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  Maria nel cuore della Celebrazione Eucaristica 
Culto

Dal libro di D. M. Sartor, Le feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Bologna 1987, pp. 159-161.



Le comunità ecclesiali, ogni volta che si riuniscono in assemblea eucaristica per l'atto sommo con cui Dio santifica il mondo e gli uomini gli rendono il culto dovuto, «venerano con particolare amore Maria santissima Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo» (SC 103: EV 1/186), di cui celebrano il «memoriale». Infatti, «le Preci eucaristiche del Messale romano, in ammirabile convergenza con le liturgie orientali, contengono una significativa memoria della beata Maria vergine» (Marialis cultus, n. 10: EV 5/32).

Pur senza godere della ricchezza espressiva e tematica delle anafore orientali, la menzione della Vergine nelle preghiere eucaristiche dell'attuale Messale romano si estende, sia pure con sobrietà, da una parte al momento iniziale motivante il ringraziamento e riferentesi alle tappe della salvezza in Cristo cui fu presente la Vergine Madre, e dall'altra al momento delle intercessioni per la sempre più ricca edificazione della chiesa nello Spirito santo, in cui Maria appare in testa alla «comunione dei santi». Invece da noi non si ha nessun cenno mariano né al momento - dell'epiclesi né al momento dell'anamnesi.

Il primo ricordo di Maria si ha, pertanto, nella commemorazione dei mirabilia Dei, culminanti negli eventi salvifici di Cristo: egli, infatti, «si è fatto uomo per opera dello Spirito santo ed è nato dalla vergine Maria» (PE II e IV); la «Vergine Madre lo portò in grembo con ineffabile amore» (II Pref. Avvento) e, «sempre intatta nella sua gloria verginale, ha irradiato sul mondo la luce eterna: Gesù Cristo, nostro Signore» (I Pref. b.v.M.). I prefazi di proposito mariani allargano poi il ricordo di lei a tutti gli altri momenti delle tappe della salvezza.

Riportiamo - come esempio - un testo, insieme ampio e pregnante:
«All'annunzio dell'angelo,
ella accolse nel cuore immacolato il tuo Verbo
e meritò di concepirlo nel grembo verginale;
divenendo Madre del suo Creatore,
segnò gli inizi della chiesa.
        Ai piedi della croce,
        per il testamento d'amore del tuo Figlio,
        estese la sua maternità a tutti gli uomini,
        generati dalla morte di Cristo
        per una vita che non avrà mai fine.
Immagine e modello della chiesa orante,
si unì alla preghiera degli apostoli
nell'attesa dello Spirito santo.
        Assunta alla gloria del cielo,
        accompagna con materno amore la chiesa
        e la protegge nel cammino verso la patria,
        fino al giorno glorioso del Signore
» (III Pref. b.v.M.).
Questa rievocazione dell'intervento di Maria nell'opera salvifica di Cristo e nel cammino della chiesa, espressa in molteplici modi da quello che comunemente chiamiamo «prefazio», suscita ammirato stupore, genera profonda riconoscenza e fa risuonare il rendimento di grazie al Padre nel canto del Santo, santo, santo.

Nel contesto poi delle intercessioni, nelle quali «si esprime che l'eucaristia viene celebrata in comunione con tutta la chiesa, sia celeste che terrestre, e che l'offerta è fatta per la chiesa e per tutti i suoi membri, vivi e defunti», il riferimento mariano ha una prospettiva differente tra il Canone romano e le altre preci. Il Canone romano, infatti, sottolinea che la comunità che celebra l'eucaristia è in comunione e venera Maria con rilievo particolare: «In comunione con tutta la chiesa, ricordiamo e veneriamo in primis la gloriosa e sempre vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo». È vero, la chiesa offre il sacrificio in unione anche agli altri santi: ma in primis con lei, perché ella a titolo unico fu presente e offerente il sacrificio del Figlio (cf. LG 58: EV 1/432). Nelle altre preghiere eucaristiche invece il pensiero della comunione con Maria e i santi è visto sotto il profilo escatologico: «donaci di aver parte alla vita eterna insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio...», cosa che la III PE precisa con in primis (purtroppo dimenticato dalla traduzione italiana!).

Resta difficile spiegare perché, potendo evidenziare una continuità tra l'evento storico e la sua celebrazione rituale, non sia stato ripreso il parallelismo che alcune liturgie orientali ricordano tra la discesa dello Spirito santo invocato nell'epiclesi eucaristica e l'intervento dello stesso Spirito all'incarnazione del Verbo nel grembo di Maria. Cosa sorprendente, perché questo tema è più volte presente nel Messale romano, come nella seguente preghiera sopra le offerte del comune della Madonna nel tempo di Avvento:
«Accogli, o Dio,
questi doni che ti presentiamo all'altare,
e consacrali con il tuo Spirito,
che ha riempito con la sua potenza
il grembo della vergine Maria
».

Rimane, comunque, il fatto che gli elementi mariani delle preci eucaristiche sono della massima importanza per un culto mariano «soprattutto» liturgico: «tale memoria quotidiana, per la sua collocazione nel cuore del divin sacrificio, deve essere ritenuta forma particolarmente espressiva del culto che la chiesa rende alla "Benedetta dell'Altissimo" (cf. Lc 1,28)» (Marialis cultus, n. 10: EV 5/32).

«Memoria quotidiana», la definisce Paolo VI: ossia la più frequente della liturgia latina. Sia pure un frammento, ma costante, e - per di più - al centro della più centrale delle azioni liturgiche. Sarebbe un vero peccato non sottolinearla. Anche la Congregazione per il culto divino ha ricordato che «può sfuggire all'attenzione dei fedeli l'importanza teologica e cultuale ditale menzione, antica e universale, varia nella formulazione e nella impostazione». D'altra parte lo stesso dicastero romano con autorità afferma che «i fedeli, quando ne siano debitamente resi consapevoli, da una parte scopriranno le radici liturgiche della loro pietà mariana, dall'altra constateranno con gioia come nella massima espressione cultuale della chiesa - la celebrazione dell'eucaristia la beata Vergine sia venerata con supplice affetto. E scopriranno pure che questa menzione della Madre di Dio non è dovuta a fattori storici o contingenti, ma scaturisce da un'intima necessità: l'eucaristia, essendo celebrazione plenaria dei misteri salvifici operati da Dio per Cristo nello Spirito, non può non ricordare la santa Madre del Salvatore, che a quei misteri è indissolubilmente congiunta» (Orientamenti e proposte per la celebrazione dell'anno mariano, n. 19).

 

Inserito Giovedi 2 Giugno 2016, alle ore 10:11:51 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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