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CORBELLA PETRILLO CHIARA



Laica e madre di famiglia, deceduta a 28 anni il 13 giugno 2012, di cui il 20 luglio 2018 è iniziato il processo di beatificazione.

1. Cenni biografici
a) Chiara Corbella nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Insieme alla sorella Elisa, di due anni più grande, cresce in una famiglia che le insegna ad avvicinarsi alla fede sin da bambina. Grazie alla mamma Maria Anselma, dall’età di cinque anni Chiara frequenta una comunità del Rinnovamento nello Spirito. Questo percorso, in cui impara a rivolgersi a Gesù come ad un amico, le insegna soprattutto a condividere la fede con i fratelli in cammino. Col passare degli anni emerge in lei una certa autonomia che la rende molto determinata nelle sue scelte. Il suo è un temperamento tranquillo, non ribelle, che ha modo di esprimersi nel servizio agli altri.
b) Nell’estate del 2002 Chiara si trova in vacanza in Croazia con alcune compagne di liceo. Visto che sua sorella è a Medjugorje, pensa di raggiungerla approfittando della vicinanza. Qui il 2 agosto incontra Enrico Petrillo, un ragazzo romano di ventitré anni in pellegrinaggio con la sua comunità di preghiera del Rinnovamento Carismatico. Chiara, che ha diciotto anni e non è mai stata fidanzata, ha l’intuizione di trovarsi davanti a suo marito. Tornati a Roma i due si frequentano, si conoscono, si fidanzano. È un rapporto per certi versi ordinario, puntellato da litigi, rotture e pacificazioni. Durante i sei anni del loro fidanzamento il Signore mette a dura prova la fede di Chiara e i valori in cui pensa di credere.
c) Chiara ed Enrico si sposano ad Assisi il 21 settembre 2008. A celebrare le nozze è padre Vito, frate minore e guida spirituale di entrambi. Tornati dal viaggio di nozze, Chiara scopre di essere incinta. Le ecografie mostrano però una grave malformazione. Alla bambina, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia, viene diagnosticata una anencefalia. Chiara ed Enrico scelgono di portare avanti la gravidanza e la piccola, che nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Il funerale, qualche giorno dopo, viene vissuto con la stessa pace che ha accompagnato i mesi di attesa per la nascita e che contagia anche molti dei presenti, ai quali viene data la grazia di sperimentare un pezzo di vita eterna. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diagnosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza degli arti inferiori. Anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010. E anche il suo funerale sarà vissuto come una festa. Una terza gravidanza arriva poco dopo la nascita al Cielo di Davide Giovanni. Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato. Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo. Anzi, sceglie da che medici farsi seguire in base al tempo che le concedono prima di indurre il parto. Aspetta fin quando le è possibile aspettare, e anche oltre. Francesco Petrillo nasce il 30 maggio 2011. Finalmente il 3 giugno, con lo stesso ricovero del parto, Chiara affronta la seconda fase dell’intervento iniziato a marzo. Tornata casa, non appena le è possibile comincia chemioterapia e radioterapia ma il tumore si estenderà comunque a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per limitare le difficoltà visive. Nelle settimane che seguono, trascorse insieme a suo marito in disparte e lontano dalla città, nella casa di famiglia vicino al mare, Chiara si prepara all’incontro con lo Sposo. Sostenuti dai sacramenti amministrati quotidianamente da padre Vito, che condivide con loro questo tempo intenso, Chiara ed Enrico sono più che mai forti della fedeltà di Dio, che li ha sempre accompagnati in una misteriosa letizia.
d) Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Dopo aver detto a tutti "Ti voglio bene". Il suo funerale viene celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella chiesa di Santa Francesca Romana all’Ardeatino. Le persone accorse sono moltissime. Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara: «ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere». Come i funerali dei suoi due figli, anche questa celebrazione diventa così la testimonianza cristiana dell’inizio di una vita nuova.
e) Il 22 luglio 2018, il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma, pubblica il Decreto della Causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara.

2. Maria, modello esemplare di Chiara
Già da piccola, Chiara è stata educata dai suoi bravi genitori all'incontro con Gesù, ha manifestato una sensibilità e una docilità allo Spirito molto speciale, ed ha nutrito un rapporto particolare con la Vergine Maria, a cui è sempre stata fortemente legata: aveva capito che lei è il ponte che conduce a suo Figlio, a Dio. Da lei Chiara ha imparato tutto. Quando Chiara scopre da sola la malformazione della prima bimba, passa una notte piena di angoscia. Ma poi di fronte ad un’immagine di Maria succede qualcosa: Guardando quell’immagine, rimane folgorata. Si riconosce nella Vergine Maria, nella sua situazione: una gravidanza speciale, un figlio che sarebbe morto sotto i suoi occhi e il peso dell’annuncio a Giuseppe, che non sa ancora nulla. A entrambe, a lei e a Maria, Dio aveva chiesto la stessa cosa. Entrambe temono di essere ripudiate. Chiara riflette. A poco a poco l’orizzonte si trasforma: “Non potevo pretendere di capire tutto e subito; il Signore aveva un progetto che io non riuscivo a comprendere.” Maria così aveva fatto: quando Dio le manda l’angelo, lei non capisce tutto; quando Simeone le fa la profezia e Gesù viene ritrovato nel Tempio, lei si ferma di fronte a qualcosa che è più grande di lei. Maria può solo serbare tutte queste cose nel suo cuore. Per Maria cos’è la spada che le trafiggerà l’anima? É Gesù stesso: Gesù, suo figlio, farà soffrire Maria. E allora per stare nel Padre, Maria dovrà necessariamente accettare la sofferenza, il dolore che purifica il cuore, che permette di vedere Dio, di vedere come vede Dio (Mt 5, 8). Maria è anche colei che è lontana dal male, il suo Fiat a Dio è una rinuncia totale, è la perdita di se stessa, è entrare nell’incertezza di cosa l’aspetterà, ma è soprattutto un "Sì!" enorme alla domanda di Dio: “ci credi che io ti renderò felice, qualunque cosa avvenga?”.  Da Maria e con l'aiuto di Maria, Chiara ha compreso che a Dio bisogna dare tutto e malgrado tutto e che, come la Madre di Gesù,  lei, anche lei deve fidarsi di Dio, deve farsi guidare da Dio. In questa prospettiva mariana di comprensione della propria vita e della sua famiglia, ogni giorno,Chiara ed Enrico, suo marito, si affidavano tutti i giorni a Maria con questa preghiera: «O Vergine Maria, tu che sei mia Madre, che tanto mi ami da parte di Dio accogli oggi il mio desiderio di consacrarmi a te. Ti dono tutta la mia persona e la mia vita, ti dono il mio corpo, i miei pensieri e affetti, la mia capacità profonda di amare e di conoscere il vero. Tutto ciò che è mio è tuo e ti appartiene. Te lo dono per poter così appartenere totalmente a Cristo, vita della mia vita. Con fiducia e amore ti ripeto: Stella del Mattino che mi porti a Gesù, Totus Tuus».

Bibliografia
TROISI S., Siamo nati e non moriremo mai più. Storia di Chiara Corbella Petrillo, Porziuncola Edizioni, Assisi 2013; AA. VV., Piccoli passi possibili. Chiara Corbella Petrillo: la parola ai testimoni, Porziuncola Edizioni, Assisi 2015; PECORAIO L. - FARICY P., Chiara Corbella. «Da voi aspetto qualcosa di più», Edizioni Segno, Tavagnacco 2017; IDEM, Lo sguardo verso il cielo di Chiara Corbella, Edizioni Segno, Tavagnacco 2015;






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