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  Legittimità e modalità della spiritualità mariana 
SpiritualitàUn lineare rapporto con la Madre del Signore nel pensiero di Stefano De Fiores.

Legittimità della spiritualità mariana

Di fronte a tante forme di rapporto profondo e permanente con Maria o di totale donazione a lei, ci si domanda se non si tratta di esagerazione o amplificazione del culto mariano sotto la spinta della cultura barocca senza fondamento nella rivelazione neotestamentaria. A questo si aggiunga il sospetto particolarmente vivo in campo protestante che tale intensa relazione con la Vergine non giunga ad offuscare o sostituire la vita in Cristo e nello Spirito. Per operare un discernimento circa la "spiritualità mariana" vale innanzitutto il criterio evangelico dei risultati prodotti: "Dai loro frutti li conoscerete" (Mt 7,16.20). Ora la storia documenta che quanti sono entrati veramente nella vita spirituale mariana hanno prodotto il frutto dello Spirito, che è "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,14-22). Basti pensare alla vita, alle opere apostoliche e alla fedeltà assoluta a Cristo di santi come Luigi Maria di Montfort e Massimiliano Kolbe. Con la dottrina e con l'esempio essi hanno dimostrato che Maria non costituisce una via parallela o un contraltare al Cristo unico mediatore, ma un modo particolare ed efficace di incontro con lui e per mezzo di lui con il Padre nello Spirito. Oltre agli effetti la spiritualità mariana deve essere valutata anche in se stessa e in quanto tale sottoposta al giudizio della Parola. Ora il Nuovo Testamento ci offre a questo proposito due chiare indicazioni.

STATUTO FONDAMENTALE DELLA SPIRITUALITÀ CRISTIANA
Gli autori del NT coincidono a descrivere la spiritualità cristiana come vita in Cristo, vita o cammino nello Spirito, esperienza filiale della grazia del Padre, dono di sé agli altri nella comunità ecclesiale. Questi elementi sono essenziali e costituiscono un'imprescindibile ordine storico-salvifico che la prassi cultuale cristiana deve rispettare. Nella descrizione della vita spirituale il NT prescinde da Maria. Ciò non significa che il riferimento vitale a lei sia da escludere, poiché i singoli libri del NT non intendono presentare una riflessione sistematica o globale circa la rivelazione, ma si preoccupano di mettere in salvo i valori essenziali e il quadro normativo che nessun ulteriore sviluppo potrà mai offuscare o soppiantare.

ACCOGLIENZA DI MARIA NELLA COMUNIONE CON CRISTO
Con il riconoscimento progressivo della presenza di Maria nella storia della salvezza si aprono delle prospettive al suo ingresso nella vita spirituale dei cristiani.
Luca preannuncia la lode di Maria da parte di tutte le generazioni sotto l'impulso dello Spirito Santo come avvenne in Elisabetta (Lc 1,41-48). Ciò significa che nella vita di ogni cristiano deve esserci uno spazio riservato alla benedizione della Madre di Gesù, nelle varie forme che essa assumerà nel corso dei secoli.
Giovanni apre a questo proposito due prospettive. Innanzitutto emerge la pregnanza di significato dell'accoglienza di Maria da parte del discepolo amato. Il verbo usato (lambánein) include atteggiamenti spirituali di apertura, consegna di sé, disponibilità, legame personale in una crescente comprensione, confessione aperta e amore attivo. Ciò che vale per l'accoglienza di Gesù, vale - salve le proporzioni - per Maria, che il discepolo deve ricevere presso di sé e riconoscere vitalmente come madre secondo lo Spirito. Inoltre l'accoglienza di Maria non è presentata in modo isolato e autonomo, tanto meno in contrapposizione agli altri dati di fede. Al contrario essa e raccordata al tutto e al centro della fede. Il discepolo infatti accoglie Maria "tra le cose proprie" (eis ta ídia), cioè tra i doni preziosi lasciategli da Cristo e che costituiscono la sua eredità. La ricchezza del discepolo è fondamentalmente la sua fede i Gesù e la sua comunione con lui. Ora proprio in tale comunione si crea uno spazio per Maria e questo per volontà dello stesso Gesù Crocifisso. In base alla prospettiva lucana e giovannea possiamo concludere che è legittimo un rapporto di lode e di accoglienza spirituale con Maria da parte dei discepoli di Cristo, purché armonizzato con gli altri dati di fede.

Modalità e problematiche

Sebbene in sé legittima, concretamente la spiritualità mariana sperimenta oggi un certo disagio dovuto a parecchi fattori. Essa appare molto centrata su Maria fino ad apparire una complicazione dell'itinerario cristiano; è inoltre senza nessi organici con la liturgia tanto da rappresentare un cammino parallelo; non è attenta alla dimensione comunitaria e sembra esaurirsi in un rapporto individuale con la Vergine; si esprime con un linguaggio di altre culture che la rende estranea e a prima vista incomprensibile per gli uomini del nostro tempo. Il disagio si avverte anche nell'impostazione terminologica. Mentre molti autori di varie aree culturali parlano correntemente di "spiritualità mariana", altri, temendo che possa suscitare l'idea di una spiritualità parallela a quella cristiana, preferiscono parlare di "aspetto mariano" o "modalità" della spiritualità cristiana. Riferendosi a queste problematiche, lo stesso Giovanni Paolo II addita tra i compiti della mariologia anche quello "dell'inserimento armonico della dimensione mariana nell'unica spiritualità cristiana". Ferma restando l'affermazione della priorità e primato del momento cristologico ossia della spiritualità cristiana rivelata dalla Bibbia e attualizzata dalla liturgia, possono essere segnalate tre possibili soluzioni.

1. La via della strumentalità/funzionalità/relazionalità: riferimento a Maria come intensificazione della risposta cristiana nel cammino dal battesimo alla gloria.
Questo primo modo considera il rapporto spirituale con Maria come una via efficace per portare a maturazione la grazia battesimale, in linea con il Montfort quando parla della perfetta consacrazione a Cristo, che si identifica con la donazione di sé a Maria, quale perfetta rinnovazione delle promesse del santo battesimo. In questa impostazione l'unica consacrazione di fondo che viene riconosciuta è quella del battesimo che comporta la rinuncia a Satana e la fede-donazione a Cristo. Il rapporto con Maria, diretto, intimo e permanente non è ipostatizzato e isolato, ma finalizzato alla vita cristiana in pienezza. Esso ha lo scopo di educare alla docilità allo Spirito, alla sequela radicale di Cristo e alla vita di figli del Padre. Il fondamento di questo tragitto da Maria alla Trinità sta nel fatto che ella è tutta relativa a Dio: non è un gradino che occorre oltrepassare per giungere a Gesù, in lei stessa si incontra Gesù.

2. La via dell'interiorizzazione/ispirazione/identificazione: Maria modello degli atteggiamenti spirituali.
Questo secondo modo consiste nell'interiorizzare il modello Maria, cioè di pregare e celebrare interiormente identificati con Maria. Il fondamento di tale imitazione è dato dalla dottrina patristica, fatta propria dal concilio Vaticano II, circa Maria "tipo e modello della Chiesa. Poiché sul piano dell'essere la Chiesa è imitazione di Maria, in quanto come lei è vergine e madre, ne consegue che anche sul piano dell'operare essa deve modellarsi su Maria. Maria diviene così, come afferma Paolo VI, modello dell'atteggiamento spirituale con cui la chiesa celebra e vive i divini misteri.

3. La via della modalità/impronta/stile: le forme di spiritualità mariana rinnovate e transculturate come un modello di vivere l'unica spiritualità cristiana.
Come i pii esercizi, anche le forme di spiritualità mariana soggette all'usura del tempo, appaiono bisognose di un rinnovamento che permetta di sostituire in esse gli elementi caduchi, di dar valore a quelli perenni e di incorporare i dati dottrinali, acquisiti dalla riflessione teologica e proposti dal magistero ecclesiastico. Le piste del rinnovamento sono: la nota trinitaria, cristologica ed ecclesiale e gli orientamenti biblico, liturgico, ecumenico e antropologico. Seguendo tali criteri si giunge a forme di spiritualità rinnovate.

Inserito Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 0:31:53 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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