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  Il Messaggio della Vergine a Belpasso 
Mariofanie

Dal libro Il Messaggio della Beata Vergine Maria di Belpasso, pubblicato a cura dell’Associazione “Comitato Regina Pacis”.

 



DECRETO DI ELEVAZIONE A SANTUARIO DEL TEMPIETTO CON LA ROCCIA DELLE APPARIZIONI

Il 1 maggio 2000, l'allora Arcivescovo Metropolita di Catania, Mons. Luigi Bommarito, emanava il seguente Decreto:
«Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il figlio suo, nato da donna, perché ricevessimo l'adozione a figli (Gal. 4, 4-5). É questo l'evento straordinario o centrale della storia di Gesù, pienezza e rivelazione del Padre (Eb. 1, 1-2), e anche l'unico mediatore della salvezza (Gv. 14, 6; 1Tm. 2, 5; Eb. 9, 15). La donna di cui parla S. Paolo, S. Ignazio di Antiochia la chiama Maria, mentre S. Giovanni la indica semplicemente come "la madre di Gesù?" (Gv. 2, 1). Nell'anno del Grande Giubileo del 2000, anniversario dell'incarnazione del Signore, "la gioia giubilare - proclama Giovanni Paolo II - non sarebbe completa se lo sguardo non si portasse a Colei che nell'obbedienza piena al Padre ha generato per noi nella carne il Figlio di Dio. Chiamata ad essere Madre di Dio, dal giorno del concepimento verginale, Maria ha vissuto pienamente la sua maternità, portandola a coronamento sul Calvario ai piedi della croce dove, per dono mirabile di Cristo, ella diventata anche la madre della Chiesa, indicando a tutti la via che conduce al figlio" (Incarnationis Mysterium 14). A partire dal mistero di Cristo, da quando la popolana del Vangelo gridò a Gesù: "beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte" (Lc. 11, 27), il culto della madre del Signore, già presente nella chiesa delle origini (cfr. Lc. 1, 42; Gv. 19, 26-27; At. 1,14), prese le vie del mondo, gelosamente e gioiosamente diffuso in tutta la cristianità, dando risonanza alla profezia del Magnificat, dove la Madonna aveva proclamato: "d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome" (Lc. 1, 48-49). La nostra bella terra di Sicilia, da tempo immemorabile la onora significativamente come la bedda Matri, dedicando a lei numerose chiese e luoghi di culto. Catania le ha intitolato nel territorio della Diocesi ben nove santuari, divenuti di volta in volta, lungo i secoli, sempre più piccoli e pochi per la sua grande anima cristiana e per l'amore filiale e devotissimo alla Gran Madre di Dio. Di recente, durante il servizio episcopale del mio venerato predecessore, a iniziativa popolare, innumerevoli folle si sono riversate nella spianata della Roccia di Belpasso, dove tanti fedeli, a gruppi e singolarmente, si recano in fervida silenziosa preghiera. I pellegrinaggi provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, e anche da luoghi più lontani, ormai non si contano, e mentre il fenomeno non accenna a diminuire, sempre più frequenti sono i casi di dichiarazioni spontanee di conversioni e di altre grazie ricevute, sulla cui serietà non è dato dubitare. In questo contesto, alcuni anni fa ho ritenuto opportuno concedere l'autorizzazione del tempietto dedicato a Nostra Signora Regina della Pace, che è diventato punto di riferimento per tanti fedeli. Contestualmente ho curato una presenza pastorale più attenta a questo "Luogo di preghiera" dove una nuova seria situazione religiosa-spirituale si è ormai consolidata. Volendo ulteriormente significare l'apprezzamento per una religiosità popolare altamente composta e devota, al fine di qualificare le attese del popolo santo di Dio che desidera onorare nella Regina della Pace il Sommo Iddio Padre, il suo Figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo Amore, con il presente, DECRETO l'elevazione a dignità di Santuario Diocesano Mariano del Tempietto della Roccia di Belpasso. Voglia la Regina della Pace, nel Giubileo del 2000, estendere la grazia e la gioia dell'Anno Santo al mondo intero e rendere la Chiesa, in cammino di pellegrinaggio nel III Millennio cristiano, sempre più attenta all'onore della Santa Trinità adorabilissima per il servizio di umanizzazione ed elevazione spirituale della società e per la salvezza di tutti gli uomini redenti dal sangue preziosissimo del Figlio suo Gesù Signore».

BELPASSO, TERRA PREDILETTA DI MARIA

La S. Vergine è stata venerata fin dalle antiche origini dai primi abitanti di quella terra alle falde dell’Etna che poi avrebbe assunto il nome di Belpasso. Quasi equidistante dalla chiesa di S. Maria della Guardia a Borrello (quartiere di Belpasso nel cui territorio sono avvenute le apparizioni), dalla chiesa madre di Belpasso, e dal santuario della vicina Mompilieri, la Roccia delle apparizioni su cui oggi sorge la cappella-tempietto in onore del Cuore Immacolato di Maria, Regina della Pace, sembra essere al centro di un ideale triangolo del culto mariano, e in un certo senso sembra quasi toccare il culmine di una lunga storia di amore e devozione alla Madre del Cielo. Con l’eruzione del 1669 la lava distruttrice dell’Etna aveva cancellato molti centri abitati fra cui Mompilieri e Malpasso (da malipassus, sentiero del melo, odierna Belpasso) con i suoi vari casali, fra cui “La Guardia” (oggi Borrello). Ciononostante, gli abitanti a discapito della sventura abbattutasi su di loro, hanno sempre conservato la filiale devozione all’Immacolata Madre del Signore. Il 18 agosto del 1704, poi, il prodigioso rinvenimento del simulacro della Vergine delle Grazie che si trovava nella chiesa dell’Annunziata di Mompilieri fece sì che dalla ricostruita Malpasso i fedeli si avviassero verso il luogo del ritrovamento per rendere omaggio alla Madre di Dio, lungo un tragitto che attraversava le pietre taglienti e il terreno reso malagevole dalla colata lavica ormai fredda, e che passava pure per un luogo in cui in tempi passati sorgeva una piccola chiesa dove Maria era invocata con il titolo di S. Maria della Guardia. Lo sguardo misericordioso di Maria divenne, per così dire, tangibile nel 1886 in occasione di un’altra eruzione, quando la colata lavica, che con grande velocità e con un alto e largo fronte minacciava da vicino Belpasso, si fermò laddove qualche giorno prima i fedeli, portando a spalla il simulacro della S. Vergine Immacolata, avevano implorato la celeste Madre affinché ottenesse da Dio la liberazione da quel pericolo incombente. A cento anni esatti di distanza un altro e del tutto speciale sguardo misericordioso della S. Vergine si è poggiato su questo luogo dove è stata eretta la cappella-tempietto, dichiarata, come abbiamo appena letto, Santuario mariano diocesano da S. E. Mons. Luigi Bommarito, Arcivescovo Metropolita di Catania, il 1 maggio dell’anno giubilare 2000.

IL MESSAGGIO DELLA S. VERGINE DI BELPASSO

L’11 maggio 1986 la S. Vergine appare a Rosario Toscano, un quindicenne catanese, su una piccola roccia lavica posta in una radura alle porte di Belpasso, vicino alla casa di campagna del nonno paterno. Da questo luogo benedetto la Madre del Cielo donerà un messaggio di speranza e di pace al mondo, ai pellegrini, ai devoti e a tutti gli uomini amati dal Signore. Dal 1986 al 1988, la bianca Signora si manifesterà per ben trentun volte sulla Roccia di Belpasso (in quest’arco di tempo un’altra apparizione avverrà ad Acireale nella Chiesa dei PP. Filippini, l’8 dicembre 1987). Infine, un’ultima volta, come da Lei promesso, riappare il 25 marzo del 1999. Il messaggio della S. Vergine sulla Roccia di Belpasso ruota tutt’intorno al senso di appartenenza a Dio e all’importanza della nostra docilità all’opera che lo Spirito Santo ha iniziato in noi col battesimo. Il Cuore Immacolato della Madre di Dio si pone, a tal proposito, dinanzi ai nostri occhi come richiamo, modello e via per corrispondere meglio a questo sigillo di salvezza e di santità impresso nel cuore di ogni battezzato. Ella, perciò, ci invita ad affidarci alle sue cure di Madre attraverso la consacrazione al suo Cuore Immacolato per essere autentici cristiani. Tale consacrazione non è qualcosa che si aggiunge alla consacrazione battesimale, ma aiuta a dare una risposta coerente a ciò che il battesimo implica nella vita di ciascun cristiano: la fedeltà a Dio in un cammino di santificazione. La consacrazione a Maria diventa, così, fonte inesauribile di vita interiore per le anime, apparendo analoga alla vita religiosa che, come il Concilio Vaticano II afferma, «ha le sue radici più profonde nella consacrazione battesimale e ne è un’espressione più perfetta» (PC 5). Da qui si comprende il motivo per cui la Madre di Dio racchiude la principale missione del suo Cuore nel titolo di Regina della Pace: infatti, vuole invitare tutti i suoi figli a passare per la via del suo Cuore affinché sia in questa vita che nell’altra ottengano la pienezza di quel sommo bene che Cristo suo Figlio, Re della Pace e nostra Pace, alla cui destra la Madre siede come Regina. Ciò che Maria vuol comunicarci non esclude in nessun modo quello che comunemente si intende per pace, specialmente in questo periodo storico molto travagliato; anzi, lo include, e gli dà un valore ben più alto ed infinito. La fratellanza universale, il dialogo fra le religioni e fra le confessioni cristiane, sono tutte aspirazioni che si fondano su una pace che ha necessità di prendere dimora, innanzitutto, nel cuore di ciascun individuo e in particolar modo laddove egli nasce, la famiglia, come luogo di formazione e di crescita spirituale. Infatti, come afferma Giovanni Paolo II «l’uomo è la via della Chiesa» (Cfr. Redemptor hominis, 14), intendendo la missione e il ministero che Cristo ha affidato alla Chiesa lungo le numerose strade dell’esistenza umana. Di queste strade – afferma ancora il Papa –  «la famiglia è la prima e la più importante» (Cfr. Lettera alle famiglie, 2). Dunque, proprio per questo la bianca Signora di Belpasso è apparsa: per aiutare il popolo in cammino, per far sentire la sua vicinanza e cura materna presso ciascun uomo, per prendere parte come e con la Chiesa alle sue gioie e speranze, alle sue tristezze e angosce. Quale Madre di Dio e degli uomini, Maria invita i suoi figli ad affidarsi totalmente a Lei, a “consacrarsi”, perché in Cristo Gesù tutti raggiungano la piena e vera felicità. Molti pontefici hanno parlato favorevolmente della consacrazione a Maria. Giovanni Paolo II si è così espresso: «Come potremmo vivere il nostro battesimo senza contemplare Maria, la benedetta fra le donne, così accogliente del dono di Dio? Cristo ce l’ha data per madre. L'ha data per madre alla Chiesa [...]. Ogni cattolico spontaneamente si consacra a Lei per meglio consacrarsi al Signore». (Giovanni Paolo II, Angelus a Le Bourget 1.6.1988). Affinché la nostra consacrazione sia fruttuosa, la S. Vergine di Belpasso ci indica tre fondamenti su cui “costruire” la casa della nostra vita eterna, i cui effetti benefici nel contempo si riflettono anche nella vita presente: la Penitenza, la Preghiera e la Riparazione.

1. Penitenza
Questa parola nella sua essenza si riferisce ad un cambiamento di mentalità. A volte la S. Vergine usa il termine di conversione, altre volte usa espressioni come «si penta», «si pentano», ecc., molto più spesso usa espressioni come «convertitevi», «conversione», «si converta», ecc. Si tratta comunque di un richiamo al mutamento in bene della coscienza tale da riflettersi nella vita quotidiana. Questo cambiamento deve essere continuamente confermato e rafforzato dal Sacramento della Penitenza. Sono tanti i richiami: «Chi è in peccato e desidera la misericordia, il perdono del suo Redentore, si penta, si faccia assolvere dai suoi peccati dai ministri di mio Figlio»; «Non rifiutate più il Sacramento della Confessione, perché così rifiutate di salvarvi»; «Cercate di pentirvi realmente e sentire un grande dolore dei vostri peccati, non siate orgogliosi, non provate vergogna dinanzi al confessore»; ecc. Naturalmente non vi può essere vera conversione se poi non vi è fede e fedeltà alla Parola e alla persona di Gesù. La cara Madre del Cielo, infatti, richiama spesso la nostra fede/fedeltà a Cristo Signore e alla sua Parola. Inoltre, ci invita a tener sempre presente il Signore nella nostra vita, a vivere nel ricordo di Lui, a non dimenticare e a non essere indifferenti e superficiali verso Dio e il prossimo, verso l’amore che il Padre nutre per noi, rispettando le sue Leggi condensate nei due comandamenti dell’amore del suo Figlio.

2. Preghiera
La bianca Signora di Belpasso ci ricorda e ci insegna l’importanza a rimanere con il Signore attraverso la preghiera, e come questa deve improntare la vita del cristiano. Non si tratta di recitare tante preghiere, ma di vivere nello spirito di preghiera, sia essa di lode, di ringraziamento, di contemplazione, di affidamento, di richiesta per sé e per il prossimo. In particolare, sin dalla prima apparizione la dolce Signora di Belpasso ha sottolineato l’importanza della Celebrazione eucaristica. Analoga importanza attribuisce alla lettura meditativa della Sacra Scrittura: la S. Vergine ci ispira un amore così forte verso la Parola di Dio al punto tale da invitarci a nutrircene così da diventare, secondo una sua bella espressione, «scrittura nei nostri cuori». Il Rosario, poi, è spesso collegato alla Celebrazione eucaristica come preghiera preparatoria e come mezzo per prolungare la contemplazione e l’unione con Cristo. Numerosi sono i riferimenti alla preghiera nei messaggi. Nel primo messaggio il primo incitamento riguarda la partecipazione alla S. Messa (più tardi la S. Vergine stessa la definirà come «la preghiera più bella»). La preghiera è, dunque, esperienza di continuo dialogo con Dio alla sua costante presenza, nell’incontro con la Parola e con il Corpo del Signore nella S. Messa, nell’ora santa di adorazione del Ss. Sacramento, nella contemplazione della sua passione lungo la via della Croce e con gli atti di adorazione a Gesù crocifisso, nella preghiera contemplativa del S. Rosario, come si è appena detto; tutti momenti che fanno capo ad un unico e solo moto dell’anima: come Maria, restare con Colui che per primo ci ha amati, meditando attentamente ogni cosa nel cuore.

3. Riparazione
Questo invito ci richiama all’offerta quotidiana di tutto ciò che avviene nella nostra vita (sofferenze fisiche e morali, opere buone, testimonianza della propria fede in tutti gli ambiti della vita, la stessa preghiera, ecc.) ad imitazione di Cristo e in unione con il suo Sacrificio, cioè con l’Eucaristia, per espiare i danni causati dal peccato e supplicare la misericordia di Dio su di noi e su tutti gli uomini, specialmente quelli più provati dall’esperienza del peccato, affinché ci conceda la sua pace. La Madre di Cristo Gesù ci indica varie forme di riparazione, ma in particolare se ne individuano tre: una come apostolato della carità solidale per soddisfare le offese e le omissioni commesse contro la giustizia (cioè la rettitudine) in tutte le sue sfaccettature nei confronti di Dio e del prossimo, un’altra come comunione delle nostre sofferenze con quelle di Cristo e un’altra come supplica di espiazione rivolta a Dio a beneficio dei propri fratelli traviati. Tutte queste forme (buone azioni, dono di sé, preghiera di espiazione) fanno capo ad un unico apostolato offerto in unione al Sacrificio eucaristico per la salvezza del mondo.

Inserito Giovedi 23 Novembre 2017, alle ore 10:23:58 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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