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  Il dolore di Maria 
Devozione

Dal libro di Giovanni Lanzafame, La Mater Dolorosa nel Regno delle Due Sicilie e Andalusia, Zappalà, Belpasso 2011, pp. 229-248.



1. Il dolore di Maria ai piedi della Croce

Maria presso la croce è la "Donna" forte della Scrittura che contempla il Figlio Suo flagellato e crocifisso. "Stavano presso la croce di Gesù Sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la Madre e accanto a Lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: 'Donna, ecco il tuo Figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua Madre!" (Gv 19, 25-27). Maria diventa la Madre degli uomini per la Sua partecipazione al sacrificio del Calvario, ed è nel momento più drammatico della vita del Figlio che Le viene manifestata la Sua maternità spirituale. La Sua presenza presso la croce rappresenta il punto culminante della Sua associazione alla missione salvifica del Cristo. Le Sue sofferenze offerte in unione con il Figlio Redentore hanno costituito l'atto più importante della Sua maternità spirituale. "Maria guardava le ferite del Figlio, mentre tutti fuggivano. Ella rimaneva intrepida... Il Figlio pendeva in croce, la Madre si offriva ai persecutori"36. Il Cristo muore e la Sua missione è compiuta, ma la missione di Maria inizia d'ora in poi. Nella rigenerazione dell'umanità Ella è la nuova Eva, quindi, la Madre dei redenti per intima associazione con Cristo. In quanto tale la Sua missione abbraccia come figli tutti coloro che la grazia divina associa al Cristo. Questa nuova missione di Maria è necessaria alla completezza della redenzione; è la fonte della funzione di Maria verso la Chiesa, e del culto verso Maria. Ilario di Poitiers (367) parla della Desolata, alla quale il Figlio ha voluto dare sotto la croce il conforto di un altro figlio nella persona dell'Apostolo Giovanni: "Il Signore ha detto ad ambedue: "Donna ecco tuo figlio!" e a Giovanni: "Ecco tua madre!", alfine di garantire nella persona del discepolo l'amore di un figlio a conforto della desolata madre"37. Sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109) in diverse opere ci presenta Maria dolente: "O mia Signora misericordiosissima, quali lacrime dirò che fluirono per il tuo piissimo volto, mentre vedevi il tuo Figlio Dio steso senza colpa sulla croce?"38. Dal Secolo XI si sviluppa la devozione dell'Addolorata che verrà invocata col titolo di Desolata, Vergine dei sette dolori Pietà, Soledad (Spagna), Vesperbild (Germania), si sviluppano preghiere, pratiche, in modo particolare la "Via Matris" in cui ci si preoccupa di unire i dolori di Gesù con quelli di Maria per avere più una immagine chiara della Vergine Corredentrice. Col Sinodo di Colonia nel 1423 (Festa della Compassione) viene stabilito il culto pubblico dell'Addolorata in opposizione dell'eresia degli Ussiti che distruggevano le immagini di Maria dolente. Benedetto XIII nel 1727 fissava tale memoria al venerdì della settimana di passione. Dopo l'ultima riforma liturgica troviamo la celebrazione dell'Addolorata il 15 Settembre, subito dopo 1'Esaltazione della Croce, che viene celebrata il 14 dello stesso mese. In diversi luoghi, una celebrazione particolare ha 1'Addolorata, il Sabato Santo mattina. Oggi più che mai la figura dell'Addolorata è attuale. Molte sono le donne che hanno subito l'esperienza della schiavitù, della rapina, della violenza; madri che hanno visto i loro figli sotto la croce della violenza umana, vittime del terrorismo e dell'odio. L'atteggiamento interiore di ogni cristiano nel cammino quaresimale deve essere di partecipazione, come Maria, all'opera liberatrice del Cristo per essere insieme a Lui sulla vita del calvario che porta alla Luce. "Per crucem ad lucem". Coltivare oggi, una particolare devozione per l'Addolorata diventa quanto mai attuale in questo nostro tempo carico di egoismo, guerra, violenze, dolori. Tutto il dolore del mondo passa attraverso la "Mater dolorosa" che incessantemente prega per noi.

2. Il Cuore Immacolato e Addolorato di Maria

Il 13 ottobre 1917 la Madonna si presentò come la Madonna del Rosario a Lucia, Francesco e Giacinta, i tre ragazzi di Fatima, ma già il 13 giugno 1917 aveva detto a Lucia che sarebbe vissuta più a lungo di Francesco e Giacinta, perché "Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio cuore Immacolato. A chi l'accetta gli prometterò la salvezza e queste anime saranno amate da Dio come fiori collocati da Me per ornare il suo trono". Lucia si turbò e Maria aggiunse: "Non ti scoraggiare, io non ti lascerò mai. Il  mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio". Ricorda Lucia: "Davanti alla palma della mano destra della Madonna c'era un cuore coronato di spine che vi sembravano confitte. Capimmo che era il Cuore Immacolato di Maria oltraggiato dai peccati dell'umanità, che voleva riparazione". Si parla del Cuore Immacolato di Maria, senza aggiungere "addolorato" perché la rappresentazione grafica fa apparire chiaramente che si tratta del Cuore Addolorato: il Cuore, simbolo dell'amore, non porta solo la fiamma, che indica l'intensità dell'amore di Maria per noi, ma anche le spine, che stanno chiaramente a significare la sofferenza del Cuore di Maria. I devoti del Cuore di Gesù, secondo la presentazione fattane da S. Margherita M. Allocoque, sanno che le spine intorno al cuore di Gesù, indicano che Gesù ama ma non è riamato, perché soffre e ci chiede amore più intenso perché ripariamo per il tempo che non l'abbiamo amato come dovevamo e per quelli che non l'amano come dovrebbero. Questo modo di presentare il Cuore Addolorato di Maria è nuovo, perché finora Maria Addolorata veniva rappresentata con Cuore con una o sette spade per ricordare i dolori passati di Maria,39 o più semplicemente con un cuore coronato di rose, che ovviamente fanno supporre la presenza delle spine. Sant'Alfonso scrive: "Riferisce il Pelbarto essere stato rivelato a S. Elisabetta che S. Giovanni Evangelista, dopo che la Vergine fu assunta in cielo, desiderava egli di rivederla; ebbe già la grazia, gli apparve la sua cara madre; ed insieme con Lei anche Gesù Cristo, ed intese poi che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per i devoti dei suoi dolori, e che Gesù le promise per essi quattro grazie principali:
- Che chi invoca la divina madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà di fare vera penitenza di tutti i suoi peccati;
- Ch'egli custodirà questi devoti nelle tribolazioni in cui si trovano, specialmente nel tempo della morte;
- Che imprimerà loro la memoria della sua passione e che in cielo poi ne darà loro il premio;
- Che tali devoti, egli li porrà in mano di Maria ciocch'ella ne disponga a suo piacere, e loro ottenga tutte le grazie che vuole".
E S. Alfonso conclude raccontando la conversione e la salvezza di un grande peccatore, che si salvò proprio per la sua devozione ai dolori di Maria".40  Viene attribuita a S. Brigida, grande devota della Passione di Gesù e della Compassione di Maria, la rivelazione dei 7 momenti più particolarmente dolorosi della vita della Madonna:
"- Nella profezia di Simeone, quando seppe che avrebbe dovuto patire per suo Figlio Gesù (Lc 2, 33-35);
- Nella persecuzione di Erode e nella Fuga in Egitto (Mt 2, 1-23);
- Nella perdita di Gesù nel Tempio di Gerusalemme (Lc 2, 41-51);
- Nell'incontro con suo Figlio caricato della croce sulla via verso il Calvario (Mt 27, 31-33);
- Nella crocifissione e morte di Gesù (Gv 19, 25-27);
- Nella deposizione di Gesù quando ricevette nelle sue braccia il corpo maltrattato e ucciso del suo Figlio (Gv 19, 31-38);
- Nel seppellimento di suo Figlio, quando depose Gesù nella tomba, mentre ella resta in triste solitudine (Gv 19, 39-42)
".
Anche S. Brigida nelle sue rivelazioni, che sono state approvate dalla Chiesa, afferma che Nostra Signora le promise che avrebbe concesso 7 grazie a chi recita ogni giorno sette Avemarie in onore dei suoi Dolori o Lacrime:
"- Metterò la pace nelle loro famiglie;
- Saranno illuminati sopra i divini misteri;
- Li consolerò nelle loro sofferenze e li accompagnerò nelle loro fatiche;
- Darò loro tutto quello che mi chiedono, a condizione che non si opponga alla Volontà adorabile del mio Divin Figlio e alla santificazione delle loro anime;
- Li difenderò nei combattimenti spirituali contro il nemico infernale e li proteggerò in tutti gli istanti della vita;
- Li assisterò visibilmente nel momento della morte;
- Ho ottenuto dal mio Figlio che quelli che propagano questa devozione (alle mie Lacrime e ai miei Dolori) siano trasferiti da questa vita terrena alla felicità eterna direttamente, poiché saranno distrutti tutti i loro peccati e mio Figlio e io saremo la loro eterna consolazione e allegrezza
".
Aggiungiamo anche la promessa fatta dalla Madonna a Suor Lucia di Fatima il 10 dicembre 1925: "Guarda, figlia mia, il mio Cuore coronato di spine che gli uomini ingrati mi conficcano ogni momento con bestemmie e ingratitudini. Tu almeno cerca di consolarmi, e dì che prometto di assistere, nell'ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza, tutti coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno la corona e mi terranno compagnia per un quarto d'ora meditando i 15 misteri del Rosario, con l'intenzione di offrirmi riparazione".
Perché tante promesse nelle rivelazioni private per invogliare i fedeli a onorare i dolori della Madre di Gesù e nostra? Gesù ama Maria perché è sua madre. Sa quanto ha sofferto in unione con lui per la nostra salvezza. Noi siamo stati salvati dall'inferno, dalla dolorosissima Passione di Gesù e dalla dolorosissima Compassione della Madonna. Tutto ciò che Gesù soffriva nel corpo e nel cuore, Maria lo ha sofferto nel suo Cuore, e potremo anche pensare che lo ha patito nel suo corpo per un fenomeno mistico (che la scienza mistica ha constatato in alcune anime privilegiate), in considerazione dell'intensità dell'amore di Maria per Gesù, per la totale identificazione che c'è fra Maria e Gesù grazie all'amore. Gesù è il nostro Redentore per la sua Passione. Maria è la nostra Corredentrice per la sua Compassione con Gesù. Come onoriamo la Passione redentrice di Gesù, cosI dobbiamo sentire il dovere di gratitudine e soprattutto il bisogno di figli affettuosi di onorare la Compassione corredentrice di Maria.

3. Maria, Agnella - Serva del Signore

Il Concilio Vaticano II insegna che Maria soffrì profondamente col suo Unigenito associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione del Figlio da Lei generato, mantenendo senza esitazione sotto la croce, il consenso fedelmente prestato all'Annunciazione.41 Al Calvario, Maria è la Serva del Signore,42 che è l'icona perfetta del servizio,43 l'Agnello di Dio44. Un agnello - servo, paziente e forte nel dolore,45 "senza macchia e senza difetti" perché innocente e perfetto è il suo sacrificio46 ed espia e cancella il peccato dal mondo47. Al Figlio, il Padre nella potenza dello Spirito Santo dona una "compagna generosa e umile ancella", tutta consenso, accettazione, dipendenza e spoliazione amorosa. Maria la "socia Christi" non è che un semplice "si" alla Parola di Dio, che si fa condivisione del destino di morte e di gloria del Figlio. Difatti: ai piedi della croce si è attuato, al tempo stesso, la sua materna cooperazione a tutta la missione del Salvatore con le sue azioni e le sue sofferenze49. Per questa straordinaria e formidabile "materna cooperazione" Maria umile Serva del Signore, prende in modo sorprendente i tratti del Servo di Dio, l'Agnello senza macchia scelto per condurre a compimento le meraviglie annunciate dai profeti. "Presso la croce", Maria è la Serva-Agnella che ha generato l'Agnello per il sacrificio. L'avventura della fanciulla di Nazareth, cominciata col mistero dell'annunciazione si dispiega misteriosamente lungo la vita pubblica del Figlio e raggiunge il culmine al calvario ai piedi della croce: "Il dolore della Madre di Dio è grande come il mare, lei vi sta immersa, ma è un dolore contenuto, ella trattiene con fermezza il cuore con la mano, perché non si spezzi. La morte vera appare in modo quasi spaventoso dalla bocca semiaperta del Salvatore. Ma la sua testa volta verso la Madre, come per consolarla, è la croce è tutta luce, il legno della croce è divenuto luce del Cristo"50. L'Agnella, associata all'immolazione dell'Agnello, icona della Chiesa sposa, soffre nella propria compassione, la passione del Figlio, dando a quella immolazione il consenso del suo amore materno. Presso la croce, la Vergine santa coopera alla salvezza, è la Vergine offerente, crocifissa nel cuore perché indissolubilmente legata al Figlio crocifisso. Sul Calvario l'unione della Madre con il Figlio è consumata in un mare di dolore e di carità insieme. Entrambi, l'Agnello e l'Agnella offrono un solo olocausto: "c'era allora una sola volontà di Cristo e di Maria, e tutti e due offrivano insieme un solo olocausto; lei, nel sangue del suo cuore; lui nel sangue della sua carne". 51 Inevitabilmente il titolo di Agnella ci riconduce a quello non meno suggestivo e carico di evocazioni bibliche di novella Eva, in forza della sua speciale cooperazione alla salvezza. Maria è associata a Cristo nell'opera della salvezza, come Eva fu socia di Adamo nell'opera della morte. La liturgia proclama Maria: "La Vergine cooperatrice e ministra del nuovo patto di salvezza che offre l'Agnello senza macchia".52 Maria, dunque, è la novella Eva, la Vergine che ricapitola la prova, vivendo fino allo spasimo 1a vocazione di Madre-Vergine decaduta e sedotta dal maligno. La Donna forte, aperta alla parola, vivendo fino allo spasimo la vocazione di Madre-Vergine feconda, icona dell'amore materno di Dio, che trascende ogni amore. Al Calvario, l'Agnella riceve in dono dall'Agnello lo Spirito Santo53, è la Pentecoste del Crocifisso e l'umanità di Giovanni, "il discepolo che egli amava ". Il titolo di Agnella ci rivela ancora l'intimo legame di Maria con la Chiesa55, tanto che si parla di "percorsi tra Maria e la Chiesa, di modo che ognuna delle due può essere conosciuta solo in e con l'altra".56 La Chiesa, difatti, come Maria è chiamata a condividere il destino dello Sposo-Agnello, crocifisso e risorto. Maria, al Calvario, infine, è l'agnella muta, presenza contemplativa, più eloquente delle parole, consumata dalle vampe dello Spirito Santo per un olocausto interiore, Ella è il "roveto ardente, la presenza in Lei è portata ad un grado di tale incandescenza da essere totalmente identificata alla morte di suo figlio".57

4. Il pianto dell'umanità

Cosa dice la Vèrgine, piangente, a ciascuno di noi? Ella piange perché non riconosciamo la venuta del Figlio ... ; non l'abbiamo ancora accolto come il nostro Signore. Maria prova dolore per il peccato dell'indifferenza, per le infinite forme di un paganesimo che ci allontanano dall'amore del Figlio. Non abbiamo più cuore contrito ed umiliato! Nelle famiglie come nelle parrocchie e venuto meno il "sentire" di essere peccatori. E, mentre Dio soffre per le offese delle nostre credulità quotidiane, noi siamo attenti nell'addormentare ed addomesticare la coscienza del peccato. Eppure non si diventa santi se non segnati dalla ferita della spada che trapassô il Cuore di Gesù e di Maria. Impariamo a piangere per i nostri peccati; ad avere sofferenza nell'anima quando siamo contro Dio. Il primo impegno di autentica conversione è risvegliare la ferita del cuore e le lacrime degli occhi perché lontani dall'amore.

5. Il pianto di Gesù e di Maria

Ai piedi dell'Addolorata viene spontaneo riflettere sul pianto di Gesù. Perché? Inginocchiarsi davanti alla Vergine del dolore è avvertire una spinta del cuore, che immerge nelle lacrime di Cristo. Egli, ancora oggi, come nella Gerusalemme di allora dice: "abbatteranno te ed i tuoi figli dentro di te; non lasceranno in te pietra su pietra perchè non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata edificata ". Gesù piange e rivela la sua passione per noi. Dispiaciuto, per il male che commettiamo, usa misericordia senza minacce, ne castighi. Semina tra le lacrime, ma niente con giubilo. Donando la sua vita, raccoglie il nostro amore.58  Maria partecipa del pianto del Seminatore. E se il Figlio soffre per il peccato dell'uomo, Ella non può non essere solidale nel corpo e nello spirito. L'icona più incisiva di questa divina solidarietà è il Signore crocifisso, dinanzi al quale Maria si lascia avvolgere da un eterno "Si" alla volontà del Padre. E la voce dall'alto esclama: "Ecco tua Madre". In questa affermazione si armonizzano il pianto di Gesù e quello della Madre; il pianto di Maria con quello dell'umanità. Da quell'ora di croce e di gloria, la Vergine vive gli stessi sentimenti del Cristo...; è la Madre di Colui che si è fatto dolore per noi sulla croce.

NOTE
36 S. AGOSTINO, De istitutione Virginum, PL XVI, 318.
37 ILARIO DI POITIERS, Commento al Vangelo di Matteo, 1, 4.
38 S. ANSELMO D'AOSTA, Oratio XV a Cristo.
39 I sette dolori o la spada profetizzata da Simeone in Lc 2, 35.
40 S. ALFONSO DE' LIGUORI, Le glorie di Maria, Discorso IX su "I Dolori di Maria".
41 Lc 61-62.
42 Lc 1, 38-48.
431s53.
44 Gv 1, 29-36.
45 At 8, 32.
46 1Pt 1,19.
47 Gv 1,29-36.
48 Lg 61.
49 G. Bourbonnais.
50 E. Stein
51 A. Di Chartres.
52 Messe della B. Vergine Maria, pag. 22, 27, 40.
53 At 19,26.
54 Gv 19,26.
55 Lg 63.
56 A. Ambrosiano.
57 J. Lanfrance.
58 Cfr. Sal 126.


Inserito Lunedi 12 Settembre 2016, alle ore 18:21:06 da latheotokos
 
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DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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