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  Significato delle apparizioni 
MariofanieQuantità, natura, significato per il nostro tempo delle apparizioni mariane

 1 - Quantità delle apparizioni

Le apparizioni di Maria non sono un'esclusiva del nostro tempo. I più famosi santuari dell'antichità devono la loro origine ad una apparizione della Vergine. Il 20 gennaio del 41, la madre di Gesù ancora vivente in Palestina, sarebbe apparsa su una colonna sulle sponde del fiume Ebro all'Apostolo S. Giacomo Maggiore per incoraggiarlo a continuare l'evangelizzazione della Spagna, promettendogli il suo aiuto. Su questa tradizione si fondano le origini del santuario della Vergine del Pilar a Saragozza, tra i più famosi e visitati della penisola iberica. Così a Le Puy in Francia nel 47. La prima notizia storicamente accertata risale a Gregorio Nisseno che narra, nella Vita di Gregorio Taumaturgo, un'apparizione della Vergine al santo, avvenuta nel 221. Lo storico Sozomeno nella sua Storia Ecclesiastica, che comprende un periodo che va dal 324 al 425, afferma come le apparizioni della Vergine a Costantinopoli fossero già molto comuni. Anche Sulpicio Severo (360-425) racconta un'apparizione di Maria a San Martino di Tour e Gregorio di Tour (530) quella avuta da un architetto che stava costruendo un tempio in onore di Maria. Di apparizioni mariane rendono ancora testimonianza Giovanni Mosco (550-619), Pseudo Teofilo di Alessandria (VI- VII secolo), Beda il Venerabile († 735), S. Oddone di Cluny, il Pseudo Basilio di Cesarea (VII secolo), Isacco presbitero e asceta del secolo VIII e S. Samuele di Kalamon nello stesso secolo.
Gli studiosi parlano di oltre un migliaio di apparizioni mariane con un crescendo sempre più consistente di numero e di veggenti. Il Billet conta, solo dal 1928 al 1975, 232 apparizioni in 32 nazioni e René Laurentin, dal 1975 al 1990, ne enumera 295 in 40 nazioni.

2 - Natura delle apparizioni

CHE COS'È UN'APPARIZIONE?
Non esiste una risposta univoca su un argomento che molti negano per principio e che quanti non negano a priori, difficilmente possono scientificamente spiegare.
- Uno psicologo non credente definisce l'apparizione "un prodotto dell'inconscio che agendo sull'immaginazione fa percepire come realtà l'oggetto di un desiderio". Il veggente è perciò un malato psichico perché le sue apparizioni o visioni non sono altro che allucinazioni.
- Un teologo che crede in Dio definisce l'apparizione "un'esperienza psichica nella quale persone non percepibili dalle nostre facoltà visive o auditive, nonostante siano inaccessibili alla normale esperienza umana, entrano per via soprannaturale nella sfera dei sensi" (Karl Rahner), o anche "la manifestazione visibile di un essere la cui vista in quel luogo o in quel momento è inconsueta e inspiegabile secondo il corso naturale delle cose" (René Laurentin).
Ne consegue che l'apparizione è un incontro tra due persone realmente viventi anche se in sfere diverse, dove, per il veggente, resta essenziale la percezione di questa presenza dell'altro. Il veggente è convinto di essere in contatto immediato con l'oggetto che gli si è manifestato e di trovarsi dinanzi all'essere di Maria nelle tre dimensioni e non già dinanzi ad una sua immagine o riproduzione. Caterina Labouré, usando il suo linguaggio semplice e spoglio diceva che chi vede Maria, la vede "in carne ed ossa".
La Vergine ha un corpo glorificato, viene perciò percepita nella sua forma propria. Ella tuttavia rimane estranea al nostro spazio-tempo essendo inserita nello spazio-eternità, definito con la stessa durata di Dio. Il suo modo di manifestarsi rimane quindi misterioso, anche perché ella cambia costantemente età, statura, abbigliamento e modalità di comportamento, conformandoli ad una sua azione pedagogica relazionata al messaggio, ma anche alla cultura, all'ambiente e alla capacità recettive del veggente.
Questa presenza straordinaria, inconsueta e soprannaturale, può far cadere il veggente in uno stato di estasi che è "la momentanea estraneità a ciò che lo circonda, cioè l'interruzione di ogni rapporto con le persone e il mondo, nel perdurare, tuttavia, della piena coscienza di sé, perché lo spirito umano non è mai tanto sveglio quanto nell'estasi" (Stefano De Fiores).

3 - Contenuto delle apparizioni

COME SI PRESENTA MARIA
L'aspetto visivo e il modo di presentarsi ai veggenti variano, dato che la Vergine li adatta o alla loro mentalità o al messaggio che vuole trasmettere. Ad esempio: a Città del Messico nel 1531, Maria si presenta come una ragazza azteca, parla in nàhuatl, usa una terminologia conforme alla cultura degli indigeni perché vuole trasmette al popolo oppresso dagli spagnoli un linguaggio di liberazione e pacificazione; a La Salette nel 1846 i veggenti la vedono vestita come una popolana del luogo che parla di raccolti di patate e di carestie ai contadini.
L'età della Vergine varia dai 16 ai 30 anni. Maria appare così come il simbolo dell'eterna giovinezza del corpo glorioso che non è schiavo delle leggi di questo mondo e dei limiti del tempo, perché è libero nell'eternità di Dio. Elementi visivi costanti in tutte le apparizioni sono i capelli scuri e divisi in bandine, gli occhi grandi e azzurri, la voce soave e suadente. Ella appare sempre avvolta di luce e irradia bellezza, purezza, bontà e amore. Qualche volta ride e scherza con i veggenti ma, in genere, il suo atteggiamento è serio e angosciato soprattutto quando parla dei peccatori o delle sventure che colpiranno il mondo.

CHE COSA DICE MARIA
Le apparizioni di Maria sono finalizzate alla consegna di un messaggio. Madre degli uomini perché Madre di Dio, Maria ha il compito di guidarli a lui. Il suo apparire e il suo dire mostrano l'interessamento della madre al destino dei figli, tanto più presente al loro fianco, quanto più grave è l'ora. Sapendo che potranno essere felici solo nel Signore, ella interviene preoccupata nei momenti storici dell'umanità, in cui vede che le strade dell'uomo si allontanano da quelle di Dio, quando si accorge che invece di progredire verso la felicità portata da Cristo, cioè verso l'eternità, essi perdono di vista la loro meta e si smarriscono nei meandri delle illusioni del tempo umano. Maria si rende presente non per se stessa, quindi, ma per attualizzare il Vangelo di suo Figlio, per spiegare agli uomini disattenti quello che da sempre Dio chiede loro. Maria opera in vista di Dio, solo per Lui. È il suo regno che lei propaga, non un nuovo, ma l'eterno immutabile messaggio di Dio che chiama l'uomo alla salvezza in Cristo. Il messaggio di Maria ha, di conseguenza, tre caratteristiche: è un richiamo evangelico perché invita, come il vangelo, alla conversione, alla penitenza, alla preghiera, all'ascolto della Parola, per realizzare in noi e nel mondo la pace e la venuta del regno di Dio; è un richiamo materno, fatto nel segno del suo amore per noi e in esplicitazione della sua missione di madre degli uomini; è un richiamo escatologico-salvifico in quanto Maria lo proietta sempre sull'avvenire dell'uomo che è il suo giungere a Dio e la sua unione con Lui nell'amore.
Apparendo nei vari angoli della terra, Ella aiuta la Chiesa a preparare i tempi nuovi, il nuovo avvento di Cristo, la nuova evangelizzazione che deve riportare Dio al centro della storia. Nel rinnovamento del mondo, che vedrà alla fine anche il trionfo del suo Cuore Immacolato, Maria rimane una protagonista perché Dio, che a lei volle affidarsi per scendere in mezzo a noi, ci affida a lei per ritrovare la via del nostro ritorno a Lui.

4 - Valutazione delle apparizioni

VALUTAZIONE DELLA CHIESA
La domanda se approvare i carismi o reprimerli è antica quanto la Chiesa stessa. Già lo stesso Paolo dovette intervenire a Corinto in loro difesa. I Padri si sono divisi tra favorevoli ai carismi come S. Cipriano e coloro che non danno alle visioni nessuna importanza come Agostino. Il Concilio Lateranense V del 1516 approvò misure restrittive riguardo ad apparizioni e rivelazioni, allo scopo di proteggere la Chiesa dalla proliferazione delle visioni in un'epoca oscura, pietistica ed inquieta. Il Concilio vedeva la necessità che fosse la S. Sede a giudicare i fatti relativi alle apparizioni e, in ogni caso, consigliava l'ordinario del luogo di circondarsi di gente esperta, prima di emettere un giudizio su di esse. Il Concilio di Trento del 1563 rinnovava il giudizio ristretto del Concilio Lateranense, lo estendeva anche alle immagini considerate prodigiose e insegnava che nessun miracolo poteva essere ammesso senza il riconoscimento del Vescovo. Papa Benedetto XIV nel XVIII secolo, fu il primo a definire in maniera più formale lo statuto delle apparizioni relativizzando anche il loro valore spesso esagerato e stabilendo la precisa funzione del Magistero della Chiesa in questo campo. Egli stabiliva in maniera inequivocabile che l'autorizzazione data dalla Chiesa non è altro che il consenso affinché la rivelazione sia conosciuta per l'edificazione dei fedeli ma ad essa non può essere dato un assenso di fede cattolica, ma solo di fede umana. La posizione di Benedetto XIV non è sostanzialmente cambiata fino ai nostri giorni. Non esiste una specifica trattazione di esse e non ne parla nemmeno il Codice di Diritto Canonico del 1917, né quello del 1983. Secondo una semplice nota della Congregazione della Dottrina della Fede del 25 febbraio 1978, i vescovi devono seguire i seguenti criteri di discernimento: eseguire un esame accurato dei fatti; appurare l'ortodossia, cioè la conformità dei messaggi all'insegnamento della Chiesa; constatare la trasparenza degli eventi per cui l'apparizione è un servizio reso alla Chiesa; esaminare i segni con i quali Dio conferma il suo operato; accertare la salute e la patologia dei veggenti attraverso un'adeguata commissione; vedere se i frutti sono quelli della conversione e del ritorno a Dio; riconoscere la provenienza soprannaturale o no dei fatti.

VALORE RELATIVO DELLE APPARIZIONI
Le apparizioni, anche le più importanti, hanno un valore relativo. Questo vuol dire che esse non ci dicono nulla di nuovo e non possono dire nulla di diverso o contrario a quello che Dio ci ha rivelato nella S. Scrittura. La rivelazione ufficiale e fondamentale di Dio, cominciata nell'Antico Testamento, si è realizzata in pieno con la venuta di Cristo. Dio ha così già detto tutto quello che era necessario alla nostra salvezza e non aggiungerà mai più nulla e nulla di nuovo a quello che ci ha rivelato in Cristo. "Dopo questa Parola definitiva che è Cristo, che è l'Alfa e l'Omega, il Padre non ha più nulla da comunicare al mondo, né in questo tempo, né in quello futuro" (H.U v. Balthasar).
Questo, tuttavia, non vuol dire che Dio non possa intervenire nella storia non allo scopo di dire cose nuove, ma di attualizzare le cose che ci ha già detto. Le apparizioni che non hanno una novità oggettiva, sono una novità profetica, sono come un imperativo di Dio a valutare, nei momenti storici che l'umanità attraversa, alcuni anziché altri aspetti del Vangelo. Non sono una nuova rivelazione ma manifestano la potenza dello Spirito che irrompe profeticamente nel cuore della Chiesa per meglio orientarla all'ascolto dell'immutabile Parola di Dio.

5 - Significato delle apparizioni

FARCI COMPRENDERE LA FUNZIONE MATERNA DI MARIA
Le apparizioni sono come dei riflettori che illuminano e fanno rivivere e risplendere davanti ai fedeli, la verità del deposito della fede su Maria. Esse cioè esaltano la funzione e la persona di Maria, in continuità con la Rivelazione. La missione dei veggenti nelle epifanie mariane, è quella, anzitutto, di rivelare chi è Colei della quale essi scoprono la gloria e anche la tristezza. Nelle sue apparizioni la Vergine si mostra all'umanità ancora in viaggio, come Colei in cui si è già realizzata la gloria del Risorto, la totale rigenerazione dell'uomo; come la madre della nuova creazione, di quella che è stata, secondo sant'Anselmo, completamente ricapitolata e trasformata nel Figlio di Dio fattosi uomo nel suo seno verginale; come la più alta realizzazione dell'antipeccato, della vera bellezza e gloria in un modo pieno di peccato; come la Serva del Signore che continua a svolgere, sollecitata dallo Spirito Santo, la sua missione di madre della Chiesa e degli uomini.

MOSTRACI L'AMORE DI DIO
Attraverso la Vergine che appare, il Padre manifesta la sua infinita misericordia, la sua tenera attenzione verso il mondo. Maria diviene il simbolo materno del Dio-Amore, da cui proviene a noi la vita e la grazia. Ella ci svela che il termine ultimo del nostro tempo umano, è entrare nell'eternità. Maria è il segno di Dio che rende visibile alle nostre generazioni, prigioniere dell'illusione del peccato, che Gesù ha amato, salvato e ricreato la nostra umanità. Attraverso Maria, Dio ci svela che la vita eterna in cui crediamo è autentica, che la realizzazione del suo Regno è già iniziata, che la gloria, la bellezza e lo splendore della Vergine che appare, saranno anche i nostri se sapremo dire di "sì" al suo amore come fece lei.

FARCI COMPRENDERE IL DESTINO DEL MONDO
Proiettate come sono al futuro, le apparizioni di Maria non possono considerarsi fuori della prospettiva dell'avvenire ultimo della Chiesa e del mondo. Maria si inserisce con questo suo protagonismo materno, nel tempo della Chiesa e del mondo, per provocare il ritorno al vangelo della salvezza. È la Donna dell'Apocalisse che lotta contro l'antico serpente, il demonio, in definitiva il peccato. Lei che umilmente cooperò alla prima venuta di Cristo, offrendo la sua sostanza di donna alla Luce eterna che volle unire a sé il tempo umano, prepara anche gli uomini alla sua seconda, definitiva venuta. Attraverso i secoli che vive la Chiesa, Maria rimane la Sion che assicura la continuità della fede, la conversione e il passaggio nel regno di Dio, nel regno del Padre. Con la sua presenza operante nella storia, Maria presiede ai destini della Chiesa ancora in cammino verso l'ultima salvezza.

ANIMARE CON LA SUA PRESENZA LA NOSTRA SPERANZA
La Vergine è sempre, anche se misteriosamente, accanto a noi. La sua presenza è spirituale e fisica, costante ed operosa. Ella ci è costantemente vicina, come se ognuno di noi fosse l'unico essere vivente sulla faccia della terra, l'unico suo figlo del cui personale avvenire è sempre preoccupata. "Tu vegli su tutti, o Tuttasanta, tu abiti in mezzo a noi e ti manifesti in vari modi a quanti sono degni di te. Il corpo, infatti, non è di impedimento alla potenza ed energia del tuo spirito. Hai lasciato questo mondo, ma non ti sei mai allontanata dal tuo popolo" (S. Germano di Costantinopoli). "Questo povero essere umano e tutto il cumulo delle sue pene, Ella se li prende sul cuore, accanto a Cristo. Come nelle stupende "Pietà" degli scultori, Maria getta il mantello della sua misericordia sulle ferite del mondo crocifisso. Maria è il cuore che comprende i nostri bisogni e che con atteggiamento materno li espone a Dio, che resta per sempre il suo bambino" (E. Schillebeeckx).


 PER IL TESTO COMPLETO DI NOTE SI RIMANDA ALL'INSERTO SPECIALE DI QUESTO SITO "LOURDES 2008" 


Inserito Giovedi 27 Agosto 2009, alle ore 23:36:32 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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