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  Maria nel Tempo di Quaresima 
Culto

Da Marcellina M. Pedico, Maria nell'anno liturgico e pietà popolare: Avvento, Natale, Quaresima in AA. VV., La Vergine Maria nel cammino orante della Chiesa. Liturgia e pietà popolare,  Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2003, pp. 22-27.



«La Quaresima è il tempo che precede e dispone alla celebrazione della Pasqua. Tempo di ascolto della Parola di Dio e di conversione, di preparazione e di memoria del Battesimo, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, di ricorso più frequente alle "armi della penitenza cristiana": la preghiera, il digiuno, l’elemosina (Mt 6,1-6. 16-18)» (Direttorio 124). Il cristiano, che ogni anno ripercorre l’itinerario quaresimale con spirito sempre rinnovato, trova nella persona di Maria l’esempio concreto del modo con cui va accolta la parola di Dio e si segue il Cristo. Al termine poi del sacramento dei quaranta giorni, quando la Chiesa contempla il momento centrale del progetto salvifico del Padre, guarda ancora a Maria che, quale «donna nuova», sta ai piedi della Croce accanto a Cristo, «uomo nuovo». E dal testamento d’amore del Figlio che l’affida al discepolo, Maria appare quale madre spirituale di chi rivolge lo sguardo di fede verso la Croce.

Maria nella liturgia di Quaresima

La presenza della Vergine nel tempo di Quaresima non è molto evidente. Tuttavia, negli attuali libri liturgici romani la memoria della Vergine è variamente presente nel percorso quaresimale. Innanzitutto il 25 marzo si celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore, giustamente ritenuta una «festa del Signore» nel ricomposto ordinamento dell’anno liturgico. Ma, come osserva Paolo VI nella Marialis cultus, essa «era ed è festa congiunta di Cristo e della Vergine: del Verbo che si fa "figlio di Maria" (Mc 6,3), e della Vergine che diviene Madre di Dio» (MC 6). In ogni caso i testi eucologici e la liturgia della Parola sono tutti inquadrati nel contesto del mistero  pasquale. Nell’eucologia si parla espressamente del «nostro Redentore», del «Salvatore delle genti» e si chiede «per la potenza della sua risurrezione» di essere guidati al possesso della gioia eterna. Nella liturgia della Parola la seconda lettura (Eb 10,4-10) sottolinea l’offerta sacrificale del Figlio di Dio quando entra nel mondo («Ecco io vengo a fare la tua volontà»), cui si associa Maria nel racconto evangelico (Lc 1,26-38) con il suo fiat («Ecco, sono la serva del Signore: avvenga di me quello che hai detto»). Ai due «no» di Adamo e di Eva, che hanno arrecato la rovina, si contrappongono i due «» del nuovo Adamo-Cristo e della nuova Eva-Maria, che hanno portato la salvezza. Il mistero pasquale dipende dalla totale disponibilità del «Servo di Jhwh» e della «Serva del Signore» alla volontà divina. Una festa dunque centrata sull’incarnazione, ma totalmente proiettata sulla redenzione. La terza edizione del Messale Romano, promulgato il 20 aprile 2000 ed edito nell’aprile del 2002, presenta nel venerdì della V settimana di Quaresima una colletta alternativa a quella già esistente, di nuova composizione, nella quale si ricorda Maria associata alla Passione di Cristo.24 Inoltre è opportuno notare che la «Raccolta di Messe della Beata Vergine Maria», ispirandosi fondamentalmente alla struttura dell’anno liturgico, propone per il tempo di Quaresima cinque formulari che rappresentano una vera ricchezza per questo periodo, come ricupero della figura della Madre di Dio nell’itinerario verso la celebrazione della notte pasquale. Ogni formulario risponde bene a un momento del cammino liturgico del tempo quaresimale: «Santa Maria discepola del Signore»(10), «Maria Vergine presso la croce di Cristo» (nn. 11 e 12), «Affidamento della Beata Vergine» (n.13), «Maria Vergine Madre di riconciliazione» (n. 14).25

Pietà popolare mariana nella Quaresima

Alla scarsità di elementi mariani nel tempo liturgico della Quaresima, ha corrisposto in Occidente un ampio sviluppo della pietà popolare, che ha dato vita a molteplici espressioni di devozione. Riferite a Cristo crocifisso o alla Vergine Addolorata, acquistano particolare rilievo nelle chiese dedicate al mistero della Croce o al mistero della Madre dei dolori. Gli elementi consueti della pietà popolare come canti, preghiere, gesti, il bacio, processione e benedizione con la croce, si intrecciano in vario modo, dando luogo a pii esercizi, talora pregevoli per valore contenutistico e formale.

-
Via crucis
Pochi pii esercizi sulla Passione di Cristo sono amati dal popolo cristiano quanto la Via crucis, sintesi di varie devozioni popolari sorte fin dall’alto Medioevo: il pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale i fedeli visitano devotamente i luoghi della Passione del Signore; la devozione alle «cadute di Cristo» sotto il peso della croce; la devozione ai «cammini dolorosi di Cristo», in cui si incede in processione da una chiesa all’altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la sua Passione; la devozione alle «stazioni di Cristo», cioè ai momenti in cui Gesù, si ferma lungo il cammino verso il Calvario perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché, mosso dall’amore, cerca di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che assistono alla sua Passione (cf. Direttorio 132). Nel pio esercizio della Via Crucis confluiscono pure varie espressioni caratteristiche della spiritualità cristiana: la concezione della vita come cammino o pellegrinaggio dall’esilio terreno alla patria celeste; il desiderio di conformarsi alla Passione di Cristo; le esigenze della sequela Christi, per cui il discepolo è chiamato a camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce (cf. Lc 9,23). Uno svolgimento sapiente della Via crucis, in cui parola, silenzio, canto, incedere processionale e sosta riflessiva si alternino in modo equilibrato, contribuisce al conseguimento dei frutti spirituali di questo pio esercizio, in cui due stazioni, la IV e la XII, sono dedicate alla Vergine Madre.

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Via Matris
La Via Matris Dolorosae o semplicemente Via Matris è un pio esercizio nel quale un gruppo di fedeli, o un singolo orante, compie un tratto di strada all’interno oppure all’esterno di una chiesa o santuario, meditando sette dolori della Vergine. Tale cammino, che si percorre pregando, è scandito da sette soste (le «stazioni»), corrispondenti ai sette principali dolori che la pietà del popolo cristiano ha individuato nella vita della Vergine accanto al Salvatore: la profezia di Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù, l’incontro con Gesù sulla via del Calvario, la presenza sotto la croce del Figlio, l’accoglienza di Gesù deposto dalla croce, la sepoltura di Gesù. La metafora della vita come cammino emerge nel pio esercizio della Via Matris e in altre forme di preghiera popolare (Via crucis, Via lucis, Via pacis). I Vangeli ci informano di vari viaggi compiuti da Gesù e da Maria di Nazaret, sua madre. Relativamente alla Vergine essi hanno tramandato la memoria di molteplici cammini:
        – il «cammino della Figlia di Sion» verso la casa del sacerdote Zaccaria (cf. Lc 1,39-55);
        – il «cammino di donna incinta», da Nazaret a Betlemme (cf. Lc 2,1-7);
        – il «cammino di pia israelita», che si reca a Gerusalemme e là ode il vaticinio sul Figlio e su lei stessa (cf. Lc 2,34-35);
        – il «cammino di donna esule», (cf. Mt 2,13-15);
        – il «cammino di donna pellegrina», che ogni anno, per la festa di Pasqua, si reca a Gerusalemme (cf. Lc 2,49);
        – il «cammino di donna amica», che si reca premurosa a Cana di Galilea (cf. Gv 2,111);
        – il «cammino di discepola fedele», per cui sale dietro Gesù il Monte Calvario (cf. Gv 19,25-27).
Come per la Corona dell’Addolorata, il valore spirituale e l’efficacia pastorale della Via Matris sono nella sua capacità di avvicinare i fedeli a uno degli aspetti essenziali del mistero pasquale: la passione salvifica di Cristo; di lasciarsi illuminare dal mistero del dolore con la luce che promana dal modo singolare con cui Maria di Nazaret, piena di fede, ne visse l’esperienza; di rendere partecipi gli oranti alle sofferenze dei fratelli, perché la celebrazione del dolore della Vergine implica l’attenzione operosa verso chi soffre; di suscitare sentimenti di misericordia, perché nulla, dopo la contemplazione della bontà misericordiosa di Cristo, dispone l’animo alla misericordia quanto il contemplare l’amorosa compassione della Vergine. Per tutto ciò la Via Matris è un esercizio di pietà particolarmente adatto al tempo di Quaresima.

-
Stabat Mater
Questo celebre planctus, ritenuto un capolavoro della letteratura sacra, medievale, è attribuito, pur senza prove decisive, a Iacopone da Todi († 1306). Nella terza edizione del Messale Romano esso figura nella solenne azione liturgica del Venerdì Santo, al termine dell’Adorazione della Croce. Lo Stabat Mater è stato ed è tuttora un inno amato, vitalmente compreso e consapevolmente pregato e cantato dal popolo cristiano. Di solito si cantano le sue venti strofe dopo il pio esercizio della Corona dell’Addolorata, oppure figura come canto processionale nella Via Matris, con lo scopo di accompagnare il cammino da una «stazione» all’altra. «Il canto integrale dello Stabat Mater consente di coglierne la straordinaria varietà tematica: la narrazione calma, la supplica accorata, lo stupore tacito; il desiderio vivo, ripetuto, di partecipare al dolore della Madre condividendo il suo pianto: "Con te lascia ch’io pianga..." (str. 13; cf. str. 9.14.15); lo slancio mistico del "patire con Cristo", per cui l’orante chiede alla Madre: "Ferisci il mio cuore con le sue ferite / stringimi alla sua croce / inebriami del suo sangue" (str. 17) e brama di partecipare alla passione di Cristo, perché nulla lo possa separare da lui (cf. Rom 8,38-39), anzi a lui lo renda del tutto simile. Nello Stabat Mater l’unico riferimento spaziale è la Croce (Stabat [...] iuxta crucem, str. 1; cf. str. 14), ma via via che procede la Sequenza, il legno del supplizio appare piantato non più sulla cima del Calvario, ma nel cuore dell’orante. Il dramma del Golgota diviene tutto interiore: si svolge nell’intimo dell’anima, nel suo stesso centro».26

NOTE
24 Cf. A. MENEGHETTI, Tempo di Quaresima e di Pasqua, in Rivista Liturgica, 4/2003, p. 595-600, specie p. 599.
25 Cf. M. S
ODI, Con Maria verso Cristo. Messe della Beata Vergine Maria, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1990, p. 97-106.
26 I. M. CALABUIG, Memoria della Vergine il Venerdì Santo, in Marianum Notizie-News, 1/2002, p. 1-4.
26 I. M. CALABUIG, in , 1/2002, p. 1-4.

Inserito Giovedi 15 Marzo 2018, alle ore 16:48:24 da latheotokos
 
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