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  Maria nel mistero della Chiesa nel Cap. VIII della «Lumen Gentium» 
MagisteroAnalisi dei numeri 60 - 65. Da. E. Toniolo, La Beata Maria Vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa, Marianum, Roma 1998.

Introduzione

Pienamente inserita nel mistero di Cristo, Maria è anche pienamente inserita nel mistero della Chiesa. Questa presenza operante di Maria si fonda, dipende e attinge la sua efficacia dall'unica mediazione di Cristo. Il Concilio tratta della presenza di Maria nel mistero della Chiesa dal numero 60 al 65:
- Il numero 60 esplicita il rapporto di Maria con Cristo unico mediatore;
- Il numero 61 chiarisce la cooperazione di Maria alla Redenzione;
- Il numero 62 parla della funzione salvifica subordinata di Maria;
- Il numero 63 presenta la Vergine Madre come modello della Chiesa;
- Il numero 64 parla della Chiesa anch'essa vergine e madre;
- Il numero 65 insiste sulla necessità da parte della Chiesa di imitare le virtù di Maria.

60
Maria e Cristo unico mediatore

Uno solo è il nostro mediatore, secondo le parole dell'Apostolo: « Poiché non vi è che un solo Dio, uno solo è anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto » (1 Tm 2,5-6). La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita.

L'unico Mediatore
Prima di trattare delle relazioni tra Maria e la Chiesa in favore degli uomini, il Concilio ha voluto ribadire l’unicità della mediazione di Cristo e questo soprattutto per motivi ecumenici, citando Paolo in Timoteo 1, 5-6.
Questo testo tuttavia non esclude la possibilità di altre mediazioni subordinate e secondarie. Come vi è un solo Dio per tutti di cui però in tanti partecipano della natura divina (2 Pt 1,4), così pur essendoci un unico mediatore, Dio ha voluto che in tanti partecipassero a questa mediazione, in modo subordinato e dipendente.

L'influsso salvifico di Maria
Il Concilio evita di usare per le mediazioni subordinate e anche per quella di Maria il termine “Mediatrice” ma chiama questa “salutare influsso verso gli uomini che non offusca la mediazione di Cristo, anzi ne mostra l’efficacia”. E questo per sei motivi:
- Ogni salutare influsso della Vergine nasce non dalla necessità ma dal beneplacito di Dio;
- Sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo;
- Si fonda sulla mediazione di Lui;
- Da essa assolutamente dipende;
- Da essa attinge tutta la sua efficacia;
- Non impedisce ma facilita l’incontro dei fedeli con Cristo.

Questo testo ha un’enorme importanza ecumenica perché spiega in che modo deve intendersi la “mediazione” di Maria in senso cattolico.


61
Cooperazione alla redenzione

La beata Vergine, predestinata fino dall'eternità, all'interno del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l'alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell'ordine della grazia.

Il Concilio rilegge qui in chiave ecclesiale quello che aveva letto ai numeri 56 – 59 in chiave cristologica.
- La figura di Maria: viene qui richiamato l’unico eterno decreto di predestinazione con cui Dio dall’eternità decretò l’incarnazione del Verbo, per cui la Vergine fu su questa terra l’alma Madre del Redentore, la sua generosa compagna e l’umile ancella, nome con cui si qualifica in questa cooperazione.
- Quasi – causa materiale: sono indicati cinque momenti nei confronti di Gesù: il concepimento, il parto, la crescita umana, la presentazione al tempio, la sua con - passione ai pedi della croce. Essi comportano una con – partecipazione visibile, una manifestazione visibile di consacrazione a Cristo. - Quasi – causa formale: interiore e meritoria che dà valore salvifico agli atti esterni e visibili della Vergine Madre associata in modo singolare a Cristo: sono la sua obbedienza, la sua fede, la speranza e soprattutto la carità.
- Il fine è il medesimo per cui il Padre volle l’incarnazione del Verbo e cioè la restaurazione della vita spirituale delle anime.

La conclusione che ne scaturisce è importante: e Maria esercitò tutto questo per ristabilire la vita soprannaturale, ne consegue che è nostra madre nell’ordine della grazia. Come è vera madre di Dio secondo la carne, è anche vera madre nostra nell’ordine della grazia, per averci rigenerato alla vita mediante la sua totale e responsabile cooperazione al mistero salvifico.


62
Funzione salvifíca subordinata

(A) E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti.
(B) Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata.
(C) Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice. Ciò però va inteso in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore.
(D) Nessuna creatura infatti può mai essere paragonata col Verbo incarnato e redentore. Ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato, tanto dai sacri ministri, quanto dal popolo fedele, e come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, bensì suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte.
(E) E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente; essa non cessa di farne l'esperienza e la raccomanda all'amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore.

Il testo può essere suddiviso in cinque punti:

(A) Continuità della maternità spirituale
Il Concilio afferma la perennità e l’attualità della maternità spirituale iniziata col consenso dell’annunciazione, mantenuto senza remore ai piedi della croce e attivo e valido fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti.

(B)Modo con cui si esprime la maternità di Maria
Ha le stesse modalità già espresse al numero 61:
- Causa quasi materiale: il Concilio ha definito questa opera materna come “molteplice intercessione” che si deve intendere come preghiera, intercessione, aiuto, intervento ecc.
- Fine: intervenire per la nostra salute in modo molteplice: bisogni materiali, morali, spirituali di individui, comunità, della Chiesa e del mondo intero. Ella interviene perché si tratta dei fratelli del Figlio suo e per questo suoi figli nel Figlio. Dato che essi sono ancora pellegrinanti in mezzo a pericoli, ostacoli e affanni, ella interviene in modo sollecito, costante e molteplice in loro favore.
- Forma: nella carità dopo che in terra lo fece anche nell’ubbidienza e nella speranza. Ciò per un principio di amore personale e responsabile, in lei animato dallo Spirito Santo e che nel suo caso specifico è “amore materno”. Questa azione continuerà fino a quando tutti gli eletti non avranno raggiunto la patria beata.

(C)Legittimità del titolo “Mediatrice”
Il Vaticano II ha in certo senso voluto anche legittimare il titolo di “Mediatrice” che Padri, Dottori, Liturgie e pietà popolare tributano da secoli a Maria. Il titolo è aggiunto ad altri che ne esplicitano il significato, fu il compromesso raggiunto tra quelli che volevano l’uso del titolo perché secolare nell’insegnamento della Chiesa e quelli che non volevano metterlo perché poteva oscurare la mediazione di Cristo ed essere inviso ai fratelli separati.

(D)Nulla detrae all’unico mediatore
Confermato il titolo, il Concilio spiega il significato: esso non è autonomo ma dipende da Cristo perché ogni intervento mediatore di Maria è frutto della mediazione di Cristo e mai indipendente da essa. La mediazione partecipata è assimilata dal Concilio al sacerdozio di Cristo: come esso è in vari modi partecipato e dai ministri come dai fedeli, così anche l’unica mediazione di cristo non esclude ma suscita nei fedeli una caria cooperazione partecipata da un’unica fonte.

(E) Questo la Chiesa apertamente professa
Il Concilio riconosce e professa non solo l’influsso salvifico di Maria, ma la sua permanente cooperazione con Cristo e sotto Cristo. Pur non volendosi attardare sui titoli, tra i quali quello di mediatrice, il Concilio non ebbe alcun dubbio nel sottoscrivere i contenuti, sia da punto di vista dei principi teologici, come da quello della prassi cristiana:
- il principio dottrinale: il Concilio esprime una pubblica professione di un dato di fede riconoscendo ufficialmente l’influsso di Maria nell’economia della salvezza umana, non in maniera isolata ma inserita nel contesto “ecclesiale” della cooperazione di ciascuno e di tutti alla Historia salutis;
- Questo influsso non è un dato astratto, ma la Chiesa lo sperimenta continuamente: una esperienza universale di comunità, di gruppi e di singoli fedeli. Il Concilio raccomanda a tutti di fare l’esperienza di questa presenza materna, allo scopo di raggiungere, con l’aiuto di Maria, una più intensa unione con Gesù.


63
Maria vergine e madre, modello della Chiesa

(A) La beata Vergine, per il dono e l'ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio redentore e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa:
(B) la madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant'Ambrogio, nell'ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata vergine Maria occupa il primo posto, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre.
(C) Ciò perché per la sua fede ed obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo, come una nuova Eva credendo non all'antico serpente, ma, senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio.
(D) Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (cfr. Rm 8,29), cioè tra i credenti, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre.

Dopo aver delineato l’opera a favore delle anime con la sua mediazione celeste, ora il Concilio delinea un altro singolare rapporto di Maria con la Chiesa, quello della tipologia e della somiglianza, fondato sulle prerogative della verginità e della maternità e delle virtù comuni ad entrambi. Il legame è dato anzitutto per le prerogative comuni: la Madre di Cristo è con la sua maternità unita alla Chiesa: Maria è così presente nel mistero di Cristo e in quello della Chiesa che di quello di Cristo è la continuazione. L’unione con Cristo ora si estende a quella con la Chiesa, corpo di Cristo. In questo suo essere madre, la Vergine è figura della Chiesa, anch’essa madre che, con i sacramenti, dona la vita di Cristo alle anime. Maria è figura soprattutto nelle virtù della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo, virtù intimamente connesse con l’esercizio della maternità e della verginità di Maria.


64
La Chiesa vergine e madre


(A) Orbene, la Chiesa contemplando la santità misteriosa della Vergine, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio.
(B) Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo sposo; imitando la madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità.

La Chiesa Madre
- Come Maria anche la Chiesa compie la volontà del Padre che chiede la libera e responsabile cooperazione della Chiesa per rigenerare al Capo le membra che egli ha redento. Anch’essa diventa quindi madre, perché il Padre glielo chiede. La Chiesa è chiamata alla santità come Maria. Essa contempla la arcana santità di lei e contemplandola la imita, diventando così santa come lo fu la Madre di Dio;
- E’ lo Spirito che rese madre Maria e rende madre anche la Chiesa. Come la generazione di Cristo fu opera di Dio, così anche la rigenerazione delle sue membra è opera sua e come la Vergine concepì il Verbo accogliendolo con la fede prima nel suo cuore e poi nel suo grembo, così la Chiesa diventa madre concependo i figli mediante la Parola accolta con fede.
- Le modalità con cui si articola la maternità della Chiesa sono due:
o L’annuncio del Vangelo col quale si getta nel cuore dei fedeli il seme della Parola che genera la Vita;
o I sacramenti (battesimo, cresima, eucaristia) della rigenerazione che comunicano la vita della grazia.

La Chiesa Vergine
Non si tratta certo della verginità fisica unita alla maternità, privilegio esclusivo della Vergine Madre, ma di una verginità spirituale cioè della integrità e invulnerabilità di fede, speranza e fedeltà nell’amore per il suo sposo divino Gesù. Anche la verginità della Chiesa è il segno della sua fedeltà sponsale a Cristo nell’integrità della fede.


65
La Chiesa deve imitare la virtù di Maria


(A) Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine quella perfezione, che la rende senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5,27),
(B) i fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti.
(C) La Chiesa, raccogliendosi con pietà nel pensiero di Maria, che contempla alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nel supremo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo sposo. Maria infatti, la quale, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per cosi dire e riverbera le esigenze supreme della fede, quando è fatta oggetto della predicazione e della venerazione chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all'amore del Padre.
(D) A sua volta la Chiesa, mentre ricerca la gloria di Cristo, diventa più simile al suo grande modello, progredendo continuamente nella fede, speranza e carità e in ogni cosa cercando e compiendo la divina volontà.
(E) Onde anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che generò il Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell'amore materno da cui devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini.

Il Concilio approfondisce qui il rapporto tra la santità di Maria e quella della Chiesa che è imitazione di quella di Maria. Il problema viene presentato sotto cinque angolature:
(A) Maria archetipo della Chiesa “una santa”: Nella Vergine la Chiesa ha raggiunto la sua perfezione nell’essere senza macchia e senza ruga. E’ Cristo che ha dato se stesso per la sua sposa, per renderla santa per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola per farla comparire davanti a sé santa e immacolata. Di questa santità Maria, il membro più eminente della Chiesa, è l’archetipo.
(B) Maria modello di virtù per i fedeli: Il pieno confronto della Chiesa con Maria è nella linea della integrità spirituale e morale. Imitandola, i fedeli si sforzano di crescere nella santità, rinunciando al male e praticando la virtù. Maria è presentata qui come archetipo delle virtù cristiane (teologali,, cardinali, morali, umane ecc,) e come Colei che può aiutare i fedeli a realizzare la loro santità. Per questo essi guardano fiduciosamente a Lei.
(C) Per Maria a Gesù: Il Concilio propone una modalità di comportamento di fronte a Maria, fondata sulla prassi delle diverse comunità ecclesiali: L’atteggiamento che “per mezzo di Maria” va verso Gesù, tipico della chiesa orientale e che si realizza non su piano devozionale ma contemplativo. Pensando a lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo incarnato, meglio si penetra nel mistero stesso di Cristo, lo si comprende e lo si vive meglio. Lo scopo è perciò quello di diventare, con l’aiuto di Maria, cristiforme. Il fondamento è l’intima unione e vicinanza con lei che si fa intima unione e vicinanza con Cristo.
(D) Per Gesù a Maria: Anche Gesù conduce a Maria, ma questo legame non è spesso recepito ed è contrastato dalla Riforma. Il Concilio afferma in modo efficace che la Chiesa, mentre persegue la gloria di Cristo, diventa più simile alla eccelsa figura di Maria. Glorificare Cristo, ascoltarlo, seguirlo, conduce quindi a diventare simili a colei che per prima e più di tutti lo accolse, lo ascoltò e lo seguì, diventando il modello di tutti i fedeli.
(E) Maria modello di azione apostolica: Anche la maternità spirituale della Chiesa che genera spiritualmente Gesù è un prolungamento della maternità di Maria che generò Gesù perché fosse la vita spirituale dei fedeli. Per cui anche nell’opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristi concepito da Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa.


Rilievi conclusivi
Maria nella Historia salutis


Il Concilio afferma che Maria, per disegno divino, è associata con concorso attivo e materno a Gesù in tutta la Storia della salvezza, una associazione totale e perenne per portare alla salvezza eterna i suoi figli. La posizione di Maria deve essere armonicamente inserita con tutti gli altri fattori della salvezza. Ella, Madre di Gesù, fonte della nostra vita divina, è la madre della vita divina in noi, è madre di tutta la vita divina, di tutta la vita dei suoi figli.

Maria associata a Cristo
Maria è in Cristo, vive la vita di Cristo. Quello che lei fa dipende da lui, anche la sua “mediazione”. Ella è sempre associata a Gesù mediatore, in ordine a tutta la salvezza, dal suo primo annuncio alla parusia finale e in ordine a tutti gli effetti salvifici.

Maria associata alla Chiesa
I rapporti con la Chiesa sono indicati dal Concilio in diversi modi:
- membro sovraeminente e del tutto singolare;
- tipo e modello eccellentissimo nella fede e nella carità
- madre amatissima

Maria membro della Chiesa
Maria non è tutta la Chiesa, non possiede tutto quello che è nella Chiesa, ma possiede tutto quello che la chiesa dovrebbe essere per cui oltre a membro per la parte che le spetta, Maria è archetipo e prototipo della Chiesa: rappresenta tutta la perfezione della Chiesa.

Maria madre della Chiesa
Per il fatto che ha Maria per sua madre, la Chiesa ne porta i lineamenti, essendo stata generata con il suo concorso. Essendo amdre sul piano della carità, Maria è modello della Chiesa anche nella fede e nella carità

Maria figura della Chiesa
Maria è figura della Chiesa Vergine e Madre, non in senso fisico ma nella verginità della fede, nella speranza e nella sincerità della carità che suppone l’unione totale con Cristo.
La Chiesa è vergine e diventa madre nel ricevere integralmente la Parola di Dio e in quanto con la predicazione e il battesimo genera ad una vita nuova i suoi figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio.

Maria immagine escatologica della Chiesa
In Maria si è pienamente realizzato quello che la Chiesa sarà alla fine dei tempi. Guardando a Maria, la Chiesa si conforma sempre più allo sposo divino, fino alla totale e definitiva conformazione nella parusia.

Maria archetipo del vero apostolato
Il vero apostolato è la generazione di Cristo e deve essere svolto con “amore materno” in vista della trasmissione della nuova e vera vita che è Cristo.

Inserito Mercoledi 16 Settembre 2009, alle ore 16:17:14 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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