Quanti sono venuti a conoscenza del tema del nostro Colloquio hanno espresso il loro consenso congratulandosi per la sua attualità e originalità. Ma non si tratta qui di sostare compiaciuti sulla bellezza e urgenza delI'argomento. Un grande lavoro attende i mariologi per saldare quello che Clodovis Boff nelle sue dispense Maria nella missione sociale della Chiesa chiama «relativo divorzio». Egli parte da «una doppia costatazione, legata all'insegnamento della Chiesa».

Ne consegue - sempre secondo Boff - un doppio imperativo: «una mariologia più liberatrice, cioè, che possa svolgere un maggiore impulso propulsivo in campo sociale» e «un impegno di liberazione più mariano, ossia, che sia più ispirato nella figura di Maria».

Il nostro Colloquio nell'intenzione degli organizzatori (I'Associazione mariologica interdisciplinare italiana e il Capitolo della cattedrale di Terni rappresentato dal priore, can. prof. Gianni Colasanti, e coadiuvato dal consulente scientifico, prof. Pietro Borzomati), intende rispondere a queste esigenze, che giudica opportune, ma senza dimenticare il passato con gli interventi di Maria e con le realizzazioni dei suoi devoti in campo caritativo e sociale.

I relatori si collocano dunque in ambito retrospettivo che si prolunga nelI'oggi, in quanto faranno emergere nella stessa pietà popolare mariana fermenti di promozione umana e sociale, e questo non in un discorso generico, ma contestualizzato a Lourdes, a Seminara ed a Pompei o a Terni...

Oggi tuttavia, sotto la spinta di vari favori, si avverte l'esigenza di superare dall'interno il denunciato divorzio tra la missione sociale della Chiesa e il riferimento a Maria figura liberatrice e promozionale.