, invitava soprattutto alla conversione, alla riparazione per il male compiuto e al recupero del senso del sacro nel giorno festivo. Nel corso della sua vita, padre Eymard si recò in pellegrinaggio a La Salette almeno dieci volte, un dato che fa riflettere se si pensa ai mezzi di trasporto dell’epoca e ai faticosi disagi creati da una strada allora quasi impraticabile. Il suo nome compare più volte nel registro del santuario, eretto negli anni immediatamente successivi agli eventi soprannaturali lì verificatisi; egli si dichiarò poi testimone di alcune guarigioni e conversioni avvenute per l’intercessione della Madonna Piangente. Animato da una profonda fede nel fatto miracoloso che ebbe per protagonisti i due pastorelli Melanie e Massimino, in una sua lettera così si espresse: «La Salette sarà il grande santuario della Francia. Quale bella e consolante idea ha avuto il vescovo di Grenoble di istituire un corpo di Missionari di N. S. de La Salette! Se non fossi già Marista, chiederei subito l’onore di farne parte». Dunque, san Pier Giuliano avrebbe voluto entrare nella giovane Congregazione salettiana, tanta era la sua devozione per l’apparizione della Vergine, un desiderio, il suo, che certamente fu benedetto dalla Madonna se si pensa che egli, prima di essere colpito dall’ictus che il 1° agosto 1868 lo condusse alla morte, celebrò la sua ultima messa il 22 luglio di quell’anno proprio nella cappella di N. S. Signora de La Salette a Grenoble e che si spense poi, nella natia La Mure, stringendo tra le mani una statuetta della venerata Madonna de La Salette.

8. Maria lo conduce al SS. Sacramento
a)
Il 21 gennaio 1851 si recò a pregare nell’amato santuario mariano di Fourvière, ove rimase folgorato dall’idea che «Nostro Signore è nel SS. Sacramento solo, senza un corpo religioso che lo custodisca, lo onori e lo faccia glorificare». «Scosso da questi pensieri – scrisse ancora in una lettera – me ne venne un altro: bisognerebbe istituire per gli uomini ciò che si sta costituendo per le donne, un corpo di uomini votati all’adorazione riparatrice, un corpo strutturato in comunità … Perché non creare qualcosa?». Questa domanda trovò una precisa risonanza due anni dopo, precisamente il 18 aprile 1853 a La Seyne-sur-Mer, luogo della «grazia di donazione». Questo il racconto dell’evento in una lettera di poco successiva: «Il 18 aprile, durante il ringraziamento della messa, sono stato all’improvviso sorpreso da un grande sentimento di gratitudine e di amore per Gesù e gli ho detto: "Ma che cosa potrei fare di grande per Te?". Ed un pensiero soave, tranquillo, ma forte e vivo, mi colmò di gioia: consacrarmi al servizio del SS. Sacramento, chiederne l’autorizzazione, cercare i mezzi per creare e promuovere la grande Opera dell’Adorazione perpetua, spronare alla fondazione dell’Ordine religioso del SS. Sacramento. Che bel pensiero! Non è strano che, dalla fondazione della Chiesa, la SS. Eucaristia non abbia avuto un suo corpo religioso, la sua guardia, la sua corte, la sua famiglia, mentre tutti gli altri misteri di Nostro Signore hanno il loro corpo religioso che li onora e li promuove? E mi sembrava di essere disposto a sopportare ogni sacrificio per Gesù nel SS. Sacramento».
b) Fu così che, per realizzare la nuova vocazione cui si sentiva chiamato, decise di lasciare Lione e la famiglia religiosa di cui faceva parte per raggiungere Parigi e lì iniziare uno straordinario capitolo della sua vita in cui, con l’approvazione dell’arcivescovo mons. Sibour, avrebbe dato vita, rispettivamente nel 1856 e nel 1864 a due Congregazioni votate al culto dell’Eucaristia: quelle dei Sacerdoti e delle Ancelle del SS. Sacramento. In tutto questo egli vide la provvidenziale guida della Madonna che orientò il suo cammino. Quando nel 1865, visse infatti un’altra forte esperienza spirituale, quella del «ritiro di Roma», ebbe modo di scrivere: «A Maria devo la perseveranza, la vocazione e, più di tutto, la grazia del Santissimo Sacramento. Ella mi ha donato a suo Figlio come servitore, suo figlio di predilezione». E ancora: «Maria mi ha condotto per mano, lei sola, al sacerdozio! Poi al Santissimo Sacramento!». Su questa via, egli giunse, nel marzo di quell’anno, a fare un voto di tutto se stesso dinanzi al Mistero eucaristico che stava adorando, fu ciò che egli chiamò «il dono della personalità» di cui ebbe a scrivere: «L’adorazione della Santa Vergine del Verbo incarnato: ecco il mio modello, Maria prima adoratrice del Verbo. Io ho fatto al Signore una grande domanda, quella di affidarmi alla Santissima Vergine adoratrice come vera madre, di farmi partecipare all’atto di adorazione continua che compiva mentre portava il Verbo nel suo seno… Io devo fare ciò che Maria faceva al servizio di Gesù, per la sua gloria! Ella pensava il pensiero del Figlio, viveva con Lui in unione di virtù e di lavoro». Questo suo categorico programma di vita trovava eco nelle esortazioni che rivolgeva ai confratelli Sacramentini e alle future Ancelle del SS. Sacramento. Ai primi era solito dire: «Adorerete, amerete, pregherete con Lei, per Lei e in Lei e continuerete così la sua vita contemplativa sulla terra. Oh! Come Gesù sarà contento di ritrovare in voi la sua Santa Madre!» , mentre così si rivolgeva a Margherita Guillot, cofondatrice del ramo femminile della Congregazione sacramentina: «Dobbiamo formare della vere adoratrici di Gesù Eucaristia sul modello della Madonna del Cenacolo, che adora e vive accanto al divino tabernacolo».

9. Nostra Signora del SS. Sacramento
a)
E veniamo infine all’ultima testimonianza della profonda pietà mariana di san Pier Giuliano, che egli lasciò in eredità ai suoi figli nel 1868, alcuni mesi prima della morte avvenuta il 1° agosto di quell’anno. All’inizio della primavera, ormai logorato da intense sofferenze fisiche e morali, padre Eymard si trovava a Saint Maurice, sede della Casa del noviziato della Congregazione del SS. Sacramento, ove stava svolgendo il suo corso annuale di esercizi spirituali. Il 1° maggio fu invitato a tenere un discorso di apertura al mese mariano: lo fece con profondo entusiasmo, illustrando soprattutto il senso dei «doveri» che i buoni credenti devono nutrire nei confronti della Madonna. Terminò quindi le sue appassionate parole con queste testuali espressioni: «Ebbene, noi onoreremo Maria sotto il nome di Nostra Si-gnora del SS. Sacramento. Sì, diciamo con amore: "Nostra Signora del SS. Sacramento, Madre e Modello degli adoratori, pregate per noi che ricorriamo a Voi!"». A questo proposito, è importante sottolineare come davvero geniale sia stata l’intuizione del Santo di indicare, con un titolo così formulato, lo stretto rapporto che intercorre tra Maria e l’Eucaristia, un titolo che porta a compimento i diversi tentativi fatti in secoli precedenti per conferire appunto a Maria un particolare appellativo in relazione alla dimensione eucaristica, ma che non si era mai concretizzato in una formula precisa. Fu proprio grazie soprattutto alle parole e all’impegno di san Pier Giuliano Eymard che il culto mariano-eucaristico si è sviluppato nella Chiesa, alimentato e diffuso dai padri Sacramentini che, in collaborazione con i laici – proprio come era nelle intenzioni del loro Santo fondatore –, diedero in seguito vita ad una particolare associazione eucaristica, la "Pia Unione di Nostra Signora del SS. Sacramento" finalizzata appunto ad «onorare la SS. Vergine sotto il bel titolo di Nostra Signora del SS. Sacramento e ad offrire ai fedeli un modello perfetto e un possente aiuto nel compimento dei loro doveri eucaristici».
b) É bello ancora sottolineare come negli Statuti dell’associazione, ne sia ben illustrato il motto «Ad Jesum per Mariam»: «gli associati, cioè, onorando con un culto fedele e una tenera devozione la SS. Vergine Maria, come la degnissima Madre di Gesù e la sua perfettissima Ancella, adoreranno, ameranno e serviranno più perfettamente il nostro Signor Gesù Cristo, presente sui nostri altari». Sempre in un altro articolo degli Statuti si dà poi particolare spazio alla stupenda pratica della «Visita a Nostra Signora del SS. Sacramento» il 13 di ogni mese, a ricordo e in ringraziamento dell’approvazione della Congregazione dei Sacerdoti del SS. Sacramento, avvenuta a Parigi il 13 maggio 1856, e al fine di rinnovarne mensilmente la festa liturgica, che si celebra appunto il 13 maggio, proprio il medesimo giorno in cui, la Madonna, nel 1917, apparve ai tre pastorelli di Fatima.

Bibliografia
CASALEGNO C., San Pier Giuliano Eymard e la Madonna, Santuario dell'Adorazione, Torino 2011; IDEM, Vitalità spirituale a Torino. Dal 1901 i padri Sacramentini in Santa Maria di Piazza, Effatà Editrice 2008; GUITTON A., Il cammino di una vocazione. Regina del Cenacolo in «Il Cenacolo», n. 9, 1997; IDEM, Pier Giuliano Eymard. L’apostolo dell’Eucaristia, Edizioni Centro Eucaristico, Ponteranica 1995;  CATERINI M., Il beato Pier Giuliano Eymard e la Madonna de La Salette, in Annali dei Sacerdoti adoratori, n. 7-8, 1960, pp. 426ss.; BARBIERO M., San Pier Giuliano Eymard,Edizioni Centro Eucaristico, Ponteranica 2013; SAINT PIERRE-JULIEN EYMARD, Oeuvres complètes, Edizioni Centro Eucaristico, Ponteranica 2008; ASTORI E. G., Saint Pierre-Julien Eymard, l'apôtre de l'eucharistie (1811-1868),  Mediaspaul 2003.






[ Indietro ]

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI MARIOLOGIA

Copyright © da PORTALE DI MARIOLOGIA - (1141 letture)

IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

PHP-Nuke Copyright © 2005 by Francisco Burzi. This is free software, and you may redistribute it under the GPL. PHP-Nuke comes with absolutely no warranty, for details, see the license.
Generazione pagina: 0.11 Secondi