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POLONI VINCENZA MARIA




Fondatrice insieme al Beato Carlo Steeb dell'Istituto delle Suore della Misericordia di Verona, beatificata da Benedetto XVI il 21 settembre 2008.

1. Cenni biografici
Madre Vincenza Maria Poloni, al secolo Luigia, nasce a Verona il 26 gennaio 1802. La sua casa è situata in Piazza delle Erbe, cuore della città, dove i genitori gestiscono una drogheria-farmacia. La famiglia, ispirata a profondi principi cristiani e provata da parecchi eventi dolorosi, è per Luigia l’ambiente stimolante e formativo. É la madre la sua prima formatrice. Il padre, droghiere e farmacista, assieme alla moglie, dà esempio di virtù cristiane e sociali, prestandosi come membro stimato e influente del gruppo di coloro che sostengono la Pia Casa di Ricovero. L’intelligenza pratica, concreta e perspicace di Luigia, la riservatezza e la cortesia che le sono proprie, favoriscono in lei l’attitudine al servizio attento e gratuito. Negli anni più belli della sua giovinezza essa lo offre ai fratelli in seria necessità e ai numerosi nipoti che la considerano come una “mamma”. Dopo la morte del padre, gravi problemi economici scuotono l’equilibrio della famiglia, per cui Luigia mette in atto anche le sue capacità amministrative e direttive senza trascurare la frequenza, come volontaria, alla Pia Casa di Ricovero, dove assiste le malate croniche nelle infermerie. Nel 1836, presta il suo servizio volontario anche alle colerose accolte nell’ambiente d’isolamento a loro destinato. É guidata spiritualmente da don Carlo Steeb, suo confessore, al quale confida il suo desiderio di consacrarsi totalmente al Signore. Lui la fa attendere a lungo e, alla fine, le rivela: «Figlia mia, il Signore vi vuole fondatrice di un Istituto di Sorelle della Misericordia, nessuna difficoltà vi atterrisca o arresti; a Dio nulla è impossibile». Luigia accoglie con timore la proposta e, con semplicità e confidenza filiale nel Padre misericordioso, risponde: «Io sono la più inetta delle creature, ma il Signore si serve, alle volte, di strumenti debolissimi per le opere sue: sia fatta dunque la sua volontà». Il 2 novembre 1840, sostenuta e accompagnata da don Carlo Steeb, Luigia con alcune altre compagne dà inizio all’Istituto Sorelle della Misericordia. Il 10 settembre 1848 esse emettono la professione religiosa: ricevono l’abito religioso, il crocefisso, la corona del rosario e la Regola. A ciascuna è dato un nome nuovo, simbolo della nuova vita consacrata a Dio. Il suo servizio, umile e prezioso, presso le persone anziane e le ragazze abbandonate, trova la sua più alta espressione in quello di madre e maestra di numerose giovani che, alla sua scuola, imparano a consacrare, in umiltà, semplicità e carità la loro vita a Dio come sorelle della misericordia. Madre Vincenza Maria Poloni muore l’11 novembre 1855 lasciando come suo Testamento spirituale, espressione del suo affetto per le sorelle, una sola cosa: la carità. Viene dichiarata beata il 21 settembre 2008 con decreto di papa Benedetto XVI. La sua festa liturgica si celebra il 10 settembre, giorno della prima professione di madre Vincenza Maria Poloni e di 12 sue sorelle nel 1848.

2. Maria nella vita della beata Poloni
a) La Fondatrice aveva una fiducia incrollabile nella maternità di Maria. Quando cominciò a mandare le sue figlie nelle prime case filiali, sapendole oberate di lavoro ed estremamente povere, viveva preoccupata della loro salute fisica e spirituale, pregava molto per loro il Cuore materno di Maria e diceva: «Ricordate, Vergine Santa, che sono pure vostre figlie, non vogliate abbandonarle» e si riteneva sicura di essere esaudita. Non si stancava di inculcare la devozione al Cuore di Maria alle sorelle e particolarmente alle aspiranti. Da lei dovevano implorare la perseveranza nella vocazione. Scriveva al parroco di S. Paolo in Campo Marzio, che le aveva proposto una giovane aspirante: «Ditele che si raccomandi al Sacro Cuore di Maria affinché le doni la santa perseveranza». La Fondatrice era amorosamente convinta che la sensibilità materna del Cuore di Maria è tutta attenta al bene delle persone, non solo, ma anche alle necessità più umili ed usuali della vita, come si vede nell'episodio delle nozze di Cana: "Non hanno più vino... Fate quello che Egli vi dirà”. All'inizio della fondazione si trovò più volte nella necessità di trovare alloggio per le giovani aspiranti. Necessitavano case vicine al Ricovero ed attigue alla prima abitazione. Era tutt'altro che facile, anzi, impossibile. La Madre non poneva limite alla sua fede. Ogni giorno mandava due sorelle a pregare la Madonna nelle varie chiese della città per ottenere la grazia secondo i desideri e le necessità. Se, come dice S. Bernardo, la devozione alla Madonna è un segno di predestinazione, possiamo, sulla parola del santo, affermare che la Madre fu un'anima predestinata. Sempre, infatti, nutrì una profonda e tenera devozione alla Madonna, persuasa che essa è necessaria, quale dono e grazia singolarissima.
b) Nella madre Poloni la devozione a Maria si nutriva di una fede semplice e affondava le sue radici in una costante tradizione popolare che, a sua volta, era la caratteristica del buon popolo veronese che onora Maria sotto il titolo di Madonna del popolo, Madre di quel popolo sofferente, travagliato e oppresso che trovava conforto nella Madre Addolorata. Per questo, la Vergine era onorata nell'Istituto in particolare sotto il titolo di Addolorata ed a questo, contribuì specialmente proprio l'esempio della Fondatrice. La famiglia Poloni, religiosissima, riservava un posto speciale alla devozione all'Addolorata. Conservava, quale tesoro di famiglia, un capitello con una grande Pietà in grandezza quasi naturale; non si sa come una famiglia privata, abitante nel centro cittadino dove non abbonda certo lo spazio, abbia potuto tenere in casa questa immagine tanto grande. Quando i Poloni si trasferirono nella parrocchia dei Ss. Apostoli, donarono il bellissimo gruppo della Pietà a quella chiesa parrocchiale. In tempi recenti, una indicazione scritta di mons. Pighi, consentì alle superiore di recuperare, attraverso un accordo con il parroco mons. Carlo Signorato, il capitello e la sacra immagine che ora è venerata insieme ad altre immagini care ai fondatori dell'istituto. Madre Poloni, lasciando definitivamente la casa per avviare la fondazione dell’Istituto, portò con sé un'altra immagine della Pietà che costituì l'ornamento principale della cappella dell’Istituto fino a quando nel 1856 si inaugurò la prima chiesa.
c) Per volere della beata Poloni e del cofondatore il beato Steeb, le due principali feste mariane del Cuore Immacolato di Maria e dell'Addolorata si chiudevano sempre con una processione celebrata con devozione e solennità, specialmente la prima, guidata dal sacerdote. Tra la festa dell'Immacolata e il Natale si usava fare un’altra processione, molto semplice, ma significativa; si portava in processione intorno al cortile un quadro in legno raffigurante una bella Madonnina col Bambino, detta "Madonna del parto" per ricordare, nella imminenza del Natale, l'esaltante mistero del Figlio di Dio che, fatto uomo, entra nella storia signore e redentore del mondo.

Bibliografia
CASETTA R., La devozione mariana nell'Istituto, Istituto Srelle della Misericordia, Verona 1984; VICENTINI P., Cenni storici sulla vita di Vincenza Maria Poloni, 2a Ed. 1978; PRONZATO A., Una carezza sulle povertà umane, Edizioni Gribaudi, Milano 2008; LAURITA R., L’Avventura della misericordia, Editions du Signe, Torino, 2002; FRIZZARIN C. - MORELLO E. - ZOCCA E., Nuovi cenni storici sulla vita di Madre Vincenza M. Poloni, Istituto Sorelle della Misericordia, Verona 1999; Lampada di carità, Fresche pennellate su Madre Vincenza M. Poloni, Istituto Sorelle della Misericordia, Verona; PELLOSO M. P., Un cuore di donna. Profilo biografico di Madre Vincenza Maria Poloni, Istituto Sorelle della Misericordia, Verona 2002; 5 VANTI M., Suor Vincenza M. Poloni, Fondatrice delle Sorelle della Misericordia di Verona, Verona 1929.






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