CATEGORIA: SOCIETA' - INCULTURAZIONE
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE: L'ultimo desiderio nelle religioni. L'assunzione di Maria: un modello cristiano.


Paola Barigelli - Calcari
L'ultimo desiderio nelle religioni. L'assunzione di Maria: un modello cristiano.
SIRT, Roma 2011


Il titolo di questo studio è decisamente originale ed insieme anche insolito. Si direbbe poco indovinato, perché parlare di “desiderio di vita eterna”, in una cultura come la nostra figlia dell’esistenzialismo, crea una certa diffidenza anche tra i cristiani. Proporre una riflessione su un argomento come “i giovani e l’Assunta” non rientra nelle usuali tematiche della teologia mariana e sembra perlomeno un binomio poco azzeccato e non certo di effetto. Anche per questo, e forse proprio per tale motivo, tale ricerca, in quanto affronta una inconsueta tematica con rigore per quello che riguarda lo studio teorico e con responsabilità in rapporto alla vita pastorale e sociale, merita attenzione e suscita interesse. A grandi linee l’impostazione della ricerca analizza nei dettagli quanto proposto dal titolo senza nascondersi le reali difficoltà che la trattazione comporta nell’attuale cultura postmoderna. Anzi partendo proprio dal diffuso clima di secolarizzazione, si approda con una serie di interrogativi a prendere in considerazione i valori spirituali e, cosa importante, senza forzature e facili soluzioni. In questo contesto la trattazione presenta tre parti ben concatenate tra loro: 1. Esiste oggi il desiderio di vita eterna?; 2. Giovani e Religioni; 3. L’integrità finale nelle religioni. Apre il discorso una introduzione con un interrogativo pressante: la sete di eternità è viva nel mondo op-pure prevale l’atteggiamento della rassegnazione nichilista? La ricerca sfocia in una conclusione ricca di suggerimenti e riflessioni decisamente costruttivi a livello sociale, pedagogico, ecumenico, mariano. Tentare, anche solo in stretta sintesi, di presentare il contenuto delle tre parti si corre il rischio di banalizzare un’esposizione che è invece sempre densa di contenuto, ricca di suggerimenti, con spunti di autentica originalità. Per questo preferisco, in questa breve presentazione, limitarmi a dire le impressioni che ho maturato nella lettura attenta del testo. Va subito puntualizzato che c’è a monte di questa trattazione complessa, vasta e sempre minuziosamente documentata, una grande preparazione a livello culturale, sociale, pedagogico e teologico. La ricerca risponde con lucidità di analisi a molti interrogativi e invita il lettore a sbloccarsi psicologicamente davanti all’evento ineluttabile della morte e a riflettere sulle domande fondamentali dell’uomo circa il senso della vita, gli enigmi più profondi sul vivere e sul morire, il senso ultimo dell’esistenza umana. In questo contesto si ipotizza un’impronta divina che anima l’insopprimibile speranza umana di vita perenne. Attraverso una serie di interrogativi umani, concreti e mai banali ma profondi e veri, si approda al mistero della vita eterna di cui Maria assunta, è segno di certa speranza e di consolazione per il pellegrinante popolo di Dio di cui i giovani sono parte integrante e avveniristica. Un libro riservato solo alla stretta cerchia degli studiosi e agli addetti ai lavori? Affatto! Paola Barigelli-Calcari assomma le doti del maestro, dell’educatore, dello psicoogo e come tale riesce ad interessare il lettore con proposte sempre nuove ed interessanti. La ricerca è condotta con estremo rigore scientifico e corredata di un ricco ed aggiornato apparato scientifico, ma si avverte nell’ esposizione che l’autrice è una professionista della parola e riesce ad attirare di continuo l’attenzione del lettore. Le cose che dice non solo le ha lungamente maturate ma anche le sa dire con uno stile incisivo e accessibile a tutti. Nell’attuale prevalere del cosiddetto “pensiero debole” e nel clima di “secolarizzazione”, è significativo che si abbia il coraggio e l’onestà di andare contro corrente e non accantonare temi fondamentali anche se impegnativi come la “risurrezione della carne e la vita eterna” che sono parte del credo cristiano ma sui quali si è come creata una specie di velata cospirazione del silenzio. La speranza escatologica e desiderio della vita eterna sono verità insite nel cuore dell’uomo e sono presenti, sia pure in forma germinale, nelle diverse tradizioni religiose, ma se ne parla poco. Occorre anche interrogarsi se veramente Maria, la donna grazie alla quale uno della Trinità è divenuto uno di noi, è ritenuta “modello” a cui può guardare la comunità cristiana nella sua totalità e ogni cristiano nella sua individualità per realizzarsi nella ispirazione più profonda della sua stessa umanità. In particolare l’assunzione di Maria al cielo, un dogma definito solennemente da Pio XII il 1° novembre 1950, una delle tre solennità mariane dell’anno liturgico, un mistero che affonda le sue radici nell’antichità cristiana ed è celebrato da secoli nelle varie Chiese d’Oriente e d’Occidente, ha ancora e sempre significato teologico e vitale, oggi, per il pellegrinante popolo di Dio e in particolare per i giovani che del Popolo di Dio sono la primavera? Già il non avere accantonato questi temi è segno di squisita onestà teologica ed intellettuale ma ciò che colpisce in questa ricerca è prendere atto che l’autrice non ha neppure accantonato i giovani ma li ha coinvolti nella ricerca e non ha avuto timore di invitarli a pensare responsabilizzandoli. A questo proposito è interessante a livello esperienziale e pedagogico l’iniziativa di intervistare i giovani delle scuole superiori per sentire il loro pensiero sulla Madre del Signore e in particolare sul dogma dell’assunzione. Unitamente a queste osservazioni di fondo ho maturato nella lettura del testo alcune note distintive ed originali che personalmente ritengo di alto valore antropolo-gico, teologico, ecumenico e pedagogico. In tutta la ricerca c’è come in filigrana un percorso singolare che continuamente emerge: l’umano e il teologico sono inseparabili e partendo dall’umano si può arrivare al teologico. Un’attenta e acuta analisi del tutto attuale in cui si intrecciano due linguaggi, quello antropologico e quello teologico. Due linguaggi che a momenti scorrono paralleli, a momenti si intrecciano e a momenti ancora si vanno incontro, e l’uno è risposta all’altro. In questo contesto nella presentazione del “desiderio di vita eterna” si prende atto che il problema fondamentale dell’uomo è la morte; si porta a conoscenza del costante anche se vano tentativo di superarla; si prende coscienza del desiderio di infinito che abita nel cuore dell’uomo; si prende atto delle tradizioni religiose con le loro variegate convinzioni sulla continuazione della vita; particolare attenzione viene data ad alcune grandi religioni come l’induismo, l’ebraismo nei confronti dell’aldilà fino ad approdare al cristianesimo secondo il quale la morte non è la fine della vita ma il confine tra la vita terrena e quella eterna. E così si approda dopo una lunga e ben ponderata preparazione a prendere coscienza e ad interrogarsi sul mistero della vita eterna di cui Maria assunta in cielo è un segno indelebile. Suscita interesse una continua attenzione, cordiale e fraterna, all’uomo come persona, ai suoi problemi esistenziali drammatici come la morte e ai suoi tentativi, anche se vani, di superarla. Particolare considerazione viene data all’uomo religioso al di là del suo credo. Paola Barigelli-Calcari non ha paura di puntualizzare di volta in volta la propria fede in comunione con Cristo e la Chiesa. Insieme tuttavia cammina in solidale comunione con l’uomo che è alla ricerca. Prende atto dei suoi sforzi e tentativi; del suo tormento; della difficoltà di vivere nella fede in un clima di secolarizzazione e di rinnovato illuminismo. A livello ecumenico è significativo rilevare l’accostamento alle varie tradizioni religiose e avere colto i germi di verità con rispetto e fraterna attenzione. In particolare avere aperto uno spiraglio sulle grandi religioni teiste come l’induismo e l’ebraismo nei confronti dell’aldilà evidenziando le convergenze escatologie indù, ebraica e cristiana. L’attenzione ai giovani è senz’altro la risultante più sentita dell’intera ricerca. Vengono offerte riflessioni ben ponderate, vissute e collaudate dall’esperienza. In questo ambito si sottolinea l’urgenza di aiutarli a superare i pregiudizi e le visioni negative della religione. Si evidenzia come accrescere i desideri del loro cuore affinché dalle cose materiali passino a quelle spirituali. Occorre stimolarli a pensare sul perché credere. Bisogna essere solidali e nutrire una forte fiducia nei giovani con i quali occorre confrontarsi e insieme con loro affrontare i grandi temi antropologici, teologici e mariani. In una parola vanno presi sul serio e vanno considerati produttori di riflessioni teologiche e sociali sensate. Il lavoro di Paola Barigelli-Calcari è di una densità e ricchezza di contenuto davvero esaustiva; di una continua capillare e ben documentata informazione sui passaggi tematici che si affrontano nel corso dell’esposizione sul desiderio della vita eterna; una sfida salutare a coinvolgere i giovani nel cammino della fede; un’attenzione alle varie e benefiche tradizioni religiose quale argine all’avanzare e al propagarsi della cultura e della prassi “postmoderna”; una concreta risposta alla dottrina del Concilio Vaticano II: “Maria glorificata in cielo in anima e corpo, è immagine ed inizio della Chiesa del secolo fu-turo; come tale è segno escatologico di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino verso il giorno del Signore” (LG 68).
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