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BORELLO ANDREA



Religioso laico della Società San Paolo, proclamato Venerabile il 3 marzo 1990.

1. Cenni biografici e processo di beatificazione
a)
Riccardo nasce a Mango (Cuneo), l’8 marzo 1916. A poche settimane dalla nascita, nel corso della Prima Guerra Mondiale, rimane orfano del padre Giuseppe Stanislao. Risposata con un contadino di Castagnole Lanze, la mamma Margherita Paolina Rivella, porta con sé i due figli, Riccardo e Maria. All’inizio del 1933 nel giro di una settimana perde il patrigno e la mamma, ed è accolto dalla famiglia Perrone. Santifica la sua giovinezza nella preghiera, nel lavoro accettato e offerto come mezzo di santificazione propria e di redenzione dell’umanità sull’esempio di san Giuseppe. Con entusiasmo fa parte dell’Azione Cattolica. Dopo aver letto la biografia di Maggiorino Vigolungo, a vent’anni, l’8 luglio 1936, all'età di 20 anni, entra nella Società San Paolo. Il 19 marzo 1937 veste l’abito religioso come fratello laico o ‘discepolo’ come si dice nell’Istituzione; il 7 aprile 1938 don Giacomo Alberione accoglie la prima professione religiosa di Riccardo, che prende il nome di Fratel Andrea Maria. Rientra quindi nella casa-madre dell’Istituto ad Alba (Cuneo). Dopo un breve periodo in cui presta il suo servizio nell’orto della comunità e poi nella cartiera, fa il calzolaio della comunità per tutta la vita. Non considera mai il lavoro come un peso; abituato più a dare che a ricevere, qualunque lavoro è per lui fare apostolato per la gloria di Dio e per il bene delle anime. Ricoverato nella casa di cura dell’Istituto a Sanfré a causa di una tubercolosi fulminante all’alba di sabato 4 settembre 1948, rende santamente l’anima a Dio.
b) Il 4 novembre 1959 la salma di fratel Andrea Borello venne traslata dal cimitero locale alla cappella dell’Istituto nel cimitero di Alba e successivamente nel tempio di San Paolo della città, dove riposa attualmente. La Causa di beatificazione e canonizzazione fu promossa da don Giacomo Alberione in occasione del 50° di fondazione della Congregazione. Il Processo ordinario ebbe inizio ad Alba il 31 maggio 1964 e venne chiuso il 23 giugno 1969. I cambiamenti della procedura introdotti dalla Congregazione delle cause dei santi comportarono per la causa un consistente rinvio e un processo aggiuntivo, dal 14 febbraio al 6 luglio 1984, per arricchire le testimonianze. La Congregazione dichiarò la validità del processo il 27 marzo 1987, e il 9 giugno 1989 il Congresso peculiare dei consultori teologi espresse il voto favorevole sulle virtù eroiche del servo di Dio. Superato l’esame della Sessione ordinaria dei cardinali e vescovi, Andrea M. Borello venne dichiarato «venerabile» il 3 marzo 1990 con la solenne firma del decreto da parte di Giovanni Paolo II. Ora è necessario un miracolo riconosciuto e approvato dalla Chiesa, attribuito alla sua intercessione, per arrivare alla beatificazione.

2. Sotto il manto di Maria
a) Nel maggio 1948, pochi mesi prima della morte, fu organizzato un pellegrinaggio al santuario mariano di Oropa e Andrea se lo godette come una grande festa. Seduto su di un masso, guardava il cielo quasi incantato; gli passò accanto uno dei pellegrini che gli chiese: "Fratello, che cosa pensi?" e lui candidamente rispose: "Oh, se mi attira questo azzurro! Mi sembra il manto della Madonna che ci difende e ci protegge dai pericoli". Già gravemente malato, sente la necessità di rifugiarsi ancora di più sotto il manto di Maria, quasi presago e timoroso della fine imminente: "Santa Madre di Dio, prega per me, per noi peccatori, ora e nell’ora della morte". In famiglia, non si era mai coricato una volta senza aver detto il Rosario in comune; si addormenterà nel sonno della morte, sostando accanto al Cuore immacolato di Maria, per ripeterle con accenti infuocati l’atto del totale affidamento: «Madre mia, fiducia mia! O Maria di Nazareth, umile ed alta più che creatura, purissima Madre di Gesù e della Chiesa, lasciami riposare sul tuo bel Cuore: a te mi voglio consegnare e consacrare totalmente; per la vita e per la morte. Voglio prendere te in luogo di ogni mio bene. Amen». Già da bambino, dopo la morte della madre, aveva imparato a guardare alla Madonna come all’unica vita, dolcezza e speranza e sotto quell’ampio suo manto azzurro era corso a nascondersi nella terribile notte che lo aveva reso orfano per sempre. Sotto quello stesso manto cercò sempre rifugio nelle sofferenze, nelle lotte e nelle angosce che l’esistenza gli teneva in serbo e con in pugno il Rosario, come ultimo e unico appoggio, varcherà anche la soglia del grande mistero della morte. Infatti, è testimoniato che negli ultimi respiri i suoi occhi azzurri fissavano tenacemente l’immagine della Madonna e la mano raccoglieva il Rosario. In tutta la sua vita religiosa, per l’aspirante o confratello che gli veniva a confidare le sue difficoltà, Andrea aveva pronta una ricetta di sicura efficacia: "Poniamo ogni speranza nel cuore di Maria. Preghiamo insieme, vedrai che ti troverai contento" e, quasi d’istinto, metteva la mano sulla corona del Rosario. Al Rosario si aggrappava non appena si trovava libero da un dovere o dall’altro: sembrava che volesse fare di ogni sua giornata un Rosario vivente e la sera, prima del riposo, l’ultima visita la faceva raccogliendosi nella cappella della Addolorata. L’umile apostolo delle Comunicazioni Sociali che nella sua ‘carriera’ non era mai andato oltre la suola delle scarpe che riparava, era un ‘santo del quotidiano’ innamorato della Vergine Maria.

3. Testimonianze di una vita con Maria
Numerose sono le testimonianze di chi gli visse vicino, sul suo legame profondo con Maria. Un giovane ex-militare ricorda lo stile con cui fratel Borello sapeva inquadrare il suo lavoro in una cornice quasi liturgica: "Egli arrivava nel reparto della calzoleria abitualmente tenendo in mano la corona del Rosario e l’Ufficio della Madonna. Il libro del Vangelo era sempre al posto d’onore nel laboratorio. Dopo la preghiera iniziale, egli leggeva o faceva leggere un brano del Vangelo, che deponeva dopo averlo baciato". Un altro attesta che pur nel suo abituale comportamento dimesso, era cosciente di avere un temperamento forte e talvolta persino irascibile. A chi glielo rinfacciava, rispondeva: "Ti ringrazio di avermelo fatto notare. Con l’aiuto della Madonna, spero di correggermi". Come tutti i testimoni affermano, "La vita di fra Borello era immersa nel soprannaturale come nel suo elemento naturale; aveva nostalgia del Paradiso. Ma il Paradiso si identificava, a sua volta, con la presenza di Gesù e della Madonna". Tragica la testimonianza: "Sul letto di morte, fr. Andrea Borello fissa lo sguardo sul quadro della Vergine appeso alla parete. Ad un certo punto soffia verso il quadro, come per dissipare qualcosa, e dice all’infermiera e ad alcuni Confratelli presenti: 'Non vedete il Diavolo? Butta fumo e polvere verso la Madonna, perché i peccatori non la vedano e si dannino'". Infine, una testimonianza è resa su una profezia da Andrea fatta circa la durata della vita di diversi suoi confratelli: "Un’altra volta, alla Suora infermiera che sopraggiunge, chiede: 'Ha incontrato in corridoio quel bambino?' – 'Quale bambino?' – 'Quello che è stato qui!'. La Suora pensa a un delirio e domanda: 'Com’era?' – 'Era vestito di bianco, e mi ha dato un foglio con i nomi dei Paolini che moriranno presto, prima ancora del Signor Primo Maestro'. L’infermiera ne parla con la Superiora, la quale a sua volta si reca dal malato, che le dice: 'Madre, prenda questo foglio e legga'. La Suora, imbarazzata, ribatte: 'Fratel Borello, lo legga lei'. Allora egli s’illumina, guarda il quadro di Maria e comincia a leggere i nomi di quell’invisibile elenco, che si riferiscono a persone ben note. Al suono di un nome molto caro, la Suora reagisce: 'Oh, questo no!'. Fratel Andrea fa una pausa, guarda nuovamente il quadro della Vergine, quindi risponde sorridente: 'Bene, mi ha detto che lui vivrà ancora a lungo. Lui vuole bene alla Madonna'. Quel fratello morì diciassette anni dopo, nonostante fosse affetto da un male incurabile. Tutti gli altri passarono all’eternità nell’ordine in cui erano stati nominati da Fratel Borello, e tutti prima del Beato Giacomo Alberione, morto nel 1971".

Bibliografia
RIZZO C., Fratel Andrea Borello Venerabile. Un giovane che ascolta Dio, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000; Fratel Andrea, santo del quotidiano, in Madre di Dio, 6 giugno 2004; PEREZ J. A., Il venerabile Andrea Borello: Un tesoro da riscoprire, articolo del 7 marzo 2017 nel sito della Società San Paolo; SILVESTRELLI S. I., Santità che non grida. Il Venerabile Andrea Borello, Edizioni Casa di Nazareth, Verona 1990; RECALCATI C., Andrea Maria Borello. Il contagio della santità, Velar,  Bergamo 2017; SPOLETINI D. B., Una vita per il Vangelo, in Il cooperatore paolino, n. 5 maggio 2006; DE BLASIO S. M., Un Discepolo del Divin Maestro, Fr. Andrea M. Borello, della Pia Società San Paolo, San Paolo, Roma 1960; GEMMA A., Un giovane diverso, Andrea Borello, San Paolo, Alba 1972; SGARBOSSA E., Riccardo Andrea Borello. Una vita donata sulle strade del Vangelo, San Paolo, Roma 1991; LAMERA S. - FLORIANO V., Ricordati Signore dei nostri Padre. I grandi santi della Famiglia Paolina, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014, pp. 73-84.






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